martedì 19 marzo 2013

Le pape et les "années de plomb" en Argentine


"François Ier, Argentin et péroniste", sur une affiche à Buenos Aires, le 15 mars.

Le rôle de Jorge Mario Bergoglio, le pape François, pendant la dictature militaire (1976-1983) fait l'objet de controverse depuis plusieurs années à Buenos Aires. A l'origine, le directeur du quotidien progouvernemental Pagina 12, Horacio Verbitsky, avait publié, en 2005, un livre polémique, El Silencio (non traduit), où il dénonce la complicité de l'Eglise catholique argentine avec les militaires.



 Le journaliste accuse en particulier Jorge Bergoglio, qui était à l'époque responsable de la Compagnie de Jésus en Argentine, d'être impliqué dans l'enlèvement de deux jeunes prêtres jésuites qui travaillaient dans un bidonville, en 1976. Torturés pendant cinq mois, Orlando Yorio et Francisco Jalics avaient été remis en liberté et s'étaient exilés. Le premier est mort en 2000, le second vit en Allemagne. Dans un communiqué publié, vendredi 15 mars, sur le site Internet des jésuites en Allemagne, ce dernier déclare qu'il ne peut "prononcer sur le rôle du père Bergoglio dans ces événements". Il indique aussi avoir eu "l'occasion de discuter des événements avec le père Bergoglio qui était entre-temps devenu archevêque de Buenos Aires. Nous avons ensemble célébré une messe publique (...). Je considère l'histoire comme close", a-t-il précisé.

De son côté, le porte-parole du Vatican, le Père Federico Lombardi, a dénoncé "le caractère anticlérical de ces attaques, allant jusqu'à la calomnie et la diffamation des personnes". "La justice l'a entendu une fois et à simple titre de témoin et le père Bergoglio n'a jamais été suspecté ou accusé". "Dans l'élaboration de la demande de pardon, Mgr Bergoglio a déploré les défaillances de l'Eglise argentine face à la dictature", souligne le Vatican.


"TALENTS D'ACTEUR"

Dans un article publié au lendemain de l'élection du pape François, M. Verbitsky, qui est également directeur du Centre d'études légales et sociales, une organisation non gouvernementale de défense des droits de l'homme, a renouvelé ses attaques, qualifiant le nouveau pontife de "populiste conservateur", qui introduira "des changements cosmétiques" au Vatican, "avec ses talents d'acteur". Le même jour, M. Verbitsky publie un courrier électronique de Graciela Yorio dans lequel la sœur du prêtre décédé exprime "son angoisse et sa colère". Selon elle, il aurait "laissé sans protection" les deux prêtres, adeptes de la "théologie de la libération" ...


lire  l'article complet  sur Le Monde

giovedì 14 marzo 2013

Guy Debord, da: Commentari sulla Società dello spettacolo, XXIV


 

. Ci si sbaglia ogni volta che si vuole spiegare qualcosa opponendo la mafia allo Stato: essi non sono mai in rivalità. La teoria verifica con facilità ciò che tutte le dicerie della vita pratica avevano dimostrato troppo facilmente. La mafia non è un'estranea in questo mondo: ci si trova perfettamente a suo agio. Nell'epoca dello spettacolare integrato, essa appare come il modello di tutte tutte le imprese commerciali avanzate.

Cancellarsi da Facebook : c'est fait!




     Dieci buoni motivi per cancellarsi da Facebook


,
Paradossalmente, con l’introduzione dei nuovi pulsanti qui a fianco destinati allo sharing dei post sui social network, ci siamo resi conto che l’argomento più condiviso sul portale di Mark Zuckerberg riguarda proprio il metodo per cancellarsi da Facebook. Ma perché mai un utente dovrebbe voler eliminare il proprio profilo da uno dei siti più cliccati di tutto il Web?

