venerdì 13 maggio 2011

Alè! magno! Regalie nere nel terzo millennio

rassegna:

Alemanno si compra Casapound  > Giornalettismo
 

Alemanno regala i soldi a CasaPound > Liberazione


una provocazione gravissima”   > Circolo Prc “Renato Cristoffoli”

●  Inflazione di fascismo:12 milioni di euro per un Pound  > ilsimplicissimus


Nuova aggressione fascista. Alemanno vuole acquisire Casapound > Radio Città Aperta

Svelato l'arcano > militant


Casapound: loro fanno i fighetti in centro, e i romani gli pagano la casa > Radio Città Aperta

Un apologo sul neonazismo > Staffetta

mercoledì 11 maggio 2011

Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana - 11 Maggio B0

  contro-corso *
Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana

mercoledì 11 maggio - ore 21
 presso XM24



intervegono:


Nicoletta Poidimani:  Una prospettiva di genere sul colonialismo italiano

Vincenza Perilli:  Corpi coloniali e corpi per la nazione





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 *  nell'ambito del ciclo:
Contro-corsi sulla storia d'Italia 1861-20011
150 anni di rivolte e repressioni
organizzato dal Circolo Berneri

martedì 10 maggio 2011

Furio Jesi: Cultura di destra - Con tre inediti e un'intervista

Furio Jesi
Cultura di destra


 
introduzione e cura di
Andrea Cavalletti 
edizioni nottetempo 2011


“Che cosa vuol dire cultura di destra?”, chiede un intervistatore a Furio Jesi nel 1979. È “la cultura entro la quale il passato è una sorta di pappa omogeneizzata che si può modellare nel modo più utile, in cui si dichiara che esistono valori non discutibili, indicati da parole con l’iniziale maiuscola”.

Originale mitologo della modernità, Jesi dedica gli studi qui raccolti a individuare le matrici sotterranee, il linguaggio e le manifestazioni delle “idee senza parole” della cultura di destra otto-novecentesca; e lo fa smascherandone i luoghi comuni, le formule e le parole d’ordine che alludono a un nucleo mitico profondo e inconoscibile, ma fondante e modellante, cui fanno riferimento i principi ricorrenti di Tradizione, Passato, Razza, Origine, Sacro.
 
Un “vuoto” da riempire di materiali mitologici, manipolati dalla propaganda politica di destra per legittimare il suo potere e gli ordinamenti sociali dominanti.

Da questa prospettiva, Jesi indaga gli apparati linguistici e iconici sottesi al fascismo e al neofascismo, al nazismo e al razzismo, penetra nelle pieghe dell’esoterismo di Julius Evola e del lusso retorico dannunziano, attraversa le pagine di Liala e Pirandello.

Questa nuova edizione di un libro ancora attualissimo è corredata da tre inediti e un’intervista.
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  a margine: 
della S-cultura di destra su  il Giornale... di famiglia

lunedì 9 maggio 2011

«Sparate su chi protesta» - Mussolini: un documento inedito

Mussolini disse:
«Sparate su chi protesta»

di Pantaleone Sergi [*]
l'Unità - 7 maggio 2011


[*]  Pantaleone Sergi, giornalista, scrittore e storico, ha rintracciatonell'Archivio di Stato di Matera una direttiva finora sconosciuta.

Sparare su chi protesta. L'imperativo di Mussolini a un gruppo di neo prefetti non si prestava a equivoci. Era il dicembre 1926, la dittatura agli esordi, la lira svalutata, la stampa d'opposizione neutralizzata, le leggi fascistissime da poco in vigore, tribunali speciali e commissioni provinciali per il confino pronti all'opera per colpire ogni dissenso al neonato regime. «Vi devo dire parole chiare e precise», aveva iniziato il Duce incontrando i prefetti delle 17 nuove «province del Littorio»: «L'ordine pubblico deve essere mantenuto a qualunque costo, anche a costo di far fuoco sopra chi lo turbasse». Stesso trattamento alle gesta dello squadrismo alla Farinacci: per il Capo del fascismo e del Governo andavano represse.
  Nessun tentennamento, raccomandava: «Chi si rendesse colpevole deve essere arrestato e dovete pregare le autorità giudiziarie di procedere per direttissima e di condannare al massimo della pena». Fuoco sugli oppositori, dunque, e condanne esemplari per gli squadristi in ritardo. Il regime fascista è un regime autoritario, spiegò Mussolini, e si regge solo dando il senso della giustizia e dell'equità. Oltre che «della inviolabilità del pubblico danaro».

martedì 3 maggio 2011

F : Futuro [parole del]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
.
F
Futuro
[parole del]
 


”A me ... stupisce che su due questioni cruciali della crisi della civiltà occidentale, il lavoro e la coppia pace-guerra, questo Pontefice si sia pronunciato con le parole del futuro”.
Fausto Bertinotti 


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fonte: inforossa
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vedi inoltre:

sabato 30 aprile 2011

Étienne Balibar: Elogio dell'ospitalità

Accogliere lo straniero non solo come un simile o un fratello, ma come un eguale con cui costruire la casa comune dei nostri progetti. Tre buone ragioni per rilanciare l'appello di Jacques Derrida.
 
