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mercoledì 4 giugno 2014

L'Albatros [ Léo Ferré chante Baudelaire ]








L’Albatros


Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!

Le Pöete est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher. 



domenica 27 gennaio 2013

Per il Giorno della Memoria. Ricordo di una grande


Rita Levi Montalcini
  22 aprile 1909 - 30 dicembre 2012
 La testimonianza, il racconto di studi e ricerche
durante la fuga per le leggi razziali.

lunedì 11 aprile 2011

Ricordando Gregorio Kapsomenos

Gregorio Kapsomenos
Creta, 10 novembre 1946 - Bologna, 9 aprile 2011
il "saggio" amico, della Libreria delle Moline



La cultura non si accumula, la si condivide, il sapere non si rinchiude nei reticolati accademici, ma lo si distribuisce.
La scoperta di un perla, di un frammento prezioso non si trasforma in  prelibatezza utilizzabile come merce di scambio in vista di un piccolo potere  personale.

Leggere, imparare, comunicare,  senza spirito di dominio: quanti lo capiscono, quanti lo hanno capito, quanti erano consapevoli che in quei piccoli doni  quotidiani si celava un altissimo senso della socializzazione di testi e  pensieri, che non si riducevano mai a chiacchiera vuota?


L'indipendenza di pensiero e  la curiosità insaziabile, l'allenamento quotidiano  alla critica del mondo in cui ci troviamo a vivere, la messa in pratica di quella che Foucault chiamerebbe  l'immensa e proliferante criticabilità delle cose, delle istituzioni, delle pratiche, dei discorsi , attraverso i libri, strumenti privilegiati di questo occhio critico, la loro incessante ricerca, i segreti collegamenti che li legano, l'estrazione di un insospettato senso nascosto che illumina e fa esplodere l'apparente inerzia di un anonimo volume, ridando dignità e valore a opere colpevolmente trascurate da chi insegue a tutti i costi solo l'ultima novità o si adegua all'ultima moda.

Anche la consapevolezza, però, che i libri lottano fra loro, conducono guerre  silenziose, come ricordava con pungente ironia l'amato Swift nella Battaglia combattuta venerdì scorso tra i libri antichi e quelli moderni nella biblioteca  di St. James.

Inseparabile dalla sua figura l'ironia provocatoria che rintracciava  nell'amatissimo Vonnegut, di cui amava citare "Il cervello era troppo grosso per svolgere un buon servizio" come un invito a non prendersi poi troppo sul  serio.

Un grande abbraccio a Marta, sua compagna di vita e di avventura.




Alberto Burgio
Andrea Cavalletti

Barbara Chitussi
Giorgio Forni
Rudy Leonelli
Vincenza Perilli
Mauro Raspanti
Roberto Sassi


i funerali si svolgeranno mercoledì 13 aprile
dalle ore 9,30 alle 11,30
alla sala Pantheon - Certosa di Bologna





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venerdì 11 marzo 2011

“Già l’ora s’avvicina della più giusta guerra” - Giornata di Studi - 13 marzo [BO]













Domenica 13 marzo, presso il Circolo anarchico Camillo Berneri, Piazza di Porta S. Stefano 1, Bologna, si terrà una giornata di riflessione sull’antifascismo anarchico e libertario per ragionare insieme su declinazioni, percorsi, prospettive di un antifascismo che rifiuti a un tempo le logiche dell’autorità statale, della delega, delle discriminazioni e dello sfruttamento.

“Già l’ora s’avvicina della più giusta guerra”
L’antifascismo anarchico 1921-2011

 
Giornata di studi
Domenica 13 marzo 2011



La giornata intende dare conto di varie ricerche sul movimento anarchico e il suo apporto all’antifascismo, coprendo un arco cronologico ampio e arrivando fino all’oggi. L’approfondimento e la comprensione di alcune dinamiche storiche del passato saranno così una possibilità di auto-formarsi, al di là di e al di fuori di una istituzione, quella universitaria, sempre più a pezzi e asservita alle logiche di potere e di mercato. Studenti e studentesse, operai e operaie, precari e precarie socializzeranno i risultati delle proprie ricerche con l’intento di offrire nuovi elementi di interpretazione del passato e chiavi di lettura di un presente se non totalitario sicuramente oppressivo.



Inizio lavori ore 10:30



- Il 25 aprile non è una ricorrenza, ora e sempre resistenza! Contro ogni fascismo
  Giorgio, Nodo Sociale Antifascista

–  Gli Arditi del Popolo 1921-1922: la prima opposizione armata al fascismo
  Andrea Staid, autore del libro Gli Arditi del Popolo, Circolo dei Malfattori Milano

- Il fuoriuscitismo: l’esilio degli antifascisti nella Francia negli anni Venti
  Toni, redazione locale di Umanità Nova, settimanale anarchico

- La Resistenza sconosciuta: gli anarchici nella lotta di liberazione
  Marabbo, archivio popolare Antonio Rubbi, Medicina

