Scritti critici. Saggi, articoli e recensioni di filosofia, politica e storia del presente
sabato 11 maggio 2013
sabato 4 maggio 2013
Pierre Macherey: L’utopie ou l’attention au détail
L’utopie ou l’attention au détail di laviedesidees
L’utopie n’est pas faite pour être réalisée, mais pour éduquer notre
regard. En critiquant ses dérives, les contre-utopistes ont fait œuvre
salutaire, mais ils nous ont aussi détournés de ce qui fait son intérêt
premier : une plus grande attention à notre quotidien. C’est pour cela
que l’utopie, aujourd’hui, nous manque.
martedì 30 aprile 2013
Il rogo dei libri
Bertolt Brecht
Il rogo dei libri
Quando il regime ordinò che in
pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per
ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta
scoprì
– uno di quelli al bando, uno dei
meglio – l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento,
che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira,e scrisse
ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo,
bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non
lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri
miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi
comando:
bruciatemi!
domenica 28 aprile 2013
La "banda Collotti", un libro di Claudia Cernigoi
La “Banda Collotti”.
Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia
ed. Kappa Vu, Udine, 2013
“Ho cominciato a scrivere questo libro più di dieci anni fa, pensando all’inizio di farne un breve dossier, come quelli che pubblico per la Nuova Alabarda. Avevo iniziato riordinando un po’ di documenti storici e di testimonianze e poi, andando avanti, mi sono accorta che mentre scrivevo la storia del corpo di repressione avevo iniziato a ricostruire anche una parte della storia della Resistenza di queste terre, e così ho proseguito raccogliendo altri documenti, ma soprattutto testimonianze di persone che avevano vissuto quei momenti e me ne hanno resa partecipe. Così ne è uscito un libro piuttosto corposo, ricerca che per me ha significato non solo conoscere fatti storici ma anche entrare in contatto con tante persone che avevano lottato e sofferto per la libertà, ed alla fine ne sono uscita più ricca interiormente. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno aiutata e che sono ricordati all’inizio del libro, e mando un pensiero particolare agli ex prigionieri che hanno accettato di visitare la sede di via Cologna, dove erano stati detenuti e torturati, per ricostruire con noi, che “viviamo tranquilli nelle nostre tiepide case” quei tempi terribili che non abbiamo vissuto, noi che grazie al sacrificio di persone come loro oggi possiamo vivere liberamente”.
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fonte: G. Aragno
Thanks: Marginalia
genealogia: La Nuova Alabarda
sabato 27 aprile 2013
... non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine.
Giudicare
è il mestiere di molta gente, e non è un buon mestiere, ma è anche
l'uso che molti fanno
della scrittura. Meglio essere uno spazzino che un giudice. Più uno
si è ingannato nella vita, e più dà lezioni; non c'è che uno
stalinista per dare lezioni di antistalinismo ed enunciare le “nuove
regole”. Esiste una razza di giudici, e la storia del pensiero si
confonde con quella del tribunale della Ragion pura, o della Fede
pura. È per questo che la gente parla così facilmente in nome e al
posto di altri, ed è per questo che ama tanto le domande, ed è
tanto capace di porle e di rispondervi … La giustizia, la
giustezza, sono cattive idee. Bisognerebbe opporvi la formula di
Godard: non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine. È la stessa
cosa in filosofia, come in un film o una canzone: non delle idee
giuste ma giusto delle idee. Giusto delle idee significa l'incontro,
il divenire, il furto e le nozze, questo spazio intermedio fra due
solitudini.
Gilles Deluze
in G. Deleuze e C.
Parnet, Dialogues, Flammairon, Paris 1977,
tr. it. Conversazioni, a c. d. G.
Comolli, Feltrinelli, Milano 1980
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