lunedì 30 maggio 2016

[BO] Un clown fascista in Piazza Galvani

Nel tentativo di vivacizzare una campagna elettorale punteggiata solo di svastiche e razzismo, ecco che l’acida signora FASCISTA Lucia Borgonzoni – ops! non siamo noi ad aver scritto la parola «fascista» col rischio di una querela borgonzoniana!… è stato certamente un hacker… o forse un cracker andato di traverso – ha invitato per un comizio in Piazza Galvani il 28 maggio un ex dirigente dello squadrismo FASCISTA divenuto poi clown di professione e provocatore da talk show, Ignazio La Russa detto «La Rissa», sperando in un po’ di pubblicità elettorale in forma di pittoresche contestazioni.
E lo stesso si ripromette con lennesima visita del ducetto Matteo Salvini giovedì prossimo in città per la presentazione di un suo «libro»…
In realtà non c’è alcun dibattito sulla città perché non c’è nulla da dire. Oggi in tutt’Europa neofascisti e neonazisti servono ai ceti dirigenti di ogni colore per ridefinire lo spazio pubblico in chiave di maggior autoritarismo e sfruttamento.
Basti dire che poco prima di finire con la Lega Nord, CasaPound ci aveva provato col PD:incontri pubblici nei circoli dei giovani democratici, indicazioni di voto a favore del PD, foto ricordo tutti insieme, partecipazione di esponenti PD e SEL a dibattiti in sedi neofasciste…
Senza contare il fenomeno dei fasciodem: 1, 2, 3… E Bologna non fa eccezione.
Eia eia alla larga!
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By staffetta  maggio 22, 2016

martedì 10 maggio 2016

2 agosto: l’ennesimo (e solito) depistaggio di Stato


Negli ultimi giorni la Commissione d’inchiesta sull’omicidio di Aldo Moro ha dichiarato di aver messo le mani su un documento «desegretato», ossia non più coperto dal segreto di Stato, e tuttavia «non divulgabile» e «non trascrivibile», in cui ci sarebbero, a detta di Carlo Giovanardi, rivelazioni «esplosive» sulla strage del 2 agosto.
Di «esplosivo», il 2 agosto 1980, c’è stata solo una bomba neofascista che ha spezzato 85 esistenze e ne ha travolte tantissime solo perché lo Stato voleva riportare ordine e disciplina in un paese che chiedeva più libertà e più giustizia sociale…
Quanto poi alla presunta rivelazione, si tratta della solita, fantasiosa «pista libico-palestinese» già archiviata nel 2015 e che comunque, al di là di tutte le inverosimiglianze, non spiega né il particolare tipo di esplosivo né l’innesco della bomba del 2 agosto. E la colpa poi sarebbe di Gheddafi che, oggi come oggi, non può né smentire né confermare.
Va anche apprezzata la barzelletta della «desegretazione» dei vecchi documenti coperti da segreto di Stato: ora non sono più «segreti», ma sono «non divulgabili» e «non trascrivibili»… Una panacea per tutti i depistaggi passati, presenti e futuri, perché il politico o funzionario di turno potrà richiamarsi a documenti che nessuno può vedere né esibire.
Davvero pare difficile capire come mai politici e funzionari di Stato si ostinino, ancora oggi, a effettuare depistaggi sulle grandi stragi nere del Novecento. Ma il fatto è che proprio la cancellazione delle «stragi di Stato» è diventato, nel corso degli anni, un campo di prova in cui il potere sperimenta fino a che punto è capace di rimodellare il passato a piacimento.
Lo stesso potrebbe dirsi per i gruppuscoli neofascisti. In sé non contano quasi nulla e il massimo che potrebbero fare è ferire o uccidere ogni tanto qualcuno che sia loro sgradito. Ma proprio l’acquiescenza o il favore verso il neofascismo serve alla politica istituzionale per ridefinire lo spazio pubblico di una democrazia sempre più autoritaria.
È anche il caso del romanzo noir del diplomatico fascio-rocMario Vattani, vicino ai neofascisti di CasaPound, che è stato presentato qualche giorno fa nella prestigiosa sede romana del Circolo degli Affari Esteri, presieduto dallo zio di Vattani, Umberto, anche lui diplomatico di lungo corso ed ex segretario generale del Ministero degli Esteri. Presentare il romanzetto di un neofascista non significherebbe molto, se non fosse un modo per ridefinire gli assetti istituzionali del potere culturale.
Quel che conta non è certo l’arte o la ricerca della verità, ma solo la spinta involutiva e autoritaria che il potere vuole imporre a una società in cui lentamente cresce la coscienza dello sfruttamento e dell’oppressione. E, a tal fine, va bene ogni menzogna, ogni idiozia nazistoide, ogni romanzo d’accatto.
              
   Ora e sempre resistenza!

By staffetta  maggio 7, 2016