Scritti critici. Saggi, articoli e recensioni di filosofia, politica e storia del presente
sabato 8 giugno 2013
giovedì 6 giugno 2013
in memoria di Clément Méric, ucciso dai fascisti
Le
mercredi 5 juin 2013, en sortant d'un magasin de vêtements, près de la
gare Saint-Lazare, Clément Méric, jeune syndicaliste âgé de 18 ans et
militant antifasciste a été battu à mort par des membres de l'extrême
droite radicale. Venu de Brest pour ses études à Sciences Po, il a été
victime du contexte de violences d'extrême droite qui s'est développé
ces derniers mois. Il est décédé des suites de ses blessures, dans la
nuit, à l'hôpital de la Pitié-Salpêtrière. Toutes nos pensées vont à sa
famille et à ses proches auxquels nous exprimons toute notre solidarité.
* * *
Mercoledì
5 giugno 2013, uscendo da un negozio di abbigliamento, nei pressi della
gare Saint-Lazare, Clément Méric, sindacalista diciottenne e
attivista antifascista è stato picchiato a morte dai membri
dell'estrema destra radicale. Venuto a Brest per i suoi studi a Scienze politiche, è stato vittima del contesto di estrema violenza di destra intensificatosi negli ultimi mesi. È morto per le ferite, nella notte, presso
l'ospedale Pitié-Salpêtrière. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua
famiglia e ai suoi cari ai quali esprimiamo la nostra solidarietà.
I suoi amic* e compagn*.
da: Action Antifasciste Paris-Banlieue
__________________________________________________
vedi anche: «L’orrore fascista torna a uccidere a Parigi»
martedì 4 giugno 2013
"Il sangue politico"- BO, 4 giugno: presentazione del libro di N. Orlandi Posti
Presentazione del libro "IL SANGUE POLITICO"
di Nicoletta Orlandi Posti
Editori Riuniti
Incontro con l'autrice
Con la partecipazione di Paola Faraca
Vino& stuzzicherie a cura di Drogheria 53
martedì 4 giugno, ore 18
Casa Rude via Pietralata 83/A, Bologna (traversa di via del Pratello)
Gli anarchici della Baracca, un caso che li riassume tutti
Questa è la storia di Gianni
Aricò, di Angelo Casile, di Annelise Borth, di Franco Scordo e di Luigi
Lo Celso che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente
stradale sull'autostrada del Sole, nei pressi di Ferentino, la notte
tra il 26 e il 27 settembre 1970. Erano partiti dalla Calabria per
portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana,
un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo
dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme
si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della
storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da
piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il
golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la
tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici
che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa
è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia,
un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però
estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue
di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono
vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità.
Li hanno fermati.
Prefazione di Erri De Luca
mercoledì 29 maggio 2013
Omaggio a Franca Rame
Franca Rame
(18 luglio 1929 – 29 maggio 2013)
Omaggio a Franca Rame - poesia Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria - All I Know musica voce e testo di Mara Micciché
[Caricato in data 28/ott/2011]
[Caricato in data 28/ott/2011]
"Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."
Franca Rame
lunedì 27 maggio 2013
I «Quaderni» al microscopio
L’opera
di Gramsci all’esame dell’Istituto per il restauro
Al
centro dell’indagine la questione della numerazione dei volumi e le
incongruenze rilevate dagli storici
di Eleonora Lattanzi, l'Unità, 27.05.2013
Il
13 maggio 2013 l’Istituto per il restauro e la conservazione del
patrimonio archivistico e librario (Icprcpal) ha concluso le analisi
svolte sui manoscritti di 4 dei Quaderni
del carcere di Antonio
Gramsci. Le indagini, riguardanti i quaderni 12 (XXIX), D 13 (XXXI) e
29 (XXI), erano state richieste dalla Fondazione Istituto Gramsci nel
luglio 2012 allo scopo di chiarire le incongruenze presenti nella
numerazione data ai Quaderni
dalla cognata Tatiana Schucht.
In seguito alla morte del
dirigente comunista nell’aprile del 1937, Tatiana, prima di inviare
i quaderni a Mosca, li numerò
apponendovi delle etichette. Non tutti i quaderni risultano però
etichettati, mentre su alcuni furono applicate etichette di fattura
diversa. Inoltre, sulla copertina di 3 quaderni, dal XXIX al XXXI, le
etichette attualmente visibili furono sovrapposte da Tatiana a
etichette applicate da lei stessa.
