Fascisti
Lo sberleffo di La Russa
di Giovanni De Luna
di Giovanni De Luna
Sono passati più di dieci anni e i ragazzi di Salò sono diventati i paracadutisti veterani del Battaglione Nembo. Era ovvio il tentativo di Ignazio La Russa di legittimare il suo discorso invocando l'autorevole precedente di Luciano Violante nel suo discorso di insediamento a presidente della Camera. Ma è altrettanto ovvio che questa volta lo strappo è molto più radicale e violento. Con quella espressione, nel 1996, Violante lasciava aleggiare sulla repubblica di Salò una sorta di irresponsabilità adolescenziale, o meglio di deresponsabilizzazione.
Spalancando così la strada a una visione assolutoria di quell'esperienza e facendo precipitare in una sorta di fanciullesca ingenuità gli eventi tragici che scandirono il percorso della militanza nella Repubblica sociale italiana (la complicità nella deportazione degli ebrei, la partecipazione diretta alle stragi dei civili, la ferocia della repressione antipartigiana). Era comunque - quello di Violante - un riferimento ai singoli, alle motivazioni soggettive, ai percorsi individuali di quelli che preferirono allearsi con i tedeschi e misero la propria giovinezza al servizio dello sterminio nazista. Questa volta c'è qualcosa di più e di ben peggiore. La Russa ha citato un reparto militarmente organizzato della Repubblica di Salò, consentendosi un'affermazione che mai si era sentita all'interno dei nostri recinti istituzionali e della nostra memoria «ufficiale» in sessanta anni di storia repubblicana. Il battaglione Nembo non era fatto di «ragazzi»; era una unità regolare che - tanto per togliere ogni dubbio sulla sovranità del governo fantoccio della repubblica di Mussolini - si schierò sul fronte di Anzio inserito organicamente nei quadri della Whermacht. I 350 paracadutisti comandati dal capitano Corradino Alvino, furono infatti utilizzati nell'ambito dei reggimenti 10˚ e 11˚ d'assalto della 4˚ Divisione Paracadutisti germanica. Altro che difesa della patria italiana! Quei militari funzionarono come ausiliari dell'esercito tedesco, obbedirono a una strategia che mirava a fare del nostro territorio nazionale un immenso e sanguinoso campo di battaglia nell'intento di ritardare il più possibile l'avanzata degli anglo-americani verso i «sacri» confini del Terzo Reich. Fu una guerra con i tedeschi e per i tedeschi quella combattuta dai paracadutisti del battaglione Nembo. Fu una scelta riassunta nella tragica parola d'ordine «onore e fedeltà al camerata tedesco». Ignazio La Russa sembra rivendicarla ancora oggi, quando è ormai accertato che quello slogan significò il prolungarsi delle sofferenze del nostro popolo, la possibilità per i nazisti di completare le loro razzìe contro gli ebrei e i partigiani, il protrarsi dell'incubo delle rappresaglie e delle stragi che causarono la morte di quindicimila civili italiani. Il fatto che La Russa abbia scelto per il suo strappo la celebrazione dell'8 settembre e il ricordo dello scontro sostenuto a Porta San Paolo da patrioti italiani contro le truppe tedesche configura poi un paradosso che segnala anche un sinistro corto circuito tra la memoria storica di questo paese e le istituzioni che lo rappresentano. Un ministro della Repubblica celebra le vittime di quello scontro, considerato la data d'inizio della resistenza, elogiando quelli che si schierarono con i loro carnefici! Sembra quasi un tragico sberleffo.
