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venerdì 22 maggio 2015

[BO] sab 23 mag: la Lega Nord contro la Legge Merlin in Piazza San Francesco

                               tre  bidoni per un fiasco:
 Risultati immagini per lega nord legge merlin

  Sabato 23 maggio a Bologna dalle ore 9.30 alle ore 18.30 la Lega Nord ha annunciato un gazebo in Piazza San Francesco per raccogliere firme contro la Legge Merlin.

Com’è noto, la legge Merlin non persegue la prostituzione in sé, ma il favoreggiamento, l’induzione e lo sfruttamento della prostituzione.

A cominciare dai sindaci «centrosinistri» della Riviera romagnola, sono anni che partiti, amministratori e benpensanti sognano di poter aprire degli «expo a luci rosse» per un turismo sessuale «sicuro»: appartato, tassato e garantito da test medici obbligatori.

Dopo aver diffamato sinti e rom per settimane ed essere andati in giro per la Bolognina cercando di istigare al razzismo qualche «onesto cittadino», ecco che la Lega Nord ora copia dai «centrosinistri» una ulteriore proposta autoritaria di segregazione sociale per «tutelare la salute pubblica e combattere il degrado»…

S’inventerebbero qualsiasi cosa pur di orientare la rabbia sociale diffusa verso le persone più povere e marginali e ottenere in tal modo qualche voto in più.

Invitiamo tutti coloro che si riconoscono nei valori dell’antifascismo a vigilare perché nessun messaggio di istigazione all’odio razziale, omofobo o sessista sia diffuso da questi politicanti a caccia di voti.
  
                                                                           by     Nodo sociale antifascista  Bologna

lunedì 10 novembre 2014

Étienne Balibar : « Pour les résistants de Kobané »

Francine Bajande
    Francine   Bajande

 Par Étienne Bailbar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe

Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
«Alors que la situation évolue d’heure en heure, il semble que le pire puisse être évité : une répétition de Varsovie, écrasée par les nazis sous les yeux de l’Armée rouge attendant de tirer les marrons du feu… Les Américains ont fini par se coordonner avec les combattants au sol et même la Turquie semble avoir été contrainte d’entrouvrir la frontière, permettant à des renforts d’arriver. Espérons que la ville soit sauvée, arrêtant l’avancée islamiste.Dans le peu de place dont je dispose, avec les informations qui sont les miennes, je voudrais insister sur deux points. D’une part, à cheval sur la frontière, se développent des formes de solidarité, d’autogestion et d’autodétermination qui confèrent à la résistance, non seulement la signification d’une lutte nationaliste, mais celle d’une expérimentation démocratique. Cela rompt avec les traditions du PKK (et du PYD) auxquelles les gouvernements occidentaux consacrent toujours la plus grande partie de leurs commentaires. Ensuite, cette résistance commence à retentir dans toute la région, des étudiants iraniens jusqu’aux associations de femmes turco-kurdes. Cela voudrait dire que des choses capitales sont en germe à Kobané. Une politique de civilité qui cherche à retenir toute la région sur la pente de l’ext exterminisme, dont tant de massacres et d’interventions ont préparé les conditions. Et des acteurs qui perturbent le jeu des tyrannies, des fanatismes, des populismes et des impérialismes. Cet espoir est bien ténu, mais il est vital. »

                                                 l'Humanité, 22, Octobre, 2014

martedì 14 ottobre 2014

"Caccia a migranti e profughi in tutta l'Ue" : É partita Mos Maiorum

Arci e Cir contro l'operazione avviata dalle polizie europee. "Un'enorme retata razzista", "Ai superstiti dei naufragi mancava solo questo"
 
Roma - 13 ottobe 2014  - É partita oggi e andrà avanti fino al 26 ottobre l'operazione “Mos Maiourum" (letteralmente: costume degli antenati). Diciottomila agenti di polizia stanno cercando migranti irregolari in tutta Europa per raccogliere, questo lo scopo ufficiale,  informazioni utili a combattere i trafficanti di uomini.
Intanto, però, molte associazioni che lavorano accanto a migranti e profughi puntano il dito contro l'operazione. Secondo l'Arci, ad esempio, avrebbe “persecutorio e razzista''. ''Dieci giorni dopo la commemorazione del drammatico naufragio al largo di Lampedusa del 2013, e' stata lanciata una vera e propria 'caccia ai migranti' coordinata dal Ministero dell'Interno Italiano con il sostegno di Frontex ed Europol''.

