Visualizzazione post con etichetta poesia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta poesia. Mostra tutti i post

domenica 7 giugno 2015

Boris Pasternak: Essere famoso non è bello

Essere famoso non è bello,
non è questo che ci leva in alto.
Non bisogna tenere l’archivio,
trepidare per i manoscritti.
Fine del creare è dar tutto di sé,
e non lo scalpore, non il successo.
È vergognoso, non contando nulla,
diventare per tutti una leggenda.
Ma bisogna vivere senza impostura,
viver così che alla fine
ci si attiri l’amore degli spazi,
che si oda l’appello del futuro.
E bisogna lasciare lacune
nella sorte, e non fra le carte,
passi e capitoli dell’intera vita
segnando ai margini.
E immergersi nell’oscurità
e i propri passi nascondervi,
come nella nebbia si cela una contrada
e non vi si scorge più nulla.
Altri, sull’orma viva percorreranno,
palmo a palmo il tuo cammino,
non spetta a te distinguere
sconfitta da vittoria.
E neanche d’un nulla tu devi
venire meno all’uomo,
ma esser vivo, vivo e null’altro,
vivo e null’altro fino alla fine.

Boris Pasternak
 _______________________________


Risultati immagini per pasternak feltrinelli

immagini:

 Boris Pasternak

Giangiacomo Feltrinelli

mercoledì 4 giugno 2014

L'Albatros [ Léo Ferré chante Baudelaire ]








L’Albatros


Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!

Le Pöete est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher. 



sabato 18 gennaio 2014

Bertolt Brecht: Da leggere il mattino e la sera




Da leggere il mattino e la sera

Quello che amo
mi ha detto
che ha bisogno di me.

 
Per questo
ho cura di me stessa
guardo dove cammino e
temo che ogni goccia di pioggia

mi possa uccidere.

_________


Morgens und abends zu lesen
 
Der, den ich liebe
hat mir gegagt
Daß er mich braucht.


Darum
Gebe ich auf mich acht
sehe auf meinen Weg und
Fürchte von jedem Regentropfen
Daß er mich erschlagen Könnte 




tr. it di Roberto Fertoniani in Bertolt Brecht, Poesie, Einaudi Torino 1960 
 

mercoledì 13 novembre 2013

L'anima e il muro, di Sante Notarnicola - BO domenica 17 nov. h 21 incontro alla Feltrinelli via dei Mille 12


http://www.odradek.it/COPERTINA%20x%20Sante%20x%20Web%20picc.jpg

Sante Notarnicola, operaio, comunista, rapinatore di banche, carcerato, scrittore, poeta, ha attraversato il 900 da ribelle e con l’antologia L'anima e il muro (Odradek) ci consegna la sua autobiografia in versi.
  

L’autore ne parla con Valerio Evangelisti e Giorgio Forni.

Questa scelta antologica di poesie scritte durante un trentennio diventa l’occasione per una particolare scansione della storia d’Italia, perché questi versi oscillano, lenti o vorticosi, tra l’anima e il muro di tante prigioni. Corredato di un ampio saggio introduttivo e di note che ne inquadrano la mole di rimandi alla cronaca e alla cultura di quegli anni che l’autore riversa sulla pagina, L’anima e il muro, duellanti senza pace, ne raccoglie i momenti principali. Sante Notarnicola ha attraversato il Novecento italiano da ribelle: operaio, bandito, carcerato. I tre tempi della sua vicenda biografica sono scanditi dalla poesia, una vera e propria autobiografia in versi, contemporanea a quella generazione che ingaggiò una guerra senza esclusione di colpi con lo Stato lunga circa un ventennio. In disaccordo con la linea attendista del Pci negli anni Cinquanta, rompe con il Partito e seguendo un progetto di guerriglia diviene rapinatore con la famigerata Banda Cavallero. Arrestato nel 1967 e condannato all’ergastolo, prosegue e insieme inizia la sua vera attività politica. Da allora, la Storia d’Italia s’incaricherà di fargli visita nelle varie patrie galere del suo lungo soggiorno. Notarnicola la accoglierà a suo modo: animando il movimento per i diritti dei detenuti sul finire degli anni Sessanta; conoscendo e confrontandosi con lo stato maggiore della lotta armata, dalle Br ai Nap a Prima Linea, tentando l’evasione e sperimentando sulla pelle il regime di articolo 90 nelle carceri speciali. Dopo vent’anni, otto mesi e un giorno si riaffaccerà alla vita esterna fino alla lenta estinzione della pena. Poesie di lotta e inni rivoluzionari, gridi muti di rabbia e squarci di lirismo nati in un contesto, come la carcerazione politica, dove la speranza della libertà è una quotidiana collettiva eucarestia o non è.

