Premessa
dell’Autore
Il
concetto di “trattazione scientifica” non esige né
esclusivamente, né principalmente che la trattazione si costruisca
nell’edificio di un sistema conchiuso. Ciò non ha più bisogno,
oggi, di essere dimostrato.
In
questo studio, non si troverà pertanto nulla di sistematico alla
superficie. Invece di una dottrina compiuta, non abbiamo da offrire
che frammenti.
La
forma scientifica vi si esprime con la tendenza a scrutare l’essenza
dei fenomeni bellici ed a mostrare la loro correlazione con la natura
delle cose di cui si compongono. Non si è mai, qui, indietreggiato
davanti alla consequenzialità filosofica. Ma dovunque il
ragionamento si dipanava in un filo troppo esile, l’autore ha
preferito romperlo per ricorrere invece alle prove fornite
dall’esperienza dei fatti. Come molte piante non producono frutti
se il loro fusto si slancia troppo in alto, così occorre che nelle
arti pratiche le foglie e i fiori teorici non prendano soverchio
sviluppo. Occorre non allontanarsi troppo dal terreno che loro
conviene; e cioè dall’esperienza.
Sarebbe
indubbiamente un errore voler dedurre dalla composizione chimica del
chicco di frumento la forma della spiga che ne deve nascere, perché
non si ha che da andare nei campi per vedere le spighe già formate.
L’investigazione
e l’osservazione, la meditazione filosofica e l’esperienza non
debbono mai spregiarsi o escludersi vicendevolmente. Si offrono,
piuttosto, reciproca garanzia.
Le
proposizioni di questo libro poggiano dunque la breve volta della
propria perentoria consequenzialità logica o sull’esperienza o
sulla definizione della guerra: ed entrambi questi pilastri sono loro
indispensabili.