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lunedì 10 novembre 2014

Étienne Balibar : « Pour les résistants de Kobané »

Francine Bajande
    Francine   Bajande

 Par Étienne Bailbar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe

Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
«Alors que la situation évolue d’heure en heure, il semble que le pire puisse être évité : une répétition de Varsovie, écrasée par les nazis sous les yeux de l’Armée rouge attendant de tirer les marrons du feu… Les Américains ont fini par se coordonner avec les combattants au sol et même la Turquie semble avoir été contrainte d’entrouvrir la frontière, permettant à des renforts d’arriver. Espérons que la ville soit sauvée, arrêtant l’avancée islamiste.Dans le peu de place dont je dispose, avec les informations qui sont les miennes, je voudrais insister sur deux points. D’une part, à cheval sur la frontière, se développent des formes de solidarité, d’autogestion et d’autodétermination qui confèrent à la résistance, non seulement la signification d’une lutte nationaliste, mais celle d’une expérimentation démocratique. Cela rompt avec les traditions du PKK (et du PYD) auxquelles les gouvernements occidentaux consacrent toujours la plus grande partie de leurs commentaires. Ensuite, cette résistance commence à retentir dans toute la région, des étudiants iraniens jusqu’aux associations de femmes turco-kurdes. Cela voudrait dire que des choses capitales sont en germe à Kobané. Une politique de civilité qui cherche à retenir toute la région sur la pente de l’ext exterminisme, dont tant de massacres et d’interventions ont préparé les conditions. Et des acteurs qui perturbent le jeu des tyrannies, des fanatismes, des populismes et des impérialismes. Cet espoir est bien ténu, mais il est vital. »

                                                 l'Humanité, 22, Octobre, 2014

venerdì 16 maggio 2014

Testa per Dente, una mostra sull'occupazione italiana dei Balcani - BO 16 maggio


Venerdì 16 maggio, alle ore 20,30, le Sezioni Anpi Corticella, Lame, Pratello, San Donato
 organizzano e presentano:

“Testa per Dente, crimini dell’occupazione italiana nei Balcani, occupazione nazi-fascista e campi di internamento"

 alle Caserme Rosse, via di Corticella 147, Bologna: una mostra volta ad illustrare i temi dell'occupazione italiana dei Balcani, dei crimini commessi e della impunità di cui hanno goduto i responsabili degli stessi crimini nel dopoguerra


Si potrà inoltre assistere a una conferenza che traccerà un quadro della problematica dei tantissimi campi di internamento istituiti sotto il fascismo. Saranno presenti:
 
Alessandra Kersevan, storica e saggista, autrice dei libri "Lager italiani" e "Un campo di concentramento fascista" , Davide Conti, storico, collaboratore della Fondazione Lelio Basso, autore tra l'altro dei llibri:"Criminali di guerra italiani"  e "L'occupazione italiana dei Balcani",  Luca Alessandrini - Istituto Storico Parri Emilia-Romagna   Jadranka Bentini, Testimone, figlia di Vinka, Capitana Partigiana croata.

 
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                      thanks per la comunicazione:  mailing list di Storie in Movimento


lunedì 22 aprile 2013

Cirenaica : le vie dell'oblio?

Martedì 23 aprile 2013, con il titolo de Le vie della Resistenza, si terrà a Bologna un incontro organizzato dall'Anpi San Vitale in collaborazione con l' associazione Cirenaica e al quale parteciperanno, tra gli/le altri/e, il presidente della sezione San Vitale dell'Anpi e il figlio e la figlia dell'antifascista Rino Pancaldi. L'iniziativa si colloca all'interno delle celebrazioni per "Cirenaica centenaria", ovvero il centenario della scoperta - avvenuta nel 1913 durante la costruzione di nuovi caseggiati da parte dell'Ente Autonomo Case Popolari nell'area di quella che oggi è detta "Cirenaica", rione del Quartiere San Vitale di Bologna - di alcune tombe appartenenti alla civiltà villanoviana. Ma il 1913 è anche il centenario di ben altro avvenimento: è infatti nell'aprile del 1913 che il consiglio comunale bolognese si riunisce su richiesta dello Iacp affinché siano dati dei nomi alle nuove vie del rione e decide infine di attribuire a queste "nomi ricordanti i luoghi illustrati dal nostro esercito e dalla nostra flotta nella recente guerra" (Ascbo, delib. cons. del 9 aprile 1913). La guerra alla quale si fa riferimento è l'invasione coloniale della Libia che, cominciata dal governo Giolitti nel 1911, non si distingue in quanto a ferocia dalla successiva invasione coloniale fascista voluta da Mussolini negli anni 30. Basti pensare solo all'eccidio di Sciara Sciat dove, secondo Angelo Del Boca - uno dei maggiori storici del colonialismo italiano in Libia - furono uccise almeno 4000 persone (uomini, donne, bambini/e) e quasi altrettante deportate verso le carceri italiane (cfr. A. Del Boca, A un passo dalla forca, Baldini&Castoldi Dalai, 2007). E sono luoghi e avvenimenti di questa guerra ad essere scelti come nomi per le vie del nuovo rione: via Tripoli, via Bengasi, via Libia, via Derna, via Due Palme, via Homs ... (cfr. G. Gabrielli, Bologna e le sue colonie, in L'Africa in giardino, Grafiche Zanini, 1998). Solo nel 1949 le vie di quella che è oramai chiamata "Cirenaica" vengono rinominate con nomi di partigiani, anche e soprattutto  per la forte volontà dell'Anpi che già l'anno prima - con un atto di grande valore simbolico - aveva apposto nell'allora via Bengasi (poi Bentivogli) una targa per ricordare i nomi di trentatré "caduti per la nostra libertà"...

... leggi tutto su Marginalia

mercoledì 20 marzo 2013

Étienne Balibar: « Un racisme sans races »

  Un racisme sans races



Relations : Y a-t-il continuité ou rupture entre le racisme d’hier et celui d’aujourd’hui qui a banni le mot race ?
  


Étienne Balibar : Il y a nécessairement des continuités essentielles, d’abord parce que les modes de pensée ou de représentation qui s’enracinent dans les sentiments d’appartenance et dans les images de la communauté n’évoluent que très lentement, mais surtout parce que – contrairement à ce que mes précédentes remarques pourraient donner à penser – le racisme n’est pas simplement un phénomène psychologique; il a toujours une base institutionnelle. Il m’est arrivé de dire que tout racisme est un « racisme d’État » : c’est peut-être tordre le bâton exagérément dans l’autre sens. J’avais en vue la façon dont se développait en France l’idéologie de la « préférence nationale », autour de laquelle la droite et l’extrême-droite ont échangé une partie de leurs discours et de leurs électorats ; mais je crois quand même que tout racisme est inscrit dans des institutions et dans les « effets pathologiques » plus ou moins accentués liés à leur fonctionnement.

giovedì 14 marzo 2013

Cancellarsi da Facebook : c'est fait!