  Sante Notarnicola (Castellaneta 1938), «operaio, comunista, rapinatore di banche, carcerato, scrittore, poeta». Nel 1972 ha pubblicato con Feltrinelli la sua semibiografia L’evasione impossibile (ristampata da Odradek a partire dal 1997). È autore di tre raccolte poetiche: Con quest’anima inquieta (Senza Galere, 1979), La nostalgia e la memoria (Giuseppe Maj, 1986) e l’ibrido Materiale interessante (Edizioni della Battaglia, 1997). Alcuni suoi versi compaiono nel volume collettivo Mutenye. Un luogo dello spirito (Odradek, 2001).

domenica 29 settembre 2013

Bertolt Brecht, Questo voglio dir loro

Mi chiedevo: perché parlare con loro?
Comprano il sapere per venderlo.
Vogliono sentire dove c’è sapere a buon mercato
da vendere a caro prezzo. Perché
dovrebbero voler sapere ciò che
parla contro la compra e la vendita?

Vogliono vincere,
Contro la vittoria non vogliono saper nulla.
Non vogliono essere oppressi,
vogliono opprimere.
Non vogliono il progresso,
vogliono il vantaggio.

Sono obbedienti a chiunque
prometta loro il comando.
Si sacrificano affinché
resti la pietra sacrificale.

Che devo dir loro, pensavo. Questo
voglio dir loro, pensavo. Questo
voglio dir loro, decisi.


    [Das will ich sagen - Questo voglio dir loro]  trad it. a c. d. Cesare Cases
     in Bertolt Brecht, Poesie, Einaudi Torino, 1960 

mercoledì 29 maggio 2013

Omaggio a Franca Rame

Franca Rame
(18 luglio 1929  –  29 maggio 2013)


Omaggio a Franca Rame - poesia Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria - All I Know musica voce e testo di Mara Micciché
 
[Caricato in data 28/ott/2011]

                                                                                  

 "Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."

                                                                        Franca Rame

martedì 30 aprile 2013

Il rogo dei libri


Bertolt Brecht



Il  rogo dei libri

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi

i libri di contenuto malefico e per ogni dove

furono i buoi costretti a trascinare

ai roghi carri di libri, un poeta scoprì

– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l'elenco

studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi

libri erano stati dimenticati. Corse

al suo scrittoio, alato d'ira,e scrisse ai potenti una lettera.

Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!

Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse

la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi

mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:

bruciatemi!

giovedì 14 febbraio 2013

Tanto gentile e tanto onesta pare

 Carmelo Bene, Lectura Dantis
Torre degli Asinelli, il 31 luglio del 1981




Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,

che va dicendo a l'anima: Sospira.

mercoledì 6 febbraio 2013

Carmelo Bene: «La nuvola in calzoni» di Vladimir Majakovskij

Vladimir Majakovskij - La nuvola in calzoni (1915)



Carmelo Bene, 1974 Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Majakovskij-Blok-Esenin-Pasternak; adattamento testi di C.B. e R. Lerici; traduzioni di: I. Ambrogio, R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante C.B.; scene M. Fiorespino; direttore della fotografia G. Abballe; musiche di V. Gelmetti; voce solista C:B.; assistente alla regia C. Tempestini; mixer video A. Lepore; operatori RVM: M: Nicoletti, E. Piccirilli; produzione RAI


lunedì 14 gennaio 2013

Walter Benjamin: Charles Baudelaire. Un poeta lirico nell'età del capitalismo avanzato

Walter Benjamin


 Charles Baudelaire
Un poeta lirico
nell
età del capitalismo avanzato


a cura di Giorgio Agamben, Barbara Chitussi e Clemens-Carl Härle
ed. Neri Pozza,Vicenza,   2012

