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sabato 9 aprile 2016

[BO] Per il 25 aprile un corteo unitario e plurale

Dall’assemblea pubblica di mercoledì sera, partecipata da numerose e diverse realtà antifasciste bolognesi, arriva la chiamata per il corteo del 25 aprile che, come l’anno scorso, attraverserà la città da Piazza dell’Unità al Pratello dando voce a tutte le realtà che giorno dopo giorno lottano a BolognaLeggi il resoconto su Zic.
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By staffetta  aprile 8, 2016http://www.teenagefilm.com/wp-content/uploads/2012/11/000003a7_medium.jpeg

venerdì 26 giugno 2015

Renato Curcio: "L'impero virtuale" Presentazione: Giovedì 25 giugno 2015 ore 21.00 Csa Vittoria Milano




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NEWSLETTER CSA VITTORIA-Milano

via Friuli ang. Muratori 43
1


Giovedì 25 giugno 2015
ore 21.00
Csa Vittoria





Presentazione del nuovo libro di Renato Curcio:

L’IMPERO VIRTUALE
 
COLONIZZAZIONE DELL’IMMAGINARIO E CONTROLLO SOCIALE
 

Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l’intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata. Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo. Questo libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale. E mette in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l’emergere di una nuova e impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, ansie e desideri su piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a rafforzare il dominio del nuovo impero. Non conosciamo ancora le conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di immaginare pratiche di decolonizzazione personale e collettiva per istituire nei luoghi ordinari della vita varchi di liberazione. 
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martedì 21 aprile 2015

con le armi strappate al nemico fu nella insurrezione e all'avanguardia alla riconquista della sua libertà. 1943-1945


città partigiana

il 21 aprile 1945
i partigiani liberano Bologna





Piazza Nettuno

   Risultati immagini per lapide ai caduti per la libertà bologna

 settembre 1943  -  aprile 1945
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Sacrario ai Caduti per la Libertà


martedì 8 luglio 2014

(in) memoria di William Michelini, partigiano 1922 -2014





Pubblicato il 11/giu/2014

Racconti di Resistenza dalla voce del partigiano "William" Michelini

Un film animato realizzato dalla classe 3^A deIla Scuola Secondaria di I grado "Fabrizio De André" di Bologna nell'Anno scolastico 2013-2014.
Gli studenti hanno incontrato il partigiano "William" Lino Michelini testimone diretto della battaglia di Porta Lame (Bologna) ed hanno interpretato le sue parole con il cinema di animazione.

Coordinamento didattico
Prof.ssa Maria Venticelli

Ideazione e conduzione del laboratorio di cinema di animazione:
Michela Donini e Roberto Paganelli per Associazione OTTOmani

Il progetto "perCorsi di Memoria" è ideato e gestito da Roberto Pasquali attraverso l'Associazione Interculturale Polo Interetnico A.I.P.I.
"perCorsi di Memoria" è finanziato dal Comune di Bologna, settore Area Affari istituzionali e Quartieri, nell'ambito del piano "Cittadinanza attiva" e si è realizzato nei Quartieri Porto e Saragozza.

Un grazie di cuore a "William", il partigiano Lino Michelini della 7a Brigata GAP.
Bologna, Giugno 2014
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                                                 vedi inoltre: Ciao, William

sabato 3 maggio 2014

Le narrazioni della Resistenza - BO giovedì 8 maggio 2014 al Parri


Giovedì 8 maggio 2014, ore 15.30
Sala ex Refettorio - ingresso da via Sant’Isaia 20 -  Bologna
presentazione dei volumi:

Resistenza e autobiografia della nazione
a cura di Aldo Agosti e Chiara Colombini
Edizioni Seb 27, Torino, 2012


Storie della Resistenza
a cura di Domenico Gallo e Italo Poma
Sellerio editore, Palermo, 2013


Ne discutono con i Curatori
Roberto Chiarini - Università Statale di Milano Alberto Preti - Università di Bologna - Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R Maurizio Zangarini - Università di Verona - Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
 
