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lunedì 18 gennaio 2016

La «Befana tricolore» dell’estrema destra

Ieri erano tutti celtiche e saluti romani, oggi cercano di camuffarsi da comitati cittadini come «Forlì ai Forlivesi», «Mantova ai Virgiliani», «Rimini ai Riminesi»…
Ieri adoravano il dio Po, Odino e il Walhalla, oggi brandiscono invece il Presepe e il Crocifisso…
Hanno capito che la cultura nazionalpopolare è oggi lo strumento più idoneo per spargere razzismo nella società e magari costruirci sopra qualche mediocrissima carriera di politici locali.
Così, quest’anno in tutt’Italia l’estrema destra ha puntato molto… sulla Befana. Ma Sondrio Antifascista ha sbugiardato l’operazione con una filastrocca e un volantino. Questa la splendida filastrocca:
La Befana vien di notte e i fascisti prende a botte.
Dà una falce al bimbo bello e un martello a suo fratello
sono doni popolari da lasciare ai proletari.
La Befana è tutta rossa e ci guida alla riscossa:
«Su compagni! Giù dal letto, non è tempo di dormir!
Testa alta e pugno chiuso verso il sol dell’avvenir!!»
E questo il volantino distribuito per le vie di Sondrio:
SMASCHERIAMO LA BUFFONATA DELLA «BEFANA TRICOLORE»
La chiamano «Befana Tricolore» e usano slogan come «solidarietà italiana» ed «aiuto alle famiglie disagiate» per far breccia nelle coscienze meno informate; dicono di volere distribuire giocattoli ai bambini, in realtà cercano di comperare la tua benevolenza ed il tuo consenso.
Parlano di bambini e fanno politica, e la fanno usando lo strumento del razzismo, ancora più odioso se si pensa che, ad essere discriminati, sono altri bambini: quelli che non vengono da una famiglia italiana (ma poniamoci una domanda, se la famiglia italiana fosse di colore o musulmana riceverebbe questi doni?). Come se indigenza e povertà riguardassero un’etnia, una nazione, e non una condizione diffusa dove c’è ingiustizia sociale e sfruttamento.
Usano tuo figlio per arrivare a te; usano la debolezza della tua condizione economica e lo sguardo di tuo figlio per farti diventare come loro: RAZZISTA, FASCISTA, XENOFOBO.
Sono soltanto dei vili vigliacchi ed ipocriti razzisti, e come tutti i razzisti fanno schifo.
Tu, con loro, non hai proprio nulla a che spartire.
Se uscissero con li loro vero volto (Forza Nuova, CasaPound…) non ti avvicineresti ai loro gazebo!!
AMA L’UMANITÀ, ODIA IL RAZZISMO!
Azione Antifascista – Sondrio
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By staffetta  gennaio 6, 2016Risultati immagini per befana fascista

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martedì 15 dicembre 2015

[Imola] Niente firme per Forza Nuova



Risultati immagini per forca nuovaA Imola, nella mattinata del 12 dicembre, i neonazisti di Forza Nuova hanno cercato di raccogliere firme contro lo ius soli collocando un loro banchetto nelle centralissima via Mazzini.

Non ci sono riusciti perché un bel po’ di gente ha circondato il banchetto per dire che il loro razzismo e la loro ideologia non sono affatto né graditi né giustificabili.

È un esercizio di libertà e di civiltà contestare tutti i banchetti xenofobi che continuano a fomentare odio, intolleranza e violenza!