  • I Termini del Servizio di Facebook sono convenienti solo per chi gestisce il sito e non per gli utenti. Non solo affermano che ogni dato caricato appartiene al social network, ma minacciano anche gli utenti di riservarsi la possibilità di eliminare l’account qualora non venga aggiornato regolarmente. Gli iscritti a Facebook sono dei “dipendenti non pagati”;
  • Mark Zuckerberg, il numero uno di Facebook, ha dei trascorsi poco rassicuranti, soprattutto dal punto di vista etico. Secondo BusinessInsider.com, in passato ha utilizzato indirizzi email e password di alcuni utenti per screditare la concorrenza e ha versato 65 milioni di dollari a un suo ex compagno di scuola che reclamava la paternità del progetto; 
  • Facebook ha dichiarato apertamente guerra alla tutela della privacy, ritenendola controproducente in termini economici e sostenendo che “le abitudini degli utenti stano subendo una metamorfosi, portando inevitabilmente al cambiamento delle norme che regolano la condivisione online”;
  • Facebook è doppiogiochista. Ogni qualvolta rende disponibile una nuova API per gli sviluppatori, li informa dettagliatamente su come sfruttare il più possibile i dati personali degli utenti all’interno delle applicazioni, ma non avvisa quest’ultimi, o lo fa in modo poco chiaro, sulle pratiche messe in atto;
  • quando un programmatore rese note le reali intenzioni dietro al rilascio dell’API Open Graph, ovvero rendere pubblico tutto quanto condiviso dagli utenti, Facebook gli intimò il silenzio ricorrendo a vie legali;
  • i dati personali non sono in possesso esclusivamente di Facebook, ma anche di tutti coloro che si impegnano nello sviluppo di applicazioni third party, con conseguenti e facilmente ipotizzabili rischi per la privacy;
  • non si tratta di un social network sicuro nemmeno dal punto di vista tecnico, spesso soggetto a phishing o spam. Celebre, in passato, l’errore che portò a rendere pubblici tutti i profili degli iscritti;

mercoledì 13 marzo 2013

"Valutare e punire " e "Una storia italiana", due presentazioni a BO il 14 marzo



 Libreria delle Moline


Via delle Moline, 3/A
Bologna

tel.: 051 26 29 77


Segnaliamo due interessanti incontri fissati per  il 14 /3  ai quali la Libreria delle Moline collabora quale fornitrice dei volumi in presentazione.



Giovedì 14 marzo 2013
ore 17:00

Aula 4 (Facoltà di Scienze Politiche)
Strada Maggiore 45, Bologna


Valeria Pinto
Valutare e punire.

Una critica della cultura della valutazione
(Cronopio 2012)

interviene con l'autrice
Andrea Cavalletti

L’Università è in crisi ormai palese e forse irreversibile: una crisi avviata dalla Riforma Berlinguer del 1999 (che ha istituito la laurea breve e il sistema dei crediti formativi) e culminata con la devastante Riforma Gelmini, secondo un progetto di “modernizzazione” che, lungo quattordici anni, ha distrutto la didattica degli atenei e tagliato le risorse per la ricerca e per il diritto allo studio. Non si tratta di un fenomeno solo italiano, ma di un mutamento assai più vasto per cui le vecchie forme dello Stato si uniformano sempre più ai poteri privatistico-manageriali.

Di ideologia della valutazione e di critica della cultura della meritocrazia, dei dispositivi di controllo che agiscono nel ridisegnare la società della conoscenza, tratta il libro Valutare e punire.
Valeria Pinto, autrice del testo e docente dell’Università Federico II di Napoli.
Andrea Cavalletti, docente presso l’Università IUAV di Venezia.



*  *  *

Giovedì 14 marzo 2013
ore 17:30

Biblioteca dell'Archiginnasio
Piazza Galvani 1, Bologna

"Una storia italiana"
incontro con
Giambattista Scirè
per la presentazione del libro
Gli indipendenti di sinistra
(Ediesse 2012)

con l'autore sono presenti
Giancarla Codrignani, Raniero La Valle, Federico Stame