Anche
in ragione di queste incongruenze, nel volume I
due carceri di Gramsci
(Donzelli 2011), il prof. Lo Piparo ha avanzato dei dubbi circa la
reale consistenza del lascito gramsciano, ipotizzando l’esistenza
di un ulteriore quaderno oltre ai 33 conosciuti, occultato dopo la
consegna a Togliatti, avvenuta nell’aprile 1945, forse a causa di
un suo contenuto «scomodo». Nel giugno 2012 egli quindi propose
dalle pagine del Corriere
della sera
l’istituzione di una commissione di studiosi finalizzata ad
analizzare i manoscritti e la documentazione relativa alla
trasmissione dei Quaderni.
La
proposta venne accolta da dalla Fondazione Istituto Gramsci che
chiamò a far parte del gruppo di lavoro Luciano Canfora, Giuseppe
Cospito, Gianni Francioni, Fabio Frosini, Franco Lo Piparo e Giuseppe
Vacca. In una prima riunione furono esposti i termini della questione
e vennero fornite ai membri del gruppo di lavoro alcune lettere delle
sorelle Schucht; ad
essa fece seguito una seconda riunione, svoltasi il 20 settembre
2012, nella quale furono esaminati gli originali dei Quaderni.
Nel
corso degli incontri e in un nuovo volume (L’enigma
del quaderno, Donzelli,
2013), il prof. Lo Piparo ha avanzato l’ipotesi che la presenza di
doppie etichette su alcuni quaderni fosse dovuta all’intenzione di
Tatiana di «lasciare
traccia» del quaderno mancante. A tal proposito, ha sostenuto che
«le etichette in chiaro usate da Tatiana si fermano a XXXI. Sotto
l’etichetta XXIX si legge l’etichetta XXXII»; pertanto, ha
aggiunto: «non mi stupirei se sotto l’etichetta in chiaro XXX ci
fosse l’etichetta XXXIIII e, coperta dall’etichetta XXXI
trovassimo l’etichetta XXXIV» (pag. 124).
sabato 25 maggio 2013
Dei predicatori di morte [Von den Predigern des Todes]
Vi
sono predicatori di morte: e la terra è piena di gente cui bisogna
predicare di abbandonare la vita.
Piena
è la terra di superflui, corrotta la vita dai troppi.
Possano
costoro con gli allettamenti della “vita eterna” essere tolti da
questa vita! …
Friedrich Nietzsche
Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen
trad it. Così
parlò
Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, a c. di G. Colli e
M. Montinari, Adelphi Edizioni
venerdì 24 maggio 2013
del culto improvvisato della retorica del "martire d'Europa", o "Samurai d'Occidente"
un fallimentare "mito" di restaurazione
curiosamente privo di emuli pronti al "sacrificio"
vedi: staffetta, Religio mortis
giovedì 23 maggio 2013
Étienne Balibar: Lezione gramsciana 2013, Bologna 23 maggio h. 17 (reminder)
Europa, nazioni:
il popolo mancante e la crisi di legittimità
giovedì 23 maggio
ore 17.00
Sala convegni
Fondazione Gramsci via Mentana 2
Bologna
Lezione di
Étienne Balibar
Discussants
Nadia Urbinati, Columbia University
Sandro Mezzadra, Università di Bologna
Nadia Urbinati, Columbia University
Sandro Mezzadra, Università di Bologna
____________
more info: qui
mercoledì 22 maggio 2013
Les clichés selon Alain Badiou, philosophe
pubblicato in data 24 aprile 2012
«Il y a un cliché tenace qui m'insupporte , c'est que l'amour est quelque chose de magnifique à ses débuts, puis qu'une lassitude s'installe pour terminer enfin par une aigre séparation. »
Alain Badiou
Philosophe majeur de la scène intellectuelle française contemporaine, Alain Badiou a publié bon nombre d'essais, aussi bien consacrés à des questions ontologiques que politiques comme « La Théorie du sujet » ou encore « L' Etre et l'événement ».
La pensée politique de cet ancien militant maoïste s'inscrit dans un engagement à gauche, comme en témoignent plusieurs ouvrages pamphlétaires comme « De quoi Sarkozy est il le nom ? » et différentes réflexions autour de la réhabilitation du communisme dans des titres comme « L' Hypothèse communiste », paru en 2009. Ces prises de position radicales suscitent régulièrement la polémique et lui valent de recevoir de nombreuses critiques.
