Bologna - assemblea pubblica:
Nessuna sede fascista, nessuna ronda!
Stop al fascismo, al razzismo, al sessismo
Mercoledì 25 febbraio 2009
I fatti di sabato mattina nel Quartiere Santo Stefano ci pongono di fronte alla pericolosità di una nuova organizzazione fascista, CasaPound, e l’iniziativa di domenica pomeriggio, indetta da Forza Nuova in via Mattei, ci evidenzia, invece, la modernità del suo intervento politico nella crisi.
Non si tratta di giocare a scimmiottare il passato, né di vedere il nemico più pericoloso di ciò che oggi è, ma di riflettere sullo stato di salute del nostro territorio.
Ci sono tensioni che hanno un nome comune chiamato paura. Paura del presente (la pensabilità del domani è un lusso con la valuta corrente), paura del reale, del vicino, del collega di lavoro (sicuro concorrente). Paura del migrante. Paura del gay. Paura di pensare altro che non sia il privato.
La gestione della sicurezza è contesa tra partiti politici "tradizionali" come la Lega e movimenti di destra eversiva che irrompono nel dibattito e la chiave del loro successo è chi diviene giustiziere.
Abbiamo a che fare con organizzazioni socialmente pericolose che in un periodo di crisi formidabile e nel nuovo contesto normativo inaugurato dal Pacchetto Sicurezza diventano potentemente eversive.
Per questo proponiamo a tutti e tutte coloro che non hanno smesso di pensare e di sognare una città diversa, libera, democratica, antirazzista, senza ronde e senza nuclei razzisti che controllano il territorio di fare una campagna metropolitana comune e condivisa.
E di difendere insieme i compagni che si sono opposti all’arroganza dei picchiatori di Casa Pound.
Mercoledì 25 febbraio
ore 21.00 al TPO
via Casarini 17/5 Bologna
da: Global Project
4 commenti:
Mi chiedo da dove saltino fuori, tutti questi ragazzotti superpalestrati e pieni di un odio quasi patologico verso... beh, direi verso CHIUNQUE. E non uso il termine "patologico" così, a casaccio.
Un compito o un quesito fondamentale per chi come noi si interroga su problemi come i cambiamenti di senso e di paradigma, la formazione e manipolazione del consenso, il "fascino" della violenza ecc., penso che sia questo: in che cosa abbiamo sbagliato?
Non può essere colpa solo di chi ha "sdoganato" gli eredi di Salò, più o meno ripuliti. Certo, le responsabilità più pesanti stanno lì, non intendo assolutamente negarlo, sia chiaro.
Ma forse, il tutto ha radici antiche: ricordo che già al liceo, nel '77, certi che si definivano autonomi e/o extraparlamentari consideravano l'antifascismo un orpello, o poco meno.
Caro Riccardo, certo le responsabilità a sinistra (o post-sinistra) sono grandi e diffuse.
Lo sdoganamento di "ragazzi e delle ragazze di Salò" ha giocato un ruolo decisivo, in quanto, da un lato,, ha assestato una picconata letale alla discriminante antifascista, e l'ha fatto, come ogni revisione nascente, dall'interno del campo che devastava.
Dall'altro lato, subordinando la consapevolezza storica alle esigenze (istituzionali) del momento (bicamerale, etc.) ha direttamente sollecitato l'introduzione del paradigma (o ferrolegno) bipartisan al cuore dello Stato, delle istituzioni.
Quanto alla sottovalutazione del pesante lascito del fascismo, specialmente in vasti settori della cultura politica in senso largo autonoma, ci ho ripensato spesso negli ultimi anni, e credo che lì ci fosse un punto debole, di matrice congiunturale, che in quanto tale, andrebbe radicalmente rimesso in discussione.
Oltre agli errori che costellano l'albo di famiglia, non dovremmo però sottovalutare alcune grandi costanti conservatrici e controrivoluzionarie e - come sottolineava Geymonat - controriformiste della cultura e della politica italiana...
Devo anche scusarmi con te per non averti risposto da un po', anche sul tuo blog, ma attualmente ho problemi di connessione e mi collego soltanto saltuariamente spesso da postazioni pubbliche.
A risentirci e, se scrivi qualcosa, anche semplici impressioni, sul convegno cagliaritano su Gramsci, fammi sapere...
Ciao Rudy, è bello ritrovarti (quasi per caso ... ma nulla avviene per caso) attivissivo su un blog. Sono Simone Moretti di Jesi, adesso che so dove ti trovi avremo modo di sentirci. In questi tempi bui più siamo e meglio è. A presto
Non puoi immaginare la gioa, Simone, di risentirti.
Non ho dimenticato né te, né la tua bella tesi su Foucault.
Anche a te, se ripassi in questa zona commenti, le mie scuse per il ritardo di questa mia risposta.
E' solo da stasera che la mia connessione funziona bene, e la prima cosa che faccio è scriverti.
Il tuo indirizzo email non accessibile, ma cercherò di contattarti in qualche modo.
Intanto, se leggi questo messaggio, scrivimi all'indirizzo email che trovi nel mio profilo.
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