introduce: Alberto De Bernardi
coordina Michele Smargiassi

Il fenomeno degli Indipendenti di sinistra, una vicenda finora mai studiata, ma che si intreccia con gli avvenimenti più importanti della storia dell’Italia repubblicana, ha una sua assoluta originalità in Europa e forse nel mondo: non ci sono altri esempi, infatti, di un partito politico, nella fattispecie il Pci, che abbia messo a disposizione tra il 10 e il 15 per cento dei propri seggi per l’elezione di candidati indipendenti, permettendo la costituzione di un gruppo autonomo, scisso da vincoli di appartenenza ideologica e con pieno diritto di dissenso.
Dal Sessantotto a Tangentopoli la Sinistra indipendente rappresenta una pluralità di matrici culturali – socialista (come Lelio Basso, Stefano Rodotà, Gianfranco Pasquino), cattolica (come Mario Gozzini, Adriano Ossicini, Claudio Napoleoni), azionista (come Ferruccio Parri, Carlo Levi, Franco Antonicelli, Altiero Spinelli) – tentando di sintetizzarle in una terza forza alternativa, una sorta di riformismo «militante», che, da sinistra, rivendicava come valori irrinunciabili la libertà, la democrazia, il pluralismo, la laicità, rifiutando sia l’ideologismo e il centralismo democratico del movimento operaio, sia la stretta dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica e l’interclassismo democristiano.
La storia della Sinistra indipendente funziona bene da cartina di tornasole della società e della politica italiana degli anni Settanta e Ottanta, ed è stata ricostruita utilizzando i documenti reperiti in importanti archivi storici italiani, le testimonianze scritte dei suoi protagonisti e i racconti di quelli ancora in vita. 

Evento in collaborazione con La Società di Lettura e Istituto Storico Parri Emilia - Romagna
Ingresso libero

martedì 12 marzo 2013

Casca Pound (by Anonymous)


      

        Attacco Anonymous al sito casapound.org



Firma la petizione per chiudere Casapound
su
Anonymous Italia

venerdì 8 marzo 2013

StreetArt: elevazione di Gramsci


 

"StreetArt: Gramsci celebrato dai writers". Pubblicato in data 18/feb/2013
da 
UnitaOnline


Per il compleanno di Garbatella il sottopasso su via Ostiense è stato riqualificato da un gruppo di writers di fama internazionale come Ozmo, Moneyless, Martina Merlini, Andreco, 2501, Tellas, Gaia, per un'opera collettiva che ritrae anche Antonio Gramsci e Percy Shelley le cui ceneri sono sepolte nel vicino cimitero acattolico. L'iniziativa realizzata in collaborazione con XI Municipio presieduto da Andrea Catarci e con l'associazione culturale 999CONTEMPORARY.

mercoledì 27 febbraio 2013

BO: Le donne dell'ANPI contro l'intitolazione a Rachele Mussolini

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Coordinamento delle donne


''Donna Rachele come riconosciuto da tutti è stata una grandissima figura di donna italiana, è sempre rimasta fuori dalla politica, ha sempre cresciuto e difeso i figli con una grande umiltà e onestà in momenti difficilissimi dedicando tutta la sua vita a loro''.

Queste sono le motivazioni in base alle quali il consigliere di quartiere Michele Laganà ritiene che la nostra città dovrebbe intitolare una sala pubblica alla moglie di Mussolini.
Noi donne dell’ANPI non identifichiamo affatto nel rimaner fuori dalla politica un titolo di merito. Anzi, notiamo come questo non sia propriamente il modello di cittadina e di cittadino che la nostra Costituzione promuove quando, nell’articolo 4, dichiara che

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

martedì 19 febbraio 2013

Althusser, Foucault e la crisi del marxismo. BO 28/02/2013





 Seminario a partire dai libri di Cristian Lo Iacono, Althusser in Italia. Saggio bibliografico (1959-2009), Milano, Mimesis, 2012 e di Fabio Raimondi, Il custode del vuoto. Contingenza e ideologia nel materialismo radicale di Louis Althusser, Verona, Ombre Corte, 2011



  Introduce Manlio Iofrida


Parteciperanno Rudy Leonelli, Cristian Lo Iacono,
Diego Melegari, Fabio Raimondi, Valerio Romitelli.

lunedì 18 febbraio 2013

"anche oggi si va a caritare" (per gli zingari a Bologna)

 dedichiamo  una canzone di Fabrizio De André agli zingari a Bologna

-  fatti bersaglio di una miserabile e strumentale "ronda" del leghista-avvocato (noto come fallito candidato sindaco di Bologna) Manes Bernardini

 -  e colpiti ripetutamente da sgomberi a raffica da sindaci democratici




Khorakhanè: tribù rom di provenienza serbo-montenegrina
 

 


Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane

giovedì 14 febbraio 2013

Tanto gentile e tanto onesta pare

 Carmelo Bene, Lectura Dantis
Torre degli Asinelli, il 31 luglio del 1981




Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,

che va dicendo a l'anima: Sospira.

mercoledì 6 febbraio 2013

Carmelo Bene: «La nuvola in calzoni» di Vladimir Majakovskij

Vladimir Majakovskij - La nuvola in calzoni (1915)



