domenica 21 febbraio 2010

"un paese più normale": il revisionismo incoronato a Sanremo


L'obiettivo di divenire una "nazione normale", che istituisce un rapporto "armonico" col proprio passato, è da tempo una posta in gioco decisiva del revisionismo storico tedesco:
 
La storia non deve più essere oggetto di scontro, deve essere integrata come un elemento 'normale' all'interno della nazione e deve costituire una stabile "identità nazionale".[16]

La sutura della memoria, chiudere le lacerazioni aperte e latenti nella storia moderna, e quelle più specifiche della "storia patria", è ormai divenuto, anche in Italia, un programma statale.






E. Filiberto: Io credo nella mia cultura e nella mia religione, per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione. Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola, che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.
...
Pupo: Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale, nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale

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video da Liberazione
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

oltretutto, tramite il "televoto", facendo credere che sia una scelta popolare!

simone moretti ha detto...

... riguardo Sanremo, un altro cosa che non mi sembra sia stata evidenziata ma che secondo me è indicativa è l'ingresso dei tre operai di Termini Imerese. In un contenitore assolutamente mistificato (com'è quello sanremese) sono arrivati questi tre vestiti probabilmente peggio di come vanno vestiti quando escono a passeggio. L'interpretazione può essere controversa, ma a me sembra che in uno spettacolo dove spendono migliaia di euro per cambiare qualche vestito a sera alla conduttrice, non dare la possibilità di "bucare il video" anche a tre persone comuni, sia un vero oltraggio. Oltre al lavoro volevano toglierli anche la dignità. Per fortuna le loro parole sono state più pesanti di cinquanta canzoni.

Unknown ha detto...

Per angie: mi hai fatto pensare che spesso "popolare" significa anche "famoso", conosciuto dal pubblico...

Per simone: non ho visto il Festival e non guardo quasi più la TV (specialmente le reti italiane), ma ho letto qualche notizia sulla presenza degli operai di termini Imerese, e penso che tu abbia ragione: per molti anni i media etc. hanno reso gli operai invisibili, è importante che abbiano "bucato lo schermo".
Su Sanremo, mi sono limitato a sottolineare il senso revisionista della canzone "Italia amore mio", un po' meno visibile immediatamente della sua bruttezza, del cattivo gusto, dell'ipocrita vittimismo savoiardo, e della litania populista e reazionaria: Patria, Religione, Famiglia.
Penso che il revisionismo storico sia una chiave forte di questa operazione, una chiave generalmente ignorata dalle critiche alla la canzone.