Pranzo a buffet



- Dopoguerra e ricostruzione: l’antifascismo a Bologna
  Dawit S., ANPI Savena


- Fra strategia della tensione e antifascismo militante: gli anni ’70 e il caso Marini
  Jacopo F., Circolo Berneri

- L’incomparabile antifascismo
   Rudy Leonelli, Nodo Sociale Antifascista, incidenze

A seguire aperitivo libertario


[con il patrocinio del Nodo Sociale Antifascista]

sabato 6 novembre 2010

"Giovinezza" : per chi ha ancora un po' di memoria storica

Vittorio Emiliani
Quando Toscanini non eseguì Giovinezza

A CHI ha proposto di far cantare Giovinezza a Sanremo si dovrebbe ricordare che il rifiuto di eseguirla prima delle opere opposto dal grande Arturo Toscanini fu la ragione fondamentale del suo esilio in America. Mussolini stesso lo convocò e gli chiese di eseguirla alla Scala alla prima di Turandot di Puccini il 25 aprile 1926, ma il maestro oppose un muto diniego fissando per tutto l' incontro il soffitto. Per questo rifiuto venne aggredito e malmenato a Bologna in prossimità del Teatro Comunale nel 1931 e decise che non avrebbe più diretto in Italia finché ci fosse stato il fascismo. Né diresse più a Bayreuth dopo l' avvento di Hitler, né a Salisburgo dopo l' annessione dell' Austria alla Germania nazista. Per poterlo avere sul podio in Europa gli crearono il festival di Lucerna, ma chi si mosse in auto da Milano - ricordava Camilla Cederna - venne segnalato e schedato alla frontiera. Insomma, non è questione di canzonette. Almeno per chi ha ancora un po' di memoria storica.

da: la Repubblica 5 novembre 2010



Leoncarlo Settimelli
La storia:Toscanini si era rifiutato di eseguire «Giovinezza»
al Teatro comunale.
Qualcuno lo colpì e Leo Longanesi commentò
Bologna 1931.

Schiaffo fascista a «un uomo schifoso, un rudere...»


Immaginiamoci Bologna, nel 1931, anno nono dell'era fascista. Il Teatro Comunale ha in programma un concerto diretto dal grande Arturo Toscanini, forse il più grande direttore d'orchestra del Novecento, carattere forte, scontroso, noto per il dominio ferreo dell'orchestra. La città si è preparata all'evento. Abiti da sera e divise fasciste, nero su nero, e belle dame, gente dell'alta borghesia e aristocratici. Perbacco, stasera c'è quello lì, quello che ci dà lustro all’estero, che non ha nascosto simpatie per il regime, almeno all'inizio. E stasera dirigerà la musica di Giuseppe Martucci, che a Bologna ha dato lustro e al quale il Podestà vuole rendere un grande omaggio. Bene, è tutto pronto, automobili e qualche carrozza hanno scaricato un pubblico scelto, che se ne intende. Naturalmente la serata si aprirà con la Marcia reale («Viva il Re-viva il Re-viva il Re- le trombe eroiche squillano» si cantava anche in coro) e con Giovinezza, con la quale si aprono tutte le trasmissioni radio e tutti gli eventi pubblici: «Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza» suonano le parole scritte da Salvator Gotta su una musica che il maestro Blanc aveva scritto per un’operetta che parlava di studenti. Poi Gotta aveva cambiato tutto e si incominciava con «Salve o popolo d'eroi» per finire a «Dell'Italia nei confini/son rifatti gli italiani/li ha rifatti Mussolini/ per la guerra di domani…». Evidentemente per Toscanini è troppo e fa sapere che non dirigerà quei brani. Apriti cielo! Grande trambusto e una mano che si protende a schiaffeggiare il maestro che se ne torna in albergo, seguito da grida e insulti. Chi lo ha schiaffeggiato? Una cronaca vuole che sia stato Leo Longanesi, l'inventore del motto «Mussolini ha sempre ragione». Che su Libro e moschetto dello stesso anno, sfogherà il suo livore scrivendo in prosa futurista che «il maestro celebre, dopo la sua morte sarà come tutti gli uomini destinato a marcire», «uomo schifoso… un rudere che molta gente, di dentro e di fuori, avrebbe voluto divenisse il deposito escrementizio di tutte le loro acidose e putrefacenti ire isteriche… gli osservo sulla guancia le impronte (ora metaforiche) dello schiaffo bolognese che lo fa degno del mio compassionevole sguardo e… gli sputo negli occhi». Toscanini risultò sgradito al regime quanto a lui risultò sgradito Mussolini e tutto il carnevale fascista. Se ne andò a dirigere per il mondo e in America e non tornò che a Liberazione avvenuta. L'11 maggio del 1946 dirigerà nuovamente alla Scala. Nel 1943 aveva diretto a New York l'Inno delle nazioni in cui aveva incluso anche l'Internazionale. Lo identificò come l'inno di tutti quelli che, a cominciare dall’Urss, avevano contribuito alla sconfitta del nazismo e del fascismo.
da: l'Unità, 17 gennaio 2007