     Dieci buoni motivi per cancellarsi da Facebook


,
Paradossalmente, con l’introduzione dei nuovi pulsanti qui a fianco destinati allo sharing dei post sui social network, ci siamo resi conto che l’argomento più condiviso sul portale di Mark Zuckerberg riguarda proprio il metodo per cancellarsi da Facebook. Ma perché mai un utente dovrebbe voler eliminare il proprio profilo da uno dei siti più cliccati di tutto il Web?

  • I Termini del Servizio di Facebook sono convenienti solo per chi gestisce il sito e non per gli utenti. Non solo affermano che ogni dato caricato appartiene al social network, ma minacciano anche gli utenti di riservarsi la possibilità di eliminare l’account qualora non venga aggiornato regolarmente. Gli iscritti a Facebook sono dei “dipendenti non pagati”;
  • Mark Zuckerberg, il numero uno di Facebook, ha dei trascorsi poco rassicuranti, soprattutto dal punto di vista etico. Secondo BusinessInsider.com, in passato ha utilizzato indirizzi email e password di alcuni utenti per screditare la concorrenza e ha versato 65 milioni di dollari a un suo ex compagno di scuola che reclamava la paternità del progetto; 
  • Facebook ha dichiarato apertamente guerra alla tutela della privacy, ritenendola controproducente in termini economici e sostenendo che “le abitudini degli utenti stano subendo una metamorfosi, portando inevitabilmente al cambiamento delle norme che regolano la condivisione online”;
  • Facebook è doppiogiochista. Ogni qualvolta rende disponibile una nuova API per gli sviluppatori, li informa dettagliatamente su come sfruttare il più possibile i dati personali degli utenti all’interno delle applicazioni, ma non avvisa quest’ultimi, o lo fa in modo poco chiaro, sulle pratiche messe in atto;
  • quando un programmatore rese note le reali intenzioni dietro al rilascio dell’API Open Graph, ovvero rendere pubblico tutto quanto condiviso dagli utenti, Facebook gli intimò il silenzio ricorrendo a vie legali;
  • i dati personali non sono in possesso esclusivamente di Facebook, ma anche di tutti coloro che si impegnano nello sviluppo di applicazioni third party, con conseguenti e facilmente ipotizzabili rischi per la privacy;
  • non si tratta di un social network sicuro nemmeno dal punto di vista tecnico, spesso soggetto a phishing o spam. Celebre, in passato, l’errore che portò a rendere pubblici tutti i profili degli iscritti;

lunedì 8 ottobre 2012

Il velo nell'islam. Storia, politica, estetica - presentazione : BO 10/10

 Libreria delle Moline
Via delle Moline, 3/A
Bologna
tel.: 051 23 20 53
mercoledì 10 ottobre 2012
ore 18,30



Renata Pepicelli
presenta
Il velo nell'Islam
storia, politica,estetica


ne parleranno con l'autrice
Sandro Mezzadra
docente di Filosofia Politica e Studi coloniali e post-coloniali
 Università di Bologna

Azzurra Meringolo
dottore di ricerca di Studi Internazionali, Università di Roma Tre

introduce Vincenza Perilli

martedì 2 ottobre 2012

Soldati senza causa. Memorie della guerra d’Algeria







di Andrea Brazzoduro
Laterza, 2012




Tra il 1954 e il 1962, 1 milione e 200 mila soldati francesi di leva sbarcano al di là del Mediterraneo per combattere contro gli indipendentisti del Fronte di liberazione nazionale algerino.

Tra le fila francesi i morti sono 26 mila e 300 mila i feriti; almeno dieci volte di più sono quelli algerini.

La guerra d'Algeria è stata una "guerra senza nome", dissimulata con le denominazioni più varie ed enigmatiche quali "pacificazione" o "mantenimento dell'ordine". Alla fine del conflitto i soldati francesi sono rifiutati dal proprio stesso Paese che vuole lasciarsi rapidamente alle spalle quel passato coloniale. Solo nel 1999 la Francia riconosce di aver combattuto una guerra tra il 1954 e il 1962.

Cinquant'anni dopo l'indipendenza dell'Algeria, cosa hanno da raccontare quei reduci, fra i gruppi maggiormente segnati dalla cesura burrascosa che ha messo fine all' "Algeria francese"?
 
Le loro memorie, raccolte in decine di interviste, sono al centro di questo libro.

sabato 15 settembre 2012

Il razzismo, di Alberto Burgio - Gianluca Gabrielli

Lunedì 17 settembre 2012
ore 18.00

presso la Biblioteca “Walter Bigiavi”
via Belle Arti, 33 - Bologna

presentazione del libro

Il razzismo


 di
Alberto Burgio e Gianluca Gabrielli 

Ediesse, 2012
con gli autori ne parlano

Patrizia Dogliani
e
Sandro Mezzadra


introduce
Giorgio Tassinari


Alberto Burgio, Dipartimento di Filosofia
Gianluca Gabrielli, Insegnante e storico
Patrizia Dogliani, Dipartimento di Discipline storiche antropologiche e geografiche
Sandro Mezzadra, Dipartimento di Scienze Politiche
Giorgio Tassinari, Facoltà di Economia, Dipartimento Scienze Statistiche


venerdì 27 aprile 2012

"Femministe a parole. Grovigli da districare". Dibattito con le autrici - Roma, 27 aprile


Oggi, venerdì 27 aprile, alle ore 18.30 presso il Caffè letterario (Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19 - Roma), si svolgerà il tanto atteso incontro-dibattito con curatrici e autrici del dizionario Femministe a parole. Grovigli da districare, edito dalla casa editrice Ediesse nella collana sessismoerazzismo.


Femministe a parole è un volume sulle questioni controverse che hanno attraversato il dibattito femminista nel corso degli ultimi anni: il multiculturalismo e i diritti delle donne, l’Islam in Europa e l’affaire du voile, la condizione postcoloniale e l’impatto delle migrazioni, il rapporto tra universalismo e relativismo culturale, il ruolo dei corpi e la performance dei generi.

venerdì 2 dicembre 2011

Exhibitions : L'invenzione del selvaggio. Parigi, Musée du quai Branly, 29/11/'11- 3/6/'12

L'invention du sauvage
 


Exhibitions met en lumière l’histoire de femmes, d’hommes et d’enfants, venus d’Afrique, d’Asie, d’Océanie ou d’Amérique, exhibés en Occident à l’occasion de numéros de cirque, de représentations de théâtre, de revues de cabaret, dans des foires, des zoos, des défilés, des villages reconstitués ou dans le cadre des expositions universelles et coloniales. Un processus qui commence au 16e siècle dans les cours royales et va croître jusqu’au milieu du 20e siècle en Europe, en Amérique et au Japon.


