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domenica 27 settembre 2015

Arrestati tre attivisti di Tpo e Làbas



Obbligo di dimora per altri due. Le accuse riguardano due manifestazioni dell’ottobre 2014. Tpo e Làbas: “Uso politico delle misure cautelari e attacco alla parte di città che prova a dare risposte reali nella crisi”.
22 settembre 2015 - 15:30

15573048162_3944d8d981_zArresti domiciliari per Gianmarco De Pieri, già sottoposto a un divieto di dimora a Bologna. La misura, disposta dal gip su richista della Procura, e’ stata notificata poco fa dalla Digos. Il provvedimento riguarda la manifestazione del 18 ottobre 2014 contro la visita del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e poi contro il presidio di Forza nuova in piazza San Domenico, dove i manifestanti entrarono in contatto con le forze dell’ordine (un manifestante era stato già arrestato in piazza), nonché quella contro le “Sentinelle in piedi” della settimana prima. Oltre a De Pieri, gli arresti domiciliari sono scattati anche altri due attivisti di Tpo e Làbas (Roberto e Christofer, riferiscono i due spazi sociali) e per ulteriori due (Tommaso e Domenico) è stato emesso un obbligo di dimora.
Il commento dei due centri sociali: “Questa mattina sono state notificate ennesime misure restrittive tra arresti domiciliari e obblighi di dimora nei confronti di 5 attivisti del gruppo Tpo e Làbas Occupato. Misure che si vanno ad aggiungere agli arresti domiciliari per Gianmarco, colpito già 3 settimane fa dal divieto di dimora a Bologna. I fatti riguardano la giornata del 18 ottobre 2014, quando centinaia di persone scesero in piazza per manifestare contro la presenza in città dei fascio-nazisti di Forza Nuova. Consideriamo questo uso politico delle misure cautelari un attacco, non solo alla libertà personale dei nostri compagni, ma a quella parte di città che prova con generosità e mettendosi in gioco a dare delle risposte reali nella crisi sociale e di diritti che stiamo vivendo”.

                                                                                                      da: staffetta

giovedì 2 luglio 2015

Assemblea pubblica antifascista lunedì 6 luglio alle 19 negli spazi di Vag61 – via Paolo Fabbri 110 - BO


Il Nodo Sociale Antifascista convoca
un'assemblea pubblica antifascista lunedì 6 luglio alle 19 negli spazi di Vag61 – via Paolo Fabbri 110 - BO



Al grido di «Prima i profughi italiani» e «Stop accoglienza business», l'estrema destra integralista di Forza Nuova vorrebbe sfilare in corteo a Bologna sabato 11 luglio a partire dalle ore 10.

A noi non interessano i loro poveri giochi verbali. A noi importa invece il fatto che Forza Nuova continua a diffondere odio sociale, xenofobo e sessista. Spesso la loro propaganda è palesemente diffamatoria, razzista, omofoba. Ed è un fatto risaputo che militanti e dirigenti di Forza Nuova si siano distinti in giro per l'Italia per comportamenti violenti, pestaggi, intimidazioni, attentati, atti di razzismo, antisemitismo e sessismo.

Va ricordato che il primo dicembre 2008 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno che chiedeva al Ministro dell'Interno «la messa fuorilegge del movimento politico Forza Nuova, per ricostruzione del partito fascista e per inottemperanza delle norme previste dalla legge Mancino, essendo stati diversi dirigenti e militanti di Forza Nuova più di una volta coinvolti in episodi di violenza razzista e fascista (a Bologna, a Rimini, a Verona e in altre italiane)».

Va ricordato che il Consiglio comunale di Venezia ha approvato il 18 maggio 2009 un ordine del giorno che invitava prefetto e questore a non autorizzare manifestazioni nazifasciste di Fiamma Tricolore e Forza Nuova.

Va ricordato che il Consiglio comunale di Fano ha approvato il 23 aprile 2014 una norma che vieta la concessione di sale e spazi comunali alle organizzazioni neofasciste, neonaziste o comunque d'ispirazione xenofoba e razzista.

A Bologna, invece, negli ultimi mesi non si è voluto neppure concedere l'accesso al centro storico a una manifestazione della comunità sinti e rom che commemorava la rivolta antinazista del 16 maggio 1944.

