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lunedì 10 novembre 2014

Étienne Balibar : « Pour les résistants de Kobané »

Francine Bajande
    Francine   Bajande

 Par Étienne Bailbar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe

Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
Francine Bajande
par Étienne Balibar, philosophe
«Alors que la situation évolue d’heure en heure, il semble que le pire puisse être évité : une répétition de Varsovie, écrasée par les nazis sous les yeux de l’Armée rouge attendant de tirer les marrons du feu… Les Américains ont fini par se coordonner avec les combattants au sol et même la Turquie semble avoir été contrainte d’entrouvrir la frontière, permettant à des renforts d’arriver. Espérons que la ville soit sauvée, arrêtant l’avancée islamiste.Dans le peu de place dont je dispose, avec les informations qui sont les miennes, je voudrais insister sur deux points. D’une part, à cheval sur la frontière, se développent des formes de solidarité, d’autogestion et d’autodétermination qui confèrent à la résistance, non seulement la signification d’une lutte nationaliste, mais celle d’une expérimentation démocratique. Cela rompt avec les traditions du PKK (et du PYD) auxquelles les gouvernements occidentaux consacrent toujours la plus grande partie de leurs commentaires. Ensuite, cette résistance commence à retentir dans toute la région, des étudiants iraniens jusqu’aux associations de femmes turco-kurdes. Cela voudrait dire que des choses capitales sont en germe à Kobané. Une politique de civilité qui cherche à retenir toute la région sur la pente de l’ext exterminisme, dont tant de massacres et d’interventions ont préparé les conditions. Et des acteurs qui perturbent le jeu des tyrannies, des fanatismes, des populismes et des impérialismes. Cet espoir est bien ténu, mais il est vital. »

                                                 l'Humanité, 22, Octobre, 2014

martedì 14 ottobre 2014

"Caccia a migranti e profughi in tutta l'Ue" : É partita Mos Maiorum

Arci e Cir contro l'operazione avviata dalle polizie europee. "Un'enorme retata razzista", "Ai superstiti dei naufragi mancava solo questo"
 
Roma - 13 ottobe 2014  - É partita oggi e andrà avanti fino al 26 ottobre l'operazione “Mos Maiourum" (letteralmente: costume degli antenati). Diciottomila agenti di polizia stanno cercando migranti irregolari in tutta Europa per raccogliere, questo lo scopo ufficiale,  informazioni utili a combattere i trafficanti di uomini.
Intanto, però, molte associazioni che lavorano accanto a migranti e profughi puntano il dito contro l'operazione. Secondo l'Arci, ad esempio, avrebbe “persecutorio e razzista''. ''Dieci giorni dopo la commemorazione del drammatico naufragio al largo di Lampedusa del 2013, e' stata lanciata una vera e propria 'caccia ai migranti' coordinata dal Ministero dell'Interno Italiano con il sostegno di Frontex ed Europol''.

L'Arci parla di ''enorme retata su scala Europea'' e chiede maggiore trasparenza.  ''Oltre al fatto, grave, che il Parlamento Europeo non sembra essere stato avvertito di questo progetto, - si aggiunge - pongono problemi sia la mancanza di chiarezza delle basi legali di questi controlli sia la realizzazione di tutta l'operazione. Nessuna informazione e' stata data su come saranno utilizzati i dati raccolti con gli interrogatori e se sono previste operazioni di rimpatri congiunti''.  

“A superstiti dei naufragi mancava proprio questo” commenta invece il Consiglio Italiano per i Rifugiati. “Non solo non possono arrivare in un modo normale e sicuro in Europa, non solo devono pagare trafficanti e rischiare la vita per richiedere asilo in questo continente, non solo una volta e finalmente arrivati sulle coste di in uno dei paesi della sponda nord del Mediterraneo non possono raggiungere in modo regolare il paese di destinazione, dove una rete familiare e di sostegno li aspetta, no, adesso devono anche nascondersi per fuggire dall' ’apparato poliziesco che oggi si è messo a caccia di loro”.
“Purtroppo- scrive il direttore del Cir Christopher Hein -  non resta che una chiave di lettura: una parte della politica europea, quella che comanda gli apparati di sicurezza, intende dare un segnale molto preciso di contrasto alle dichiarazioni fatte 10 giorni fa a Lampedusa anche dal Presidente del Parlamento Europeo, Martin Shultz e dalla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini sulla necessità di aprire canali umanitari di accesso dei rifugiati in Europa, di promuovere una maggiore solidarietà tra gli Stati Membri e di continuare l'opera di salvataggio in mare nell'ambito di o analogamente a Mare Nostrum",
“Sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo, - aggiunge Hein - si sta giocando una lotta politica sui futuri orientamenti dell'Unione e dei singoli Stati Membri rispetto a temi chiave quali la protezione internazionale, il diritto d'asilo e il rispetto dei diritti umani''.e maschili. La speranza è che la rivoluzione arrivi anche nel mondo del lavoro.
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 vedi inoltre: Marginalia

lunedì 29 luglio 2013

Max Horkheimer, «L’idealismo del rivoluzionario»

  


L’idea che il marxismo propaghi semplicemente il soddisfacimento della fame, della sete e del soddisfacimento dell’impulso sessuale dell’individuo non si confuta certo affermando che in verità esso è più fine, nobile, profondo, interiore. Giacché l’indignazione, la solidarietà, l’abnegazione sono «materialistiche» quanto la fame; la lotta per il miglioramento della sorte dell’umanità implica egoismo e altruismo, fame e amore come elementi naturali di serie causali. È ovvio: la teoria materialistica non possiede alcun motivo logico probante per il sacrificio della vita. Essa non inculca né con la Bibbia né con il bastone, alla solidarietà e alla consapevolezza della necessità della rivoluzione non sostituisce nessuna «filosofia pratica», nessuna motivazione del sacrificio. Piuttosto è essa stessa il contrario di ogni morale «idealistica» di questo genere. Essa libera dalle illusioni, svela la realtà e spiega l’accadere. Non dispone di argomenti logici che provino l’esistenza di valori «superiori», ma certamente neppure di argomenti contro il fatto che mettendo in gioco la propria vita uno contribuisca a realizzare valori «inferiori», ossia un’esistenza sopportabile per tutti. L’«idealismo» comincia proprio dove questo comportamento non si accontenta di una spiegazione naturale di se stesso, e afferra invece la stampella dei valori «oggettivi», dei doveri «assoluti» o di una qualunque altra copertura e «canonizzazione» ideale, ossia dove il rivoluzionamento della società vien fatto dipendere dalla metafisica – invece che dagli uomini.


Max HorkheimerDämmerung
 trad it. di Giorgio Backhaus.  Crepuscolo: appunti presi in Germania 1926-1931,  Einaudi, Torino 1977