Introduce e coordina
Luca Alessandrini
Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R

venerdì 21 marzo 2014

FACEVAMO QUELLO CHE DOVEVAMO - proiezione del film documentario sulla Volante Rossa:-23/3 all'Iqbal Masih - BO






Dalle ore 18:00 aperitivo

A seguire proiezione del film documentario sulla Volante Rossa:

FACEVAMO QUELLO CHE DOVEVAMO

Circolo Iqbal Masih,via dei Lapidari 13/L - Bologna

L’Iqbal è raggiungibile dal centro con l’autobus 11C direzione
Corticella, fermata Lapidari o da via di Corticella bus 27 o 62
notturno sempre direzione Corticella

martedì 11 febbraio 2014

Rassegna «Una società allo specchio: l'identità italiana nel cinema della Liberazione a oggi»

Francesco Cattaneo (Poetica e Retorica) e Manlio Iofrida (Filosofia
della Storia e Storia della Filosofia francese contemporanea)
dell’Università di Bologna, in collaborazione con la rivista
cinematografica “Rifrazioni. Dal cinema all’Oltre” e con la Biblioteca
Multimediale Roberto Ruffilli, presentano la rassegna
cinematografica:


Una società allo specchio: l’identità italiana nel cinema dalla Liberazione a oggi


Calendario degli incontri
:


Martedì 11 Febbraio 2014 ore 20.30
Roma, di Federico Fellini (1972) a cura di
Manlio Iofrida

 
Martedì 18 Febbraio 2014 ore 20.30
La grande bellezza, di Paolo Sorrentino (2013) a cura di
Igor Pelgreffi

 
Martedì 25 Febbraio 2014 ore 20.30
Reality, di Matteo Garrone (2012) a cura di
Francesco Cattaneo

 
Martedì 4 Marzo 2014 ore 20.30
Professione: reporter, di Michelangelo Antonioni (1975) a cura di
Jonny Costantino

 
Martedì 11 Marzo 2014 ore 20.30
Le quattro volte, di Michelangelo Frammartino (2010) a cura di
Daniela Vola

 
Martedì 25 Marzo 2014 ore 20.30
Segreti di Stato, di Paolo Benvenuti (2003) + 2 frammenti tratti dal
film Lucky Luciano, di Francesco Rosi (1973), a cura di
Laura Zardi

 
Martedì 1 Aprile 2014 ore 20.30
Sicilia!, di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet (1999)
serata conclusiva sintesi finale della rassegna



Tutte le proiezioni si terranno presso la Saletta Multimediale della Biblioteca Roberto Ruffilli (primo piano)
Vicolo Bolognetti 2 – Bologna. Per informazioni tel. 051/276112.
Ingresso gratuito (riservato agli studenti e ai docenti)

lunedì 22 aprile 2013

Cirenaica : le vie dell'oblio?

