venerdì 16 maggio 2008

"Sappiamo ciò che non siamo, ciò che saremo dobbiamo inventarlo" - Verona 17 maggio


Comunicato dell'Assemblea aperta cittadina. Verona:


Si lotta e si crea anche per ricordare chi ci è stato affine.


Non ha importanza se Nicola si dichiarasse antifascista o meno.

In questi anni di ripensamenti e ricombinazioni
sociali, culturali, politiche, esistenziali,
abbiamo imparato a definirci
non per quello che siamo
ma per ciò che non siamo.

A differenza dei suoi assassini
Nicola non era nazista,
non era fascista,
non era razzista,
non era leghista,
non era un reazionario.

Sappiamo ciò che non siamo,
ciò che saremo dobbiamo inventarlo.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' stata una manifestazione grande riuscita nonostante la pioggia.
Tra i gli articoli che girano in rete uno abbastanza pulito è quello di Sinistra Critica, che incollo qui:


La scommessa di Verona è riuscita. Il corteo antifascista, promosso dall'assemblea cittadina con in prima fila il Csoa La Chimica, il Circoo Pink e Sinistra Critica veronese si è gonfiato della partecipazione di decine e decine di sigle nazionali e ha sfilato tranquillamente per la città. Circa 5-6000 i partecipanti tra cui si contano decine di associazioni e strutture di movimento ma anche partiti della sinistra come Rifondazione e Pdci. Convinta la partecipazione di Sinistra Critica, che ha sfilato con musica e uno striscione colorato con la scritta 'Senza fascismi citta' piu' sicure'. 'Siamo rattristati per l'uccisione di Nicola - ha affermato la portavoce nazionale Flavia D'Angeli - crediamo sia necessario ripartire dal basso, da una nuova sinistra: gli italiani si sentono insicuri non perche' ci sono gli zingari, ma perche' non arrivano a fine mese" (ansa).
Il corteo è partito intorno alle 15,30 e dopo circa mezz'ora si è dovuto occupare di una scaramuccia tra qualche decina di partecipanti, che hanno infranto una vetrina di un'agenzia interinale, e la polizia. Attimi di tensione ma poi, grazie anche al lavoro degli organizzatori, tutto è filato liscio.
Un minuto di silenzio e di riflessione e' stato osservato dai partecipanti al corteo nei pressi di Porta Leoni, il luogo dell'aggressione mortale a Nicola Tommasoli. Il corteo si e' fermato, si sono zittiti gli slogan e via via hanno taciuto le diverse formazioni al passaggio dei Porta Leoni.
'Verona ha bisogno di pace, di comunicazione tra le persone - hanno scandito i megafoni - questa manifestazione serve a svegliare una citta' che troppe volte ha girato la testa, prendiamo la parola per una Verona libera dalla paura e dai fascismi, esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata'.
Intorno alle 17 è partito anche il secondo corteo, indetto da organizzazioni dei migranti e dai disobbedienti - circa un migliaio. "Abbiamo risposto all'appello del Coordinamento Migranti Verona - ha detto Luca Casarini -, e' importante stare con i soggetti sociali che vivono in questa citta' e proprio in questo momento e' fondamentale che siano loro a prendere la parola'. Il corteo dei migranti e' stato aperto dallo striscione 'Verona Libera', l'unica bandiera e' invece quella del 'No al Dal Molin'.

Anonimo ha detto...

Ma dà una cifra troppo stretta sul numero dei manifestanti. Molti parlano di 10 o 15 mila. Non lo dicono solo i siti di movimento ma anche qualche giornale parla di 10.000!

Unknown ha detto...

Non credo che sia molto utile "polemizzare" (lo scrivo tra virgolette) sulle cifre. Comunque, nei limiti delle mie possibilità, - in quanto assente per ragioni indipendenti dalla mia volontà dalla manifestazione di Verona - ho interpellato in proposito persone che per me sono fidate e che hanno partecipato, ed il parere unanime è che si è trattato di una manifestazione imponente, qualcuno, che di manifestazioni ne hanno fatte tante, mi ha detto che non ricordava una manifestazione tanto grande. Il parere generale che ho raccolto è che la valutazione della questura (5.000 partecipanti) è molto, ma molto riduttiva.
E mi fermo qui, per evitare di concentrare la discussione sulle cifre.

L'articolo di Sinistra critica segnalato @ut sembra anche a me pulito, nel senso che, saggiamente, ridimensiona fortemente come "scaramuccia" un episodio marginale subito smorzato che non caratterizzava il senso, la volontà, la realtà del corteo, e sul quale vari media si sono ghiottamente dilungati. Inoltre, l'articolo riferisce senza pregiudizi "autocentrati", delle diverse forze che hanno promosso e partecipato alla manifestazione e della seconda manifestazione migranti, Casarini, etc.senza polemiche che, in questa circostanza, sarebbero state fuori luogo.

