Dove si stabiliscono confini, l'avversario non viene semplicemente distrutto; anzi, anche se il vincitore dispone della massima superiorità, gli vengono riconosciuti certi diritti. E cioè, in modo demonicamente ambiguo, pari diritti: è la stessa linea che non deve essere superata dai due contraenti. Dove appare, nella sua forma più temibile e originaria la stessa mitica ambiguità delle leggi che non possono essere "trasgredite", e di cui Anatole France dice satiricamente che vietano del pari ai ricchi e ai poveri di pernottare sotto i ponti.
Walter Benjamin, Zur Kritik der Gewalt (1920-1921),
trad. it. Per la critica della violenza
in Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi, 1962.
trad. it. Per la critica della violenza
in Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi, 1962.
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immagine da Sucardrom
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1 commento:
Penso che fondamentalmente, la classe borghese si attenga a questi due criteri, in apparenza opposti ma che ovviamente convergono nel medesimo proposito: quello di dominare qualunque altra, in primis quella proletaria.
Per il 1°, nel momento in cui essa nota il formarsi di un blocco rivoluzionario costituito da lavoratori, intellettuali ed anche da segmenti illuminati d’altri strati sociali e culturali, sceglie la via (fase difensiva) formalmente ed ipocritamente egalitaria così ben criticata da Benjamin e da France.
Per il 2° criterio, quando quel “blocco” si sfalda o essa contribuisce a tale sfaldamento (divide et impera funziona sempre) essa può sfogare (fase offensiva) impunemente la sua voluttà di dominio.
Voluttà: ricordare l’adagio siculo “cummannare è megghiu ca futt…”, da non intendersi, certo, solo in una prospettiva stricto sensu sessuale.
Il 2° criterio scatta tramite leggi che spesso prescindono in toto da impostazioni solidaristiche, egualitarie, cristiane, liberali ecc. di cui pure la classe borghese si fa vessillifera.
La contraddizione è qui logica, giuridica, culturale, umanitaria ecc.
Ma come sappiamo, il dominio borghese vive di contraddizioni; “l’importante” è che le contraddizioni, così come le crisi economiche pesino non su di lei bensì… naturalmente su di noi.
Ciao!
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