Peintures, sculptures, affiches, cartes postales, films, photographies, moulages, dioramas, maquettes et costumes donnent un aperçu de l’étendue de ce phénomène et du succès de cette industrie du spectacle exotique qui a fasciné plus d’un milliard de visiteurs de 1800 à 1958 et a concerné près de 35 000 figurants dans le monde. À travers un vaste panorama composé de près de 600 œuvres et de nombreuses projections de films d’archives, l’exposition montre comment ces spectacles, à la fois outil de propagande, objet scientifique et source de divertissement, ont formé le regard de l’Occident et profondément influencé la manière dont est appréhendé l’Autre depuis près de cinq siècles.

L’exposition explore les frontières parfois ténues entre exotiques et monstres, science et voyeurisme, exhibition et spectacle, et questionne le visiteur sur ses propres préjugés dans le monde d’aujourd’hui. Si ces exhibitions disparaissent progressivement dans les années 30, elles auront alors accompli leur œuvre : créer une frontière entre les exhibés et les visiteurs. Une frontière dont on peut se demander si elle existe toujours.


L’exposition a été réalisée avec la participation des équipes et le concours
des collections iconographiques du Groupe de recherche Achac.


  29 nov. 2011 - 3  juin 2011
musée du quai Branly - 37, quai Branly - 75007  Paris

venerdì 28 ottobre 2011

30 ottobre 2011: Giornata di studi su Augusto Masetti e l’invasione della Libia


Il 30 0ttobre 1911, Augusto Masetti manifestò il suo rifiuto di partecipare alla guerra contro la Turchia e all’invasione della Libia, sparando contro un ufficiale nella caserma Cialdini a Bologna.
Il tentativo da parte delle autorità militari e politiche fu di depotenziare e neutralizzare l’accaduto, trasformandolo da gesto di rivolta politica ed esistenziale a semplice manifestazione di disturbi mentali e psichici, condannando così Masetti a lunghi anni di detenzione nei manicomi criminali.
Nel centenario degli avvenimenti, vorremmo rievocare questo episodio senza nessun intento celebrativo, ma, a partire dall’approfondimento della sua vicenda, cercare di capire le ragioni e le modalità della guerra coloniale e le condizioni per un suo rifiuto.
Le rifrazioni della storia rendono attuali quelle vicenede che si ripropongono sinistre nell’attualità.


30 ottobre 2011 Sala del Baraccano via Santo Stefano 119, Bologna
Giornata di studi
su Augusto Masetti e l’invasione della Libia


venerdì 26 agosto 2011

Angelo Del Boca: "Lo spettro della Somalia"

Le ultime ore del raìs,
il futuro della Libia nel dopo-Gheddafi




 Conversazione con Angelo Del Boca,
a cura di Umberto Giovannageli, l'Unità, 23 agosto 2011




A Tripoli si continua a combattere,ma il «dopo-Gheddafi» sembra già iniziato. Come si definisce questo momento?

«Al momento, abbiamo un Paese che è ancora molto diviso e assomiglia ad una replica della Somalia. Abbiamoil bunker di Gheddafi, difeso dall'ultimogenito Khamis e poche altre truppe, è la Libia che sta morendo in Tripolitania insieme al suo raìs; c’è poi la Libia della Sirte (città natale del Colonnello, ndr), dove Gheddafi ha accumulato moltissime armi, e infine abbiamo la Libia di Bengasi e del Consiglio nazionale di transizione (Cnt). Questa è la fotografia del momento. Una fotografia alquanto mossa. Oggi la Libia è in uno stato di “somalizzazione” che può protrarsi per mesi».

Chi comanderà nella «nuova Libia»?

«È il grande interrogativo che si pongono tutti in Occidente e, ancor di più, in Libia. A mio avviso, il Cnt non è abilitato ad assumere le redini del Paese, non soltanto per le note discussioni di queste ultime settimane che ne hanno rivelato la profonda divisione interna, ma anche perché, per quello che ne sappiamo oggi, Bengasi raccoglie anche una quantità di personaggi legati all’islamismo radicale che non possono che turbare e metterci in allarme. Il Cnt oltre che diviso fino ad ora non ha chiesto che denaro, in pratica tutto il grande patrimonio libico, che deriva dalla produzione petrolifera; un patrimonio che è di tutti i cittadini libici e non solo di quelli di Bengasi».

Nel dopo-Gheddafi c'è qualche personalità politicache si staglia sulle altre? Parigi sembra puntare sul leader del Cnt, Mahmoud Jibril...

«Jibril è un personaggio di scarso spessore e che, soprattutto, è stato ministro di Gheddafi, e non credo che i libici siano propensi ad accettare un nuovo governo, sia pure provvisorio, formato da persone che hanno fatto parte del regime del Colonnello».

Questo discorso vale anche per Abdelssalem Jalloud?

«Direi di sì, anche se lo spessore politico di Jalloud è di gran lunga superiore a quello di Jibril. Ritengo però che Jalloud sia un personaggio non “papabile” per gli stessi motivi che abbiamo indicato per Jibril. Ma su Jalloud c’è da fare un'altra considerazione che chiama in causa il nostro Paese».

Qual è questa considerazione?

«Il fatto che Jalloud si sia rifugiato in Italia, pare anche con l'attiva collaborazione di agenti dei servizi italiani, e che abbia immediatamente rilasciato una lunga intervista a Lucia Annunziata, potrebbe far intendere che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, consideri Jalloud una “carta” da giocare come interlocutore libico per il futuro. Abbiamo tantissimi problemi con la Libia e indubbiamente un buon mediatore potrebbe tentare di  risolverli. Non sarebbe una sorpresa: tra i tanti salti mortali compiuti dalla diplomazia italiana sul fronte libico, quello di Jalloud sarebbe solo l’ultimo della serie».

L’Italia, per l’appunto. Come ne usciamo da questa storia?

«L’Italia era l’unico Paese che poteva non intervenire nella guerra, per almeno tre motivi: in primo luogo, l’Italia aveva sottoscritto 3 anni fa, un Trattato di amicizia e cooperazione con Tripoli; secondo, noi abbiamo condotto una guerra nel 1911 e tornare all’attacco ci avrebbe inserito tra i Paesi sicuramente “neocolonialisti”. Infine, abbiamo, nel bene e nel male, una storia centenaria di rapporti con la Libia che ci fa, in un certo senso, “parenti” di questo Paese. Potevamo eludere la chiamata alle armi delle grandi potenze, schierandoci con la cancelliera tedesca Angela Merkel».

mercoledì 11 maggio 2011

Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana - 11 Maggio B0

  contro-corso *
Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana

mercoledì 11 maggio - ore 21
 presso XM24



intervegono:


Nicoletta Poidimani:  Una prospettiva di genere sul colonialismo italiano

Vincenza Perilli:  Corpi coloniali e corpi per la nazione





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 *  nell'ambito del ciclo:
Contro-corsi sulla storia d'Italia 1861-20011
150 anni di rivolte e repressioni
organizzato dal Circolo Berneri

lunedì 28 febbraio 2011

Reading Michel Foucault in the Postcolonial Present - Bologna, 3-4 marzo 2011


A Symposium
Bologna, Italy, March 3-4, 2011

Hosted by the University of Bologna  - Funded by the Finnish Academy


.
Facoltà di Scienze Politiche


Sala Poeti - Palazzo Hercolani

Strada Maggiore 45

Bologna





Neoliberalism is superficially understood as a theory of political economic practices proposing that human well-being can best be advanced by the development of entrepreneurial freedoms within an institutional framework characterized by private property rights, individual liberty, unencumbered markets, and free trade.