 
Questo libro presenta  in prima edizione mondiale la ricostruzione   ̶­­ resa possibile dai manoscritti benjaminiani ritrovati da Giorgio Agamben nel 1981 nella Biblioteca nazionale di Parigi   ̶ del libro su Baudelaire cui Benjamin aveva lavorato negli ultimi due anni della sua vita, quando, interrompendo la stesura dei Passages di Parigi, decide di trasformare in un’opera autonoma quello che all’inizio si presentava come un capitolo del libro. Attraverso un paziente lavoro di edizione e di montaggio, che alterna testi inediti ad altri già noti (che trovano solo ora la loro collocazione e il loro senso nell’opera complessiva), il libro permette di seguire la genesi e lo sviluppo, nelle varie fasi della sua stesura, del work in progress che  costituisce la summa della tarda produzione benjaminiana. Mentre del libro su Parigi noi abbiamo poco più che lo schedario, Charles Baudelaire, un poeta lirico nell’età del capitalismo avanzato offre  un’immagine articolata e coerente, anche se frammentaria, del laboratorio benjaminiano e del suo metodo compositivo. Sfatando la leggenda di un autore esoterico, il libro ci presenta, nel suo stesso farsi, il modello di una scrittura materialista, in cui non soltanto la teoria illumina i processi materiali della creazione, ma anche questi ultimi gettano una nuova luce sulla teoria. 

sabato 12 gennaio 2013

in memoria Mariangela Melato: una lettura

Mariangela Melato
19 settembre 1941 - 11 gennaio 2013



M. Melato
 lettura:

"Le più belle poesie"
da: Alda Merini, Vuoto d'amore, 1991





Le più belle poesie
 si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le mani aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all'umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d'oro
e l'albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto perché
sei sceso nel limbo,
dove aspiri l'assenzio
di una sopravvivenza negata.

giovedì 13 dicembre 2012

Per la figlia senza nome di Samb Modou - a un anno dalla strage di via Dalmazia 13 dic. 2011-2012



 
Pina Piccolo

Per la figlia senza nome di Samb Modou




DIEREDIEF SERIGNE TOUBA*
Puoi smettere di aspettarlo
tredicenne dagli occhi ridenti
e col vestitino buono color di lillà comprato
per la foto da mandare a papà
con i soldi della rimessa
DIEREDIEF SERIGNE TOUBA
Il padre che anelavi di carne e ossa e respiro
per 13 anni trafelato
a correre con borsoni
nella palestra dello stato italiano
destra e sinistra ne hanno allenati
polpacci, bicipiti e polmoni
ma non torna più sulle sue gambe
Ora dopo tredici anni
ti rimandano “la salma”
non in barcone
ma con l’aereo pagato da lacrime di coccodrillo

DIEREDIEF SERIGNE TOUBA
Te lo rispediscono dal pulpito dolente politici malfattori e conniventi
abituati a lanciare il sasso nascondendo la mano inguantata
di odio e superiore ingordigia

mentre dalla bocca cascano
perle d’ipocrisia ...

  ________________________________________
continua a leggere il testo completo su Marginalia


domenica 28 ottobre 2012

"Gente che non ho mai visto": Mussolini (di V. M.)


Vladimir Majakovskij

GALLERIA MAJAKOVSKIJANA
Gente che non ho mai visto



Mussolini

Ovunque si getti lo sguardo,i giornali
son pieni
              del nome di Mussolini.
A quelli che non l’hanno mai visto
                                                   lo descrivo io, Mussolini.
Punto per punto,
                         tratto per tratto.
Genitori di Mussolini,
                                 non sforzatevi di criticarmi!
Non gli somiglia?
                           La copia più esatta
                                                       è la sua politica.
Mussolini
               ha un orribile
                                    aspetto.
Nude le estremità,
                            nera la camicia,
sulle braccia
                   e sulle gambe
                                        migliaia
di peli
         a ciuffi.
Le braccia
                arrivano ai calcagni
                                              e scopano per terra.
Nell’insieme
                   Mussolini
                                  ha l’aspetto di scimpanzé
Non ha faccia :
                       al suo posto
ha un enorme
                     marchio da brigante.
Quante narici
                     ha ogni uomo!
                                           È inutile!
Mussolini
               in tutto,
                           ne ha una sola,
e anche questa
                      gli è stata spaccata
                                                   esattamente in due
alla spartizione
                        del bottino.
Mussolini
               è tutto
uno scintillio di medaglie.
Con un simile
                     armamento
                                      come non sconfiggere il nemico?!
Senza pistola,
                     senza spada,
                                        ma armato di tutto punto :
al fianco
             un litro intero
                                  d’olio di ricino ;
se
   te lo rovesciano
                           in bocca,
                                        non puoi opporti
                                                                 a una squadra
                                                                                      di fascisti.
Per sentirsi dappertutto
                                    come a casa
                                                       Mussolini
nella zampaccia
                        stringe un mazzo
                                                  di grimaldelli e di ferri da scasso.

