Scritti critici. Saggi, articoli e recensioni di filosofia, politica e storia del presente
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giovedì 30 aprile 2015
O Gorizia tu sei maledetta
La mattina del cinque d'agosto
si muovevan le truppe italiane
per Gorizia, le terre lontane
e dolente ognun si partì
martedì 21 aprile 2015
con le armi strappate al nemico fu nella insurrezione e all'avanguardia alla riconquista della sua libertà. 1943-1945
città partigiana
il 21 aprile 1945
i partigiani liberano Bologna
Piazza Nettuno
settembre 1943 - aprile 1945
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Sacrario ai Caduti per la Libertà
lunedì 23 febbraio 2015
Ribelli in paradiso,"Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti"- un libro di PAUL AVRICH
Martedì 24 febbraio ore 19.00
Ribelli in paradiso
Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti
un libro di PAUL AVRICH
A cura di Antonio Senta
Ne discutono Antonio Senta e Andrea Cavalletti
A partire dal celebre caso di Sacco e Vanzetti, i due anarchici “giustiziati” nel 1927, Avrich ci offre un intenso spaccato dell’America di inizio 900. I protagonisti delle vicende narrate sono i lavoratori, spesso italiani, quasi sempre anarchici, che vivono sulla propria pelle l’oppressione dei padroni, delle polizie private e dello stesso Stato, colpevole di difendere e legittimare lo sfruttamento capitalista attraverso le sue leggi. Un’analisi storica chiara e dettagliata della battaglia che vide fronteggiarsi il capitalismo americano e gli emigrati italiani, donne e uomini che all’America avevano affidato le speranze per un riscatto sociale da troppo tempo atteso.
Paul Avrich (1931-2006). Considerato forse il massimo storico dell’anarchismo nasce a New York da una famiglia originaria di Odessa. Compie studi in Russia che lo porteranno alla stesura di The Russian Anarchists (1967) e Kronstadt, 1921 (1970). Rientrato a New York insegna al Queens College e si interessa alla storia degli anarchici negli Stati Uniti. Tra le sue opere, pubblicate dalla Princeton University, ricordiamo Anarchist Voices: An Oral History of Anarchism in America (1995) e naturalmente Sacco and Vanzetti, The Anarchist Background, oggi tradotto per la prima volta in Italia.
MODO INFOSHOP
via Mascarella 24/b
40126 - Bologna
tel. 051/5871012
info@modoinfoshop.com
www.modoinfoshop.com
www.facebook.com/ModoInfoshop
[Storie in movimento]
Ribelli in paradiso
Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti
un libro di PAUL AVRICH
A cura di Antonio Senta
Ne discutono Antonio Senta e Andrea Cavalletti
A partire dal celebre caso di Sacco e Vanzetti, i due anarchici “giustiziati” nel 1927, Avrich ci offre un intenso spaccato dell’America di inizio 900. I protagonisti delle vicende narrate sono i lavoratori, spesso italiani, quasi sempre anarchici, che vivono sulla propria pelle l’oppressione dei padroni, delle polizie private e dello stesso Stato, colpevole di difendere e legittimare lo sfruttamento capitalista attraverso le sue leggi. Un’analisi storica chiara e dettagliata della battaglia che vide fronteggiarsi il capitalismo americano e gli emigrati italiani, donne e uomini che all’America avevano affidato le speranze per un riscatto sociale da troppo tempo atteso.
Paul Avrich (1931-2006). Considerato forse il massimo storico dell’anarchismo nasce a New York da una famiglia originaria di Odessa. Compie studi in Russia che lo porteranno alla stesura di The Russian Anarchists (1967) e Kronstadt, 1921 (1970). Rientrato a New York insegna al Queens College e si interessa alla storia degli anarchici negli Stati Uniti. Tra le sue opere, pubblicate dalla Princeton University, ricordiamo Anarchist Voices: An Oral History of Anarchism in America (1995) e naturalmente Sacco and Vanzetti, The Anarchist Background, oggi tradotto per la prima volta in Italia.