Less understood, however, is how its claims to be able to develop wealth and freedom became correlated with claims to develop the prosperity and security of life itself. Life, in the form of species existence, rather than human nature, has progressively emerged as a singularly important a priori for liberal political economy


Neoliberalism breaks from earlier liberalisms and traditions of political economy in so far as it pursues the development of economic profitability and prosperity not just with practices for the development of the human species, but with the life of the biosphere.


These correlations of economy, development, freedom, and life in and among neoliberal regimes of practice and representation comprise some of the foundations of its biopolitics.

As this symposium will explore, we cannot understand how liberalism functions, most especially how it has gained the global hegemony that it has, without addressing how systematically the category of life has organized the correlation of its various practices of governance, as well as how important the shift in the very understanding of life, from the human to the biospheric, has been for changes in those practices.

Today it is not simply living species and habitats that are threatened with extinction, and for which we must mobilize our care, but the words and gestures of human solidarity on which resistance to biopolitical regimes of governance depends.

A sense of responsibility for the survival of the life of the biosphere is not a sufficient condition for the development of a political subject capable of speaking back to neoliberalism. What is required is a subject responsible for securing incorporeal species, chiefly that of the political, currently threatened with extinction, on account of the overwrought fascination with life that has colonized the developmental as well as every other biopoliticized imaginary of the modern age.

While Foucault’s thought has been inspirational in diagnosing this condition of the postcolonial age, his works have too often failed to inspire studies of political subjectivity. Instead they have been used to stoke the myth of the inevitability of the decline of collective political subjects, describing an increasingly limited horizon of political possibilities, and provoking a disenchantment of the political itself. In contrast this symposium will excavate the importance of Foucault’s work for our capacities to recognise how this debasement of political subjectivity came about, particularly within the framework of the discourses and politics of "development", and with particular attention to the predicaments of postcolonial peoples.

Why and how it is that life in postcolonial settings has been depoliticized to such dramatic effect? And, crucially, how can we use Foucault to recover the vital capacity to think and act politically in a time when the most basic expressions of thought and human action are being targeted for new techniques of control and governance?

The immediacy of these themes will be obvious to any one living in the South of the world. But within the academy they remain heavily under-addressed. In thinking about what it means to read Michel Foucault today this symposium will address some significant questions and problems. Not simply that of how to explain the ways in which postcolonial regimes of governance have achieved the debasements of political subjectivity they have.

And certainly not that of how we might better equip them with the means to suborn life more fully. But that of how life itself, in its subjection to governance, can and does resist, subvert, escape and defy the imposition of modes of governance which seek to remove it of those very capacities for resistance, subversion, flight, and defiance.

This symposium will be the second in a series, the first having been held in Calcutta in September 2010, "The Biopolitics of Development: Life, Welfare and Unruly Populations". As was established there, the formulation of and response to these questions and problems remains open.

The political reception of Foucault’s thought is not monolithic and the debates provoked among the participants at the Calcutta event are far from settled. Hence the demand for a second symposium, this time in Bologna.

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giovedì 24 febbraio 2011

Alain Badiou: il vento dell’est vince sul vento dell’ovest

Alain Badiou

Tunisia, Egitto: quando un vento dell’est spazza via l’arroganza dell’Occidente

 Articolo tratto da Le Monde e tradotto dalla redazione di Zic


l vento dell’est vince sul vento dell’ovest.

Fino a quando l’Occidente inattivo e crepuscolare, la “comunità internazionale” di coloro i quali si credono ancora i padroni del mondo, continueranno a dare lezioni di buona gestione e di buona condotta alla terra intera?

Non è risibile vedere quegli intellettuali di servizio, soldati allo sbando del capitalo-parlamentarismo che ci mantiene in questo paradiso tarlato, fare dono delle loro persone ai magnifici popoli tunisino e egiziano, al fine di insegnare a questi popoli selvaggi l’a,b,c della democrazia?

Che desolante persistenza dell’arroganza coloniale! Nella situazione di miseria politica che è la nostra da almeno tre decenni, non è ancora evidente che siamo noi ad aver tutto da imparare dai sollevamenti popolari del momento?

Non dobbiamo forse studiare, in tutta urgenza e da vicino, tutto ciò che, laggiù, ha reso possibile il rovesciamento attraverso l’azione collettiva di governi oligarchici, corrotti e inoltre – e forse soprattutto – in situazione di vassallaggio umiliante nei confronti degli Stati Occidentali?

Si, noi dobbiamo essere gli scolari di questi movimenti, e non i loro stupidi professori.

Poiché essi danno vita, nel genio delle loro invenzioni, ad alcuni principi della politica dei quali si cerca da tempo di convincerci che sono morti e desueti.

E in particolare a questo principio che Marat non smetteva di ricordare: quando si tratta di libertà, di eguaglianza, di emancipazione, noi dobbiamo tutto alle rivolte popolari ...

continua >>

martedì 15 febbraio 2011

La cultura (Carmelo Bene)

  la cultura, nel suo etimo - l'ha rilevato ... Jacques Derrida -  equivale a colo ..., cioè del verbo colo: colonizzare. Cioè, cultura è tutto quanto è colonizzazione. Per non parlare poi della depravazione culturale, che è l'informazione...”



mercoledì 26 gennaio 2011

Déclaration internationale de soutien à la Révolution tunisienne

Initiée par un militant tunisien exilé, Sadri Khiari, la déclaration ci-dessous (disponible en français, anglais, arabe, castillan, portugais) a pour finalité de rassembler le maximum de signatures et d’engager la construction d’un réseau international de soutien à la Révolution tunisienne. Si vous approuvez le contenu de cette déclaration et que vous souhaitez faire partie des signataires, veuillez envoyer un mail à l’adresse : solidaritytunisia@gmail.com (N’oubliez pas de préciser vos noms, prénoms, fonction et pays de résidence). Merci également de diffuser dans vos réseaux.





La Révolution tunisienne est belle. Spontanément, sans directives, sans organisation, le peuple tunisien s’est soulevé pour renverser Ben Ali, un dictateur, disposant d’une machine policière puissante et tentaculaire et qui était soutenu par toutes les grandes puissances au prétexte fallacieux qu’il constituait un « rempart contre l’islamisme ». Presque unanime, avec pour slogan principal le départ de Ben Ali, le peuple tunisien a triomphé du despote prédateur qui le gouvernait. En quelques semaines d’intenses mobilisations entamées par le sacrifice tragique d’un jeune vendeur ambulant d’une des régions les plus déshéritées du pays, l’histoire de la Tunisie, et peut-être celle de tout le monde arabe, a basculé.