L'Arci parla di ''enorme retata su scala Europea'' e chiede maggiore trasparenza.  ''Oltre al fatto, grave, che il Parlamento Europeo non sembra essere stato avvertito di questo progetto, - si aggiunge - pongono problemi sia la mancanza di chiarezza delle basi legali di questi controlli sia la realizzazione di tutta l'operazione. Nessuna informazione e' stata data su come saranno utilizzati i dati raccolti con gli interrogatori e se sono previste operazioni di rimpatri congiunti''.  

“A superstiti dei naufragi mancava proprio questo” commenta invece il Consiglio Italiano per i Rifugiati. “Non solo non possono arrivare in un modo normale e sicuro in Europa, non solo devono pagare trafficanti e rischiare la vita per richiedere asilo in questo continente, non solo una volta e finalmente arrivati sulle coste di in uno dei paesi della sponda nord del Mediterraneo non possono raggiungere in modo regolare il paese di destinazione, dove una rete familiare e di sostegno li aspetta, no, adesso devono anche nascondersi per fuggire dall' ’apparato poliziesco che oggi si è messo a caccia di loro”.
“Purtroppo- scrive il direttore del Cir Christopher Hein -  non resta che una chiave di lettura: una parte della politica europea, quella che comanda gli apparati di sicurezza, intende dare un segnale molto preciso di contrasto alle dichiarazioni fatte 10 giorni fa a Lampedusa anche dal Presidente del Parlamento Europeo, Martin Shultz e dalla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini sulla necessità di aprire canali umanitari di accesso dei rifugiati in Europa, di promuovere una maggiore solidarietà tra gli Stati Membri e di continuare l'opera di salvataggio in mare nell'ambito di o analogamente a Mare Nostrum",
“Sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo, - aggiunge Hein - si sta giocando una lotta politica sui futuri orientamenti dell'Unione e dei singoli Stati Membri rispetto a temi chiave quali la protezione internazionale, il diritto d'asilo e il rispetto dei diritti umani''.e maschili. La speranza è che la rivoluzione arrivi anche nel mondo del lavoro.
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 vedi inoltre: Marginalia

martedì 8 luglio 2014

(in) memoria di William Michelini, partigiano 1922 -2014





Pubblicato il 11/giu/2014

Racconti di Resistenza dalla voce del partigiano "William" Michelini

Un film animato realizzato dalla classe 3^A deIla Scuola Secondaria di I grado "Fabrizio De André" di Bologna nell'Anno scolastico 2013-2014.
Gli studenti hanno incontrato il partigiano "William" Lino Michelini testimone diretto della battaglia di Porta Lame (Bologna) ed hanno interpretato le sue parole con il cinema di animazione.

Coordinamento didattico
Prof.ssa Maria Venticelli

Ideazione e conduzione del laboratorio di cinema di animazione:
Michela Donini e Roberto Paganelli per Associazione OTTOmani

Il progetto "perCorsi di Memoria" è ideato e gestito da Roberto Pasquali attraverso l'Associazione Interculturale Polo Interetnico A.I.P.I.
"perCorsi di Memoria" è finanziato dal Comune di Bologna, settore Area Affari istituzionali e Quartieri, nell'ambito del piano "Cittadinanza attiva" e si è realizzato nei Quartieri Porto e Saragozza.

Un grazie di cuore a "William", il partigiano Lino Michelini della 7a Brigata GAP.
Bologna, Giugno 2014
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                                                 vedi inoltre: Ciao, William

giovedì 13 giugno 2013

L'anarchia selvaggia, di Pierre Clastres - presentazione 17/6, BO


http://nogods-nomasters.com/prestashop/268-large_default/a-sociedade-contra-o-estado-pierre-clastres.jpgNel discorso comune e in quello accademico, con poche eccezioni, viene continuamente rimarcata la convinzione che una società di liber* ed eguali sia sempre più inattuabile o addirittura impossibile. L'utopia, che precisamente significa “qualcosa che non ha luogo” e non “qualcosa di irrealizzabile”, è sepolta sotto i cumuli di macerie dell'etnocentrismo.

L'idea che un gruppo umano possa vivere e convivere in assenza di istituzioni di potere appare generalmente come qualcosa di inattuale, addirittura innaturale. Ed è qui che la ricerca antropologica agisce come meccanismo di disvelamento delle credenze e dei pregiudizi. Perché il potere, inteso nella sua forma di comando/oppressione e obbedienza, non è innato nell'umanità.

