... ci scegliamo un compagno: non per noi, ma per qualcosa che è in noi, e al tempo stesso fuori di noi e ha bisogno del nostro venir meno a noi stessi per attraversare una linea che noi non raggiungeremo.
Maurice Blanchot, L'ultimo a parlare
Premessa:
Nel corso di uno scambio di comunicazioni nato di recente in internet, Carla Verbano mi aveva scritto di salutarle Bologna, la città in cui, dopo la nascita, ha a lungo vissuto.
Incoraggiato dalla sua non comune disponibilità al confronto, le avevo risposto francamente che Bologna oggi è meno bella di quella che aveva lasciato negli anni Sessanta: meno servizi, meno socialità e socievolezza ... E – come se non bastasse – fatta oggetto negli ultimi anni di reiterati (e fin qui fallimentari) tentativi (o tentazioni) di replicare o scimmiottare in forma “nuova” l’obbrobrioso copione di una Bologna culla del fascismo [vedi Luigi Fabbri, parte 1 e 2].
E, con la stessa consapevolezza di rivolgermi a chi è in grado di capire certe cose – che tanti non intendono – le ho ricordato che proprio in questi giorni di marzo, a Bologna, c’erano in programma almeno due iniziative, concentrate ciascuna su uno degli assi assi fondamentali del contesto storico-politico in cui si è impegnato Valerio, fino alla fine.
- 11 e 12 marzo: il convegno La parola scritta. Verità resistenti verso Genova 2011 : sull'asse delle esperienze dei movimenti, delle lotte, a partire dagli anni Settanta (e in particolare dal ’77) ad oggi;
- 13 marzo: la giornata di studi “Già l’ora s’avvicina della più giusta guerra”, sull'asse dell'antifascismo, dagli anni Venti alla specificità della situazione presente.
Nell’imminenza di quegli appuntamenti, ho proposto a Carla – se poteva interessarla, aveva tempo e se la sentiva – di inviare un saluto a chi, a Bologna, considera l’uccisione di Valerio una ferita aperta. Come quella di Francesco Lorusso. O di Carlo Giuliani ...
Ma il tempo è volato, e il 12 marzo ho nuovamente scritto a Carla per dirle che, se voleva scrivere e trasmettermi entro sera anche soltanto un breve e semplice messaggio di saluto alla giornata antifascista del giorno 13, lo avrei proposto volentieri alla lettura.
Ho ricevuto il messaggio di Carla in serata, e il mattino seguente l’ho proposto alla giornata di studi antifascisti di leggerlo, (corredandolo con la lettura della scheda del sito Reti invisibili dedicata a “Valerio Verbano) .
E’ stato accolto con intensa attenzione ed emozione.
Ripubblico di seguito il testo scritto e riveduto da Carla Verbano per la giornata di studi del 13 marzo:
sono la Mamma di Valerio Verbano, ucciso a Roma il 22 febbraio 1980.
Valerio fu ucciso da tre vigliacchi fascisti che con inganno si fecero aprire la porta, da me e, dopo aver legato e imbavagliato me e mio marito, aspettarono l'arrivo di Mio figlio. Fu un'ora e mezza di agonia; ci fu una lotta furibonda perché mio figlio si difese, faceva arti marziali, ma gli spararono alla schiena. Era un antifascista: assieme ad alcuni compagni faceva controinformazione, è stato ucciso per quello.
Ho vissuto a Bologna dalla nascita fino al matrimonio e Bologna me la ricordo ROSSA.
Ora so anche dai miei parenti che Bologna è cambiata.
Dove sono andati a finire i giovani compagni?
Non ascoltate i Fascisti, il fascismo è messo al bando.
Riprendetevi la città:
carla
Bologna la dotta è rossa,
hasta siempre, compagni,carla
Ringraziamo Carla per la sua partecipazione:
vicini/e , anche da lontano
1 commento:
Stiamo vivendo giorni "bui" ; ma dobbiamo lottare con determinazione affinchè l'ordine nazionale e direi mondiale non venga finalmente ristabiliti, allineando tutto ai principi nobili della Giustizia, Eguaglianza che il Socialismo-marxista ha voluto sempre realizzare e perseguire, ma ahimè una diga perversa fatta da un liberismo sfrenato, sfruttatore, spietato rischia di farci cadere in un fascismo, sottile e subdolo sotto le spoglie di una fallace Democrazia....!
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