Au-delà de ce premier succès, la mobilisation se poursuit, car chacun sait que les principales institutions mises en place par le président déchu restent en place. Contre les forces de la normalisation, les forces du changement exigent en premier lieu la dissolution du Rassemblement constitutionnel démocratique (RCD) qui n’est pas tant un parti qu’un organe de répression, de surveillance et de clientélisation Chacun sait également que sans rupture véritable avec les institutions mises en place par le dictateur, les couches populaires qui ont porté le mouvement révolutionnaire et en particulier la jeunesse risquent d’être dépossédées de leur victoire au nom d’une transition sans heurts qui n’accorderait aux revendications du peuple que quelques concessions minimes, semblables à celles que Ben Ali offraient « généreusement » une poignée d’heures avant d’être chassé par les puissantes manifestations de rue.

Chacun sait qu’une démocratie de façade n’est en rien ce qu’attendent les Tunisiens et qu’ils ne veulent pas non plus d’une politique économique dictée par l’Union européenne et les institutions financières internationales, dont le credo libéral conduit à toujours plus de misère et de chômage. Ils ne veulent plus d’une politique étrangère soumise aux intérêts des puissances impériales et pressée d’en finir avec la résistance palestinienne. Chacun sait, en Tunisie, que l’onde de choc de cette Révolution dans l’ensemble du monde arabe est un formidable acquis, qu’elle suscite beaucoup d’espoir qu’il serait désastreux de décevoir.

L’expérience historique a montré que, face à des dynamiques de cette ampleur, les puissants du monde entier, ceux qui perpétuent l’oppression et l’exploitation, n’ont de cesse de réduire leur portée, de les étouffer dans l’œuf et, si la menace persiste, de les briser par la violence. En Tunisie, comme cela a pu se passer ailleurs, nous ne doutons pas que certains, déjà, notamment au sein des services des États impérialistes, préparent la contre-révolution pour mater une fois pour toutes la mobilisation populaire. C’est pourquoi, nous, militants, intellectuels, citoyens, tous engagés pour la démocratie et la justice sociale, saluons le peuple tunisien et sa Révolution de la dignité. Nous lui assurons notre solidarité indéfectible dans ses efforts pour l’approfondissement du processus démocratique comme nous nous engageons à être à ses côtés pour préserver ses acquis et s’opposer à toute tentative contre-révolutionnaire.


Version anglaise et espagnole : ICI



Premiers signataires :