Martedì 23 aprile 2013, con il titolo de Le vie della Resistenza, si terrà a Bologna un incontro organizzato dall'Anpi San Vitale in collaborazione con l' associazione Cirenaica e al quale parteciperanno, tra gli/le altri/e, il presidente della sezione San Vitale dell'Anpi e il figlio e la figlia dell'antifascista Rino Pancaldi. L'iniziativa si colloca all'interno delle celebrazioni per "Cirenaica centenaria", ovvero il centenario della scoperta - avvenuta nel 1913 durante la costruzione di nuovi caseggiati da parte dell'Ente Autonomo Case Popolari nell'area di quella che oggi è detta "Cirenaica", rione del Quartiere San Vitale di Bologna - di alcune tombe appartenenti alla civiltà villanoviana. Ma il 1913 è anche il centenario di ben altro avvenimento: è infatti nell'aprile del 1913 che il consiglio comunale bolognese si riunisce su richiesta dello Iacp affinché siano dati dei nomi alle nuove vie del rione e decide infine di attribuire a queste "nomi ricordanti i luoghi illustrati dal nostro esercito e dalla nostra flotta nella recente guerra" (Ascbo, delib. cons. del 9 aprile 1913). La guerra alla quale si fa riferimento è l'invasione coloniale della Libia che, cominciata dal governo Giolitti nel 1911, non si distingue in quanto a ferocia dalla successiva invasione coloniale fascista voluta da Mussolini negli anni 30. Basti pensare solo all'eccidio di Sciara Sciat dove, secondo Angelo Del Boca - uno dei maggiori storici del colonialismo italiano in Libia - furono uccise almeno 4000 persone (uomini, donne, bambini/e) e quasi altrettante deportate verso le carceri italiane (cfr. A. Del Boca, A un passo dalla forca, Baldini&Castoldi Dalai, 2007). E sono luoghi e avvenimenti di questa guerra ad essere scelti come nomi per le vie del nuovo rione: via Tripoli, via Bengasi, via Libia, via Derna, via Due Palme, via Homs ... (cfr. G. Gabrielli, Bologna e le sue colonie, in L'Africa in giardino, Grafiche Zanini, 1998). Solo nel 1949 le vie di quella che è oramai chiamata "Cirenaica" vengono rinominate con nomi di partigiani, anche e soprattutto  per la forte volontà dell'Anpi che già l'anno prima - con un atto di grande valore simbolico - aveva apposto nell'allora via Bengasi (poi Bentivogli) una targa per ricordare i nomi di trentatré "caduti per la nostra libertà"...

... leggi tutto su Marginalia

domenica 21 agosto 2011

Non toccate il 25 aprile...

NO alla proposta di soppressione delle festività 25 aprile – 1 maggio – 2 giugno.

"Ma il fascismo è ancora un altra cosa: è lo scetticismo di larghi strati della popolazione circa la propria attitudine a decidere in modo autonomo il loro destino collettivo, è l'annosa consuetudine ad attendere che tutte le decisioni vengano dall'alto, è l'acquiescenza, la sopportazione, è nell'attesa il piccolo e mediocre opportunismo, il lasciare correre sulle piccole ingiustizie sulle quali poi si edificano le ingiustizie più grandi e radicali, è in una parola l'inerzia politica e la sfiducia nelle libertà che non è un dono ma si conquista e si difende in ogni ora della vita. Questo nemico, questo aspetto del fascismo è più pericoloso ancora dei precedenti perché si annida dentro di noi e non è riconoscibile sensibilmente e minaccia perpetuamente di pregiudicare anche le più ardite e conseguenti conquiste rivoluzionarie. Ma anche contro questo nemico i partiti antifascisti sono i soli qualificati a lottare con successo: la loro tradizione di un'attività instancabile, sorretta da un potente idealismo morale, li ha sempre portati ad approfondire i problemi politici, oltre le formalità istituzionali, nell'intimo delle coscienze, a mediare la prassi politica coll'attività pedagogica, a puntare essenzialmente sull'autonomia, così dell'individuo come del gruppo. Se ieri l'ambito della loro attività era forzatamente ristretto, oggi le circostanze sono più favorevoli, più lo saranno domani: se i partiti antifascisti non tradiranno la loro missione di libertà, il successo anche in questo campo non mancherà.
 Quaderni dell'Italia libera. N°3, 1 Ottobre 1943. Vittorio Foa 

martedì 21 settembre 2010

Italo Calvino: «Da noi, niente va perduto ...» [da Militant]

Venticinque anni fa moriva Italo Calvino [Santiago de la Vegas, 15 settembre 1923 - Siena, 19 settembre 1985] uno dei più grandi scrittori italiani del 900. Recentemente ci siamo riletti Il sentiero dei nidi di ragno, il suo bellissimo romanzo sulla lotta partigiana vista attraverso gli occhi di Pin, un ragazzino che quasi per caso (o forse no) si trova a militare dalla parte giusta, dalla parte della storia. Ne riproponiamo un passo ...

Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qui si risolve qualcosa, là si ribadisce la catena. Quel peso di male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta ad uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. ma allora c’è la storia.C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur senza saperlo, noi per redimercene, loro per rimanerne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta al riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l’operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo.


sabato 30 maggio 2009

"Il sangue dei vincitori " presentazione 30 maggio - Fest antifa BO



Massimo Storchi


Il sangue dei vincitori



Saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46)
Rastrellamenti, deportazioni, fucilazioni, torture. I venti mesi di sangue della Repubblica di Salò lasciarono una striscia di dolore e rancore che trovò come primo drammatico esito la giustizia sommaria dei giorni della liberazione e poi i processi istruiti a carico dei maggiori criminali fascisti. Utilizzando per la prima volta gli atti della Corte di Assise Straordinaria di Reggio Emilia si ripercorrono i drammatici giorni della feroce repressione antipartigiana e il tentativo fallito di dare giustizia alle centinaia di vittime della repressione dei corpi armati di Salò, al servizio dell'occupante tedesco.

presentazione
30 maggio ore 15 
 parco delle caserme rosse 
bologna




 discutono con l'autore:

 Fabrizio Billi (dell'Archivio MarcoPezzi)

e


  Rudy Leonelli

 



mercoledì 1 ottobre 2008

Didala Ghilarducci: Lettera aperta a Spike Lee

9 novembre 2007 (a: Anpi Barona, Milano)

Cari amici di Milano permettetemi di farvi conoscere quello che ho scritto al regista americano circa le scene girate da lui a sant'Anna di Stazzema per un film sulla Buffalo. Come forse saprete anche dalla stampa c'è il dubbio che per "esigenze di copione" il regista abbia creato nella sceneggiatura qualche aggiustamento alla ricostruzione storica della strage ormai appurata anche dal tribunale militare, riprendendo suggestioni che in qualche modo attribuivano alla presenza di partigiani in paese la spinta a compiere il criminale gesto del massacro di tanti innocenti.Un saluto da amica.

Didala Ghilarducci, segretaria Anpi di Viareggio.




Lettera aperta
al regista Spike Lee

Gentile regista, mi chiamo Didala Ghilarducci. Sono una vecchia partigiana. Mio marito, Chittò, fu ucciso dai nazisti sui monti versiliesi alcune settimane dopo la strage di Sant'Anna di Stazzema, in quel terribile agosto del '44. Mi sono risolta a scriverle perché quello che leggo sui giornali a proposito del film che lei sta girando mi fa sentire il cuore pesante come un macigno. Pare infatti che nel film si avvalori la falsa tesi che la strage venga compiuta a causa della ricerca di partigiani presenti in paese. E' una falsa tesi che i detrattori della Resistenza hanno sempre sostenuto per dare ai partigiani la colpa di quella strage.Tutte queste voci che si rincorrono sul contenuto delle scene girate a Sant'Anna, se possono poco turbare lei, danno agli uomini ed alle donne della Resistenza italiana una dolorosa inquietudine.So che lei è un grande regista, so che nei sui film è riuscito sempre a raccontare drammi, dolori ed oppressioni che ci hanno emozionato ed hanno fatto crescere la coscienza civile anche qui in Europa. Di questo soprattutto le sono grata. Ho lottato una vita per la democrazia, i diritti civili e la libertà che non posso non trovarmi accanto a chi combatte e denuncia ingiustizie e sopraffazioni.Proprio per questo vorrei essere altrettanto brava da poterle non solo spiegare, ma farle sentire in qualche modo, perché ogni finzione, ogni aggiustamento di quanto avvenuto a Sant'Anna di Stazzema mi pare, ci pare, inaccettabile. Quando le persone, una comunità, hanno vissuto un lutto così profondo e traumatico, comprenderà che conservino sul tema una sensibilità esasperata dal dolore che brucia ancora la carne a distanza di sessant'anni. Nel raccontare la sua storia, una storia importante non solo per il suo Paese, lei ha scelto di fermarsi su quella piccola piazza davanti alla chiesa, a Sant'Anna. Una piazza che io, come altri, ho visto nel suo orrore reale ed inenarrabile nel '44. Il vento può aver portato tra i boschi e verso il mare la cenere di quel rogo, ma l'angoscia, il pianto e il sangue restano aggrumati là e resteranno là nel tempo e nelle nostre coscienze di uomini e donne. Se lei, gentile regista, si soffermerà in questo pensiero allora capirà come non sia possibile in quella piazza raccontare un'altra morte. Non lo possiamo fare per le vittime, non lo possiamo fare per quei ragazzi e quelle ragazze della Resistenza rimasti sui monti insieme a loro a ricordarci per sempre l'orrore della guerra e il prezzo altissimo della libertà. Se togliamo loro la storia, allora li priviamo del senso della loro morte. E questo non è possibile in quella piazza. In un'altra ricostruita altrove, ma non lì. Non riesco ad immaginare che per raccontare una storia di diritti e di persone si finisca per sottrarre la propria storia ad altre vittime.Ecco, gentile regista, le ho aperto il cuore nella speranza che in qualche modo da lei possa giungere una risposta che ci faccia comprendere che il senso del faticoso cammino di impegno civile, di riconciliazione che come comunità e persone abbiamo ricercato e percorso in questi sessant'anni, non sarà disperso.
Didala Ghilarducci