A Bologna tutti i partiti e partitini della destra xenofoba tengono banchetti in centro per la loro propaganda d'odio razzista e sessista. E svolgono le loro pessime iniziative in sale pubbliche.

A Bologna il questore Coccia rispolvera leggi fasciste contro le lotte sociali e dà invece copertura a ogni provocazione dell'estrema destra.

A Bologna il sindaco Merola, in questi anni, è stato sempre ambiguo o silente sull'attivismo neofascista in città, sempre in sintonia con la destra cittadina, e il suo recentissimo risveglio «a sinistra» si deve solo all'eterna campagna elettorale che ricomincia.

A Bologna l'ex rettore Dionigi ha militarizzato un'università sempre più oziosa e affarista per coprire un piano di speculazione edilizia a beneficio di rentier e clientele.

A Bologna l'arcivescovo Caffarra continua a sostenere e difendere i gruppuscoli cattonazisti e la loro campagna di diffamazione aggravata da misoginia, omofobia e sessismo.

È inaccettabile che autorizzando questo corteo la Questura di Bologna si contrapponga al sentire diffuso di questa città: una città che rifiuta l'antisemitismo, l'islamofobia, l'omofobia, il razzismo, il sessismo, il militarismo e lo squadrismo; una città che – dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda della Uno bianca – ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dei neofascisti e delle loro sponde negli apparati dello Stato.

                                                          Nodo Sociale Antifascista

lunedì 1 giugno 2015

SEL: “A Orvieto Salvini non è il benvenuto”


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Categoria: Archivio notizie,Secondarie |
Riceviamo da Sinistra Ecologia e Libertà, Circolo di Orvieto, e pubblichiamo.
Oggi, 28 Maggio 2015, Matteo Salvini sarà ad Orvieto per la chiusura della campagna elettorale della Lega Nord per le elezioni regionali di Domenica prossima.
Sentiremo “urlare” i soliti slogan:

“Tutti a casa!”, “Stop invasione!”, “Clandestino è reato!” e lasciamo proseguire a chi fosse dotato di un’ immaginazione che non ci appartiene.
Vedremo Salvini indossare la “solita” felpa col nome della città di turno, una di quelle stesse città che fino a qualche tempo fa erano per lui il covo di gente geneticamente fannullona e capace di vivere solo sulle spalle del “suo” Nord.
Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno, la Lega cavalca da sempre xenofobie e paure: una volta erano i terroni del sud, oggi gli immigrati in arrivo dalle coste dell’Africa mediterranea.
Crediamo però che qualcosa di nuovo ci sia, dietro la trasformazione in stampo nazionalistico e razzista di un partito che fino a qualche anno fa auspicava la secessione dalla Repubblica Italiana, un qualcosa che non comprendere o sottovalutare sarebbe un errore.
La Lega sembrava, fino a qualche mese fa, un partito obsoleto e travolto dagli scandali; poi, il cambio di rotta imposto dal neo segretario, che porta il partito a riposizionarsi nella famiglia della “nuova” destra europea.
Il riferimento territoriale non è più la padania, ma l’Italia; il nemico non è più “Roma ladrona”, ma l’immigrato, il diverso, il “clandestino”.
Salvini stringe alleanze con Marine Le Pen ed il Front National in Europa e con i neofascisti di CasaPound in Italia.
La Lega va quindi ad occupare uno spazio politico nuovo, aperto in Italia ed in Europa dalle politiche di austerità e dalla conseguente crescita delle diseguaglianze, uno spazio ora sapientemente riempito parlando alla pancia del paese, alla disperazione dei singoli, giocando sulle paure e trovando un nemico più debole di sé da additare come causa dei propri mali.
Noi, cresciuti nel ricordo di chi lottò e diede la propria vita per combattere quegli stessi ideali che, con le dovute evoluzioni, oggi Salvini ripropone, abbiamo in mente una modello di società profondamente diverso: una società inclusiva, solidale e accogliente, dove non ci siano capri espiatori da bruciare né luoghi da abbattere a suon di ruspe.
Caro Salvini, Orvieto, città della Pace e della Solidarietà, figlia dei martiri di Camorena e di quanti combatterono la libertà di opprimere i propri simili, rifiuta il fascismo e, quindi, tiene a ricordarti che non sei il benvenuto.