Scritti critici. Saggi, articoli e recensioni di filosofia, politica e storia del presente
sabato 8 giugno 2013
giovedì 6 giugno 2013
in memoria di Clément Méric, ucciso dai fascisti
Le
mercredi 5 juin 2013, en sortant d'un magasin de vêtements, près de la
gare Saint-Lazare, Clément Méric, jeune syndicaliste âgé de 18 ans et
militant antifasciste a été battu à mort par des membres de l'extrême
droite radicale. Venu de Brest pour ses études à Sciences Po, il a été
victime du contexte de violences d'extrême droite qui s'est développé
ces derniers mois. Il est décédé des suites de ses blessures, dans la
nuit, à l'hôpital de la Pitié-Salpêtrière. Toutes nos pensées vont à sa
famille et à ses proches auxquels nous exprimons toute notre solidarité.
* * *
Mercoledì
5 giugno 2013, uscendo da un negozio di abbigliamento, nei pressi della
gare Saint-Lazare, Clément Méric, sindacalista diciottenne e
attivista antifascista è stato picchiato a morte dai membri
dell'estrema destra radicale. Venuto a Brest per i suoi studi a Scienze politiche, è stato vittima del contesto di estrema violenza di destra intensificatosi negli ultimi mesi. È morto per le ferite, nella notte, presso
l'ospedale Pitié-Salpêtrière. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua
famiglia e ai suoi cari ai quali esprimiamo la nostra solidarietà.
I suoi amic* e compagn*.
da: Action Antifasciste Paris-Banlieue
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vedi anche: «L’orrore fascista torna a uccidere a Parigi»
martedì 4 giugno 2013
"Il sangue politico"- BO, 4 giugno: presentazione del libro di N. Orlandi Posti
Presentazione del libro "IL SANGUE POLITICO"
di Nicoletta Orlandi Posti
Editori Riuniti
Incontro con l'autrice
Con la partecipazione di Paola Faraca
Vino& stuzzicherie a cura di Drogheria 53
martedì 4 giugno, ore 18
Casa Rude via Pietralata 83/A, Bologna (traversa di via del Pratello)
Gli anarchici della Baracca, un caso che li riassume tutti
Questa è la storia di Gianni
Aricò, di Angelo Casile, di Annelise Borth, di Franco Scordo e di Luigi
Lo Celso che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente
stradale sull'autostrada del Sole, nei pressi di Ferentino, la notte
tra il 26 e il 27 settembre 1970. Erano partiti dalla Calabria per
portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana,
un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo
dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme
si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della
storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da
piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il
golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la
tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici
che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa
è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia,
un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però
estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue
di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono
vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità.
Li hanno fermati.
Prefazione di Erri De Luca
mercoledì 29 maggio 2013
Omaggio a Franca Rame
Franca Rame
(18 luglio 1929 – 29 maggio 2013)
Omaggio a Franca Rame - poesia Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria - All I Know musica voce e testo di Mara Micciché
[Caricato in data 28/ott/2011]
[Caricato in data 28/ott/2011]
"Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."
Franca Rame
lunedì 27 maggio 2013
I «Quaderni» al microscopio
L’opera
di Gramsci all’esame dell’Istituto per il restauro
Al
centro dell’indagine la questione della numerazione dei volumi e le
incongruenze rilevate dagli storici
di Eleonora Lattanzi, l'Unità, 27.05.2013
Il
13 maggio 2013 l’Istituto per il restauro e la conservazione del
patrimonio archivistico e librario (Icprcpal) ha concluso le analisi
svolte sui manoscritti di 4 dei Quaderni
del carcere di Antonio
Gramsci. Le indagini, riguardanti i quaderni 12 (XXIX), D 13 (XXXI) e
29 (XXI), erano state richieste dalla Fondazione Istituto Gramsci nel
luglio 2012 allo scopo di chiarire le incongruenze presenti nella
numerazione data ai Quaderni
dalla cognata Tatiana Schucht.
In seguito alla morte del
dirigente comunista nell’aprile del 1937, Tatiana, prima di inviare
i quaderni a Mosca, li numerò
apponendovi delle etichette. Non tutti i quaderni risultano però
etichettati, mentre su alcuni furono applicate etichette di fattura
diversa. Inoltre, sulla copertina di 3 quaderni, dal XXIX al XXXI, le
etichette attualmente visibili furono sovrapposte da Tatiana a
etichette applicate da lei stessa.
Anche
in ragione di queste incongruenze, nel volume I
due carceri di Gramsci
(Donzelli 2011), il prof. Lo Piparo ha avanzato dei dubbi circa la
reale consistenza del lascito gramsciano, ipotizzando l’esistenza
di un ulteriore quaderno oltre ai 33 conosciuti, occultato dopo la
consegna a Togliatti, avvenuta nell’aprile 1945, forse a causa di
un suo contenuto «scomodo». Nel giugno 2012 egli quindi propose
dalle pagine del Corriere
della sera
l’istituzione di una commissione di studiosi finalizzata ad
analizzare i manoscritti e la documentazione relativa alla
trasmissione dei Quaderni.
La
proposta venne accolta da dalla Fondazione Istituto Gramsci che
chiamò a far parte del gruppo di lavoro Luciano Canfora, Giuseppe
Cospito, Gianni Francioni, Fabio Frosini, Franco Lo Piparo e Giuseppe
Vacca. In una prima riunione furono esposti i termini della questione
e vennero fornite ai membri del gruppo di lavoro alcune lettere delle
sorelle Schucht; ad
essa fece seguito una seconda riunione, svoltasi il 20 settembre
2012, nella quale furono esaminati gli originali dei Quaderni.
Nel
corso degli incontri e in un nuovo volume (L’enigma
del quaderno, Donzelli,
2013), il prof. Lo Piparo ha avanzato l’ipotesi che la presenza di
doppie etichette su alcuni quaderni fosse dovuta all’intenzione di
Tatiana di «lasciare
traccia» del quaderno mancante. A tal proposito, ha sostenuto che
«le etichette in chiaro usate da Tatiana si fermano a XXXI. Sotto
l’etichetta XXIX si legge l’etichetta XXXII»; pertanto, ha
aggiunto: «non mi stupirei se sotto l’etichetta in chiaro XXX ci
fosse l’etichetta XXXIIII e, coperta dall’etichetta XXXI
trovassimo l’etichetta XXXIV» (pag. 124).
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