Carmelo Bene, 1974 Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Majakovskij-Blok-Esenin-Pasternak; adattamento testi di C.B. e R. Lerici; traduzioni di: I. Ambrogio, R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante C.B.; scene M. Fiorespino; direttore della fotografia G. Abballe; musiche di V. Gelmetti; voce solista C:B.; assistente alla regia C. Tempestini; mixer video A. Lepore; operatori RVM: M: Nicoletti, E. Piccirilli; produzione RAI


domenica 3 febbraio 2013

Maria Turchetto: sulla a nuova edizione de «Il capitale finanziario»


Maria Turchetto:
Il valore sonante del potere

 Nuova edizione per Mimesis di un classico del pensiero critico novecentesco, «Il capitale finanziario» di Rudolf Hilferding. Un volume ancora utile alla conoscenza della realtà per poi trasformarla. (da il manifesto, 2012.01.13)




La nuova edizione di Il capitale finanziario di Rudolf Hilferding è una vera strenna, di cui sono grata alla casa editrice Mimesis (pp. 544, euro 28). Non certo per il gusto erudito e nostalgico di riavere un classico del marxismo ormai introvabile e citato di seconda e terza mano, ma perché la poderosa opera di Rudolf Hilferding merita davvero, più che una rilettura, una nuova lettura, come suggeriscono nell’introduzione Emiliano Brancaccio e Luigi Cavallaro, curatori di questa edizione. Una lettura - scrivono - che aiuti «a produrre un altro testo che (…) sposti di piano quello immediatamente pervenutoci da Hilferding, facendo apparire nuovi oggetti teorici su cui lavorare»
L’indicazione richiama esplicitamente la lezione di Louis Althusser (non a caso del resto il titolo dell’introduzione è «Leggere Il capitale finanziario»), cui i curatori si rifanno anche quando sostengono che il «nucleo del paradigma marxista», da cui oggi si può ben ripartire anche se non è in voga tra i bocconiani, consiste «nel titanico risultato di aver gettato le basi per una teoria scientifica della storia: una teoria che, si badi bene, non ha nulla a che vedere con la visione teleologica e destinale che afflisse certe sue volgarizzazioni dottrinali».
Per dirla tutta, la «visione teleologica e destinale» della storia è stata ben più che una vulgata ad uso delle accademie sovietiche e delle scuole di partito. Era lo «spirito del tempo» dell’Ottocento e di buona parte del Novecento, che Marx aveva faticosamente trasceso ma attraverso il quale veniva (e viene ancora) interpretato. L’idea che il destino del capitalismo sia predicibile permea perciò anche l’opera di Hilferding e ne costituisce la principale debolezza: è la sua predizione di un percorso spontaneo dall’anarchia all’organizzazione pianificata dell’accumulazione sotto la direzione di un «capitale unificato», preludio della transizione al socialismo. La stessa idea destinale permea anche le coeve teorie del crollo e la stessa visione di Lenin dello stadio monopolistico e finanziario come «fase suprema» - cioè ultima - di un capitalismo divenuto incapace di promuovere lo sviluppo delle forze produttive e perciò morto per la storia, anzi ormai «putrefatto». In Lenin la storia del capitalismo descrive una parabola di tipo organico (nascita, crescita, decadenza e morte) anziché un’evoluzione progressiva; lo schema teleologico prevede comunque la fine prossima e certa (nella forma del crollo, dell’abbattimento rivoluzionario o della metamorfosi riformista), indispensabile a conseguire il fine del comunismo.

