Ha inizio oggi a Bologna il Festival sociale delle culture antifasciste 2010: un evento autonomo e autogestito, promosso da centri sociali, collettivi, associazioni, singoli che hanno a cuore la difesa dei valori dell'antifascismo. Come la prima edizione (2009), il Festival 2010 è caratterizzato da una programmazione di eventi culturali, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, tavoli di discussioni, e momenti assembleari.
Già in questa prima giornata, il programma delle iniziative - consultabile online per data, per temi o per tipologie - è talmente ricco che spesso si ha l'imbarazzo della scelta.
Per questo, oltre a ricordare la presentazione (oggi, h. 17-19) del formidabile libro di Luigi Fabbri, La controrivoluzione preventiva - al quale incidenze ha dedicato numerosi post -, tra i tanti eventi di notevole interesse, desidero salutare il Festival segnalando una mostra a mio avviso imperdibile:
I tedeschi che si opposero al nazismo
Nella mostra si ricordano i ragazzi antinazisti della “Rosa Bianca”, il padre gesuita Rupert Mayer che proteggeva gli omosessuali ricercati dai nazisti e altri antinazisti.Mostra fotografica permanente e materiale documentario a cura del CIPES – Centro di Iniziativa Politica e Sociale (Milano)
Oggi, ven. 28 maggio, dalle h. 15
Informazioni sulla "Rosa Bianca"
La Rosa Bianca è il nome di un gruppo di studenti tedeschi che pagarono con la vita la loro opposizione al regime nazista. La Weiße Rose era composta da Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, Willi Graf, tutti poco più che ventenni, cui si unì successivamente il professor Kurt Huber ...
LA RESISTENZA ANTINAZISTA IN GERMANIA
Lezione di Enrico Peyretti
Della resistenza al nazismo interna alla Germania, in genere ne sappiamo poco. «Non si può dire che la resistenza tedesca (...) abbia (...) finora suscitato grande interesse fra il pubblico colto, in Italia come in quasi tutto il mondo (...). In questa opera di rimozione ha certamente pesato, specialmente nei primi anni del dopoguerra, il cliché della "colpa collettiva". (...) Questo schema nefando (...) escludeva per definizione l'esistenza di un' "altra Germania". Oggi una storiografia più avvertita e critica sta scoprendo il fenomeno resistenziale, nelle sue diverse stratificazioni e componenti» .
Forse ne sanno ancora meno i tedeschi stessi: un sondaggio serio eseguito nella Repubblica Federale Tedesca nell’aprile 1970 rilevava che, tra i 16 e i 29 anni di età, il 47% non era in grado di citare alcun fatto relativo all’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. Nel 1984, 14 anni dopo, questo dato era salito al 63%! Nel gruppo di età 16-19 anni, fra coloro che sapevano qualcosa del 20 luglio, solo il 14% nel 1970 e la metà, il 7%, nel 1984, era in grado di riferire correttamente nomi di preti, pastori, sindacalisti, socialisti, comunisti, che avevano preso parte alla resistenza ...
Forse ne sanno ancora meno i tedeschi stessi: un sondaggio serio eseguito nella Repubblica Federale Tedesca nell’aprile 1970 rilevava che, tra i 16 e i 29 anni di età, il 47% non era in grado di citare alcun fatto relativo all’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. Nel 1984, 14 anni dopo, questo dato era salito al 63%! Nel gruppo di età 16-19 anni, fra coloro che sapevano qualcosa del 20 luglio, solo il 14% nel 1970 e la metà, il 7%, nel 1984, era in grado di riferire correttamente nomi di preti, pastori, sindacalisti, socialisti, comunisti, che avevano preso parte alla resistenza ...
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