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lunedì 23 novembre 2015

Quando erano gli italiani ad emigrare








by | set 14, 2015 | Resistenze,  | 0 comments

QUANDO ERANO GLI ITALIANI AD EMIGRARE  -parte seconda
emi2
I Paesi extraeuropei non erano la sola sede in cui emigrare: accanto ad essi, molti Italiani scelsero l’emigrazione in Francia .
La Francia, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, diviene abituale terra di migrazioni stagionali per le popolazioni dell’arco alpino occidentale,
le quali erano solite recarsi in Costa Azzurra per dedicarsi ad attività di piccolo artigianato e, talvolta, per chiedere l’elemosina ai facoltosi villeggianti
inglesi che venivano a svernare nelle lussuose località costiere. Dopo aver valicato i confini, spesso in clandestinità, lungo quella che era conosciuta
come “la via di Vernante” (la stessa strada fu percorsa anche dai rifugiati politici perseguitati dal fascismo, come racconta Giorgio Amendola in
“Lettere a Milano), un difficile sentiero che valicava le Alpi all’Argentera, in provincia di Cuneo, gli emigranti, nella totalità dei casi poveri contadini di
montagna malnutriti e poverissimi, si affidavano letteralmente al buon cuore di chi li incontrava, sperando così di racimolare quel poco di denaro in
grado di innalzare lievemente il misero tenore di vita delle vallate alpine piemontesi.
Accanto a tale migrazione per piccoli gruppi, si sviluppò ben presto anche un’emigrazione stagionale di massa diretta sempre nel sud della Francia,|
dove nelle cave di sale venivano impiegati moltissimi nostri connazionali; ben presto, le tensioni fra immigrati italiani in Francia e lavoratori francesi
aizzati dalla solita propaganda xenofoba, esplosero: gli Italiani “portavano via il lavoro”, “erano delinquenti”, “erano per natura semibarbari” e via di
pregiudizio in pregiudizio, tanto che nell’estate del 1893 ad Aigues Mortes, dopo una banale lite fra lavoratori italiani e lavoratori francesi, “grazie” ad
una bufala diffusa ad arte fra la gente, secondo la quale i lavoratori italiani si sarebbero resi responsabili di alcuni omicidi, una folla inferocità uccise18
nostri connazionali e ne ferì 150 (anche se le stime restano tuttora approssimative). Nonostante ciò, le forze dell’ordine francesi intervenirono
soltanto 18 ore dopo la strage, lasciando sostanzialmente mano libera agli xenofobi.
Un altro itinerario migratorio francese seguito dai lavoratori italiani era quello che portava alle miniere nel nord del Paese:in alcune miniera in
Lorena,ad esempio, gli italiani costituivano sostanzialmente il 50% della manodopera: essi -soprattutto i sardi- erano molto richiesti in quanto, date le
condizioni di miseria in cui vivevano, erano disponibili a ritmi di lavoro gravosissimi. Per queste persone, lo stesso lavoro che significava reddito
magro, equivaleva anche a morte certa anzitempo a causa di malattie polmonari come la silicosi.

sabato 3 ottobre 2015

FN preannuncia un procatorio corteo nazionale a Bologna il 17 ottobre, con lo slogan «Ordine contro il caos».


1Nel dicembre del 2008 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno che chiedeva «la messa fuorilegge del movimento politico Forza Nuova, per ricostruzione del partito fascista e per inottemperanza delle norme previste dalla legge Mancino, essendo stati diversi dirigenti e militanti di Forza Nuova più di una volta coinvolti in episodi di violenza razzista e fascista».

Ma oggi, con l’avanzare della crisi economica, il clima è cambiato. Istituzioni e centri di potere fanno a gara nel promuovere una cultura nazionalista e autoritaria, favorendo fra l’altro la riorganizzazione della destra.

A Bologna negli ultimi mesi la Questura di Bologna ha espressamente vietato l’ingresso nel centro storico a manifestazioni antifasciste e antirazziste: ai Rom e Sinti che commemoravano la rivolta antinazista del 16 maggio 1944, agli occupanti della Notte Rossa che rivendicavano «casa, reddito e dignità»…

Invece, ogni volta che i camerati di Forza Nuova vogliono sfilare e fare saluti romani al grido di «Boia chi molla», la Questura di Bologna concede loro le più prestigiose piazze del centro storico: Piazza Santo Stefano, Piazza Galvani, Piazza San Domenico, e sempre con un enorme schieramento di blindati e uomini neri col manganello in mano…

Non importa se i camerati di Forza Nuova a volte nemmeno si presentano, se sono in tre o quattro a sventolare le loro bandierine nere, se li devono trasportare a Bologna in autobus da altre regioni italiane. Perché quello che importa a Forza Nuova e alla Questura di Bologna è provocare.

Ora Forza Nuova annuncia che terrà a Bologna un corteo nazionale il 17 ottobre prossimo con lo slogan «Ordine contro il caos».

È inaccettabile che, autorizzando anche questo corteo, la Questura di Bologna continui a contrapporsi al sentire diffuso di questa città: una città che rifiuta l’antisemitismo, l’islamofobia, l’omofobia, il razzismo, il sessismo, il militarismo e lo squadrismo; una città che – dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda della Uno bianca – ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dei neofascisti e delle loro sponde negli apparati dello Stato.
 

                                             con intelligenza è possibile e opportuno! 


