giovedì 5 febbraio 2009

10/02 - Foibe: revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica



«La storia viene usata per l'oggi, per le esigenze politiche attuali. Si tratta di una campagna di intossicazione delle coscienze con riscritture, reinterpretazioni e falsità belle e buone, funzionali, da una parte, alla mobilitazione nazionalista, alla diffusione di stereotipi sciovinisti e razzisti, assunti ormai anche da buona parte del ceto politico di sinistra; dall'altra, alla criminalizzazione di chi oggi non si piega alle compatibilità del sistema capitalista. Tale campagna si concretizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come altre. Una ideologia dell'ordine, della sicurezza, autoritaria, fatta propria da buona parte del ceto politico autodefinitosi democratico. In questi anni molti si sono resi conto del significato della Giornata del Ricordo e molte sono state le iniziative per combattere questa campagna di intossicazione. E’, però, necessario combattere con maggiore efficacia, unendo le forze e le conoscenze. Questo convegno vuole essere un contributo in tal senso, non solo per rintuzzare e sbugiardare le menzogne che vengono propagandate, ma anche per fare un passo avanti per riappropriarci, nella sua interezza, della nostra storia.
»








Ne discutiamo

il 10 febbraio 2009 alle ore 20.30

presso la Sala del Baraccano, via S. Stefano 119, Bologna

presentando gli atti del convegno




Intervengono:


Sandi Volk (Università di Trieste)

Giorgio Riboldi (Comitato promotore del convegno)

Rudy Leonelli (Università di Bologna)

Mauro Raspanti (Centro Furio Jesi - Bologna)




Seguirà dibattito. La cittadinanza è invitata.


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[*] La riproduzione e la trascrizione dello scritto originale del generale Gastone Gambara, comandante dell'XI Corpo d'Armata sono tratte da: fuoriregistro

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Parma, 10 febbraio
Giornata antifascista alternativa sulle foibe

Quarta edizione a Parma della manifestazione antifascista promossa dal Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma alternativa alla "Giornata del ricordo delle vittime delle foibe" del 10 febbraio.
Ricordiamo i crimini del fascismo in Jugoslavia, dai primi anni '20 all'occupazione militare italiana iniziata nel '41, che hanno preceduto i tragici fatti delle foibe, ricordiamo che l'apposita Commissione delle Nazioni Unite individuò 700 criminali di guerra italiani, nessuno dei quali è stato mai condannato nè consegnato alle autorità jugoslave, ricordiamo i quarantamila soldati italiani che l'8 settembre '43 scelsero di combattere insieme con la Resistenza jugoslava per la liberazione dal nazifascismo. Uno di questi, Carlo Bortoletto, presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, porterà la propria testimonianza di combattente in Jugoslavia, dall' 8 settembre '43 all' 8 marzo '45 con la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi.
A seguire la proiezione del film La battaglia della Neretva con Sergei Bondarchuk, Yul Brynner, Orson Welles, Sylva Koscina, Franco Nero. Inizio alle ore 21 di martedì 10 febbraio al cinema "Astra" di Parma (piazzale Volta, 3 Parma).


« Si ammazza troppo poco » in Jugoslavia, afferma nel 1942 il generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'Armata italiano in Slovenia e Croazia, e il generale Mario Roatta, Capo di Stato Maggiore e comandante della II Armata, indica, con la famigerata circolare n°3 C, di demolire e incendiare case e villaggi, uccidere ostaggi, internare massicciamente la popolazione.
Dopo l'azione delle squadracce nei primi anni '20 del secolo scorso contro centri culturali, sedi sindacali, cooperative agricole, giornali operai, politici e cittadini di "razza slava", dopo l'italianizzazione forzata perseguita nel corso del ventennio nero, nella primavera del '41 il fascismo aggredisce la Jugoslavia e ne occupa diversi territori con brutale durezza. Distruzione e incendio di interi villaggi sloveni e croati, confisca dei beni, rastrellamenti ed esecuzioni sommarie, campi di concentramento, sono all'ordine del giorno. Questi sono i crimini di cui è responsabile l'Italia fascista di Mussolini e del re, che hanno preceduto i tragici fatti delle foibe per i quali nel 2004 è stata istituita la "Giornata del ricordo" del 10 febbraio.
A fine agosto dell'anno scorso il presidente del Consiglio Berlusconi ha riconosciuto i crimini dell'Italia nell'occupazione coloniale della Libia, ha espresso scuse al popolo libico e promesso un risarcimento. Quando l'Italia riconoscerà i crimini commessi dal fascismo in Jugoslavia e nei Balcani? Nessuno degli oltre 700 (dato della Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra) criminali di guerra italiani, a cominciare dai generali Roatta e Robotti, è stato mai condannato né estradato e consegnato alle autorità jugoslave.
L'8 settembre '43 quarantamila soldati italiani presenti nei Balcani si unirono ai partigiani jugoslavi nella lotta per la liberazione dal nazifascismo. Accolti come fratelli dalle popolazioni jugoslave, metà di essi diedero la vita in quell'epica lotta, riscattando così il nostro Paese dall'onta in cui il fascismo l'aveva gettato. A questi italiani devono andare il ricordo e la riconoscenza della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.


10 febbraio, Parma
cinema "Astra" (piazzale Volta)


ore 21 Testimonianza sulla guerra in Jugoslavia di Carlo Bortoletto già combattente della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi, presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini

ore 21.45 Proiezione del film La battaglia della Neretva con Sergei Bondarchuk, Yul Brynner, Orson Welles, Sylva Koscina, Franco Nero

COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA - PARMA
comitatoantifasc_pr @ alice.it

Anonimo ha detto...

Approvo incondizionatamente questa iniziativa, che spero possa portare la luce della conoscenza storica e fugare le nebbie ed i spregevoli fantasmi del revisionismo storico.
Non appena riordinerò dei miei appunti sull'argomento, vorrei approfittare di questo spazio per evidenziare come già Gramsci (poco prima degli anni '20) avesse scorto i pericoli del nazionalismo italiano sull'Istria e sulla Dalmazia.

Antonio Candeliere ha detto...

concordo