[dal sito ANPI Barona]

venerdì 25 aprile 2008

Voce degli ultimi partigiani di Franco Fortini e altri eventi ai bordi del 25 aprile a Bologna

Questa mattina, 25 aprile, le lapidi che, alla Bolognina, da Piazza dell’Unità fino all’ex lager delle Caserme rosse, ricordano i caduti partigiani e le vittime del fascismo, erano decorate una per una da un cerchione di bicicletta, attraversato da una camera d’aria nera (con la scritta bianca “staffetta partigiana” o “staffetta antifascista”), che, sovrapposta ai raggi, ne attraversava il diametro. La ruota era affiancata da volantini affissi garbatamente ai muri con nastro adesivo. Tra questi, la riproduzione di un’ordinanza del febbraio 1944, della Prefettura di Bologna che proclamava:
IL CAPO DELLA PROVINCIA
Ritenuta la necessità, in relazione ai recenti luttuosi avvenimenti, di disciplinare l’uso della bicicletta […]
ORDINA
E’ vietato a tutti gli uomini di età superiore ai 16 anni, in tutto il territorio della Provincia, l’uso della bicicletta senza una speciale autorizzazione […]
Questo reprint che evoca il panico (e il tallone di ferro) nazifascista di fronte alle azioni partigiane, ed il ruolo indispensabile, pericoloso e coraggioso svolto dalle staffette partigiane, sembrava istituire una relazione tra il passato e il ricordo presente attraverso il filo conduttore della bicicletta.
Ma, accanto a quel manifestino e ad altre ristampe di volantini della guerra partigiana, mi ha colpito la presenza di un altro foglio: il testo di una poesia di Franco Fortini, che mi è sembrata essere riproposta, con questa sorprendente e centrata iniziativa, nella forma, nel giorno e nel contesto più adatti.

Eccola:
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Voce degli ultimi partigiani [*]
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Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati
Nell’acqua della fonte
La bava degli impiccati.
Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull’erba secca del prato
I denti dei fucilati.
Mordere l’aria mordere i sassi
La nostra carne non è più d’uomini.
Mordere l’aria mordere i sassi
Il nostro cuore non è più d’uomini.
Ma noi s’è letta negli occhi dei morti
E sulla terra faremo libertà
Ma l’hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si farà.
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Franco Fortini, 1944
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Nella foto [**] un particolare dalla Festa della Resistenza Popolare che si è svolta oggi, in Piazza dell'Unità, nell'ambito della Primavera antifascista e antirazzista.
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NOTE:

[*] "Voce degli ultimi partigiani" era il titolo nel volantino (fotocopiato da una antologia che non saprei identificare). Il testo è quello del "Canto degli ultimi partigiani", in Franco Fortini, Foglio di via, Einaudi, Torino, 1946.

[**] Special Thanks to Marginalia.
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