                                                                                                           
                                                                                      info: staffetta
                                                                                                                              

venerdì 25 settembre 2015

[BO] Cortei neonazisti e fascioleghisti sotto le due torri


Ormai tutti i neonazisti, neofascisti, fascioleghisti d’Italia vogliono farsi un giro a Bologna in cerca di spot elettorali. Non bastava il triste spettacolo dell’inacidita destra locale, quella dei Bignami, dei Bernardini, delle Bergonzoni… Ora qualsiasi ducetto che passa vuole fare la sua manifestazione nazionale nel centro di Bologna.

Il 17 ottobre, battendo sul tempo la Lega Nord, sarà il turno dei cattonazisti di Forza Nuova con lo slogan «Ordine contro il caos» con cui vorrebbero opporsi all’inesistente «teoria gender» e all’immaginaria «invasione straniera».

1E solo l’8 novembre arriverà il circo xenofobo della Lega Nord per opporsi all’immaginaria «invasione straniera» e all’inesistente «teoria gender». Sono proprio loro, quelli della truffa delle «quote latte» e delle «spese pazze» in Regione, «Ladroni in casa vostra»…

E come sempre Questura e Procura di Bologna saranno pronte a difendere le solite istigazioni all’odio dell’estrema destra e a perseguire chi contesta, mostrando di quale pasta sono fatte.

Per discuterne e difendere Bologna… dall’invasione leghista si terrà un’assemblea alle ore 20.30 di mercoledì 7 ottobre in via Zamboni 38.

E intanto Bologna si mobilita: Corriere, Repubblica.




Ormai tutti i neonazisti, neofascisti, fascioleghisti d’Italia vogliono farsi un giro a Bologna in cerca di spot elettorali. Non bastava il triste spettacolo dell’inacidita destra locale, quella dei Bignami, dei Bernardini, delle Bergonzoni… Ora qualsiasi ducetto che passa vuole fare la sua manifestazione nazionale nel centro di Bologna.
Il 17 ottobre, battendo sul tempo la Lega Nord, sarà il turno dei cattonazisti di Forza Nuova con lo slogan «Ordine contro il caos» con cui vorrebbero opporsi all’inesistente «teoria gender» e all’immaginaria «invasione straniera».
E solo l’8 novembre arriverà il circo xenofobo della Lega Nord per opporsi all’immaginaria «invasione straniera» e all’inesistente «teoria gender». Sono proprio loro, quelli della truffa delle «quote latte» e delle «spese pazze» in Regione, «Ladroni in casa vostra»…
E come sempre Questura e Procura di Bologna saranno pronte a difendere le solite istigazioni all’odio dell’estrema destra e a perseguire chi contesta, mostrando di quale pasta sono fatte.

E intanto Bologna si mobilita: Corriere, Repubblica.





giovedì 2 luglio 2015

Assemblea pubblica antifascista lunedì 6 luglio alle 19 negli spazi di Vag61 – via Paolo Fabbri 110 - BO


Il Nodo Sociale Antifascista convoca
un'assemblea pubblica antifascista lunedì 6 luglio alle 19 negli spazi di Vag61 – via Paolo Fabbri 110 - BO



Al grido di «Prima i profughi italiani» e «Stop accoglienza business», l'estrema destra integralista di Forza Nuova vorrebbe sfilare in corteo a Bologna sabato 11 luglio a partire dalle ore 10.

A noi non interessano i loro poveri giochi verbali. A noi importa invece il fatto che Forza Nuova continua a diffondere odio sociale, xenofobo e sessista. Spesso la loro propaganda è palesemente diffamatoria, razzista, omofoba. Ed è un fatto risaputo che militanti e dirigenti di Forza Nuova si siano distinti in giro per l'Italia per comportamenti violenti, pestaggi, intimidazioni, attentati, atti di razzismo, antisemitismo e sessismo.

Va ricordato che il primo dicembre 2008 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno che chiedeva al Ministro dell'Interno «la messa fuorilegge del movimento politico Forza Nuova, per ricostruzione del partito fascista e per inottemperanza delle norme previste dalla legge Mancino, essendo stati diversi dirigenti e militanti di Forza Nuova più di una volta coinvolti in episodi di violenza razzista e fascista (a Bologna, a Rimini, a Verona e in altre italiane)».

Va ricordato che il Consiglio comunale di Venezia ha approvato il 18 maggio 2009 un ordine del giorno che invitava prefetto e questore a non autorizzare manifestazioni nazifasciste di Fiamma Tricolore e Forza Nuova.

Va ricordato che il Consiglio comunale di Fano ha approvato il 23 aprile 2014 una norma che vieta la concessione di sale e spazi comunali alle organizzazioni neofasciste, neonaziste o comunque d'ispirazione xenofoba e razzista.

