Scritti critici. Saggi, articoli e recensioni di filosofia, politica e storia del presente
venerdì 9 marzo 2007
Nadine Fresco: Fabrication d’un antisémite
martedì 6 marzo 2007
Il Picchio (marzo '84)
martedì 27 febbraio 2007
Maurice Blanchot: Michel Foucault come io l'immagino
“Vivere un avvenimento in immagine – citiamo ancora, e necessariamente a lungo, da Lo spazio letterario – non vuol dire disimpegnarsi da questo avvenimento, disinteressarsene, come vorrebbero la versione estetica dell’immagine e l’ideale sereno dell’arte classica, ma vuol dire non più impegnarvisi con una decisione libera: vuoi dire lasciarsi prendere, passare dalla regione del reale, in cui ci teniamo a distanza dalle cose per meglio disporne, a quest’altra regione in cui la distanza ci tiene, questa distanza è allora profondità non viva, indisponibile, lontananza inapprezzabile divenuta come la potenza suprema e ultima delle cose ... Vivere un avvenimento in immagine, non vuol dire avere di questo avvenimento una immagine, e neppure conferirgli la gratuità dell’immaginano. L’avvenimento, in questo caso, avviene veramente; e tuttavia avviene ‘veramente’? Ciò che accade ci afferra, come ci afferrerebbe l’immagine, vale a dire ci priva, di esso e di noi, ci tiene al di fuori, fa di questo di fuori una presenza in cui ‘Io’ non ‘si’ riconosce”.
L’evocazione straniante dell’incontro anonimo e aleatorio con Foucault nel ’68, che apre Michel Foucault come io l'immagino, presenta quel carattere di esteriorità irriducibile dell’avvenimento, che costituisce un luogo cruciale dell’opera (sia “critica”, sia letteraria”) di Blanchot. “Non è una finzione benché non sia capace di pronunciare a proposito di tutto ciò la parola verità. Gli è successo qualcosa, e non può dire che sia vero, né il contrario. Più tardi, pensò che l’avvenimento consistesse in questa maniera di non essere né vero, né falso” (L'attesa, l’oblio). E ancora, ne La comunità inconfessabile (a proposito di Acéphale): “Coloro che vi hanno partecipato non sono sicuri di avervi avuto parte”.
2. “Esprimere soltanto quello che non può esserlo. Lasciarlo inespresso” (L‘attesa, l’oblio).
domenica 25 febbraio 2007
Dedicato a Elio Xerri. Bologna, Marzo 2007
[Ricevo e volentieri pubblico. Ho inserito alcuni link nel testo del comunicato originale; ne sono dunque l'unico artefice e responsabile, rml].
Una mostra, tanti eventi, per ricordare un caro compagno, un amico, una libreria, una via, una città, un mondo e un modo.
Nello spazio di Modo Infoshop in via Mascarella 24 e 26, sarà allestita, dal 4 al 22 marzo 2007 LA MOSTRA Ambient/Azione - Il Picchio: Elio racconta foto, video, interviste, conferenze, performance, edizioni e arte della Libreria Editrice Il Picchio, del Centro di Documentazione Anarchica e dell’attività di Elio dal 1975 al 2006.
Aperto a metà degli anni '70, "Il Picchio", si collegava ai "cento fiori" delle librerie di movimento in cui tutta la stampa antagonista e rivoluzionaria trovava ampia diffusione.
Al Picchio si camminava sulla parte selvaggia, si percepiva il cambiamento e tutto era possibile.
Con Primo Moroni ** e tanti altri compagni e compagne che avevano condiviso lo stesso impegno e lo stesso progetto, Elio aveva dato vita alla "Punti Rossi", una rete di distribuzione autonoma dai circuiti commerciali che permetteva alla stampa del movimento rivoluzionario di circolare liberamente senza soggiacere alle regole del mercato e spesso eludendo il controllo poliziesco.
La storia di Elio, l’anima del Picchio, è la storia di un uomo esuberante e riservato, poco incline ai compromessi, di un compagno che ha sempre vissuto per affermare libertà, solidarietà, giustizia sociale.
Gli accadde anche di dover assistere l'agonia di Francesco Lorusso ** , il compagno di Lotta Continua che venne ucciso, con un colpo alla schiena, dai carabinieri l'11 marzo del 1977 in quella via Mascarella dove il Picchio era il primo posto in cui un compagno in difficoltà sarebbe andato a chiedere aiuto.
I suoi 62 anni di vita sono stati troppo pochi per contenere l'umanità che Elio esprimeva. Pochi per lui, pochi per noi che gli abbiamo voluto bene.
Nelle tre settimane della mostra saranno riproposte proiezioni di conferenze e interviste svolte durante l’attività del Picchio, moltissime foto della libreria, foto delle manifestazioni, manifesti, edizioni editoriali della casa editrice Il Picchio; una accattivante colonna sonora accompagnerà la mostra per tutta la sua durata, non mancheranno eventi di convivialità al vino rosso e delle visite guidate nel percorso della storia che ha attraversato quel luogo e visto partecipi quelle persone.
http://www.libreriailpicchio
http://www.circoloberneri