lunedì 3 maggio 2010

dibattito sul nazifascismo - 6 maggio, Bologna



«La non analisi del fascismo è uno dei fatti politici più importanti di questi ultimi trent'anni»
Michel Foucault, 1977


«Cari amici, è bene ricordare date significative che hanno chiuso quell'episodio straordinario, nuovo per la storia italiana, che è stata la lotta di Liberazione. Però, stiamo attenti: non basta un giorno all'anno. In questa situazione, la Resistenza va ricordata coi fatti e con gli atti per ogni giorno che noi trascorriamo su questa terra che ci sostiene»
Renato Romagnoli, partigiano, 24 Aprile 2010 Xm24

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Che cosa è stato il nazifascismo? Un incidente di percorso nel luminoso cammino civile dell'Europa?
oppure qualcosa che ha radici profonde e insondate nella storia e nella cultura europee?
E' un fenomeno sconfitto e archiviato per sempre, oppure qualcosa che potrebbe ripetersi con pari violenza, pur in forme nuove e aggiornate?

Considerazioni a partire da due libri e rispettivi autori:
Luigi Fabbri, La Controrivoluzione Preventiva: riflessioni sul fascismo, ZIC, 2009.
Valerio Romitelli, L'odio per i partigiani: come e perché contrastarlo, Napoli, Cronopio, 2007.

Interverranno:
Marco Fincardi (Dipartimento di Storia, Univ. di Venezia)
Rudy M. Leonelli (Dipartimento di Filosofia, Univ. di Bologna)
Valerio Romitelli (Dipartimento di Storia, Univ. di Bologna)
a seguire, spazio al dibattito

giovedì 6 maggio, dalle ore 16
Giardino Dubcek - Facoltà di Scienze politiche
Strada Maggiore 45 - Bologna
(in caso di maltempo l'iniziativa si terrà presso l'aulaC, sempre a
Scienze Politiche)
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organizzato da Aula C Staffetta
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1 commento:

riccardo uccheddu ha detto...

Finalmente si inizia a contrastare il revisionismo ed a riflettere criticamente sul fascismo!
Quanto c'era, nel fascismo, di peculiarmente europeo ed italiano? Molto, secondo me.
L'antisemitismo, per es. racchiudeva elementi complessi (rozzezza e complessità non si elidono a vicenda): simbolismi relativi al sangue, ad una terra da non "profanare", manipolazioni-deformazioni della Bibbia ecc.
L’antisemitismo nazifascista ereditava da quello ecclesiastico antico il “segno” col quale erano indicati gli ebrei
Il disprezzo per la cultura, la libera espressione, il lavoro manuale, per i lavoratori e per il diritto ereditava parecchio dalla Controriforma, era un lascito post-medievale.
Il che non andava disgiunto, in modo del tutto ipocrita, da un certo legalismo: che però non aveva niente a che fare con l’osservanza della legge: cfr “I dieci comandamenti del soldato tedesco” in Lord Russell, Il flagello della svastica” (1954), Feltrinelli, Milano, 1991, p.241.
E potremmo continuare col discorso economico-sociale…