Detto con tutta serenità, anche se il mio cuore di assente batteva per il corteo antifa... Un corteo grande, in una grande giornata, a cui avrei voluto partecipare non solo nel "virtuale".

Anonimo ha detto...

Dodicimila persone hanno sfilato oggi a Verona per ricordare Nicola

Circa dodicimila persone hanno sfilato oggi a Verona per ricordare Nicola Tommasoli, il giovane ucciso nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio da cinque simpatizzanti dei gruppi neofascisti. Per Nicola la manifestazione si è fermata davanti alla chiesa di San Fermo, per un minuto di silenzio e un lungo applauso, per portare fiori e ricordi sul luogo della sua morte, lì a pochi metri, a Porta Leoni.

A questa grande e importante manifestazione si deve aggiungere quella altrettanto importante e significativa che le organizzazioni dei migranti hanno promosso in piazza Bra. Da queste manifestazioni nasce una nuova Verona che vuole propagare una nuova sensibilità fatta di socialità vitale e tolleranza. Il corteo - comunicativo, aperto, partecipato, pacifico - è stato aperto da uno striscione disegnato da un artista/writer amico di Nicola, portava questa scritta: "Nicola è ognuno di noi".

La manifestazione, promossa dall'Assemblea aperta cittadina, ha fatto appello alla coscienza civile e alla capacità di autocritica di Verona per sconfiggere l'intolleranza e la discriminazione, un atto d'amore verso la città stessa, perché è proprio dalle condizione estreme che possono nascere pensieri e pratiche vivificanti, perché è proprio dal dissenso che possono nascere sensibilità, coscienza, saperi nuovi. E' necessario quindi costruire progetti per nuove sensibilità, forme di vita libere.

Erano presenti molti cittadini, uomini e donne, ragazze e ragazzi, associazioni culturali, musicali, teatrali, sociali di Verona e del territorio. Tra i molti striscioni anche uno degli amici di Nicola, con la scritta: BIBOA, una gioiosa imprecazione inventata da Nicola stesso. Molte anche le realtà giovanili e i centri sociali di varie città, da Roma a Brescia, da Padova a Bologna.

A metà corteo, qualche tafferuglio provocato da poche persone è stato pacificato dai manifestanti stessi. Il corteo si è concluso a piazza Erbe e in piazza Dante con gli interventi delle realtà che hanno organizzato e partecipato alla manifestazione.

Si è manifestato per ricordare chi ci è stato affine. Non ha importanza se Nicola si dichiarasse antifascista o meno. In questi anni di ripensamenti e ricombinazioni sociali, culturali, politiche, esistenziali, abbiamo imparato a definirci non per quello che siamo ma per ciò che non siamo. A differenza dei suoi assassini Nicola non era nazista, non era fascista, non era razzista, non era leghista, non era un reazionario. Sappiamo ciò che non siamo, ciò che saremo dobbiamo
inventarlo. Lontani dalle passioni tristi, gioiosamente, naturalmente, vivere come l'aria che si respira, come ha fatto Nicola. A Nicola piacevano il surf, la montagna e il colore arancio. Skate: ebrezza e surf dell'anima. Montagna: tregua, respiro, silenzio. Colore arancio: vitalità e spiritualità. Immaginazione. Vita contro la morte.



Assemblea aperta cittadina
organizzazione della manifestazione

il Russo ha detto...

Sabato sera tg5, apertura: ventennale morte Enzo Torora.
Domenica sera tg3, apertura: l' Inter vince lo scudetto.
A volte viene da chiedersi perchè parlare ancora di informazione,contenuti, numeri ecc.....

Unknown ha detto...

Ringrazio (non so chi, ma grazie) per l'invio del comunicato dell'Assemblea aperta cittadina di Verona. Il resoconto di chi ha promosso questa manifestazione è per me, e credo per tant*, il più importante. Anche sul piano etico.


Per il Russo: capita spesso di chiedersi perché parlare ancora di...
Per quanto mi riguarda, è stato proprio in Veneto (febbraio 2007) alla prima manifestazione contro il raddoppio della base Usa di Vicenza, che ho "sentito" l'importanza dei "tam tam": oltre, sotto e contro i silenzi dei media e gli allarmismi gratuiti sulla calata dei "barbari" o dei "terroristi", migliaia di persone hanno saputo "passarsi la notizia" e dare vita ad una manifestazione grande e tranquilla. Partecipata come nessuno avrebbe immaginato.
E, oggi, leggo nell'articolo di M. Pagliassetti in prima di Liberazione ("Nicola non è solo. A Verona sfilano in diecimila") che nemmeno i promotori della manifestazione per Nicola si aspettavano una partecipazione tanto grande:

«Pioveva a Verona ieri pomeriggio, un tempaccio. E poi c’era la diffusa fretta di dimenticare, la voglia di normalizzare, di dire: «E’ stata una ragazzata finita male». Per questo forse gli organizzatori della manifestazione non si aspettavano una grande partecipazione al corteo in ricordo di Nicola Tommasoli, morto ammazzato di botte da un branco di neonazisti. Negli ultimi giorni, non ne parlava più nessuno di quell’episodio se non i giornali di sinistra.»

