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martedì 10 maggio 2016

2 agosto: l’ennesimo (e solito) depistaggio di Stato


Negli ultimi giorni la Commissione d’inchiesta sull’omicidio di Aldo Moro ha dichiarato di aver messo le mani su un documento «desegretato», ossia non più coperto dal segreto di Stato, e tuttavia «non divulgabile» e «non trascrivibile», in cui ci sarebbero, a detta di Carlo Giovanardi, rivelazioni «esplosive» sulla strage del 2 agosto.
Di «esplosivo», il 2 agosto 1980, c’è stata solo una bomba neofascista che ha spezzato 85 esistenze e ne ha travolte tantissime solo perché lo Stato voleva riportare ordine e disciplina in un paese che chiedeva più libertà e più giustizia sociale…
Quanto poi alla presunta rivelazione, si tratta della solita, fantasiosa «pista libico-palestinese» già archiviata nel 2015 e che comunque, al di là di tutte le inverosimiglianze, non spiega né il particolare tipo di esplosivo né l’innesco della bomba del 2 agosto. E la colpa poi sarebbe di Gheddafi che, oggi come oggi, non può né smentire né confermare.
Va anche apprezzata la barzelletta della «desegretazione» dei vecchi documenti coperti da segreto di Stato: ora non sono più «segreti», ma sono «non divulgabili» e «non trascrivibili»… Una panacea per tutti i depistaggi passati, presenti e futuri, perché il politico o funzionario di turno potrà richiamarsi a documenti che nessuno può vedere né esibire.
Davvero pare difficile capire come mai politici e funzionari di Stato si ostinino, ancora oggi, a effettuare depistaggi sulle grandi stragi nere del Novecento. Ma il fatto è che proprio la cancellazione delle «stragi di Stato» è diventato, nel corso degli anni, un campo di prova in cui il potere sperimenta fino a che punto è capace di rimodellare il passato a piacimento.
Lo stesso potrebbe dirsi per i gruppuscoli neofascisti. In sé non contano quasi nulla e il massimo che potrebbero fare è ferire o uccidere ogni tanto qualcuno che sia loro sgradito. Ma proprio l’acquiescenza o il favore verso il neofascismo serve alla politica istituzionale per ridefinire lo spazio pubblico di una democrazia sempre più autoritaria.
È anche il caso del romanzo noir del diplomatico fascio-rocMario Vattani, vicino ai neofascisti di CasaPound, che è stato presentato qualche giorno fa nella prestigiosa sede romana del Circolo degli Affari Esteri, presieduto dallo zio di Vattani, Umberto, anche lui diplomatico di lungo corso ed ex segretario generale del Ministero degli Esteri. Presentare il romanzetto di un neofascista non significherebbe molto, se non fosse un modo per ridefinire gli assetti istituzionali del potere culturale.
Quel che conta non è certo l’arte o la ricerca della verità, ma solo la spinta involutiva e autoritaria che il potere vuole imporre a una società in cui lentamente cresce la coscienza dello sfruttamento e dell’oppressione. E, a tal fine, va bene ogni menzogna, ogni idiozia nazistoide, ogni romanzo d’accatto.
              
   Ora e sempre resistenza!

By staffetta  maggio 7, 2016

lunedì 26 ottobre 2015

Mussolini alla Coop di Reggio Emilia


Calendari di Mussolini alla Coop, bufera a Reggio EmiliaHa sollevato qualche rumore il calendario commemorativo con frasi e immagini di Mussolini in vendita nei supermercati Coop della provincia di Reggio Emilia,

Tuttavia, in un tempo di crescente fascistizzazione degli assetti istituzionali, come meravigliarsi se la propaganda revisionista e neofascista cerca di proporsi come cultura di massa?

Adesso l’ANPI e 'Istituto storico della Resistenza stanno pensando di organizzare, a Reggio Emilia, un convegno sui temi legati all’apologia del fascismo come reato previsto dalla legge 645/52 per «chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del Fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».