Spalancando così la strada a una visione assolutoria di quell'esperienza e facendo precipitare in una sorta di fanciullesca ingenuità gli eventi tragici che scandirono il percorso della militanza nella Repubblica sociale italiana (la complicità nella deportazione degli ebrei, la partecipazione diretta alle stragi dei civili, la ferocia della repressione antipartigiana). Era comunque - quello di Violante - un riferimento ai singoli, alle motivazioni soggettive, ai percorsi individuali di quelli che preferirono allearsi con i tedeschi e misero la propria giovinezza al servizio dello sterminio nazista. Questa volta c'è qualcosa di più e di ben peggiore. La Russa ha citato un reparto militarmente organizzato della Repubblica di Salò, consentendosi un'affermazione che mai si era sentita all'interno dei nostri recinti istituzionali e della nostra memoria «ufficiale» in sessanta anni di storia repubblicana. Il battaglione Nembo non era fatto di «ragazzi»; era una unità regolare che - tanto per togliere ogni dubbio sulla sovranità del governo fantoccio della repubblica di Mussolini - si schierò sul fronte di Anzio inserito organicamente nei quadri della Whermacht. I 350 paracadutisti comandati dal capitano Corradino Alvino, furono infatti utilizzati nell'ambito dei reggimenti 10˚ e 11˚ d'assalto della 4˚ Divisione Paracadutisti germanica. Altro che difesa della patria italiana! Quei militari funzionarono come ausiliari dell'esercito tedesco, obbedirono a una strategia che mirava a fare del nostro territorio nazionale un immenso e sanguinoso campo di battaglia nell'intento di ritardare il più possibile l'avanzata degli anglo-americani verso i «sacri» confini del Terzo Reich. Fu una guerra con i tedeschi e per i tedeschi quella combattuta dai paracadutisti del battaglione Nembo. Fu una scelta riassunta nella tragica parola d'ordine «onore e fedeltà al camerata tedesco». Ignazio La Russa sembra rivendicarla ancora oggi, quando è ormai accertato che quello slogan significò il prolungarsi delle sofferenze del nostro popolo, la possibilità per i nazisti di completare le loro razzìe contro gli ebrei e i partigiani, il protrarsi dell'incubo delle rappresaglie e delle stragi che causarono la morte di quindicimila civili italiani. Il fatto che La Russa abbia scelto per il suo strappo la celebrazione dell'8 settembre e il ricordo dello scontro sostenuto a Porta San Paolo da patrioti italiani contro le truppe tedesche configura poi un paradosso che segnala anche un sinistro corto circuito tra la memoria storica di questo paese e le istituzioni che lo rappresentano. Un ministro della Repubblica celebra le vittime di quello scontro, considerato la data d'inizio della resistenza, elogiando quelli che si schierarono con i loro carnefici! Sembra quasi un tragico sberleffo.
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3 commenti:
CIao Rudy,
Ti ho linkato ed inserito nei miei feed, ti leggerò con piacere.
I richiami al porno nel mio blog hanno una duplice natura:
1) Mi piace affrontare argomenti provocatori, scomodi, ed in generale infrangere i tabù, tutte quelle cose che la gente fa senza mai dire.
2) Ho una certa predilezione per l'osservazione delle piccole cose, quei gesti comuni che passano inosservati, che la gente non conosce, se relazionati agli altri, ma solo quando lo sono a se stessi.
"Antifascisticamente" parlando, comunque, siamo più che vicini.
Sul tuo ultimo intervento, non posso che essere d'accordo con te, questa rivitalizzazione del fascismo mi fa più schifo de... l'insalata Russa.
Su questo argomento ho anche scritto un post che magari vorrai leggere.
http://ciclofrenia.wordpress.com/2008/09/10/il-fascismo-un-pensiero-antipatriottico/
In ogni caso puoi trovare i miei scritti politici nella categoria (indovina?) "politica". Uno che ha avuto un buon riscontro è "La Repubblica della merda".
Credo ci sentiremo spesso, un saluto!
ciao
posso proporti uno scambio di link?
Per ciclofrenia: rispondo in ritardo a questi ultimi commenti, ho avuto altri impegni, intanto ho ricambiato subito con un link nella rubrica "Feedback" e, come ormai hai visto, te l'ho comunicato direttamente nel tuo blog, continuando la discussione qua e là nei commenti ad alcuni tuoi post.
Sul tuo post "La Repubblica della merda", come ho scritto commentandolo nel tuo blog, mi colpisce più la favola della morale (magari per associazioni che non erano al centro delle intenzioni dell'autore, ma è questo il rischio e il bello della scrittura) e ho anche suggerito di dare un'occhiata al post su Funari qui su incidenze...
Per Pupottina: come scrivevo in risposta a ciclofrenia-Tambourine nei commenti al mio post precedente ("S: Soggettivamente"):
> "per lo "scambio" di link, è sufficiente che inserisci un link a "incidenze" nel tuo blog e, come succede regolarmente, (se, come in questo caso, non ho a che fare con blog di orientamento incompatibile, o che che, indipendentemente dal loro valore, non hanno un contatto con quello che mi interessa) ricambio volentieri, inserendo un link nella rubrica "Feedback" di "incidenze".<
Ma, mi dispiace, Pupottina, ho l'impressione che il tuo blog non abbia rapporti con i temi che tratta incidenze. E' una questione di congruenza, come dicevo, non di "giudizio" sulla qualità di un blog, in questo caso del tuo, che mi sembra se la cavi bene.
Ma non riesco a vedere relazioni con la materia di "incidenze" e quindi dell'inserimento di un link.
Però, se, un giorno ti capiterà di interessarti a cose che potrebbero collegarsi a quel che sto trattando, fammi sapere;-)
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