Un assordante silenzio dei grandi media (TV, quotidiani, etc.)...

EPPUR SI MUOVE!

Anonimo ha detto...

La Verona che vuole vivere, l'Amministrazione che oltraggia la memoria di un morto.


Sabato 17 maggio in più di diecimila persone (la manifestazione più grande che la nostra città ricordi negli ultimi decenni) abbiamo attraversato pacificamente Verona per ricordare Nicola Tommasoli, per denunciare un assassinio figlio del razzismo contro il “diverso”, dell’incultura neofascista diffusa tra i giovani della nostra città e fomentata da gruppi e organizzazioni con cui l’amministrazione cittadina ha e continua ad avere imbarazzanti e censurabili rapporti. C’è chi si scaglia contro i mass media per denunciare una presunta “gogna mediatica” nei confronti di Verona. Cosa dovremmo dire noi, di una manifestazione con migliaia di persone raccontata dalla stampa solo (o quasi) per gli episodi del tutto marginali di alcune decine?
Noi, al contrario, pensiamo che Verona debba continuare a guardarsi allo specchio e ad interrogarsi seriamente per riconoscere la matrice delle troppe aggressioni degli ultimi anni, culminate nell’assassinio di Nicola. Chi ha manifestato ha condiviso la volontà di costruire una Verona diversa, accogliente, libera, senza paura. Ha visto centinaia di veronesi senza bandiere aprire il corteo camminando, in un silenzio carico di dolore e di significato, dietro lo striscione arancio “Nicola è ognuno di noi”. Ha visto migliaia di persone (associazioni, movimenti, centri sociali, gruppi antagonisti) gridare slogan contro il fascismo. Ha visto migliaia di persone, in coda al corteo, manifestare dietro le insegne dei partiti che hanno voluto essere in piazza. Una manifestazione costruita dal basso, pubblicamente, con un’assemblea aperta alla cittadinanza.
Di fronte a tutto ciò Tosi vede solamente una vetrina rotta, e qualche scritta. Continua, come sempre, a indicare la pagliuzza senza vedere la trave, a parlare di panchine invece che di persone, di divieti invece che di rapporti umani. Di piazze da ripulire invece che di piazze da vivere e da riempire. Noi non strumentalizziamo nessuno, non infanghiamo nessuno. Non intendiamo monopolizzare la memoria di nessuno. Vogliamo solo ribadire che al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi, e che questo non deve mai più accadere.
Non solo Tosi, a cui la città dovrebbe chiedere i danni per le continue dimostrazioni di intolleranza. Anche Bonfante, del PD, forse non si rende conto della gravità delle sue dichiarazioni. Paragonare una vetrina rotta all’assassinio di un ragazzo, questo sì che è un atto irresponsabile, e che infanga la memoria di chi è stato ucciso. Ma a noi tutto questo interessa poco. Ci interessa raccontare di una città che per un giorno è stata viva, partecipata e diversa. Dovrebbe esserlo tutti i giorni.
Passata solo qualche ora, l'Amministrazione ha risposto ai diecimila manifestanti e alla città intera rimuovendo tutti i fiori, i biglietti, i cartelli e i segni di partecipazione che gli amici di Nicola e decine di cittadini e cittadine hanno portato in queste settimane nel luogo dell'aggressione, a Porta Leoni. Ora, lì, c'è il vuoto dell'oblio e della rimozione. Lo sdegno ci impone poche parole: questa non è solo intolleranza, questa è assenza di pietà per un morto, mancanza di rispetto e disprezzo per i tanti segni di un lutto pubblico e civile che rappresenta la parte sana di Verona. Tosi e la sua amministrazione, con questo atto, dimostrano di non avere la dignità di ricoprire alcun ruolo pubblico. Vergogna!


L'assemblea cittadina organizzatrice della manifestazione del 17 maggio 2008

Unknown ha detto...

Quest'atto dell'Amministrazione di Verona è inqualificabile.
Uno squallore smisurato, inaccettabile, ma sfacciatamente reale, brutale, ostentato.

Non hanno ritegno, né rispetto per nulla.


Inserisco un link al testo dell'Assemblea cittadina nella rubrica "posizioni".

Non ho la forza, lo stomaco, per dire qualcosa di più.