Non hanno ancora capito che la «legalità» vale solo contro chi si oppone allo sfruttamento, alla miseria, al razzismo, al sessismo, all’omofobia.

Lo diceva già Anatole France che «la legalità è quella cosa che in modo imparziale proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane».
Più che un convegno sarebbe bastato un bel boicotttaggio.

                                                                               by    sfaffetta

martedì 21 aprile 2015

con le armi strappate al nemico fu nella insurrezione e all'avanguardia alla riconquista della sua libertà. 1943-1945


città partigiana

il 21 aprile 1945
i partigiani liberano Bologna





Piazza Nettuno

   Risultati immagini per lapide ai caduti per la libertà bologna

 settembre 1943  -  aprile 1945
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Sacrario ai Caduti per la Libertà


lunedì 20 aprile 2015

La Resistenza difficile

    Istituto Parri

    Produzioni

    Lunedì 20 aprile ore 17.30

    La Resistenza difficile
     
    presso la sala dell'ex-Refettorio, ingresso da via S. Isaia 20



    Presentazione dei libri
    Il caso Facio di Luca Madrignani
    e
    La penultima verità di Luigi Colombari

    ne discutono con gli autori

    Alberto Preti, Luca Alessandrini e Luca Madrignani


    mercoledì 11 febbraio 2015

    Martiri delle foibe: un po' di chiarezza Quando a celebrare le tragedie della storia sono quelli che le hanno causate.




    Ormai ogni anno si dedicano celebrazioni a questo argomento sempre più di matrice neofascista con parate inquietanti in Lombardia come in altre parti d’Italia. Interveniamo oggi per dire la nostra opinione critica. E crediamo che sia il caso di tornare ad affrontare in maniera un po’ più approfondita questo tema.
    Nel 2004 il governo di centrodestra, con l’avallo del centrosinistra, stabilì di celebrare il 10 febbraio (anniversario del Trattato di pace che nel 1947 aveva fissato i nuovi confini con la Jugoslavia) una “Giornata del Ricordo” per celebrare “i martiri delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata”. Una ricorrenza situata a dieci giorni dalla “Giornata della Memoria” (istituita nel 2000 per il ricordo dalla Shoah e di tutte le vittime e i perseguitati del nazifascismo). In questi anni il senso comune ha portato a fare di tutto un polverone, cosicché si parla correntemente di “foibe” come “olocausto degli italiani”.
    Noi riteniamo che in tutto questo ci sia un’operazione di confusione e di ribaltamento dei fatti. L’obiettivo di raggiungere una “memoria condivisa” attraverso una specie di “par condicio della storia”, per la quale ricordiamo “tutte le vittime”, nasconde i giudizi di valore sulle responsabilità storiche specifiche, in particolare quelle del regime fascista italiano in collaborazione con il nazismo tedesco. Chi ha provocato le tragedie della seconda guerra mondiale e chi, dopo averle subite, ha reagito, diventano la stessa cosa.
    Oggi, correntemente, con il nome di “foibe” ci si riferisce a due periodi distinti: in Istria dopo l’8 settembre del 1943, fino all’inizio dell’ottobre dello stesso anno, e a Trieste nel maggio 1945, dopo la liberazione da parte delle truppe partigiane jugoslave (ufficialmente alleate del fronte antinazista) e durante i 42 giorni di amministrazione civile della città. In questi due periodi, secondo la vulgata corrente, un numero imprecisato di persone, comunque “molte migliaia”, sarebbero state uccise solo perché erano di nazionalità italiana e poi “infoibate”, ossia gettate nelle cavità naturali presenti in quelle zone. Si tratterebbe di una “pulizia etnica”, di un “genocidio nazionale”. La responsabilità principale viene in genere attribuita ai “titini”, ossia ai partigiani jugoslavi comunisti. Chi propone un esame critico di questa versione viene chiamato “negazionista” o, ben che vada, “riduzionista” (usando quindi le stesse categorie utilizzate per chi nega o sminuisce la Shoah).