Intellectuel controversé, Alain Badiou n'en demeure pas moins un philosophe reconnu, écouté avec attention sur la scène internationale. Son dernier ouvrage « Le Réveil de l'Histoire ? » analyse les derniers mouvements de révolte dans le monde, d'Egypte en Syrie, d'Espagne en Angleterre dans lequel il salue « ce retour de la pensée et de l'action des politiques émancipatrices directement articulées à l'action et à l'organisation des masses populaires ».
Ce film est une production de l'agence Let's Pix pour le compte de l'Atelier Recherche et Développement de France Télévisions
sabato 18 maggio 2013
L'insostenibile leggerezza del piombo del Carlino
"Forza Nuova e antifascisti schierati in corteo: la città ripiomba negli anni '70"
Viale Silvani bloccato per decine di minuti in entrambe le direzioni da
carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa. E tra gli opposti
gruppi sfila anche la Mille Miglia
da il Resto del Carlino, 18 maggio 2013
da il Resto del Carlino, 18 maggio 2013
Bologna, il corteo antifascista contro la manifestazione di Forza Nuova
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2013/05/18/890580-corteo-forza-nuova-antifascisti-viale-silvani.shtml
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2013/05/18/890580-corteo-forza-nuova-antifascisti-viale-silvani.shtml
Bologna, 18 maggio 2013 - Non hanno fatto in tempo ad arrivare in via Saffi a Bologna, che gli esponenti di Forza Nuova, si sono ritrovati, a circa trecento metri, quelli di Bologna Antifascista.
Su viale Silvani, bloccata in entrambe le direzioni da carabinieri e
polizia in tenuta antisommossa per qualche decina di minuti, una
quarantina di giovani di Bologna Antifascista ha acceso fumogeni
colorati e lanciando slogan come “Siamo tutti antifascisti”.
Una ventina di attivisti di Forza Nuova ha allestito un banchetto a pochi metri da Porta San Felice, dove è stato organizzato il presidio contro Rom e abusivi inizialmente annunciato davanti all’ospedale Maggiore,
ma spostato dopo il divieto della Questura. Nella stessa zona è stata
dirottata anche la contromanifestazione di Bologna Antifascista (una
cinquantina di persone, compresi esponenti di centri sociali cittadini),
che le forze dell’ordine hanno tenuto a distanza, in via dello Scalo.
Tenuti lontano dagli esponenti di Forza Nuova da una decina di mezzi
della forze dell’ordine e da cordoni di carabinieri e polizia i giovani
dei gruppo antifascisti si sono diretti poi verso porta Lame, quindi dal
lato opposto rispetto a quelli di Forza Nuova che, in numero molto
minore, sono rimasti fermi all’imbocco di via dello Scalo. Anche qui non
mancava un presidio della polizia in tenuta antisommossa. La polizia
municipale, nel frattempo, ha deviato il traffico su via Saffi da un
lato e su via Zanardi dall’altro.
constatiamo l'anacronismo del Carlino :
nato pompiere, finisce incendiario...
nato pompiere, finisce incendiario...
Zingari ad Auschwitz: Razza impura
riprendo il video di Maura Crudeli
nel giorno del
presidio antifascista e antirazzista
Bologna18/5 : ore 12
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per info e aggiornamenti vedi: staffetta
sabato 11 maggio 2013
sabato 4 maggio 2013
Pierre Macherey: L’utopie ou l’attention au détail
L’utopie ou l’attention au détail di laviedesidees
L’utopie n’est pas faite pour être réalisée, mais pour éduquer notre
regard. En critiquant ses dérives, les contre-utopistes ont fait œuvre
salutaire, mais ils nous ont aussi détournés de ce qui fait son intérêt
premier : une plus grande attention à notre quotidien. C’est pour cela
que l’utopie, aujourd’hui, nous manque.
martedì 30 aprile 2013
Il rogo dei libri
Bertolt Brecht
Il rogo dei libri
Quando il regime ordinò che in
pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per
ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta
scoprì
– uno di quelli al bando, uno dei
meglio – l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento,
che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira,e scrisse
ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo,
bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non
lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri
miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi
comando:
bruciatemi!
domenica 28 aprile 2013
La "banda Collotti", un libro di Claudia Cernigoi
La “Banda Collotti”.
Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia
ed. Kappa Vu, Udine, 2013
“Ho cominciato a scrivere questo libro più di dieci anni fa, pensando all’inizio di farne un breve dossier, come quelli che pubblico per la Nuova Alabarda. Avevo iniziato riordinando un po’ di documenti storici e di testimonianze e poi, andando avanti, mi sono accorta che mentre scrivevo la storia del corpo di repressione avevo iniziato a ricostruire anche una parte della storia della Resistenza di queste terre, e così ho proseguito raccogliendo altri documenti, ma soprattutto testimonianze di persone che avevano vissuto quei momenti e me ne hanno resa partecipe. Così ne è uscito un libro piuttosto corposo, ricerca che per me ha significato non solo conoscere fatti storici ma anche entrare in contatto con tante persone che avevano lottato e sofferto per la libertà, ed alla fine ne sono uscita più ricca interiormente. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno aiutata e che sono ricordati all’inizio del libro, e mando un pensiero particolare agli ex prigionieri che hanno accettato di visitare la sede di via Cologna, dove erano stati detenuti e torturati, per ricostruire con noi, che “viviamo tranquilli nelle nostre tiepide case” quei tempi terribili che non abbiamo vissuto, noi che grazie al sacrificio di persone come loro oggi possiamo vivere liberamente”.
____________________________
fonte: G. Aragno
Thanks: Marginalia
genealogia: La Nuova Alabarda
sabato 27 aprile 2013
... non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine.
Giudicare
è il mestiere di molta gente, e non è un buon mestiere, ma è anche
l'uso che molti fanno
della scrittura. Meglio essere uno spazzino che un giudice. Più uno
si è ingannato nella vita, e più dà lezioni; non c'è che uno
stalinista per dare lezioni di antistalinismo ed enunciare le “nuove
regole”. Esiste una razza di giudici, e la storia del pensiero si
confonde con quella del tribunale della Ragion pura, o della Fede
pura. È per questo che la gente parla così facilmente in nome e al
posto di altri, ed è per questo che ama tanto le domande, ed è
tanto capace di porle e di rispondervi … La giustizia, la
giustezza, sono cattive idee. Bisognerebbe opporvi la formula di
Godard: non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine. È la stessa
cosa in filosofia, come in un film o una canzone: non delle idee
giuste ma giusto delle idee. Giusto delle idee significa l'incontro,
il divenire, il furto e le nozze, questo spazio intermedio fra due
solitudini.
Gilles Deluze
in G. Deleuze e C.
Parnet, Dialogues, Flammairon, Paris 1977,
tr. it. Conversazioni, a c. d. G.
Comolli, Feltrinelli, Milano 1980
venerdì 26 aprile 2013
La Resistenza (s) piegata
lunedì 22 aprile 2013
Cirenaica : le vie dell'oblio?
Martedì 23 aprile 2013, con il titolo de Le vie della Resistenza, si terrà a Bologna un incontro organizzato dall'Anpi San Vitale in collaborazione con l' associazione Cirenaica e al quale
parteciperanno, tra gli/le altri/e, il presidente della sezione San
Vitale dell'Anpi e il figlio e la figlia dell'antifascista Rino
Pancaldi. L'iniziativa si colloca all'interno delle celebrazioni per
"Cirenaica centenaria", ovvero il centenario della scoperta - avvenuta
nel 1913 durante la costruzione di nuovi caseggiati da parte dell'Ente
Autonomo Case Popolari nell'area di quella che oggi è
detta "Cirenaica", rione del Quartiere San Vitale di Bologna - di alcune
tombe appartenenti alla civiltà villanoviana. Ma il 1913 è anche il
centenario di ben altro avvenimento: è infatti nell'aprile del 1913 che
il consiglio comunale bolognese si riunisce su richiesta dello Iacp
affinché siano dati dei nomi alle nuove vie del rione e decide infine di
attribuire a queste "nomi ricordanti i luoghi illustrati dal nostro
esercito e dalla nostra flotta nella recente guerra" (Ascbo, delib.
cons. del 9 aprile 1913). La guerra alla quale si fa riferimento è
l'invasione coloniale della Libia che, cominciata dal governo Giolitti
nel 1911, non si distingue in quanto a ferocia dalla successiva
invasione coloniale fascista voluta da Mussolini negli anni 30. Basti
pensare solo all'eccidio di Sciara Sciat dove, secondo Angelo Del Boca -
uno dei maggiori storici del colonialismo italiano in Libia - furono
uccise almeno 4000 persone (uomini, donne, bambini/e) e quasi
altrettante deportate verso le carceri italiane (cfr. A. Del Boca, A un passo dalla forca,
Baldini&Castoldi Dalai, 2007). E sono luoghi e avvenimenti di
questa guerra ad essere scelti come nomi per le vie del nuovo rione: via
Tripoli, via Bengasi, via Libia, via Derna, via Due Palme, via Homs ...