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[Storie in movimento]
martedì 27 gennaio 2015
Non ci può essere memoria senza lotta antifascista e antiautoritaria
La «Giornata della Memoria» in ricordo
dello sterminio nazista di sei milioni di ebrei giunge quest’anno
proprio mentre la Corte internazionale dell’Aja sta avviando un’indagine
preliminare sui possibili crimini di guerra
commessi nei Territori palestinesi e dopo che, quest’estate, si è
consumato l’ennesimo, insensato massacro della popolazione civile di
Gaza. In un mondo in cui lo stragismo diventa sempre più uno strumento
ordinario di lotta fra centri di potere.
Per gli Stati è sempre imbarazzante
ricordare che i campi di concentramento nazista rappresentavano la
«soluzione finale» per tutte le «diversità»: razziali, religiose,
sessuali, politiche, mentali… Un folle progetto di «purificazione» della
società che ogni tanto riaffiora in varie forme, magari travestito da
ossessione per la «sicurezza» o da odio per il «degrado». E non è un
caso che, da anni, ogni 27 gennaio si celebri una «memoria» dimidiata e
strumentale, un pasticcio politically correct, un rito di
autoindulgenza collettiva che non riesce nemmeno a interrogarsi sul
perché nell’Europa di oggi il fascismo è ancora un pericolo.
Crediamo sia giusto ricordare che,
accanto al genocidio degli ebrei, i nazisti perseguitarono e uccisero
persone affette da ritardo mentale, asociali, alienati, disabili,
mendicanti, omosessuali, zingari rom e sinti, donne e lesbiche, neri,
socialisti, comunisti, anarchici, apolidi, rifugiati della guerra di
Spagna. Solo una memoria integrale può infatti orientare la lotta contro
ogni forma di
domenica 19 ottobre 2014
martedì 8 luglio 2014
(in) memoria di William Michelini, partigiano 1922 -2014
Pubblicato il 11/giu/2014
Racconti di Resistenza dalla voce del partigiano "William" Michelini
Un film animato realizzato dalla classe 3^A deIla Scuola Secondaria di I grado "Fabrizio De André" di Bologna nell'Anno scolastico 2013-2014.
Gli studenti hanno incontrato il partigiano "William" Lino Michelini testimone diretto della battaglia di Porta Lame (Bologna) ed hanno interpretato le sue parole con il cinema di animazione.
Coordinamento didattico
Prof.ssa Maria Venticelli
Ideazione e conduzione del laboratorio di cinema di animazione:
Michela Donini e Roberto Paganelli per Associazione OTTOmani
Il progetto "perCorsi di Memoria" è ideato e gestito da Roberto Pasquali attraverso l'Associazione Interculturale Polo Interetnico A.I.P.I.
"perCorsi di Memoria" è finanziato dal Comune di Bologna, settore Area Affari istituzionali e Quartieri, nell'ambito del piano "Cittadinanza attiva" e si è realizzato nei Quartieri Porto e Saragozza.
Un grazie di cuore a "William", il partigiano Lino Michelini della 7a Brigata GAP.
Bologna, Giugno 2014
Un film animato realizzato dalla classe 3^A deIla Scuola Secondaria di I grado "Fabrizio De André" di Bologna nell'Anno scolastico 2013-2014.
Gli studenti hanno incontrato il partigiano "William" Lino Michelini testimone diretto della battaglia di Porta Lame (Bologna) ed hanno interpretato le sue parole con il cinema di animazione.
Coordinamento didattico
Prof.ssa Maria Venticelli
Ideazione e conduzione del laboratorio di cinema di animazione:
Michela Donini e Roberto Paganelli per Associazione OTTOmani
Il progetto "perCorsi di Memoria" è ideato e gestito da Roberto Pasquali attraverso l'Associazione Interculturale Polo Interetnico A.I.P.I.