    martedì 8 luglio 2014

    (in) memoria di William Michelini, partigiano 1922 -2014





    Pubblicato il 11/giu/2014

    Racconti di Resistenza dalla voce del partigiano "William" Michelini

    Un film animato realizzato dalla classe 3^A deIla Scuola Secondaria di I grado "Fabrizio De André" di Bologna nell'Anno scolastico 2013-2014.
    Gli studenti hanno incontrato il partigiano "William" Lino Michelini testimone diretto della battaglia di Porta Lame (Bologna) ed hanno interpretato le sue parole con il cinema di animazione.

    Coordinamento didattico
    Prof.ssa Maria Venticelli

    Ideazione e conduzione del laboratorio di cinema di animazione:
    Michela Donini e Roberto Paganelli per Associazione OTTOmani

    Il progetto "perCorsi di Memoria" è ideato e gestito da Roberto Pasquali attraverso l'Associazione Interculturale Polo Interetnico A.I.P.I.
    "perCorsi di Memoria" è finanziato dal Comune di Bologna, settore Area Affari istituzionali e Quartieri, nell'ambito del piano "Cittadinanza attiva" e si è realizzato nei Quartieri Porto e Saragozza.

    Un grazie di cuore a "William", il partigiano Lino Michelini della 7a Brigata GAP.
    Bologna, Giugno 2014
    _____________________________

                                                     vedi inoltre: Ciao, William

    sabato 3 maggio 2014

    Le narrazioni della Resistenza - BO giovedì 8 maggio 2014 al Parri


    Giovedì 8 maggio 2014, ore 15.30
    Sala ex Refettorio - ingresso da via Sant’Isaia 20 -  Bologna
    presentazione dei volumi:

    Resistenza e autobiografia della nazione
    a cura di Aldo Agosti e Chiara Colombini
    Edizioni Seb 27, Torino, 2012


    Storie della Resistenza
    a cura di Domenico Gallo e Italo Poma
    Sellerio editore, Palermo, 2013


    Ne discutono con i Curatori
    Roberto Chiarini - Università Statale di Milano Alberto Preti - Università di Bologna - Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R Maurizio Zangarini - Università di Verona - Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
     
    Introduce e coordina
    Luca Alessandrini
    Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R

    venerdì 21 marzo 2014

    FACEVAMO QUELLO CHE DOVEVAMO - proiezione del film documentario sulla Volante Rossa:-23/3 all'Iqbal Masih - BO






    Dalle ore 18:00 aperitivo

    A seguire proiezione del film documentario sulla Volante Rossa:

    FACEVAMO QUELLO CHE DOVEVAMO

    Circolo Iqbal Masih,via dei Lapidari 13/L - Bologna

    L’Iqbal è raggiungibile dal centro con l’autobus 11C direzione
    Corticella, fermata Lapidari o da via di Corticella bus 27 o 62
    notturno sempre direzione Corticella

    mercoledì 18 settembre 2013

    Bolognina, 17.9.'13: le illusioni perdute di Forza Nuova

    Presidio di Forza Nuova in Bolognina.
    Gli Antifascisti li cacciano dalla piazza

     L'iniziativa è stata organizzata dal movimento politico di estrema destra nel luogo simbolo della sinistra. Le reazioni di Pd e Sel hanno costretto a spostare l'incontro. E' nata una contro manifestazione dei collettivi locali. Mattia Piras, coordinatore FN: "Dopo anni di buonismo e lassismo questa quartiere è diventato una zona nera e gli abitanti sono costretti a barricarsi in casa"

