martedì 20 gennaio 2009

humor nero: "La sapete quella del campo di concentramento?"

Il Corriere della sera del 18 gennaio, genuflesso, lo ha definito "Silvio show". In visita a Nuoro per un giro preelettorale il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non ha saputo resistere alla tentazione di raccontare una barzelletta al pubblico dei sostenitori accorso al suo comizio.
"La sapete quella del campo di concentramento?", ha chiesto. E subito, incalzante: "Un kapò dice: 'Per foi ho una puona notizzia e una meno puona. Metà di foi saranno trasferiti in un altro campo'. A questo punto tutti gridano evviva e chiedono quale sia la notizia cattiva. 'Qvella meno puona è che la parte di foi che sarà traferita è qvella ke va da qui in giù', e nel dire questo segna dalla cintola in giù".

La cronaca non dice dell'accoglienza, immaginiamo esultante, del pubblico alla battuta del capo.
Noi, che i campi di concentramento li abbiamo conosciuti bene, vorremmo sommessamente dire al presidente del consiglio che le sue barzellette concentrazionarie non fanno ridere: fanno pena. E non fanno onore né a lui né al suo governo, tanto più alla vigilia del Giorno della memoria.


da ANED
Associazione nazionale ex deportati politici nei lager nazisti

domenica 18 gennaio 2009

Primo comandamento. Un commento da Fabrizio De André




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Non avrai altro Dio all’infuori di me
,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall’est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
E non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
E non mi hanno fatto del male.

Fabrizio De André,
da “Il testamento di Tito”,
La buona novella, 1970

sabato 17 gennaio 2009

i nostri anni, un museo degli orrori (da rosalucsemblog)


Quando in Francia uscì la legge che proibiva l'ostentazione dei simboli religiosi - velo, kippah, crocifisso - nei luoghi pubblici, qui venne accolta con un coro di scandalo.
Eravamo laicisti, noi che ci facevamo venire qualche dubbio.
Ma il dubbio, signori miei, non era mica dovuto al nostro spocchioso considerare superstizione tali ostentazioni.

No, non volevamo appendere Voltaire in luogo del Cristo in Croce, costringer le musulmane a mostrare le cosce in nome della rivoluzione sessuale del '68, corrompere i piccoli ebrei con dei rustici prosciutto e formaggio.

Nossignori: sentivamo - già allora - la preoccupante sensazione che la religione stesse diventando il territorio d'elezione per uno "scontro di civiltà" che ci lasciava a dir poco freddi, essendo i nostri valori ancorati saldamente alla nostra costituzione, che garantisce pari dignità ad ogni fede così come a nessuna fede: ci veniva il dubbio che dovesse essere il meno pubblica possibile, la religione, e che bisognasse stroncare sul nascere e in ogni maniera la tentazione di fare della fede una bandiera, un simbolo divisivo, un'identità politica.

La nostra civiltà, quella che si riconosce nella nostra carta costituzionale e che ha le sue fondamenta non in una inesistente e millantata cultura "giudaico-cristiana" ma nell'illuminismo, garantisce ad ogni religione pari dignità e ad ogni cittadino il diritto di professare quello che più gli aggrada, o di non professare un bel nulla. E se ogni fede ha pari dignità di fronte alla legge, nessuna è più rappresentativa, giusta, accettabile di altre: la fonte della laicità (o del laicismo, chiamatelo come più vi aggrada) è separare la religione della cosa pubblica e renderla un fatto privato. Su questo, riflettevamo noi che avevamo dubbi e un po' di invidia per la laica Francia.

Ma ecco che ora quegli stessi che gridarono - allora - allo scandalo laicista, nei confronti di chi si augurava in una maggiore "privatezza" delle manifestazioni religiose, frignano di paura e si stracciano le vesti di fronte ai mussulmani che pregano davanti alla Madunina ...


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lunedì 12 gennaio 2009

Bertolt Brecht: A mia madre - Meiner Mutter




[A mia madre]


Quando non ci fu più, la misero nella terra.
Sopra di lei crescono i fiori, celiano le farfalle…
Lei era leggera, premeva la terra appena.
Quanto dolore ci volle per farla così leggera!




[Meiner Mutter]


Als sie nun aus war, ließ man in Erde sie
Blumen wachsen, Falter gaukeln darüber hin...
Sie, die Leichte, drückte die Erde kaum
Wieviel Schmerz brauchte es, bis sie so leicht ward!



[trad. it. di E. Castellani]

giovedì 8 gennaio 2009

Partigiani e deportati come le truppe di Salò (di Gemma Contin)

Un progetto di legge, numero 1360, e un colpo di mano che metterà il Parlamento di fronte alla scelta di equiparare i partigiani che combatterono contro il fascismo e il nazismo, contro la guerra praticata da Benito Mussolini a fianco di Adolf Hitler, per la liberazione dell’Italia da un’infame dittatura interna ed esterna, con i miliziani della Repubblica di Salò, le truppe irriducibili che volevano continuare a tenere il Paese a ferro e fuoco, quelli che consegnarono migliaia di ragazzi italiani nelle mani dei rastrellatori tedeschi e gli ebrei del ghetto di Roma, di Venezia, di Torino, di Milano, nelle mani dei loro torturatori e di chi li avrebbe avviati ai lager e ai forni crematori.
Il progetto di legge - firmato in sostanza da parlamentari del "Popolo delle libertà" come Nicola Cristaldi, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, o dal vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, noti eredi del Fuan, del Movimento sociale italiano e di Alleanza nazionale, ma anche da qualche esponente (che poi ha ritirato la firma) del Partito democratico di dubbia memoria storica come Paolo Corsini, ex sindaco di Brescia, che pure ha scritto il libro Da Salò a Piazza della Loggia ed è stato presidente del suo gruppo in Commissione Stragi - è in discussione ora, al rientro dalle vacanze natalizie, al primo punto dei lavori in corso alla Commissione Difesa della Camera dei deputati, il cui presidente Edmondo Cirielli (sì, proprio lui, anch’egli proveniente dai vertici irpini di An, nonché dall’alta formazione militare dell’Accademia della Nunziatella) ne è anche il relatore. Tanto per dire quale rilievo e importanza venga attribuito a una tale proposta dal centrodestra, più precisamente dall’"ala nera" del centrodestra, suscitando peraltro molti dubbi e distinguo, espressi in Commissione, tra le file della Lega.
Si tratta infatti di un nuovo capitolo di quel processo di omologazione (tutti ugualmente buoni oggi, tutti ugualmente cattivi ieri, o tutti eroi posti sullo stesso altarino), di ricostruzione di una verginità ideologica e di "revisionismo storico", ovvero di riscrittura della realtà storica per come quelli di noi che hanno un po’ più di sessant’anni hanno vissuto e ricordano assai bene e con molto dolore, cui hanno contribuito non poco le prese di posizione, in nome di una presunta "memoria condivisa" e declamata "riconciliazione nazionale", molti rappresentanti "al di sopra di ogni sospetto" del centrosinistra, come l’ex presidente della Camera Luciano Violante ...

[leggi l'articolo completo in Bellaciao]
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NB: L'immagine della resa fascista
è tratta da
Carnia libera