lunedì 1 marzo 2010

Bologna: un altro sfregio alla memoria dei partigiani

Nel corso della notte, alla Bolognina, la corona d'alloro che decorava la lapide in memoria di due partigiani assassinati dai fascisti nel luglio 1944 - Bruno Monterumici e Vasco Mattioli - è stata asportata e ridotta in pezzi.



[testo della lapide]
"Nel sanguinoso travaglio popolare
del secondo Risorgimento italiano
balzati dalle cellule clandestine
sono morti sapendo di morire
nella consapevole dura scelta
del sacrificio dell'onore e della dignità
Bruno Monterumici e Vasco Mattioli
8 settembre 1943 - 21 aprile 1945"



Questo sfregio si inserisce in un clima - favorito dal pernicioso "sdoganamento" del fascismo e della sua apologia - in cui si intensificano i tentativi (istituzionali e/o "militanti) di "riabilitare", legittimare e, per così dire, "abbellire" le imprese fasciste, affiancati da una recrudescenza delle aggressioni fasciste e razziste.
E da atti di squadrismo simbolico, che trovano una delle loro forme principali nell'oltraggio, nell'asportazione, distruzione e/o danneggiamento delle tracce di memoria in onore della Resistenza.

* * *

In memoria di Bruno Monterumici e Vasco Mattioli


[foto di: Incidenze]
_________________________________________________________
per un precedente in Bolognina, vedi archivio blog AAP:
1 maggio 2007
La nostra risposta


______________
post correlati:
"vi si sfaccia la casa..."

.

2 commenti:

riccardo uccheddu ha detto...

Sembra quasi che ormai, dobbiamo sentirci in colpa per averli battuti e repinti, i guerrafondai nazifascisti!
La memoria storica è sempre più infangata da personaggi che di "storico" e di "intellettuale" non hanno che il nome.
Ed il risultato, è questo...
Spero che i vigliacchi che hanno fatto questo siano quanto prima assicurati alla giustizia (anche se temo che godano di varie protezioni).
Hai notato che in tv non si vede più uno sceneggiato (non dico un programma a carattere storico) sulla Resistenza.. DA ANNI?
Che rabbia e che senso di disgusto!
Io penso che per la Resistenza valga quanto scrisse Gramsci a proposito della "continuità nella fede rivoluzionaria."
Si tratta insomma di continuare a credere ed a difendere quei valori, ben al di là delle varie mode politiche, culturali e delle convenienza personali.
Questo è anche un problema di natura STORICA, nel senso che si deve saper vedere guardare al passato verso il futuro, utilizzando il presente come ideale "molla".
In una dialettica che colleghi quindi tutte e tre le dimensioni(passato, presente e futuro), al fine di difendere la Resistenza e lavorare per la "città futura."
Ciò permetterà di evitare opportunismi, pensieri più o meno "deboli" o "ermeneutici" (privi però di dialettica), riformismi e quant'altro.
E' una strada dura ma secondo me, l'unica che valga.
Sul governo del "fare" ti segnalo un interessante post di un caro amico e compagno http://proverbiescrittori.blogspot.com/
Un abbraccio!

Unknown ha detto...

Sono fondamentalmente d'accordo con te, Riccardo, sulla necessità - volontà di non rassegnarci al revisionismo dilagante. E credo che possa darci forza il fatto che, malgrado tutto e talvolta in casi strategici - come il recente fallimento del tentativo di intitolare una via ad Almirante a Milano - le resistenze, le proteste, il riemergere della verità storica, possono contrastare con successo le manovre in corso.
Certo, in TV passano cose come Il cuore nel pozzo. Ma c'è qualcosa fuori dalla TV, che - in momenti determinati e decisivi - riesce a ridurne o rovesciarne gli effetti.
E', in primo luogo, la forza stessa della grandiosa esperienza della Resistenza (così difficile da sminuire sminuire o cancellare!) e della nostra capacità di "renderne" l'attualità.

PS: ti ringrazio per la segnalazione del blog "Proverbi e Scrittori". Interessante: ora sono tra i suoi "lettori fissi".