                                      di Annalisa Dall'Oca, Il Fatto Quotidiano 17/9/2013


    L’idea era quella di “occupare gli spazi e le piazze” della Bolognina, “da anni nelle mani di spacciatori, immigrati e tossicodipendenti”. L’obiettivo dei militanti di Forza Nuova, in particolare, era presidiare Piazza dell’Unità, situata appena fuori dalle mura di Bologna, per strapparla, almeno per una sera, “al degrado”. “Dopo anni di buonismo, di tolleranza e di demagogia politica di accoglienza – spiega Mattia Piras, coordinatore di Forza Nuova Bologna – la situazione del quartiere è ormai sotto gli occhi di tutti. È una zona ‘rossa’, o per meglio dire ‘nera’, ormai comandata da gang multietniche che, tra spaccio spudorato, degrado e violenze di ogni tipo, costringono i residenti (i pochi italiani rimasti) a barricarsi in casa, minacciati e accerchiati al primo tentativo di reazione”. Da qui il presidio: bandiere, volantini e un banchetto per protestare contro il “lassismo” di “partiti e istituzioni”, che agevolano “il degrado”, per poi rivelarsi “pronti a gridare allo scandalo quando il crimine ha già colpito le sue vittime”.
    In realtà, però, non è andata proprio come il partito di estrema destra aveva auspicato. Perché ad essere “cacciati” dalla piazza simbolo della Resistenza partigiana sono stati proprio loro, una decina di forzanuovisti, arrivati appena tramontato il sole, costretti a spostare il luogo del presidio altrove a causa delle proteste nate proprio a poche ore dall’annuncio della manifestazione.

    domenica 28 aprile 2013

    La "banda Collotti", un libro di Claudia Cernigoi







     La  “Banda Collotti”.

    Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia 

     ed.   Kappa Vu, Udine, 2013



    “Ho cominciato a scrivere questo libro più di dieci anni fa, pensando all’inizio di farne un breve dossier, come quelli che pubblico per la Nuova Alabarda. Avevo iniziato riordinando un po’ di documenti storici e di testimonianze e poi, andando avanti, mi sono accorta che mentre scrivevo la storia del corpo di repressione avevo iniziato a ricostruire anche una parte della storia della Resistenza di queste terre, e così ho proseguito raccogliendo altri documenti, ma soprattutto testimonianze di persone che avevano vissuto quei momenti e me ne hanno resa partecipe. Così ne è uscito un libro piuttosto corposo, ricerca che per me ha significato non solo conoscere fatti storici ma anche entrare in contatto con tante persone che avevano lottato e sofferto per la libertà, ed alla fine ne sono uscita più ricca interiormente. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno aiutata e che sono ricordati all’inizio del libro, e mando un pensiero particolare agli ex prigionieri che hanno accettato di visitare la sede di via Cologna, dove erano stati detenuti e torturati, per ricostruire con noi, che “viviamo tranquilli nelle nostre tiepide case” quei tempi terribili che non abbiamo vissuto, noi che grazie al sacrificio di persone come loro oggi possiamo vivere liberamente”.
                                                                 
     
    ____________________________
     fonte: G. Aragno

     Thanks: Marginalia

    genealogia:  La  Nuova Alabarda

    venerdì 26 aprile 2013

    La Resistenza (s) piegata



    ROMA - 25 aprile 2013:
     La Resistenza insegna che «nei momenti cruciali»
     servono «coraggio, fermezza e
    ... senso di unità»






    Lo ha spiegato Giorgio Napolitano dopo la visita al museo della Liberazione [da il Messaggero, 26 aprile 2013]



    ... ehm ehm:






    mercoledì 27 febbraio 2013

    BO: Le donne dell'ANPI contro l'intitolazione a Rachele Mussolini

    alt
    Coordinamento delle donne


    ''Donna Rachele come riconosciuto da tutti è stata una grandissima figura di donna italiana, è sempre rimasta fuori dalla politica, ha sempre cresciuto e difeso i figli con una grande umiltà e onestà in momenti difficilissimi dedicando tutta la sua vita a loro''.

    Queste sono le motivazioni in base alle quali il consigliere di quartiere Michele Laganà ritiene che la nostra città dovrebbe intitolare una sala pubblica alla moglie di Mussolini.
    Noi donne dell’ANPI non identifichiamo affatto nel rimaner fuori dalla politica un titolo di merito. Anzi, notiamo come questo non sia propriamente il modello di cittadina e di cittadino che la nostra Costituzione promuove quando, nell’articolo 4, dichiara che

    Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

    domenica 27 gennaio 2013

    Per il Giorno della Memoria. Ricordo di una grande


    Rita Levi Montalcini
      22 aprile 1909 - 30 dicembre 2012
     La testimonianza, il racconto di studi e ricerche
    durante la fuga per le leggi razziali.

    venerdì 17 febbraio 2012

    Squadrismo simbolico a orologeria


    Ancora una volta (e, come al solito, nottetempo...) il vandalismo fascista, in preda a una sorta di coazione a ripetere, ha perpetrato un ennesimo sfregio alla memoria della Resistenza. Durante la notte scorsa, a Bologna, la corona d'alloro deposta dall'ANPI e dal Quartiere Navile che decorava la lapide in ricordo di due partigiani uccisi dai fascisti: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli  è stata ridotta in pezzi.




    Come già altre volte, questo copione si ripete in occasione di palesi insuccessi fascisti. Non a caso ora avviene a pochi giorni dalla contestata manifestazione flop sulle foibe, inscenata da uno sparuto gruppo di Forza Nuova...

    [foto: incidenze ]

    martedì 8 novembre 2011

    ANPI Milano: Norina, antifascista sempre

    Si è spenta Brambilla Pesce, una vita interamente dedicata alla battaglia per gli ideali della libertà.


    Questo il ricordo dell'Anpi milanese di Nori Brambilla Pesce, deceduta il 6 novembre a Milano.

    L'Anpi provinciale di Milano ricorda con commozione ed affetto la partigiana Nori Brambilla Pesce, la cui vita è stata interamente dedicata alla battaglia per gli ideali della libertà, per i valori dell'antifascismo, della Resistenza e allo sforzo per costruire una società più democratica, più libera e più giusta.
     
    Nori proveniva da una famiglia di forti tradizioni antifasciste. Fin da giovanissima  lavora come impiegata alla ditta Paronitti, dove ha la possibilità di conoscere l'esistenza di uomini e donne che non si erano mai arresi al fascismo.
    Inizia così la sua maturazione antifascista che si consolida negli anni delle sofferenze cui è sottoposta la popolazione a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia  e nel corso degli scioperi del marzo 1943.
    Dopo l'8 settembre 1943 entra a far parte con sua madre, tramite Vera Ciceri, dei Gruppi di Difesa della Donna che ebbero un ruolo fondamentale nell'aiutare i soldati allo sbando. Successivamente Nori viene assegnata, come ufficiale di collegamento, al 3° Gap guidato da Giovanni Pesce. Dal maggio 1944 al giorno della sua cattura avvenuta il 12 settembre 1944, partecipa a tutta l'attività del 3° Gap.
    La sua vita da gappista finisce appunto il 12 settembre 1944, quando a seguito di una spiata, è catturata in piazza Argentina da militi fascisti  in borghese, tradotta alla Casa del Balilla di Monza, dove viene picchiata e torturata su ordine del sergente delle SS Wernig, perché volevano che confessasse dove si trovasse Giovanni Pesce. Condotta nel carcere di Monza, vi trascorre un mese e mezzo, finché non viene trasferita brevemente a San Vittore e poi, a soli ventuno anni, nel campo di concentramento di Bolzano, dove resterà dal novembre 1944 all'aprile 1945.
    Lì, nonostante i controlli serrati e le drammatiche condizioni di vita,  riesce a partecipare all'attività di una sezione del Comitato clandestino del CLN.
    Dopo la Liberazione, Nori Brambilla, torna a piedi, con altri compagni, attraverso la Val di Non, il passo della Mendola e quello del Tonale, a Milano, dove riabbraccerà la famiglia e il "suo" comandante, Giovanni Pesce, medaglia d'oro della Resistenza. Nori e Giovanni si sposeranno il 14 luglio 1945.