(cfr. G. Gabrielli, Bologna e le sue colonie, in L'Africa in giardino,
Grafiche Zanini, 1998). Solo nel 1949 le vie di quella che è oramai
chiamata "Cirenaica" vengono
rinominate con nomi di partigiani, anche e soprattutto per la forte
volontà dell'Anpi che già l'anno prima - con un atto di grande valore
simbolico - aveva apposto nell'allora via Bengasi (poi Bentivogli) una
targa per ricordare i nomi di trentatré
"caduti per la nostra libertà"...
... leggi tutto su Marginalia
giovedì 4 aprile 2013
Non si nasce donna - Quaderni Viola n. 5
Percorsi, testi e contesti
del femminismo materialista in Francia
a cura di Sara Garbagnoli e Vincenza Perilli
« Sesso, razza e sessualità sono evidenze socialmente radicate e ben fondate e, per questo, tanto efficacemente e inerzialmente riprodotte come fossero invarianti sociali, dati di natura. Lo studiare i modi con cui i rapporti sociali diventano talmente solidi da sembrare naturali permette di iscriverle nella storia, aprendo, in tal modo, uno spazio di possibilità perché le cose possano essere altrimenti. »
vedi inoltre: Marginalia
mercoledì 27 marzo 2013
Karl Marx & Klassenkämpfen : Sometime they come back
TIME: Marx’s Revenge: How Class Struggle Is Shaping the World
La vendetta di Marx. Il Time lo rivaluta:
“È stato un profeta, le sue previsioni si sono avverate”
Un lungo articolo del TIME rivaluta Karl Marx. Teorizzò i rischi del capitalismo: impoverimento e conflitti sociali
Il settimanale statunitense dedica una lunga analisi alla rivalutazione
delle teorie di Marx, da sempre osteggiate dagli Usa. “Se i politici non
praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a
tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx
potrebbe avere la sua vendetta”…
(leggi tutto su Reset Italia)
(leggi tutto su Reset Italia)
lunedì 25 marzo 2013
sabato 23 marzo 2013
La via italiana all’apartheid. I predatori del voto negato
Gli immigrati non possono votare alle elezioni
politiche. Ma "contano" come popolazione residente, gonfiando la torta
dei seggi da spartire. Soprattutto al Nord-Ovest, dove vive più di un
terzo degli stranieri. Lampante il caso della "Ohio d'Italia", la
Lombardia
1. Una rendita elettorale che non fa notizia
L’esclusione di tutti i migranti residenti in Italia dal voto nelle elezioni politiche del 24 febbraio 2013 è uno dei tanti atti di discriminazione contro gli stranieri che si consumano nel mondo e che di solito passano inosservati. Ne sono autori molti governi e organi legislativi di paesi d’immigrazione, che negano il voto ai migranti e allo stesso tempo li contano come parte della popolazione nazionale, gonfiando così la torta dei seggi elettorali da spartire, una vera e propria rendita elettorale a favore dei sistemi politici vigenti.[1]
Nel caso italiano, ormai da più un ventennio perdura l’ostilità endemica al voto dei migranti nelle elezioni politiche, nelle quali possono votare solo i cittadini.[2] La legge per il difficile ottenimento della cittadinanza risale al 1992. Il ceto politico che allora non prendeva sul serio la questione del voto dei migranti ha finito poi per non prendere sul serio neppure il voto dei cittadini e per presentare liste bloccate di nominati dalle segreterie dei partiti (legge elettorale cosiddetta Porcellum del 2005).[3] A loro volta molti dei cittadini ricambiano o rifiutandosi di votare o acconciandosi passivamente a mettere una croce su quello che passa il convento.