Pierre Clastres, antropologo eclettico e figlio intellettuale di Claude Levi-Strauss, ci racconta di comunità che vivono in una “favola”, la cui morale piomba vigorosa e differente: i personaggi non sono il braccio dello Stato, le catene delle istituzioni, il tintinnio delle monete, ma semplici individui privi di cravatta e muniti di un concetto dell'esistente diametralmente opposto a quello della società capitalista.

La loro vita non prevede alcun Dio, Stato, servi o padroni, né l'indigenza antropomorfizzata, ma solo un benessere reale e morale partorito dal rifiuto del dominio economico e politico.


Affinché la diversità non sia vittima di stereotipi e venga incorporata all'interno di una prospettiva sociale versatile,

il Collettivo Autorganizzato Volya presenta il libro 
L'anarchia selvaggia – Le società senza Stato, senza fede, senza legge, senza re, edito da Eleuthera.


Di recentissima uscita, consiste in una raccolta di alcuni studi di Pierre Clastres che verranno presentati da Valerio Romitelli (Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà, Unibo) e Rudy Leonelli (Dipartimento di Filosofia, Unibo), con la partecipazione
di
 Nicola Turrini, Marco Tabacchini, Elia Verzegnassi,
 che hanno presentato il libro alla Biblioteca Domaschi - spazio     culturale anarchico di Verona.

      
      Lunedì 17 giugno, ore 17,00
     Facoltà di Scienze Politiche
      Strada Maggiore 45, Bologna




Collettivo autorganizzato Volya

 

mercoledì 20 marzo 2013

Étienne Balibar: « Un racisme sans races »

  Un racisme sans races



Relations : Y a-t-il continuité ou rupture entre le racisme d’hier et celui d’aujourd’hui qui a banni le mot race ?
  


Étienne Balibar : Il y a nécessairement des continuités essentielles, d’abord parce que les modes de pensée ou de représentation qui s’enracinent dans les sentiments d’appartenance et dans les images de la communauté n’évoluent que très lentement, mais surtout parce que – contrairement à ce que mes précédentes remarques pourraient donner à penser – le racisme n’est pas simplement un phénomène psychologique; il a toujours une base institutionnelle. Il m’est arrivé de dire que tout racisme est un « racisme d’État » : c’est peut-être tordre le bâton exagérément dans l’autre sens. J’avais en vue la façon dont se développait en France l’idéologie de la « préférence nationale », autour de laquelle la droite et l’extrême-droite ont échangé une partie de leurs discours et de leurs électorats ; mais je crois quand même que tout racisme est inscrit dans des institutions et dans les « effets pathologiques » plus ou moins accentués liés à leur fonctionnement.

giovedì 10 gennaio 2013

Roma: Per un Palazzo dei diritti liberato dell'occupazione neofascista


per combattere violenza e fascismo, realizziamo il "Palazzo dei diritti, delle libertà e delle culture"




 Nella convinzione che il palazzo di via Napoleone III a  Roma, di cui si è impadronito il gruppo fascistoide denominato "Casapound", vada restituito alla cittadinanza, incidenze aderisce alla petizione lanciata dal Comitato "Roma dica NO ai raduni fascisti"


Sintetizziamo la proposta citando una frase
che esprime il "sogno di una cosa" (realizzabile):


 « Al posto della sede di Casapound, noi vorremmo che sorgesse un luogo dove i giovani possano conoscere, vivere e condividere diritti, differenti culture e una pluralità positiva di visioni della vita e del mondo. In luogo di un ritrovo, illecitamente occupato, vorremmo che sorgesse il "Palazzo dei diritti, delle libertà e delle culture", un punto di riferimento e di incontro per i giovani. Aperto, libero e solidale. »

leggi e/o sottoscrivi la petizione su change

mercoledì 7 novembre 2012

Bologna - Presentazione del I libro del Capitale, 9 novembre


lunedì 8 ottobre 2012

Il velo nell'islam. Storia, politica, estetica - presentazione : BO 10/10

 Libreria delle Moline
Via delle Moline, 3/A
Bologna
tel.: 051 23 20 53
mercoledì 10 ottobre 2012
ore 18,30



Renata Pepicelli
presenta
Il velo nell'Islam
storia, politica,estetica


ne parleranno con l'autrice
Sandro Mezzadra
docente di Filosofia Politica e Studi coloniali e post-coloniali
 Università di Bologna