Sadri Khiari, militant tunisien et membre du Parti des indigènes de la république (France), Brahima Moctar Ba, Consultant (Mauritanie), Tariq Ali, romancier, historien (Grande Bretagne), Boaventura de Sousa Santos, Director Centro de Estudos Sociais,Universidade da Coimbra (Portugal), Ramon Grosfoguel, chercheur (USA), François Gèze, éditeur (France), Ángel Quintero, Universitaire (Puerto Rico), Houria Bouteldja, porte-parole du PIR (France), Ilham Moussaïd (France), Odile Tobner, présidente de l’association Survie(France), Youssef Boussoumah, membre du PIR (France), Leonard Makombe, journaliste (Zimbabwe), Maya Valecha, Social Activist (Inde), Ghazi Hidouci, économiste (France), Chouicha Kaddour, enseignant (Algérie), Omar Benderra, économiste (France), Yoshie Furuhashi, Editor of MRZine (USA), Michael Lowy, chercheur et membre du NPA (France), Said Bouamama, chargé de recherche (France), Philippe Corcuff, sociologue (France), Jacques Gaillot, Evêque (France), Nadine Rosa-Rosso, Liste pour l’Egalité (Belgique), Nordine Saïdi, Liste pour l’Egalité (Belgique), Muthu Senthamizhan, médecin (Inde), Carlos Martinez García, politologue, président de Attac-Espagne,Les Alternatifs (France), Gérard Delteil, écrivain (France), Jaime Pastor, Prof. universitaire de Science Politique (Espagne), Mamane Sani Adamou, Secrétaire Général ORDN (Niger), Georgina Martínez Antúnez, organización Movimiento de Unidad Socialista (Mexique), Charles Post, PSC-CUNY/American Federation of Teachers (USA), Mehmooda Shkeba, Representative of the Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA) (Kabul, Afghanistan), Prof. José Luis Alonso Vargas, Coordinateur du Mouvement du 23 septembre (Mexique), Gabriela Zanbria Corona México D.f, Partido Revolucionario de los Trabajadores. y Coordinadora metropolitana contra la militarización y la violencia en México (Mexique), Pierre Tevanian, professeur de philosophie (France), Bouchra Tounzi, présidente du Forum marocain des femmes (Maroc), TAKRIZ Network foetus - cofondateur, René Gallissot, historien, professeur émérite d’Université, Paris 8 (France), Tárzia Medeiros, Leader de Socialism and Liberty Party, militante de la Marche mondiale des femmes (Brésil), Robert Jasmin et Claude Vaillancourt, coprésidents d’ATTAC-Québec (Canada), Annie Pourre, présidente de NOX VOX INTERNATIONAL (France), Abad, Montserrat, Vice-présidente de Sodepau (Espagne), Bragulat, Meritxell, Directrice de Sodepau (Espagne), Comité pour l’annulation de la dette du Tiers Monde (CADTM ) France et CADTM Ile de France, Thomas Coutrot, coprésident d’Attac France, Paul Balta, écrivain (France), Marco Antonio Hernandez Ayala, représentant de Alternativa sindical (Mexique), Hassan Benghabrit, écrivain poète (France), Stéphane Lavignotte, pasteur, militant écologiste (France), Sabine Broeck, enseignante (Allemagne), Christine Delphy, sociologue (France), José Luis Rotger Sanchez pour le Forum social mondial, Tucuman (Argentine), Céline Caudron, porte-parole de la Ligue Communiste Révolutionnaire - Socialistische Arbeiterspartjj (LCR-SAP) (Belgique), Isnasni Kenza, Chargée de communication et Gestionnaire des ressources humaines (Belgique), Werni Weber, électricien, président vpod ZHKt (Suisse), Mimoun Rahmani, membre d’ATTAC-Maroc et CADTM-Afrique, Roberto D. Hernandez, Lecturer-UC Santa Barbara (USA), Yasser Munif, militant (Syrie), Jean Nanga, Mohamed Habib Chourabi, enseignant (Tunisie), Daniel Vanhove, Observateur civil - Membre du Mouvement Citoyen Palestine - Auteur (Belgique), Alex Schlenker, écrivain et cinéaste (Allemagne-Equateur), Wolfgang Zeller, researcher in African Studies University of Edinburgh (Grande Bretagne), Karen Wirsig, permanente syndicale (Canada), Fathi Chamkhi, syndicaliste (Tunisie), Nigel Gibson, Adri Mandado, Henri Saint Jean, Ancien Président de l’Association des Français de l’étranger en Tunisie (France), Bénédicte Veilhan (France), Françoise Harf (France), Zineb Azouz, Enseignante (Algérie), Razmig Keucheyan, NPA (France), Mathieu Colloghan, Henri Braun, avocat (France), Claude Calame, chercheur (France), Cristina Serna, étudiante (USA), Jonathan Barne, étudiant (USA), Francisco Moreno Colmenero, parado (Andalousie/Espagne), Eaine Mulet Hocking, psychologue et journaliste (Puerto Rico), Marla Pagan-Mattos, étudiante (Puerto Rico), Teresa Pérez del Río, universitaire (Espagne), Gallois Martine, Attac, Afps, Cgt, Associations-Culturelles (France), Henri Merme, Les Alternatifs (France), Zarifian, Philippe, professeur des universités, (France), Christina Marquez Calzada, Colette Lesoin, Jabier Ruiz Mirazo, Alejandro Sancho-Royo, Pierangela Contini, Ramon Cid Lopez, Rezgui Nicole, médecin (Tunisie), Todd Gordon, Toronto Workers’ Assembly and York University (Canada), David Bouvier militant gay feminist (France), Bruno Drweski, Maitre de conférences (France), Bouguerra Monia, enseignante (France), Andri Cahyadi, étudiant (Indonésie), Mehdi Meftah, membre du PIR (France), Naïma Zibat, Comptable (France), Docteur Jacques Lacaze, Militant pour le communisme, responsable syndicaliste (France), Atman Zerkaoui (France), Cordeiro Albano, économiste-sociologue (France), Francisca Bagulho (Portugal), Isabelle Garo, enseignante (France), Jean Vogel, Institut Marcel Liebman (Belgique), Jean-Claude Meyer International Jewish Antizionist Network et UJFP (France), Marianne Modak, Sociologue (Suisse), Antonio Vergara de Campos (Espagne), Dubosc Patrice, cinéaste (France), Walid Ben Youssef, Producteur audiovisuel (France), Daniele Petillon-Wilmart (France), Martine Gallois, Francisco Altemir Ruiz-Ocaña, Dr. Ingeniero de Caminos (Espagne), Elías Py Rodríguez, Anna María Garriga, fonctionnaire de la AMB (Area Metropolitana de Barcelona) (Espagne), Patricia Laranco, Ecrivain (France), Abdellah Hammoudi, anthropologue (USA), Miloud Kerzazi, fondateur du site www.sous-France.fr (France), Clément Lechartier (France), Nicolas Sersiron, Cadtm (France), Pierre-Alexandre Voye, Informaticien (France), Jean-Louis Sounes (France), Hamadi Edoula, Etoile nord-africaine anticapitaliste (France), Lebkiri Moussa, Comédien, écrivain (France), Hadj-arab Amar, enseignant universitaire (Algérie), George Ciccariello-Maher, Assistant Professor of Political Science, Drexel University (U.S.A), Michel Arbaret, ingénieur (France), Sid-Ahmed Khiat, enseignant (Grande Bretagne), Linda Gillich, traductrice (Malte), Celso Vargas, enseignant (Costa Rica), Salim Belhadi, Laboratoire LMS Université de Guelma (Algérie), Yassir Kazar, Dominin Doreide, Psychologue-Psychothérapeute (Suisse), Sami Hamdi, citoyen franco-tunisien (France), Mirjam Brunner, étudiante (Suisse), Olivier Noel, sociologue (France), Steven Katz, horse breeder (USA), Nicholas Malavis, professeur d’histoire (USA), Monique Abiad, Assistante de gestion (France), Virgile Bousoummah, Graphiste/ Webmaster (France), Serge Pralat, prof de philosophie (France), Yvon Journet, professeur, agrégé de l’université (France), Véronique Chaize, Archives de Lyon (France), Anissa Bellahsene, René Giraud, professeur de lycée à la retraite (France), Dr. Sahel Sidi Mohamed, Maître de conférences (Algérie), Greg Albo, York University (Canada), Boukriss Imen, étudiante (France), Warren Davis, Jobs with Justice (USA), Trancart Zita, retraitée (France), Rouadjia Ahmed Chercheur, Historien et politologue, Maîtres de conférence (Algérie), Djamel Baali Cherif, Enseignant Universitaire (Algérie), Marie Clotilde Ferret, Assistante Sociale (France), Meksem Zahir, enseignant (Algérie), Toufik Laroussi, Ph.D Signals and Communication Systems Lab, ’SISCOM (Algérie), Dr. Dario Azzellini, Department of Sociology, Politics and Development Research Johannes Kepler Universität (JKU) Linz, Michel Connagle, Retraité banque, syndicaliste (France), Saddik Lahrach, Militant associatif, Marie Cousein, psychanalyste (France), Bertrand Vrain, Conseiller Municipal (France), Louigi Addario-Berry, Assistant Professor McGill University, Richard Roman, Sociology Professor (Canada), Colin Mooers, Ph.D. Professor and Director Graduate Program in Communication and Culture (Canada), David Roediger (USA), Begoña de la Fuente Miranda Desempleada (Espagne), Bennis Rachid, ingénieur informaticien (France), Daniel Lebordais, Danactu-resistance (France), Jean-Claude Ravet, rédacteur en chef revue Relations (Canada), Olivier Fouchier, ancien travailleur social et comédien (France), Seri Sidibe Mariam, Travailleuse Sociale (France), Jeffery R. Webber, Queen Mary, University of London, Lecturer in School of Politics and International Relations (Grande Bretagne), Naima Silarbi, Ethel Brizard, Artiste lyrique (France), Samia Berri, assistante de vie (France), Farida Aitou, artiste (France), Pierre Plougonven, retraité de l’enseignement (France), Hadj-Arab Amar, enseignant universitaire (Algérie), George Ciccariello-Maher, Assistant Professor of Political Science, Drexel University, (U.S.A), Aldenir Dias dos Santos, professora universitaria (Brésil), Alain Chancogne CGT, militant du communisme (France), Oughlis Laziz, enseignant universitaire (Algérie), Nait Bouda Faïçal, Maitre de Conférence, Université de Béjaïa (Algérie), Marianne Plus, Youcef Boussaa, psychiatre (France), Myriam Malmi, étudiante (France), Jacques Baud, retraité (Suisse), Francine Guillot ( France), Hassane Mezine, photographe (France), Yahiaoui Meriem, maître-assistante en chimie (Algérie), Vincent Gay, Documentaliste (France), Joëlle Marelli, traductrice (France), Aurélie Savy, étudiante (France), Annie Coulibaly, Membre de benso, association des maliens d’Angers (France), Yvon Fotia, sociologue (France), Bentridi Salah-Eddine, Enseignant Chercheur (Algérie), Meux Frédéric, Enseignant (France), Arim Merouane, Etudiant (France), Javier Sethness, Educateur (USA), Franck Gaudichaud, Université Grenoble 3 (France), Samir Bouakouir, Opposant algérien Association forum méditerranéen, José María Pérez, sociologue (Espagne), Mebarki Aïcha, Formatrice (Guadeloupe), Hashas Mohammed, Informaticien (France), Marguerite Rollinde, chercheure (France), Jean-Bernard Gervais, journaliste, Yann Fiévet, Professeur de Sciences Economiques et Sociales (France), Eduardo Mosches, poète et éditeur (Mexique), Ana María López Rodríguez, universitaire (Mexique), Carlos Ferra Martínez, universitaire (Mexique), Eunice Ferra López, universitaire (Mexique), Jonás Torres Monetalbán, universitaire (Mexique), Julio Munoz Rubio (Mexique), José Luis Hernández Ayala, membre du syndicat mexicain de l’électricité (Mexique), Bruno Deusdará, universitaire (Brésil), Véronique Vilmont, Fechet Vincent, Éric Vincelot, enseignant ( Île de la Réunion), Jean François Verhaeghe, membre du PIR (France), Mustapha Boukari, Catherine Blondin, retraitée (France), Adel Abderrezak, Universitaire (Algérie), Bechier Marie-Magdeleine, Graphiste-vidéaste (France), Assri Saltana, lycéenne (France), Durand Solange (Meriem), assistante production (France), Enrique Barrilero Abengózar (Espagne), Dr. phil. Sabine Schiffer, Institut pour ameliorer la Responsabilite des Medias (Allemagne), Mohamed Kebieche, Peter Rachleff, College Professor (USA), Nadia Laporte, consultante en veille artistique (France), Claude de la Potterie, Florence Lozet (France), Fabienne Loup-Brunswick, Consultante éditoriale scientifique (France), Beppu Arimitsu, occupation peasan (Japon), Catherine Caron, ATTAC-Québec (Canada), Ghali-Sghairi Ghania, enseignante (France), Ana Lúcia Sá, Chercheur (Portugal), Nadia Fadil, Sociologue, Chercheur Postdoctorale FNRS, KULeuven (Belgique), Martine Tessard, retraitée (France), Claude Branciard (France), Gérard Gueniffey, militant syndical CGTR (La Réunion), Julia Suárez Krabbe, PhD candidate, Intercultural Studies (Danemark), Catherine Cauwet (France), Antonella Selva, association Sopra i ponti (Italie), Djeddi Mohamed, Universitaire (Algérie), Annamaria Rivera, militante antiraciste et anthropologue, Université de Bari (Italie), Violaine Dean (France), Sandew Hira, director International Institute for Scientific Research (Pays-Bas), Dr. Mathias Delori, Universitaire (Italie), Alberto Burgio, Universitaire (Italie), Vincenza Perilli - Marginalia http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/ (Italie), Javier Guerrero-Rivera, enseignant (Colombie), François Brun, ingénieur de recherche (France), Nathalie Fessol, journaliste, militante RESF (Belgique), Michel Tibon-Cornillot, anthropologue (France), Kassia Aleksic, anthropologue (France), Saha Ouafi, enseignant universitaire (Algérie), Sarah Schilliger, Sociologue, Université de Bâle (Suisse), Lucile Daumas, Documentaliste, Militante d’Attac Maroc (Maroc), Prof. Mylène Botbol-Baum, HELESI (Health, Ethics, Law, Economics, & Social Issues) IRSS (Institut de Recherche Santé et Société) (Belgique), Benabdelmoumène Aichata, recherche d’emploi (France), Pierre Cottet, Cadre communal à la ville de Venissieux, syndicaliste (France), Mikou Noufissa, Universitaire (France), Thomas Schaffroth, journaliste (France), Alejandro de la Rica, étudiant (Espagne), Moussa Lebkiri, Fournier Cindy, recherche d’emploi (France), Alexandre Piettre, sociologue (France), Mohamed Amami (France), Hamrouni Ali, Cadre moyen (Tunisie), Farid Brikci, retraité, Anouar Nourdine Errida, militant des Droits humains, pour la démocratie et la justice sociale (Maroc), Manai Jane, Retraitée (France), Pierre-Alexandre Voye, Informaticien (France), Mlayeh Rhouma, Professeur universitaire (Tunisie), Carole Condé et Karl Beveridge, Visual artists (Canada), Leila Hamza, Jocelyne Ducrocq, Kamel Barkaoui, Professeur des Universités, Paris (France), Ann Phelan, Artiste (USA), Luis Gonzalez, ingénieur en informatique (Espagne), Véronique Hétier, Slim Sanhaji metteur en scène et auteur de théâtre (Tunisie), Esther Vivas, membre de Izquierda Anticapitalista (Espagne), Mohamed Ben Soltane, artiste (Tunisie), Lambert Sabine, Étudiante en Sociologie (France), Halim Karabibene, Artiste (Tunisie), Jeff Melton, psychologue (USA), Sencianes Lola, fonctionnaire (Espagne), Kees Wagtendonk (Pays-Bas), Ahmed Nadjar, réalisateur (France), Chiara Bonfiglioli, doctorante (Italie/Pays-Bas), Loupsans Delphine, Politologue, (France), Anne Pradier, Henri Guillou, ATTAC (France), Pauline Fouqueray (France), Houcine Bardi, Docteur en Droit et Avocat au Barreau de Paris (France), Lionel Roche, syndicaliste (Suisse), Pineau Monique, infirmière (France), Monique Morel, retraitée de l’enseignement (France), Martine Plaucheur, Fonctionnaire territorial (France), Kerbache Tahar, Professeur université (Algérie), Dorra