Nel momento in cui scrivo queste righe, le immagini imbarazzanti, insopportabili, delle barche che approdano sulle spiagge di Lampedusa con il loro carico di boat people che arrivano dalla Tunisia, dalla Libia e da ancor più lontano occupano gli schermi della televisione senza che se ne possa prevedere la fine. Giorni fa, dopo Marine Le Pen, Silvio Berlusconi si è recato a sua volta sul posto, promettendo la deportazione ai rifugiati e il premio Nobel agli abitanti, che non chiedevano tanto. I governi europei, che avevano subappaltato alle dittature dell'Africa del nord la «regolazione» brutale di questi flussi, stanno a guardare in un silenzio di piombo. Italiani, sbrogliatevela da soli. Africani, morite oppure tornate a casa con un fucile puntato alle spalle.

Un po' di onestà intellettuale proibisce di fare dei discorsi da benpensante. Posso avventurarmi allora a fare l'elogio dell'ospitalità, di quell'ospitalità senza condizioni che il mio maestro e amico, il filosofo Jacques Derrida, in saggi ormai famosi, aveva definito come la forma stessa della democrazia, e quindi della politica futura? Questa ospitalità che ci chiede di accogliere lo straniero non soltanto come un «simile» o un «fratello», ma come un eguale con il quale costruire la «casa comune» dei nostri diritti e dei nostri progetti? Lo farò, malgrado grandi difficoltà, di cui sono consapevole.

Per tre ragioni.

lunedì 25 aprile 2011

[BO] Per il 25 aprile un corteo unitario e plurale

 Liberazione.

Dall’assemblea pubblica di mercoledì sera, partecipata da numerose e diverse realtà antifasciste bolognesi, arriva la chiamata per il corteo del 25 aprile che, come l’anno scorso, attraverserà la città da Piazza dell’Unità al Pratello dando voce a tutte le realtà che giorno dopo giorno lottano a Bologna. Leggi il resoconto su Zic.
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By staffetta  aprile 8, 2016

venerdì 22 aprile 2011

Franco Bergoglio: Magazzino jazz


Franco Bergoglio

Magazzino jazz




"Raccogliendo questi articoli mi è parso di radunare merci per uno scaffale improbabile.
Solo una parola meticcia e portuale come magazzino, di origini arabe e di casa in decine di lingue, poteva rappresentare questo accatastare casuale sotto l'etichetta jazz.

Magazine in inglese indica quei periodici che contengono gli argomenti più disparati, come questo libro, un bric à brac di personaggi e cianfrusaglie: dischi nello spazio, poeti e pugili, pittori musicofili, collezionisti folli, batteristi visionari, trombettisti in fuga, un Coltrane diverso e un Parker dantesco ..."

mercoledì 20 aprile 2011

L'amore per il Führer - Die Liebe zum Führer [Bertolt Brecht]

L’amore per il Führer

L'amore del popolo per il Führer è molto grande.
Ovunque egli vada
è circondato da gente in uniformi nere
che lo ama al punto
da non distogliere l'occhio da lui.
Quando egli siede in un caffè
immediatamente gli si siedono intorno cinque giganti perché
possa godersi un po’ di svago.
Le SS specialmente lo amano con tanta passione
che quasi lo invidiano al resto del popolo e
gli stanno addosso, tanto
sono gelose. E quando una volta con alcuni generali
fece una gita di fine settimana su un incrociatore
e passò un’ intera notte solo con loro
scoppiò una rivolta fra le SA e egli dovette
farne fucilare centinaia.

[tr. it di Franco Fortini, da “Poesie di Svedebnborg”]


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Die Liebe zum Führer

Die Liebe des Volkes zum Führer ist sehr groß.
Überall wo er hingeht
Ist er umringt von Leuten in schwarzen Uniformen
Die ihn so lieben
Daß sie kein Auge von ihm lassen.
Wenn er sich in ein Kaffeehaus setzt
Setzen sich sogleich fünf Hünen zu ihm, damit er
Unterhaltung hat.
Besonders die SS liebt ihn so leidenschaftlich
Daß sie ihn dem ardern Volk kaum gönnt und ihm
Nicht von der Pelle geht, so
Eifersüchtig ist sie. Und als er einmal
Mit einigen Generälen eine Wochenendfahrt auf einem
Kreuzer machte
Und eine ganze Nacht allein mit ihnen zubrachte
Erhob sich ein Aufruhr unter der SA, und er mußte
Hunderte erschießen lassen.