Dunque, in sovrimpressione sul crescente numero dei non votanti, delle schede bianche e nulle nelle elezioni di febbraio andrebbe stampata la quindicennale parabola ascendente del numero dei migranti in età di voto, che non compaiono sui radar elettorali ma – in modo intermittente – sui radar della Guardia costiera e della Nato. Non sorprende poi che il maggiore partito nelle elezioni di febbraio è risultato quello dei non-votanti.[4] Si aggiungano inoltre le schede bianche e nulle.[5] In totale coloro che non se la sono sentita di mettere una croce sulla scheda sono 13 milioni e 841mila alla Camera (27, 28%) e 12 milioni 617 mila al Senato (27,15%).[6] A loro va premesso il numero dei migranti residenti in Italia, ossia 3 milioni e 104mila in età di voto per la Camera, due milioni e 737mila in età di voto per il Senato. [7] Addizionando i migranti esclusi dalle urne, gli assenteisti e le schede bianche e nulle i non votanti sono un terzo della popolazione in età di voto.[8]
L’esclusione di tutti i migranti residenti in Italia dal voto nelle elezioni politiche del 24 febbraio 2013 è uno dei tanti atti di discriminazione contro gli stranieri che si consumano nel mondo e che di solito passano inosservati. Ne sono autori molti governi e organi legislativi di paesi d’immigrazione, che negano il voto ai migranti e allo stesso tempo li contano come parte della popolazione nazionale, gonfiando così la torta dei seggi elettorali da spartire, una vera e propria rendita elettorale a favore dei sistemi politici vigenti.[1]
Nel caso italiano, ormai da più un ventennio perdura l’ostilità endemica al voto dei migranti nelle elezioni politiche, nelle quali possono votare solo i cittadini.[2] La legge per il difficile ottenimento della cittadinanza risale al 1992. Il ceto politico che allora non prendeva sul serio la questione del voto dei migranti ha finito poi per non prendere sul serio neppure il voto dei cittadini e per presentare liste bloccate di nominati dalle segreterie dei partiti (legge elettorale cosiddetta Porcellum del 2005).[3] A loro volta molti dei cittadini ricambiano o rifiutandosi di votare o acconciandosi passivamente a mettere una croce su quello che passa il convento.
Dunque, in sovrimpressione sul crescente numero dei non votanti, delle schede bianche e nulle nelle elezioni di febbraio andrebbe stampata la quindicennale parabola ascendente del numero dei migranti in età di voto, che non compaiono sui radar elettorali ma – in modo intermittente – sui radar della Guardia costiera e della Nato. Non sorprende poi che il maggiore partito nelle elezioni di febbraio è risultato quello dei non-votanti.[4] Si aggiungano inoltre le schede bianche e nulle.[5] In totale coloro che non se la sono sentita di mettere una croce sulla scheda sono 13 milioni e 841mila alla Camera (27, 28%) e 12 milioni 617 mila al Senato (27,15%).[6] A loro va premesso il numero dei migranti residenti in Italia, ossia 3 milioni e 104mila in età di voto per la Camera, due milioni e 737mila in età di voto per il Senato. [7] Addizionando i migranti esclusi dalle urne, gli assenteisti e le schede bianche e nulle i non votanti sono un terzo della popolazione in età di voto.[8]
giovedì 21 marzo 2013
Robert Castel, cinquante ans de pugnacité sociologique
Robert Castel 1933 - 2013
Directeur d’études à l’Ecole des hautes études en sciences sociales
(EHESS), Robert Castel, né à Brest en 1933, est mort à Paris, mardi 12
mars, des suites d’un cancer. A juste distance entre Michel Foucault et
Pierre Bourdieu, dont il était l’ami, non sans bataille, son œuvre
voulait être un diagnostic du temps présent.
Robert Castel, c’était d’abord une silhouette courbée sur sa
cigarette, un regard caché sous ses longs sourcils, une présence
discrète qui jaugeait longuement son interlocuteur. Il y avait chez lui
quelque chose du vieux marin, légèrement méfiant, qui se manifestait par
des silences, regard de travers, par une blague pour détendre le
sérieux du milieu académique. Car ça le faisait rire, la pose des
sociologues ou des historiens. Il devait alors penser à son certificat
d’étude, passé à Brest, ou à sa mère lui disant : « A la maison, on
manquera jamais de rien, il y aura toujours du vin. » Sous le manteau,
il aimait brandir son diplôme d’ajusteur mécanicien, son orientation
forcée dans une école technique, la rencontre d’un professeur de
mathématique, surnommé Buchenwald, ancien rescapé du camp, qui le somma
de quitter le collège fipour faire de la philosophie à Rennes.
…..
La fréquentation de Michel Foucault marque alors ses analyses
transversales, notamment par cette démarche généalogique que l’on peut
suivre dans Le psychanalysme, l’ordre psychanalytique et le pouvoir (Maspero, 1973) ; L’ordre psychiatrique (Minuit, 1977) ; La société psychiatrique avancée : le modèle américain (avec Françoise Castel et Anne Lovell, Grasset, 1979) ; La gestion des risques
(Minuit, 1981). Le traitement et la prise en charge des malades
mentaux sont violemment passés au crible de la critique. Du coup, il
entretenait un rapport assez particulier avec la sociologie,
réintroduisant le passé « avec ses problèmes qui ne sont jamais dépassés ».
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