A Bologna, invece, negli ultimi mesi non si è voluto neppure concedere l'accesso al centro storico a una manifestazione della comunità sinti e rom che commemorava la rivolta antinazista del 16 maggio 1944.

A Bologna tutti i partiti e partitini della destra xenofoba tengono banchetti in centro per la loro propaganda d'odio razzista e sessista. E svolgono le loro pessime iniziative in sale pubbliche.

A Bologna il questore Coccia rispolvera leggi fasciste contro le lotte sociali e dà invece copertura a ogni provocazione dell'estrema destra.

A Bologna il sindaco Merola, in questi anni, è stato sempre ambiguo o silente sull'attivismo neofascista in città, sempre in sintonia con la destra cittadina, e il suo recentissimo risveglio «a sinistra» si deve solo all'eterna campagna elettorale che ricomincia.

A Bologna l'ex rettore Dionigi ha militarizzato un'università sempre più oziosa e affarista per coprire un piano di speculazione edilizia a beneficio di rentier e clientele.

A Bologna l'arcivescovo Caffarra continua a sostenere e difendere i gruppuscoli cattonazisti e la loro campagna di diffamazione aggravata da misoginia, omofobia e sessismo.

È inaccettabile che autorizzando questo corteo la Questura di Bologna si contrapponga al sentire diffuso di questa città: una città che rifiuta l'antisemitismo, l'islamofobia, l'omofobia, il razzismo, il sessismo, il militarismo e lo squadrismo; una città che – dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda della Uno bianca – ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dei neofascisti e delle loro sponde negli apparati dello Stato.

                                                          Nodo Sociale Antifascista

lunedì 1 giugno 2015

SEL: “A Orvieto Salvini non è il benvenuto”


Risultati immagini per salvini razzista
Risultati immagini per salvini razzismo
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Categoria: Archivio notizie,Secondarie |
Riceviamo da Sinistra Ecologia e Libertà, Circolo di Orvieto, e pubblichiamo.
Oggi, 28 Maggio 2015, Matteo Salvini sarà ad Orvieto per la chiusura della campagna elettorale della Lega Nord per le elezioni regionali di Domenica prossima.
Sentiremo “urlare” i soliti slogan:

“Tutti a casa!”, “Stop invasione!”, “Clandestino è reato!” e lasciamo proseguire a chi fosse dotato di un’ immaginazione che non ci appartiene.
Vedremo Salvini indossare la “solita” felpa col nome della città di turno, una di quelle stesse città che fino a qualche tempo fa erano per lui il covo di gente geneticamente fannullona e capace di vivere solo sulle spalle del “suo” Nord.
Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno, la Lega cavalca da sempre xenofobie e paure: una volta erano i terroni del sud, oggi gli immigrati in arrivo dalle coste dell’Africa mediterranea.
Crediamo però che qualcosa di nuovo ci sia, dietro la trasformazione in stampo nazionalistico e razzista di un partito che fino a qualche anno fa auspicava la secessione dalla Repubblica Italiana, un qualcosa che non comprendere o sottovalutare sarebbe un errore.
La Lega sembrava, fino a qualche mese fa, un partito obsoleto e travolto dagli scandali; poi, il cambio di rotta imposto dal neo segretario, che porta il partito a riposizionarsi nella famiglia della “nuova” destra europea.
Il riferimento territoriale non è più la padania, ma l’Italia; il nemico non è più “Roma ladrona”, ma l’immigrato, il diverso, il “clandestino”.
Salvini stringe alleanze con Marine Le Pen ed il Front National in Europa e con i neofascisti di CasaPound in Italia.
La Lega va quindi ad occupare uno spazio politico nuovo, aperto in Italia ed in Europa dalle politiche di austerità e dalla conseguente crescita delle diseguaglianze, uno spazio ora sapientemente riempito parlando alla pancia del paese, alla disperazione dei singoli, giocando sulle paure e trovando un nemico più debole di sé da additare come causa dei propri mali.
Noi, cresciuti nel ricordo di chi lottò e diede la propria vita per combattere quegli stessi ideali che, con le dovute evoluzioni, oggi Salvini ripropone, abbiamo in mente una modello di società profondamente diverso: una società inclusiva, solidale e accogliente, dove non ci siano capri espiatori da bruciare né luoghi da abbattere a suon di ruspe.
Caro Salvini, Orvieto, città della Pace e della Solidarietà, figlia dei martiri di Camorena e di quanti combatterono la libertà di opprimere i propri simili, rifiuta il fascismo e, quindi, tiene a ricordarti che non sei il benvenuto.