domenica 16 settembre 2012

di - a Roberto Roversi. in memoria


Quel fischio sopra la pianura



testo: Roberto Roversi
musica: Gaetano Curreri
artista: Fabrizio Moro
album: Ancora Barabba, 2010

 


sabato 7 luglio 2012

La mer - 1945


  Charles Trenet
 La mer
 1945
 

 

 La mer
Qu'on voit danser le long des golfes clairs
A des reflets d'argent
La mer
Des reflets changeants
Sous la pluie
La mer
Au ciel d'été confond
Ses blancs moutons
Avec les anges si purs
La mer bergère d'azur
Infinie
Voyez
Près des étangs
Ces grands roseaux mouillés
Voyez
Ces oiseaux blancs
Et ces maisons rouillées
La mer
Les a bercés
Le long des golfes clairs
Et d'une chanson d'amour
La mer
A bercé mon cœur pour la vie


domenica 24 giugno 2012

Les Cactus - J. Dutronc et J. Lanzmann

 

Le Cactus
 par Jacques Dutronc et Jacques Lanzmann

1967  


Le monde entier est un cactus
Il est impossible de s'assoir
Dans la vie, il y a qu'des cactus
Moi je me pique de le savoir
Aïe aïe aïe, ouille, aïe aïe aïe
Dans leurs cœurs, il y a des cactus
Dans leurs porte-feuilles, il y a des cactus
Sous leurs pieds, il y a des cactus
Dans leurs gilets, il y a des cactus
Aïe aïe aïe, ouille ouille ouille, aïe
Pour me défendre de leurs cactus
A mon tour j'ai mis des cactus
Dans mon lit, j'ai mis des cactus
Dans mon slip, j'ai mis des cactus
Aïe aïe aïe, ouille, aïe aïe aïe
Dans leurs sourires, il y a des cactus
Dans leurs ventres, il y a des cactus
Dans leurs bonjours, il y a des cactus
Dans leurs cactus, il y a des cactus
Aïe aïe aïe, ouille, aïe
Le monde entier est un cactus
Il est impossible de s'assoir
Dans la vie, il y a qu'des cactus
Moi je me pique de le savoir
Aïe aïe aïe, ouille, aïe aïe aïe
Aïe…Aïe…Ouille…

lunedì 26 settembre 2011

Ciecamente (blindlings) - H. M. E. 1960


Hans Magnus Enzensberger

Ciecamente


La vittoria sarà della causa
di chi ci vede. E gli orbi l'hanno in pugno.
Hanno preso il potere.
Hanno fatto re il cieco.

Sta al confine sprangato
la polizia e giuoca a mosca cieca.
Agguanta qualche volta un oculista
ricercato per traffici che attentano
alla sicurezza dello Stato.

Le pubbliche personalità portano
una piccola benda nera
sull'occhio destro.
Nell'Ufficio Oggetti Smarriti marciscono
consegnati da cani per ciechi
lenti e occhiali senza padrone.

Zelanti giovani astronomi,
si fanno applicare occhi di vetro.
Lungimiranti genitori
i bambini introducono per tempo
nell'arte progressista dello strabismo.

Il nemico contrabbanda collirio
per le congiuntive dei suoi agenti;
ma degni cittadini non si fidano
– viste le circostanze –
dei loro occhi.
Si versano sul viso pepe e sale,
palpano lacrimando le Belle Arti
e imparano l'alfabeto per ciechi.

Pare che recentemente il re abbia dichiarato
di guardar con fiducia al luminoso futuro. 




H. M. Henzensberger, blindlings, (Ciecamente), da landessprache (Lingua nostra) 1960, tr it. Franco Fortini e Ruth Leiser, Poesie per chi non legge poesia, Feltrinelli 1964.

domenica 11 settembre 2011

Como una ola de fuerza y luz. A un rivoluzionario cileno

Nel settembre 1971 “mi giunse dal Cile la notizia della morte accidentale di Lusiano Cruz, giovane dirigente del M.I.R (movimento di sinistra rivoluzionaria)… L’avevo conosciuto a Santiago in giugno dello stesso anno, di forte intelligenza: ne era sorta una amicizia solidale. La sua presenza-assenza mi determinò nella scelta della struttura sonora, del suo perché. Ampliai il primo progetto con l’inserimento della voce (soprano) su alcuni versi scelti da un poema del poeta argentino Julio Huasi… poema per Lusiano Cruz …

Luigi Nono

 Como una ola de fuerza y luz
Come un'onda di forza e di luce







Luciano!
  Luciano!
    Luciano!

nei venti avventurosi
di questa terra
continuerai
a gettare luce di fiamma
giovane come la rivoluzione
in ogni lotta del tuo popolo
sempre vivo
e vicino
come il dolore per la tua morte

come una – Luciano! – onda
di forza
giovane come la rivoluzione
sempre vivo
e continuerai a gettare luce di fiamma
luce
per vivere

voci di bambini
si uniscono
a dolci campane
per
la tua giovinezza.

sabato 13 agosto 2011

Borges e io - Borges y yo

E’ l’altro, è Borges, quello a cui capitano le cose. Io vado in giro per Buenos Aires e mi fermo, forse oramai meccanicamente, per guardare l’arco di un atrio e la porta a vetri con la griglia; di Borges ho notizie dall’ufficio postale e vedo il suo nome in una terna di professori o in un dizionario biografico. Mi piacciono gli orologi a sabbia, i mappamondi, le stampe del diciottesimo secolo, le etimologie, il sapore del caffè e la prosa di Stevenson; l’altro condivide queste simpatie ma in un modo vanitoso che le trasforma negli attributi di un attore. Sarebbe esagerato affermare che i nostri rapporti siano ostili; io vivo, io mi lascio vivere, perché Borges possa tessere la sua letteratura e quella letteratura mi giustifica. Non mi costa nulla confessare che è riuscito ad ottenere certe pagine valide, ma quelle pagine non mi possono salvare, forse perché oramai il buono non è di nessuno, neppure dell’altro, ma del linguaggio e della tradizione. D’altronde io sono destinato a perdermi, definitivamente, e soltanto qualche momento di me potrà sopravvivere nell’altro. A poco a poco sto cedendogli tutto, per quanto mi sia evidente la sua perversa abitudine di falsificare e di magnificare. Spinoza capì che tutte le cose vogliono la propria conservazione; la pietra vuole essere eternamente pietra e la tigre una tigre. Io devo rimanere in Borges, non in me (ammesso che io sia qualcuno), ma mi riconosco meno nei suoi libri che in molti altri o nel laborioso arpeggiare di una chitarra. Alcuni anni or sono ho tentato di liberarmi di lui e sono passato dalle mitologie dei sobborghi ai giochi con il tempo e con l’infinito, ma quei giochi adesso sono di Borges e mi toccherà ideare qualche altra cosa. Così la mia vita è una fuga e perdo tutto e tutto è dell’oblio, o dell’altro. Non so quale dei due scrive questa pagina.



 Jorge Luis Borges, L'artefice - El hacedor, 1960


Al otro, a Borges, es a quien le ocurren las cosas. Yo camino por Buenos Aires y me demoro, acaso ya mecánicamente, para mirar el arco de un zaguán y la puerta cancel; de Borges tengo noticias por el correo y veo su nombre en una terna de profesores o en un diccionario biográfico. Me gustan los relojes de arena, los mapas, la tipografía del siglo xviii, las etimologías, el sabor del café y la prosa de Stevenson; el otro comparte esas preferencias, pero de un modo vanidoso que las convierte en atributos de un actor. Sería exagerado afirmar que nuestra relación es hostil; yo vivo, yo me dejo vivir, para que Borges pueda tramar su literatura y esa literatura me justifica. Nada me cuesta confesar que ha logrado ciertas páginas válidas, pero esas páginas no me pueden salvar, quizá porque lo bueno ya no es de nadie, ni siquiera del otro, sino del lenguaje o la tradición. Por lo demás, yo estoy destinado a perderme, definitivamente, y sólo algún instante de mí podrá sobrevivir en el otro. Poco a poco voy cediéndole todo, aunque me consta su perversa costumbre de falsear y magnificar. Spinoza entendió que todas las cosas quieren perseverar en su ser; la piedra eternamente quiere ser piedra y el tigre un tigre. Yo he de quedar en Borges, no en mí (si es que alguien soy), pero me reconozco menos en sus libros que en muchos otros o que en el laborioso rasgueo de una guitarra. Hace años yo traté de librarme de él y pasé de las mitologias del arrabal a los juegos con el tiempo y con lo infinito, pero esos juegos son de Borges ahora y tendré que idear otras cosas. Asi mi vida es una fuga y todo lo pierdo y todo es del olvido, o del otro. No sé cuál de los dos escribe esta página.