Ismaïl, architecte (France), Andrea Brazzoduro, «Zapruder - Rivista di storia della conflittualità sociale» (Italie), Bernard Baissat, cinéaste (France), Dachraoui Sabrine, Etudiante (France), Jlassi Mohamed, enseignant-chercheur (Grande-Bretagne), Edith Hadri, Bessedik Malika, universitaire, Dalila Si Larbi, Professeur de français (Egypte), Jean Chaudieu (France), Jean-Luc Cipière, Attac (France), Monique Galy, enseignante,syndicaliste et militante à Attac (France), Everett Sami PhD candidate SOAS (Grande Bretagne), Virginia Montañés Sánchez, journaliste (Espagne), Geneviève Azam, économiste, Attac-France, Paul Balta, écrivain (France), Chergou Tamîme, Citoyen algérien, Dr A.Belfaitah, Prof. à l’Université (Algérie), Nina de Spengler, Psychanalyste (France), Jennifer Sladek, Factor Inwentash Faculty of Social Work, University of Toronto (Canada), Clarice Kuhling, Contract Faculty, WLUFA, Wilfrid Laurier University (Canada), Farid Daoudi, Journaliste (Algérie), Paola Bacchetta, chercheur (U.S.A), Bouzid Mohamed - militant tunisien (Suisse), Ansar Fayyazuddin (USA), Stefan Kipfer, universitaire (Canada), Rudy M. Leonelli, Département de Philosophie (Italie), Adel Amara, étudiant (France), Nour-Eddine Al Qassam, étudiant (France), Christian Briard, retraité (France), Micah Landau (USA), Bourdet Eddy (France), Helene Barbe (Canada), Bachir Saha, radiophoniste (Algérie), Yassine Sakine, Ingénieur informaticien (France), Franklin de Carvalho Oliveira Jr (Brésil), Tiago Paixão, économiste (Brésil), Daniel Romet, enseignant, membre des Alternatifs (France), Nelson Rubio, Anne Norton, Enseignante (USA), Dalcq J-Marie (Belgique), Dr Diana Raby, Senior Fellow Research Institute of Latin American Studies (SOCLAS) (Grande Bretagne), Novelli Yann, Étudiant (France), Ben Hamida Abdelwahed, Maitre de conférences (France), Ben Brahim Inés, Etudiante (France), André Lima Sousa, économiste (Brésil), George Waardenburg, sociologue (Suisse), Feliciano Castano Villar, anthropologue, (Espagne), Ryszard Karcz, cameraman (Belgique), Roland Calba, adhérent attac-Rhône et militant (alter)mondialiste (France), Mahjoub Wafa, étudiante en chirurgie dentaire (France), Heder Sousa, universitaire (Brésil), Raissi Tarek, Maître de Conférences (France), Assia Amri consultante informatique (France), Mohamed Zied Zouari, artiste (France), Jawhar Basti artiste auteur-compositeur et comédien (Belgique/Tunisie), Alexis Chaussalet, Militant UNL (La Réunion), Issad Mohand, Universitaire (Algérie), Abderrahmane Boulahrouf, Universitaire (Algérie), Marie-Noël Arras, Responsable des publications (France), Borgi Amel, universitaire (Tunisie), Villerey Michel, Anne Aguila, Bruno Cousin, sociologue (France), Abdesselam Mehana, épicier à Mascara (Algérie), Joėlle Brochier-Puig (Liban), Tina Bopp, étudiante (Suisse), Max Alcántara, étudiant et militant du Parti révolutionnaire des travailleur (section mexicaine de la IVème internationale), Hasna el Harrar (Canada), Bousnina Héla, Hôtesse de l’air et Artiste peintre (Tunisie), Marguin Catherine, citoyenne (France), Claire Liénart (USA), Chaize-Briand Anne-Marie, retraitée de l’Éducation nationale (France), Claire Aguilera, Asya El-Meehy, Marcel Régny, membre d’ATTAC en Roannais (France), Nicole Kahn membre de l’ujfp, retraitée (France), Cassarino Cédric, stagiaire en plomberie (Belgique), Moreno Nieto Juana, étudiante (Espagne), Campini Madeleine, fonctionnaire (France), professeur (Tunisie), Pietriga Dominique (France), Van Walleghem Nadine, Cristóbal Orellana González, Bahloul Thouraya fonctionnaire (Espagne), Lang Patrick, Maître de conférences en philosophie (France), Estelle Leroy-Debiasi (France), Carlos Debiasi (Argentine), El Correo de la Diaspora Latinoaméricaine, Rudolf Bkouche, universitaire, membre de l’UJFP (Union Juive Française pour la Paix) et IJAN (International Jewish AntiZionist Network) (France), Georges Gumpel, retraité, membre de l’ UJFP et d’ IJAN ( France ), Ahmed Ali Mustapha (France), Eli Bonner, College Instructor (USA), Ricardo Covelo, Traducteur Interprète (Espagne), Taofic Adam, Karim Boulabiar, Universitaire (Tunisie), Giovanna Canigiula Docente Catanzaro (Italie), André Magnan, Universitaire (Canada), Dufresne Guy, syndicaliste/universitaire (Canada), Soraya Tlatli, Professeur d’université (USA), Rubio González M. Rosario Jubilada (maestra) (Espagne), Monique Dieudonne, infirmière retraitée (France), Jean-Luc Nancy, philosophe (France), Martin Anne, university lecturer (Espagne), Mireille Rumeau pour International Solidarity Movement - France (ISM-France), Imed Dammak, Ingenieur en Mécanique (Qatar), Isabelle Faure, Documentaliste CNRS retraitée, (France), David McNally, UniversitaireYork University (Canada), Sadok Damak, Universitaire (Tunisie), Helios Serrano Gutiérrez, psychologue (Mexique), Daniela Zapata, psychologue (Chili), Kardous Khedija (France), Abdeddaïm Yasmina, Enseignant Chercheur (France), Bernillon Sophie (France), Ayari Sami, Commerçant (France), Rachmuhl Gilbert (France), Alberto Matarán Ruiz, universitaire (Espagne), Élisabeth Garant, directrice du Centre justice et foi (Canada), Taylour Johnson, Solidarity (USA), Soumia El Yamani, membre PIR (France), Casanova Pascale, écrivain (France). Jean Claude Bernard et Mimi Puissant, Cadres de santé retraités (France), Garcia Quesada Beatriz, traducteur et interprète (Espagne), Soumeya Khaledkhodja, Fabien Locher, Historien (France) , Ramzi Ben Ramzi, Mª Angeles Palacios Jiménez, Hella Annabi, architecte (Tunisie), Farrouki Atef, Maître de Conférences (Algérie), Amel Chergui, militante (France), Maury-Moraguès Céline, Campagne internationale de Protection du Peuple palestinien (France), André Danoy, psychologue (France), Larbre David, Journaliste (France), Daniel Tanuro, militant écosocialiste (Belgique), Smail Oulebsir (France), D’Agostino Gabriella, Professeur d’Anthropologie culturelle (Italie), Nedjib Sidi Moussa, chercheur, Jacques Fontaine, les Alternatifs (France), Nicky Tremblay, Militante associative (France), Sid’Ali Boulaloua, écrivain-journaliste (France), Manuela da Silva Muniz, Historienne (Brésil), Anne-Laure Poulain, Etudiante en Marketing (France), Thivend Pierre, militant associatif (France), Haye Naia (France), Jacqueline Balvet, Attac (France), Balvet Pierre, Fabrice Dhume, Sociologue (France), Mouakil Michaël, avocat, membre du PIR (France), Les Alternatifs 44, Anne Beaumond (France), Slimane Babari, El Garah, Lhoussein, Ingénieur Aéro (France), Lise Leider, Martin Santos, Veronica, Animadora sociocultura (Espagne), Henri Pieri, Dr Boutin Claude, Enseignant-Chercheur universitaire honoraire (France), Gonzalez Bautista (Espagne), Javier Cantaor (Espagne), Lamri Lakrache, psychologue (Allemagne), Thierry Blanc, Metteur en scène et comédien (France), Daniel Romet, membre Les Alternatifs (France), Pralong Sylvie, Enseignante (France), Jean-Luc Gautero, enseignant-chercheur (France), Hillion Valérie, professeure des écoles, (France), Thomas Brugnot, Association Attac-Rhône (France), Patrick van Klink, planner shop steward FNV- Unilever (Pays-Bas), Kais Boussen, Medecin (Tunisie), Tomás Madrigal, Graduate Student (USA), Kuntz Gilles, conseiller municipal Les Alternatifs (France)


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