giovedì 31 marzo 2011

Bologna: il Comune dà lo sfratto ad Atlantide. Un'archeologia

Palazzo d’Accursio accusa: “disturbo alla quiete pubblica”, e mette a bando il cassero di S.Stefano. La replica da Atlantide: “Mai verbali o multe, non crediamo di essere un problema nel quartiere”
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un'archeologia:
 


Fino dall'otto aprile dell'anno 1583, l'Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d'Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranova, Marchese d'Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi, pubblica un bando contro di essi. Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi ...  A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a renitenti, e dà a tutti gli ufficiali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà per l'esecuzione dell'ordine. Ma, nell'anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore, che questa Città è tuttavia piena di detti bravi... tornati a vivere come prima vivevano, non punto mutato il costume loro, né scemato il numero, dà fuori un'altra grida, ancor più vigorosa e notabile,

lunedì 28 marzo 2011

Et moi, et moi, et moi

Jacques Dutronc
 testo:
Jacques Lanzmann 

1966



 Ed io, ed io, ed io
 

Settecento milioni di cinesi
Ed io, ed io, ed io
Con la mia vita, la mia casetta.
Il mio psi.
Ci penso e poi dimentico.
E’ la vita, è la vita

Ottanta milioni d'indonesiani
Ed io, ed io, ed io
Con la mia auto e il mio cane
Il suo Canigou quando abbaia.
Ci penso e poi dimentico
È la vita, è la vita

Tre o quattrocento milioni di neri
Ed io, ed io, ed io
Che vado al brunitoio
Alla sauna per perdere peso
Ci penso e poi dimentico
È la vita, è la vita

venerdì 25 marzo 2011

L: Lontana [forse]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a

L
lontana [forse]

 «... è insensato, "a prescindere", presidiare la libreria Mondadori per la presentazione del libro "Nessun dolore - Una storia di CasaPound" ...
 Abbiamo letto tutte le pagine di "Nessun dolore" il libro del fondatore di CasaPound pubblicato da Rizzoli per cercare tra le pieghe quei contenuti "fascisti" che fanno andare il sangue alla testa dei ragazzi dei centri sociali ...
 Un'ideologia la loro forse lontana da quel fascismo che gli viene rimproverato (e di cui si dicono seguaci)»

Tano Gullo "Che follia...", per  la Repubblica Palermo, 23 marzo 2011

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approfodimenti:

mercoledì 23 marzo 2011

23 marzo 1944, via Rasella: una legittima azione di guerra

la resistenza romana
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Via Rasella
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23 marzo 1944 - Alle 15,30 Carlo Borsani, cieco di guerra, medaglia d'oro, celebra, nel salone di un palazzo in via Veneto, la nascita del fascismo, avvenuta 25 anni prima a Milano, in piazza San Sepolcro. E' una giornata senza nuvole, con il sole splendente. In mattinata i gerarchi e le autorità germaniche avevano assistito alla messa nella chiesa di Santa Maria della Pietà e deposto corone alle lapidi dei caduti fascisti in Campidoglio e al Verano. Borsani ha cominciato da poco a parlare quando, alle 15.52, si interrompe a causa del forte boato che rompe l'aria. Una forte carica di tritolo è esplosa a poca distanza, in via Rasella, davanti al palazzo Tittoni, mentre vi transitava a piedi una compagnia del I battaglione del Reggimento Polizei SS Bozen, composta da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa, in assetto di guerra, con mitragliatrici montate su carrelli in testa e in coda alla colonna. Subito dopo, due squadre dei GAP Centrali, una di sette uomini l'altra di sei, al comando di Carlo Salinari (Spartaco) e Franco Calamandrei (Cola), lanciano a mano bombe da mortaio leggero Brixia, modificate per esplodere per accensione della miccia, e sparano con armi leggere. A far brillare la mina collocata in un carrettino metallico da spazzino era stato lo studente in medicina Rosario Bentivegna, con la copertura di un'altra giovane studentessa, Carla Capponi.

venerdì 18 marzo 2011

Bologna: un manifesto di razza


Bisogna pur riconoscere che, con il manifesto "di razza"  che va diffondendo a Bologna la Lega pone di fatto un serio problema di accoglienza.

Una città che - malgrado  limiti ed ostacoli  - è divenuta di fatto un grande ed aperto crocevia di persone che non erigono barriere di "razza", "origine", lingua, etnia, religione, cultura; una città viva, irriducibile a grette chiusure campanilistiche, può  albergare  serenamente in seno soggetti che rivendicano la discriminazione in nome del primato degli autoctoni, a scapito degli "alieni"?