Azzurra Meringolo
dottore di ricerca di Studi Internazionali, Università di Roma Tre

introduce Vincenza Perilli

sabato 29 settembre 2012

Casa Verbano chiusa da una Regione ridotta da far pietà, ma priva di pietas



Blindata la casa di Carla e Valerio Verbano.
 Il fascismo della Regione Lazio 

da: controlacrisi  
 



Gli avvoltoi che prosperano nella città di Roma hanno aspettato solo alcuni mesi per volare su una preda ambita. Via Monte Bianco 114, c’è un appartamento nel quartiere di Montesacro che per alcune generazioni di militanti del movimento ha un valore particolare. In quell’appartamento, il 22 febbraio del 1980 veniva ammazzato da killer neofascisti, Valerio Verbano, 19 anni, giovane e conosciuto compagno. Ancora ignoti restano gli assassini, le stesse modalità dell’omicidio (un'esecuzione con i genitori legati nella stanza attigua) generarono  raccapriccio, anche se i giornali della stampa borghese ebbero il coraggio e l’indegnità di titolare “ucciso un autonomo”.

 La storia di Valerio non è andata dimenticata, grazie all’impegno di tanti compagni e compagne e grazie soprattutto alla testardaggine di Carla, sua madre che ha voluto fino all’ultimo tentare di sapere nomi e ragioni della morte di suo figlio. Carla se ne è andata da poco, stroncata da un male a cui aveva resistito caparbiamente. L’appartamento doveva divenire la sede di una associazione dedicata alla memoria e in tal senso erano state inviate esplicite richieste alla Regione, ente proprietario. Ma mentre la Regione cadeva, travolta da un marciume incredibile, c’era qualche solerte funzionario che si preoccupava di “risanare i bilanci” requisendo l’appartamento.

giovedì 20 settembre 2012

Étienne Balibar: l’aspect le plus «foucaldien» de l’œuvre de Marx




Il y a ... bien conversion locale de la violence en formes sociales plus «avancées» de l’exploitation – plus «civilisées», et éventuellement plus «productives». Mais c’est au prix, en fait, de son déplacement ou de sa délocalisation. D’autre part, c’est à ce sujet que Marx propose une analyse de la lutte de classes comme un rapport de force évolutif qu’on peut rétrospectivement considérer comme l’aspect le plus «foucaldien» de son œuvre [*]: le «pouvoir» en effet n’y figure pas comme un terme univoque, référant à une instance qui viendrait de l’extérieur contraindre le processus social, mais plutôt comme le rapport lui même, c’est-à-dire le résultat complexe et instable du conflit qui se déploie dans le temps entre discipline et résistance, techniques d’exploitation de la force de travail humaine (que Marx appelle «méthodes d’extraction du surtravail») qui sont aussi, en un sens, des «techniques de gouvernement», et luttes individuelles ou collectives qui incarnent une forme de liberté dès leurs manifestations le plus élémentaires (et non pas seulement préparent une libération «finale») ...

   E. Balibar, Violence et civilité. Welleck Library Lectures et autres essais de philosophie politique, Paris, Galilée 2010, p. 133, «Deuxième conférence. Une violence “inconvertible”? Essai de topique».

venerdì 11 novembre 2011

Étienne Balibar, "Cittadinanza Europea: non finire così" - Bologna 16 nov.

 Dipartimento Politica Istituzioni Storia
  Università di Bologna

 

Étienne Balibar

Distinguished Professor of Humanities, University of California,
Professeur émérite  de Philosophie à l’Université de Paris X Nanterre

Seminario:

"Cittadinanza Europea: non finire così" 


16 novembre 2011, ore 15.00
Aula B,  S. Cristina P.tta Morandi 2, Bologna

 

Introduce e discute:

Sandro Mezzadra (Università di Bologna)