    lunedì 7 novembre 2011

    Giovanni Pesce, Senza tregua. La guerra dei GAP


    Giovanni Pesce
    Senza tregua. La guerra dei GAP
    Feltrinelli, Milano 1967
    , ristampato 1973 .... 2005
    -->
    Testo integrale tratto dalla Biblioteca Multimediale marxista


    Indice

    > Prefazione  [kb 8 HTML]> Capitolo Primo  Alla macchia  [kb 33 HTML]
    > Capitolo Secondo 
    Nelle Brigate Internazionali [kb 30 HTML]
    > Capiitolo terzo 
    Come nasce una bomba [kb 44 HTML]
    > Capitolo Quarto 
    Quanto vale un gappista? [kb 47 HTML]
    > Capitolo Quinto 
    All'assalto di Torino [kb 42 HTML]
    > Capitolo Sesto
     
    Morte e trasfigurazione [kb 83 HTML]
    > Capitolo Settimo 
    Addio Torino [kb 34 HTML]
    > Capitolo Ottavo 
    Milano [kb 34 HTML]
    > Capitolo Nono  
    La battaglia dei binari [kb 44 HTML]
    > Capitolo Decimo
      Spie, carnefici e giustizieri [kb 32 HTML]
    > Capitolo Undicesimo 
    Un elemento sicuro [kb 44 HTML]
    > Capitolo Dodicesimo 
    Valle Olona [kb 40 HTML]
    > Capitolo Tredicesimo 
    Reazioni a catena [kb 52 HTML]
    > Capitolo Quattordicesimo 
    A ritmo serrato [kb 60 HTML]

    domenica 6 novembre 2011

    domenica 21 agosto 2011

    Non toccate il 25 aprile...

    NO alla proposta di soppressione delle festività 25 aprile – 1 maggio – 2 giugno.

    "Ma il fascismo è ancora un altra cosa: è lo scetticismo di larghi strati della popolazione circa la propria attitudine a decidere in modo autonomo il loro destino collettivo, è l'annosa consuetudine ad attendere che tutte le decisioni vengano dall'alto, è l'acquiescenza, la sopportazione, è nell'attesa il piccolo e mediocre opportunismo, il lasciare correre sulle piccole ingiustizie sulle quali poi si edificano le ingiustizie più grandi e radicali, è in una parola l'inerzia politica e la sfiducia nelle libertà che non è un dono ma si conquista e si difende in ogni ora della vita. Questo nemico, questo aspetto del fascismo è più pericoloso ancora dei precedenti perché si annida dentro di noi e non è riconoscibile sensibilmente e minaccia perpetuamente di pregiudicare anche le più ardite e conseguenti conquiste rivoluzionarie. Ma anche contro questo nemico i partiti antifascisti sono i soli qualificati a lottare con successo: la loro tradizione di un'attività instancabile, sorretta da un potente idealismo morale, li ha sempre portati ad approfondire i problemi politici, oltre le formalità istituzionali, nell'intimo delle coscienze, a mediare la prassi politica coll'attività pedagogica, a puntare essenzialmente sull'autonomia, così dell'individuo come del gruppo. Se ieri l'ambito della loro attività era forzatamente ristretto, oggi le circostanze sono più favorevoli, più lo saranno domani: se i partiti antifascisti non tradiranno la loro missione di libertà, il successo anche in questo campo non mancherà.
     Quaderni dell'Italia libera. N°3, 1 Ottobre 1943. Vittorio Foa