Il virtuoso e il parassita
Ma non vorrei qui limitarmi a ribadire l’indicazione althusseriana di abbandonare le storie teleologiche (in quanto tali ideologiche, non scientifiche) orientate al/alla fine; quanto proporre una breve riflessione sul perché, a cavallo tra Ottocento e Novecento, la fine del capitalismo venga declinata nelle forme antitetiche della decadenza e del crollo, da un lato, e dell’evoluzione virtuosa, dall’altro. In L’imperialismo, fase suprema del capitalismo Lenin impone una convivenza forzata a due rappresentanti delle declinazioni antitetiche in questione, Hilferding e Hobson. Riprende infatti, com’è noto, la definizione di Hilferding del «capitale finanziario» come «capitale unificato» («Capitale finanziario significa capitale unificato. I settori del capitale industriale, commerciale e bancario, un tempo divisi, vengono posti sotto la direzione comune dell’alta finanza»), associandovi tuttavia il giudizio negativo espresso da Hobson sulla finanza «parassitaria». Di fatto tradisce, in tal modo, il pensiero di entrambi gli autori: per Hilferding, in realtà, l’unificazione di capitale bancario, commerciale e industriale è un processo sostanzialmente virtuoso, foriero di crescita economica e di potenzialità regolatrici; in Hobson, per contro, il capitale finanziario non rappresenta affatto una forma unificata del capitale, ma una sua frangia degenerata che svolge il ruolo perverso di spostare altrove «la ricchezza della nazione» a scapito dello stesso capitale commerciale e produttivo (per inciso, Hobson non è l’unico, all’epoca, a teorizzare una contrapposizione forte tra industria e finanza: penso, ad esempio, a Thoestein Veblen). La convivenza forzata che Lenin impone alle tesi di Hilferding e di Hobson si basa, ancora una volta, su una metafora organica: il capitale cresce (diventa «più grosso» attraverso i processi di concentrazione e centralizzazione in cui il capitale finanziario ha un ruolo chiave, proprio come dice Hilferding), si espande (invade completamente il mondo, come sostengono entrambi gli autori), ma inesorabilmente invecchia (decade dalla sua funzione propulsiva dello sviluppo per diventare «parassitario», proprio come dice Hobson) ...

 leggi tutto su: CONTROLACRISI

martedì 29 gennaio 2013

«Duce, Duce», «Silvio, Silvio»



Berlusconi, a noi!


di Guido Caldiron e Giacomo Russo Spena
da MicroMega 2/2011


Dopo la svolta ‘badogliana’ di Fini, per l’estrema destra Berlusconi è diventato l’assoluto punto di riferimento. In lui i moderni camerati vedono il nuovo Mussolini, l’atteso ‘capo carismatico’ capace di scardinare le regole democratiche e costituzionali. Il razzismo del Cavaliere, il suo revisionismo storico e la sua ‘antipolitica’ li affascinano. E oggi puntano sul Pdl.

«Duce, Duce», «Silvio, Silvio». «L’antifascismo che ha portato tante disgrazie e nefandezze dal 1945 ad oggi non potrà mai essere un nostro valore. Oggi la nuova Italia di Berlusconi-Tremonti-Alemanno sta davvero cambiando in meglio la nostra nazione». «Il nostro presidente Berlusconi ancora una volta si dimostra capo popolare e carismatico, fregandosene del “politicamente corretto” e degli antifascisti vecchi e nuovi». «Berlusconi? Mai stato antifascista». «Per chi vuole incentivare politiche nazionaliste è necessario sostenere il centro-destra che si regge intorno alla figura carismatica di Silvio Berlusconi».
In queste parole ci sono più di tre generazioni di neofascisti che, divisi su tutto, si ritrovano da tempo uniti nel considerare la figura di Berlusconi come quella di un «nuovo Duce». Come è accaduto? Cerchiamo di capirlo ripercorrendo le tappe di questa attrazione fatale.

domenica 27 gennaio 2013

Consuete facezie di Berlusconi su lager, sterminio, fascismo, etc.

Riemerso fresco fresco come una salma su schermi e "cartaceo", l'invadente piazzista virtuale di Arcore, con mossa a ben guardare non propriamente sorprendente..., ha riversato sui media un'appendice al repertorio delle consuete banalizzazioni del fascismo, del nazismo, dei campi di sterminio, etc., nel cui campo si diletta, come un caricaturale "specialista"...




   Avendo da qualche anno segnalato con una certa attenzione il particolare hobby del soggetto in questione, incidenze rinuncia a commentare l'ennesima rifrittura dell'abituale paccottiglia "storica" smerciata dal pupillo di Licio Gelli.

  Del resto, ormai, il gioco è stantio, come pure il suo cascante "animatore".

Per il Giorno della Memoria. Ricordo di una grande


Rita Levi Montalcini
  22 aprile 1909 - 30 dicembre 2012
 La testimonianza, il racconto di studi e ricerche
durante la fuga per le leggi razziali.

sabato 26 gennaio 2013

Dall'imprenditore al prenditore. Le tangenti del terzo millennio

“Le tangenti erano per

 la segreteria di Alemanno”

Inchiesta sui Bus, così dice l'imprenditore ai Pm



I soldi della tangente ‘erano destinati alla segreteria di Alemanno’. E’ quanto ha detto al gip di Roma Stefano d’Aprile Edoardo D’Inca’ Levis, imprenditore italiano residente a Praga, arrestato circa un mese fa. Per l’accusa fu lui il mediatore per la tangente da 600 mila euro per una commessa di 45 bus per il Comune di Roma ...

                                                                          leggi tutto su Giornalettismo

 
*   *   *


Nel solco della tradizione...


sabato 19 gennaio 2013

Storapace

Per ingannare il mondo, assumi il suo aspetto, abbi il benvenuto nell'occhio, nella mano, nella lingua, appari come il fiore innocente ma sii la serpe che vi si cela sotto.

                                                     Macbeth, I,1









[Lazio] Hit degli impresentabili: accordo tra Storace e Pannella


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immagine da: Giù la Testa

lunedì 14 gennaio 2013

Walter Benjamin: Charles Baudelaire. Un poeta lirico nell'età del capitalismo avanzato

Walter Benjamin


 Charles Baudelaire
Un poeta lirico
nell
età del capitalismo avanzato


a cura di Giorgio Agamben, Barbara Chitussi e Clemens-Carl Härle
ed. Neri Pozza,Vicenza,   2012

 
Questo libro presenta  in prima edizione mondiale la ricostruzione   ̶­­ resa possibile dai manoscritti benjaminiani ritrovati da Giorgio Agamben nel 1981 nella Biblioteca nazionale di Parigi   ̶ del libro su Baudelaire cui Benjamin aveva lavorato negli ultimi due anni della sua vita, quando, interrompendo la stesura dei Passages di Parigi, decide di trasformare in un’opera autonoma quello che all’inizio si presentava come un capitolo del libro. Attraverso un paziente lavoro di edizione e di montaggio, che alterna testi inediti ad altri già noti (che trovano solo ora la loro collocazione e il loro senso nell’opera complessiva), il libro permette di seguire la genesi e lo sviluppo, nelle varie fasi della sua stesura, del work in progress che  costituisce la summa della tarda produzione benjaminiana. Mentre del libro su Parigi noi abbiamo poco più che lo schedario, Charles Baudelaire, un poeta lirico nell’età del capitalismo avanzato offre  un’immagine articolata e coerente, anche se frammentaria, del laboratorio benjaminiano e del suo metodo compositivo. Sfatando la leggenda di un autore esoterico, il libro ci presenta, nel suo stesso farsi, il modello di una scrittura materialista, in cui non soltanto la teoria illumina i processi materiali della creazione, ma anche questi ultimi gettano una nuova luce sulla teoria. 

sabato 12 gennaio 2013

in memoria Mariangela Melato: una lettura

Mariangela Melato
19 settembre 1941 - 11 gennaio 2013



M. Melato
 lettura:

"Le più belle poesie"
da: Alda Merini, Vuoto d'amore, 1991





Le più belle poesie
 si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le mani aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all'umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d'oro
e l'albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto perché
sei sceso nel limbo,
dove aspiri l'assenzio
di una sopravvivenza negata.

giovedì 10 gennaio 2013

Roma: Per un Palazzo dei diritti liberato dell'occupazione neofascista


per combattere violenza e fascismo, realizziamo il "Palazzo dei diritti, delle libertà e delle culture"




 Nella convinzione che il palazzo di via Napoleone III a  Roma, di cui si è impadronito il gruppo fascistoide denominato "Casapound", vada restituito alla cittadinanza, incidenze aderisce alla petizione lanciata dal Comitato "Roma dica NO ai raduni fascisti"


Sintetizziamo la proposta citando una frase
che esprime il "sogno di una cosa" (realizzabile):


 « Al posto della sede di Casapound, noi vorremmo che sorgesse un luogo dove i giovani possano conoscere, vivere e condividere diritti, differenti culture e una pluralità positiva di visioni della vita e del mondo. In luogo di un ritrovo, illecitamente occupato, vorremmo che sorgesse il "Palazzo dei diritti, delle libertà e delle culture", un punto di riferimento e di incontro per i giovani. Aperto, libero e solidale. »

leggi e/o sottoscrivi la petizione su change

lunedì 17 dicembre 2012

Manifestoon: A spectre is haunting ...


The Communist Manifesto illustrated by Cartoons





                          vedi, nel sito MIA, le traduzioni: 
        
 

  &

venerdì 14 dicembre 2012

Ante-fascismo grillino a Bologna



«Bada, Grillaccio ...» 
cit. da Le avventure di Pinocchio, di Carlo Collodi





[BO] I grillini del Q.re Navile solidarizzano con CasaPound

 da staffetta    

In nome di una ipocrita e sempre a senso unico «condanna di ogni violenza», i consiglieri grillini al Quartiere Navile di Bologna hanno votato, insieme a Pdl e Lega, la solidarietà a CasaPound. Non è la prima volta, sta diventando un vizio, o forse una linea…
Vedi: Bologna: grillini con Casapound. L’ingenuità e la colpa, con il video della votazione del seguente, comico testo:
«Il consiglio del Quartiere Navile a seguito del vergognoso attentato di stampo terroristico subito da CasaPound Bologna per mano di tre giovani anarco-insurrezionalisti, che ha provocato ingenti danni alla sede dell’associazione, ma fortunatamente non ha mietuto vittime; si congratula con la Digos e la Polizia di stato per il tempestivo intervento che ha permesso l’arresto dei tre malviventi; esprime solidarietà a CasaPound Bologna per i fatti verificatosi e agli agenti rimasti contusi nelle fasi dell’arresto dei malviventi; esprime biasimo nei confronti di quanti hanno proferito attestazioni di apprezzamento e tenuto manifestazioni a favore di questo vile gesto terroristico».
Ogni parola di questo breve testo ha tutto l’odore stantio delle menzogne venali della politica. Non vi sono stati affatto «ingenti danni». Non vi era alcuno «stampo terroristico» ...

leggi il testo completo su staffetta

giovedì 13 dicembre 2012

Per la figlia senza nome di Samb Modou - a un anno dalla strage di via Dalmazia 13 dic. 2011-2012



 
Pina Piccolo

Per la figlia senza nome di Samb Modou




DIEREDIEF SERIGNE TOUBA*
Puoi smettere di aspettarlo
tredicenne dagli occhi ridenti
e col vestitino buono color di lillà comprato
per la foto da mandare a papà
con i soldi della rimessa
DIEREDIEF SERIGNE TOUBA
Il padre che anelavi di carne e ossa e respiro
per 13 anni trafelato
a correre con borsoni
nella palestra dello stato italiano
destra e sinistra ne hanno allenati
polpacci, bicipiti e polmoni
ma non torna più sulle sue gambe
Ora dopo tredici anni
ti rimandano “la salma”
non in barcone
ma con l’aereo pagato da lacrime di coccodrillo

DIEREDIEF SERIGNE TOUBA
Te lo rispediscono dal pulpito dolente politici malfattori e conniventi
abituati a lanciare il sasso nascondendo la mano inguantata
di odio e superiore ingordigia

mentre dalla bocca cascano
perle d’ipocrisia ...

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continua a leggere il testo completo su Marginalia


venerdì 30 novembre 2012

Citoyen Balibar - Entretien, septembre 2012


Qui vient après le Sujet ? Le Citoyen, répond Étienne Balibar, saisi non plus dans une souveraineté solitaire, mais dans une communauté en devenir. Cependant l’égalité des droits que proclame la modernité n’exclut pas la ségrégation et l’exclusion. Dans ce grand entretien, le philosophe s’explique sur ce paradoxe qui nourrit aussi sa méthode d’analyse.
L’ouvrage d’Étienne Balibar, Citoyen-sujet et autres essais d’anthropologie philosophique (PUF, 2012), tient son titre d’une réponse à une question que Jean-Luc Nancy, en 1989, avait lancée à tout un ensemble de philosophes français d’orientations diverses : « Qui vient après le sujet ? » La manière de comprendre cette question en guide déjà la réponse : elle peut être saisie comme une question post-structuraliste, qui se demande ce qui se substitue au sujet, ou ce qui le relève, après le moment philosophique qui en fit la déconstruction. Étienne Balibar répond : « après le sujet vient le citoyen » – et s’en explique dans une série d’essais qui montrent comment le sujet est contesté de l’intérieur par une altérité qui certes le destitue de sa souveraineté solitaire, mais avec laquelle en même temps il compose une communauté toujours inachevée. Toute la réponse de Balibar repose sur une dialectique entre d’un côté le sujet compris dans sa double dimension, anthropologique (sujet conscient, sujet affecté) et politique (sujet soumis au pouvoir, sujet de droits) et de l’autre le citoyen, ou mieux : le concitoyen, de telle sorte qu’on ne saurait concevoir un devenir citoyen du sujet (le sujet comme être en commun), sans penser du même coup un devenir sujet du citoyen (le citoyen émancipé dans un processus de subjectivation).
Après le sujet vient donc le citoyen, ou plutôt : le citoyen-sujet, dans une communauté politique où l’universel (l’égalité des droits) est à la fois ce qui sauve et ce qui exclut : les différences anthropologiques (différences de classe, de race, de sexe…) y sont « à la fois disqualifiées en tant que justifications de discriminations au niveau des droits fondamentaux des “êtres humains” (dont le premier, ou le dernier, qui reprend tous les autres en son sein, est précisément l’accès à la citoyenneté), et disqualifiantes en tant que moyen privilégié de légitimer les ségrégations ou les exclusions intérieures qui privent de citoyenneté (ou de citoyenneté pleine et entière, “active”) une partie des êtres humains formellement “égaux en droits”. En d’autres termes, elles réalisent ce paradoxe vivant d’une construction inégalitaire de la citoyenneté égalitaire » (p. 27).
Nous avons demandé à Étienne Balibar de revenir sur ce paradoxe, en commençant par une question de méthode : comment lit-il les philosophes (Descartes, Locke, Rousseau, mais aussi Marx, Hegel, Freud ou Kelsen) qui nourrissent ses essais ? Quelle est sa stratégie d’écriture ? Cette stratégie est tout à la fois bien déroutante et très stimulante, puisqu’elle n’apparaît pas tant comme une analyse des doctrines consacrées par l’histoire des idées, ni même de leurs œuvres – que de textes précis, particuliers, en lequel il s’agit de rechercher et faire travailler « un point d’hérésie »... P. S.



1/ Vous reprenez à Foucault la question du point d’hérésie, qui vient contester ou renouveler l’idée d’épistémè. Qu’est-ce que ce point d’hérésie ? Comment se manifeste-t-il par exemple chez Descartes ?


2/ Du point d’hérésie à l’anthropologie





3/ Le paradoxe de l’universalisme bourgeois




4/ Peut-on concilier l’analyse de l’antagonisme de classe et la visibilité des différences anthropologiques ?

 
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 5/ Qu’est-ce qui nous rend solidaires des exclus ?



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Propos recueillis à Paris par Nicolas Duvoux et Pascal Sévérac.
 Prise de vue et montage : Ariel Suhamy.
par Nicolas Duvoux & Pascal Sévérac [28-09-2012]



L’energia dell’errore - Viktor Šklovskij



L’energia dell’errore. Libro sul soggetto
 

Meditare milioni di possibili associazioni
per sceglier tra di esse una su un milione,
è terribilmente difficile.
s
Lev Tolstoj, lettera a Fet, 17 novembre 1870.



Queste parole sono state inserite nel titolo con l’autorizzazione di Lev Nicolaievič Tolstoj.
Nell’aprile 1878 egli scriveva a N. N. Strachov di provare un senso di impreparazione al lavoro, alla tensione; la tensione è necessaria quando si è trovato e scelto.
Egli consola N. N. Strachov, che si lagna della difficoltà del lavoro:

«Conosco molto bene questa sensazione – addirittura, ora, negli ultimi tempi, la sto provando: tutto parrebbe pronto per scrivere – per compiere il proprio dovere terreno, ma manca la spinta della fede in se stessi, nell'importanza della causa, manca l’energia dell’errore; quella spontanea energia terrena che è impossibile inventare E non si può cominciare».

Tutto questo riguarda la spontaneità delle forze della natura, che operano in modi diversi e non immediati, e creano quella confusione che chiamiamo mondo.
Una volta, sorridendo, Majakovskij scrisse sulle «cose dell’altro mondo»:

Un vecchio disegno, non si sa di chi.
Un primo disegno non riuscito di una balena.

Niente riesce senza fatica. I fiori sbocciano e gli uccelli arrivano al momento giusto solo dopo molte ore di preparazione.