venerdì 4 novembre 2011

Venezia, il jazz e gli ex sindaci-filosofi, di Franco Bergoglio



 
Cento colpi di spazzole e Cacciari

Venezia, il jazz e gli ex sindaci-filosofi


di Franco Bergoglio

Anni passati a studiare la semanticità della musica (cioè se le note abbiano un significato altro rispetto a quello acustico) e i rapporti tra il free jazz e la politica. A giudicare da quanto comparso in rete e sui giornali negli scorsi giorni, anni spesi male. Bastava leggersi una ordinanza del Comune di Venezia, vecchia di una decina d’anni -imputabile alla giunta Cacciari, come puntigliosamente nota Mario Gamba sul Manifesto del 21 settembre scorso  per rendersi conto dell’inutilità degli sforzi.
Riassumo la vicenda ad uso dei marziani capitati in Italia per diporto. Venezia notoriamente soffre dei problemi legati ad un ecosistema delicato. Il turismo di massa ne rappresenta la fonte di sopravvivenza, pur comportando una serie di disagi legati alla quotidiana invasione di orde fameliche di monumenti, di ponti, di fotografie, di gondole. Sarebbe bello avere i soldi dei turisti, risparmiandosi gli effetti collaterali: la loro presenza fisica, il vociare rumoroso, i rifiuti, i venditori ambulanti…Alt. Da quando gli effetti collaterali con i bombardamenti americani sono politically correct e Maroni ha previsto super poteri a super sindaci, tutto questo si può risolvere.

Ci teniamo i turisti ma con una ordinanza ad hoc spazziamo via quanto non sembra lucroso. Via i lavavetri da Firenze, il divieto di nomadismo ad Assisi, no al rovistare nei cassonetti a Roma. Niente ideologia: i sindaci sceriffi di destra sono più creativi, quelli del centrosinistra più burocrati, ma la fabbrica delle ordinanze gira a pieno regime (sic!). Alcune ordinanze avrebbero mosso a invidia un poeta surrealista: non si possono scavare buche nella sabbia sulla spiaggia di Eraclea o indossare zoccoli a Capri. Queste ordinanze puzzano di visione classista: i colpiti sono i migranti, i barboni, i poveri, gli artisti da strada, i giovani. Il leghista Tosi di Verona ha ordinato che agli accattoni vengano sequestrati i beni e inflitta una multa: non gli rimane che distribuire latte più e aizzargli contro la banda di Arancia Meccanica


In un paese che non riesce a mandare in galera i corrotti, a far pagare le tasse ai dentisti o a far rispettare una fila, i sindaci vorrebbero normare l’universo. Gobetti ci aveva avvertito: un po’ di fascismo ce lo portiamo nel dna; sommato a un aberrante conservatorismo straccione. Magari il vicino di casa dell’assessore di Forte dei Marmi deve fare la pennichella di sabato e spunta il veto dell’amministrazione: non si può usare il tagliaerba nei pomeriggi festivi. In uno stato dove il Presidente del Consiglio dispone di un corpus di leggi ad personam, perché negarsi una ordinanza sindacale? Il vanto occidentale della libertà individuale si sbriciola nel Lombardo-veneto leghista. Non si può mangiare il Kebab a Cittadella o giocare a cricket a Brescia.

Peccato che oggi il kebab si faccia anche con la carne di fassone piemontese e che il cricket, oltre a pachistani e indiani poveri piaccia anche a inglesi, sudafricani, e australiani. Torniamo a Venezia, dove una summa di divieti colpisce i “poveri” rei di voler cogliere le briciole del turismo. Divieto di elemosina, accattonaggio, portare borsoni (quelli dei venditori ambulanti) e fare pic nic. Sia il turista spartano che la famigliola borsafrigo devono farsi rapinare in un bar di Piazza San Marco.

E anche per il problema di inquinamento acustico la giunta Cacciari si era attivata. Il cruccio è reale, la soluzione trovata all’epoca una grottesca “ordinanza creativa” che regolamentava i generi musicali ammissibili in città, tanto che oggi, dopo una rivolta del web che ha rinfocolato lo sdegno per quel vecchio provvedimento mai decaduto, l’attuale assessore Tiziana Agostini ha promesso dalle pagine del settimanale La Nuova di Venezia di correggere il pasticcio: “La malattia era reale – l’inquinamento acustico – la medicina avvelenata: stiamo riscrivendo la delibera cancellando le prescrizioni di tipo culturale, figurarsi se mi sogno di proibire una musica rispetto ad un’altra”. Quali erano dunque le musiche proibite? Il rock, che non viene nominato tra i generi ammessi, cancellando con un colpo di spugna cinquant’anni di storia. Invece sotto la voce jazz/dixieland, accettato in via teorica, si legge:“E’ escluso il jazz sperimentale, quale il free jazz, che essendo dissonante potrebbe essere di disturbo” ...
 
continua:  articolo completo su Nazione indiana

martedì 3 maggio 2011

F : Futuro [parole del]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
.
F
Futuro
[parole del]
 


”A me ... stupisce che su due questioni cruciali della crisi della civiltà occidentale, il lavoro e la coppia pace-guerra, questo Pontefice si sia pronunciato con le parole del futuro”.
Fausto Bertinotti 


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fonte: inforossa
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vedi inoltre: