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sabato 21 novembre 2015

Il lutto diventa legge – di Judith Butler


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La questione politica centrale è questa: quale versione dell’estrema destra vincerà le prossime elezioni? E quale diventa la prossima «destra tollerabile» se Marine Le Pen è considerata di «centro»? È un tempo spaventoso, triste, di oscuri presagi; ma noi siamo ancora in grado di pensare, spero, di parlare, e di agire, in mezzo a tutto ciò. 

                                                                                             by staffetta

lunedì 2 novembre 2015

[BO] Verso un 8 novembre di festa e resistenza popolare




A Bologna si susseguono assemblee, presidi e iniziative per preparare una larga accoglienza popolare al ducetto Matteo Salvini e alla sua Marcia su Bologna che sempre più risulta una miserabile ammucchiata di leader scaduti dell’estrema destra, di partiti e partitini neofascisti, fascioleghisti, neroazzurri.

Lunedì 26 ottobre a XM24, via Fioravanti 24, alle ore 19.00, vi è stata un’assemblea per preparare la critical mass comunicattiva BICIbatteRUSPA del 6 novembre.

Mercoledì 28 ottobre, in via Zamboni 38, alle ore 20.30, si è tenuta un’assemblea cittadina per fare il punto sull’organizzazione dell’8 novembre come giornata di riscossa e di autodifesa popolare.

Un appello firmato da «Anarchiche/anarchici» invita a contrastare localmente, su tutti i territori, la Lega Nord e i neofascisti con l’azione diretta proprio nei giorni della loro Marcia su Bologna.

Qui intanto è uscito anche il resoconto della riunione del 23 ottobre della rete «Bologna non si lega».

In sintesi…

Domenica 1 novembre alla Bolognina vi sarà una giornata antirazzista e antifascista in Piazza dell’Unità promossa da XM24.

Venerdì 6 novembre vi sarà la critical mass antirazzista ad alto impatto liberatorio.

Sabato 7 novembre


Via del Pratello sarà impavesata di «zecche rosse» per dichiarare che è una strada contagiata dall’antirazzismo e dall’antifascismo.

Alle 10.30, vi sarà un presidio davanti alla Prefettura per denunciare il razzismo strisciante delle istituzioni bolognesi, della Questura e dell’Ufficio Immigrazione.

A Porta Lame, alle ore 11, si terrà una commemorazione della battaglia di Porta Lame del 7 novembre 1944 per dire che l’antifascismo non è una vuota icona da custodire, ma una pratica quotidiana di trasformazione dell’esistente.

In Via dello Scalo 21, dalle ore 14, la Rete dei Comunisti invita a un’assemblea pubblica per organizzare al meglio la contestazione.

In Piazza San Francesco, dalle ore 18, vi sarà un presidio antifascista e antileghista.

 

Domenica 8 novembre


Per la giornata dell’8 novembre si è scelta una strategia plurale per dare il massimo disturbo alla propaganda razzista e autoritaria del ducetto leghista.

Domenica mattina l’ANPI effettuerà un presidio in Piazza Nettuno per difendere il Sacrario dei Partigiani dalle camicie verdi-brune.

Contemporaneamente, la rete «Bologna non si lega» sarà in Piazza XX Settembre dalle ore 10.

E il coordinamento «Difendere Bologna dall’invasione leghista» sarà sul Ponte di Stalingrado dalle ore 10 per difendere Bologna partendo dall’alto e costruire una grande giornata di lotta!

È probabile che altri concentramenti, punti di aggregazione e azioni a sorpresa rallegrino una delle domeniche più grigie e inquinanti degli ultimi mesi.








lunedì 12 ottobre 2015

Atlantide deborda e colora la città

Nonostante la pioggia, corteo partecipato e azione comunicativa alla sede del quartiere. Si apprende che il gip, prima dello sgombero, aveva negato la richiesta di sequestro della Procura. Anche Làbas rischia: social street difendono l’ex caserma.

10 ottobre 2015 - 19:58

Corteo Atlantide - © Michele LapiniNonostante la pioggia, grande manifestazione oggi a Bologna dopo lo sgombero di Atlantide effettuato ieri per volere del sindaco Virgineo Merola. Anzi: " Virgineo Murala" com’è stato ribattezzato anche durante il corteo di oggi, visto il muro di mattoni che è stato innalzato sull’ingresso del cassero di porta Santo Stefano al termine dello sgombero. Proprio da porta Santo Stefano è partita la manifestazione che, al grido di “Atlantide ovunque!”, oggi ha riempito le strade della città: dal sound system si è parlato di 2.000 partecipanti. Un corteo allegro e colorato, a cui hanno preso parte anche molti bambini, che come prima tappa ha fatto visita alla sede del quartiere Santo Stefano: sull’ingresso sono state attacchinate pagine con le esternazioni su Facebook della presidente Ilaria Giorgetti, di centrodestra, in prima fila nell’invocare lo sgombero e poi nell’esultare per l’intervento di Vigili urbani e polizia. Alcune attiviste, in stile “Ghosbuster”, hanno anche “disinfestato” la sede del quartiere. Azioni comunicative che sono continuate per tutta la manifestazione, con ripetuti attacchinaggi della scritta “Atlantide” lungo il percorso.
“Come farfalle saremo ovunque e vi renderemo la campagna elettorale difficile”, è la promessa che parte dal corteo, di fronte ad “una città che sta murando tutti gli spazi e le soggettività”. Prese di posizione intervallate da numerose canzoni (anche di lotta) reinterpretate in chiave Lgbtq, nello stile della Corale Atlantidea. La manifestazione si è conclusa in piazza San Francesco, con gli interventi finali e la lettura delle tantissime solidarietà che da Bologna e da tutta Italia sono state espresse per condannare lo sgombero.
Intanto, oltre al danno, per le Atlantide c’è anche la beffa: come da informazioni circolate durante la manifestazione, infatti, sembra che qualche giorno prima dello sgombero il giudice avesse respinto la richiesta di sequestro del cassero fatta dalla Procura. Una beffa, si fa per dire vista la gravità di quanto è successo, che politicamente aumenta le responsabilità del sindaco e del Comune nell’azione di sgombero. Dopo aver inviato l’ultimatum ai collettivi per costringerli a lasciare il cassero, Vi aveva negato che ci fossero una relazione con le iniziative dei magistrati: “Della Procura non so nulla, ma bisogna sgomberare”. Poi, pochi giorni dopo, il sindaco si era puntualmente smentito da solo: lo sgombero va fatto perchè “non mi faccio denunciare” per Atlantide.
In piazza con Atlantide c’erano anche gli attivisti di Làbas, altro spazio costretto a resistere alle minacce di sgombero. Il collettivo prende parola sul fatto che le social street di via.

giovedì 1 ottobre 2015

Valerio Marchi: La morte in piazza


Libro Red Star Press

Indagini, processi e informazione sulla strage di Brescia
A cura di Silvia Boffelli. Postfazione di Saverio Ferrari

La mattina del 28 maggio del 1974, alle ore 10 e 02, una bomba collocata in un cestino dei rifiuti e azionata da un comando a distanza esplode a Brescia sotto i portici di piazza della Loggia mentre è in corso una manifestazione contro il terrorismo di destra organizzata dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Il bilancio dell’attentato, rivendicato da un'organizzazione neofascista, è drammatico: otto morti, centodue feriti e una città destinata per sempre a fare i conti con una ferita aperta nella sua storia e nella sua memoria.
Ricostruendo la dinamica di quello che resta un evento centrale nella strategia della tensione, con la quale vennero represse le istanze di cambiamento provenienti dalla società italiana, Valerio Marchi affronta con coraggio il modo in cui la tragedia è andata incontro a strumentalizzazioni politiche di comodo ed ad altrettanto interessati fenomeni di oblio mentre, con il loro contributo, Silvia Boffelli e Saverio Ferrari portano la narrazione nel cuore della contemporaneità, affrontando il nodo dello stragismo fascista, perennemente al servizio di ambigui comitati d'affari. Un libro indispensabile per comprendere le dinamiche del terrore e gli strumenti con cui diventa possibile utilizzare la paura per consolidare interessi sporchi e scandalosi giochi di potere.

Collana: Unaltrastoria
Pagine: 360
Formato: 13x20
Isbn: 9788867180813
Prezzo: 22 Euro

sabato 23 maggio 2015

I devastatori del «Carlino» e l’Aula C

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Per venticinque anni l’Aula C antifascista è stata un luogo aperto e plurale di confronto, di dibattiti, di pranzi autogestiti, di feste, di ironia e fratellanza, di presentazioni di libri, di cineforum, di mobilitazioni sociali e civili, di presa di coscienza di un mondo reale ben diverso dai racconti istituzionalizzati. Dal 1989 almeno due generazioni di attivisti l’hanno attraversata e, in quell’auletta, abbiamo tutte e tutti imparato qualcosa.Tutti sanno che la campagna di criminalizzazione condotta caparbiamente dal «Resto del Carlino» era un vezzo immotivato di giornalisti mediocri, servili e vendicativi.Tanti studenti lo hanno dichiarato a Radio Città del Capo e qualcuno ha affermato che era il «minimo» fare qualche scritta:
«Il sequestro dell’aula è stato immotivato, non era cambiato niente rispetto agli anni passati. Ciò che è cambiato riguarda la forte volontà politica di criminalizzare lo spazio, fomentata dai giornali. L’aula è stata attraversata sempre da persone diverse. Non c’erano buoni motivi per sgomberarla».
Ma il «Resto del Carlino» subito grida alla devastazione. Non che abbia molte persone disponibili alla sua opera di propaganda. Un giorno intervista tal prof.ssa Egeria Di Nallo, docente a Scienze Politiche, che dichiara che «gli anarchici dell’Aula C sono feccia». Poi il giorno dopo il «Carlino» intervista anche la figlia della Di Nallo, prof. Francesca Rescigno, che insegna anch’essa – guarda caso! – a Scienze Politiche… e dice intrepida: «Pensiamo alla Siria: ci scandalizziamo per i monumenti distrutti e poi però quando imbrattano in nostri palazzi nessuno apre bocca».
                                                                                                                                                                                                                                                                              by  Nodo sociale antifascista - BO