"perCorsi di Memoria" è finanziato dal Comune di Bologna, settore Area Affari istituzionali e Quartieri, nell'ambito del piano "Cittadinanza attiva" e si è realizzato nei Quartieri Porto e Saragozza.
Un grazie di cuore a "William", il partigiano Lino Michelini della 7a Brigata GAP.
Bologna, Giugno 2014
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vedi inoltre: Ciao, William
venerdì 16 maggio 2014
Testa per Dente, una mostra sull'occupazione italiana dei Balcani - BO 16 maggio
Venerdì 16 maggio, alle ore 20,30, le Sezioni Anpi Corticella, Lame, Pratello, San Donato
organizzano e presentano:
“Testa per Dente,
crimini dell’occupazione italiana nei Balcani, occupazione
nazi-fascista e campi di internamento"
alle Caserme Rosse, via di
Corticella 147, Bologna: una mostra volta ad illustrare i temi
dell'occupazione italiana dei Balcani, dei crimini commessi e della
impunità di cui hanno goduto i responsabili degli stessi crimini nel
dopoguerra
Si potrà inoltre assistere a una conferenza che
traccerà un quadro della problematica dei tantissimi campi di
internamento istituiti sotto il fascismo. Saranno presenti:
Alessandra Kersevan, storica e saggista, autrice dei libri "Lager italiani" e "Un campo di concentramento fascista" , Davide Conti,
storico, collaboratore della Fondazione Lelio Basso, autore tra l'altro
dei llibri:"Criminali di guerra italiani" e "L'occupazione italiana dei
Balcani", Luca Alessandrini - Istituto Storico Parri Emilia-Romagna Jadranka Bentini, Testimone, figlia di Vinka, Capitana Partigiana croata.
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thanks per la comunicazione: mailing list di Storie in Movimento
sabato 3 maggio 2014
Le narrazioni della Resistenza - BO giovedì 8 maggio 2014 al Parri
Giovedì 8 maggio 2014, ore 15.30
Sala ex Refettorio - ingresso da via Sant’Isaia 20 - Bologna
presentazione dei volumi:
Resistenza e autobiografia della nazione
a cura di Aldo Agosti e Chiara Colombini
Edizioni Seb 27, Torino, 2012
Storie della Resistenza
a cura di Domenico Gallo e Italo Poma
Sellerio editore, Palermo, 2013
Ne discutono con i Curatori Roberto Chiarini - Università Statale di Milano Alberto Preti - Università di Bologna - Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R Maurizio Zangarini - Università di Verona - Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
Introduce e coordina Luca Alessandrini
Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri E-R
lunedì 17 marzo 2014
25/2/1992. BO: mobilitazione contro il revisionismo di Ernst Nolte
da: staffetta
A fine febbraio del 1992 alcune centinaia
di studenti dell’Università di Bologna occupavano pacificamente l’aula
in cui avrebbe dovuto parlare lo storico Ernst Nolte per contrapporsi
alla tesi semplificante della «guerra civile europea» che equiparava
nazifascismo e bolscevismo relativizzando lo sterminio ebraico e
minimizzando i tratti specifici del razzismo di Stato del Novecento.
Quella protesta, che allora ebbe una risonanza addirittura europea, fu
un piccolo evento di vita universitaria, ma tanti di coloro che vi
presero parte con entusiasmo vi sentirono un impegno ulteriore di
approfondimento critico, di militanza antifascista e di memoria civile. Leggi il resto su Magma.
lunedì 10 febbraio 2014
locandine marxicce di Casapound? No grazie! Preferiamo John Heartfield
CaPa marxoide?
NO GRAZIE!
Alla barba posticcia di Marx esibita da Casapound
opponiamo la verità storica illustrata dal genio di
John Heartfield:
sabato 11 gennaio 2014
“Gli anni spezzati”, una monnezza chiamata fiction
Una monnezza chiamata fiction. “Gli anni spezzati”
di Christian Raimo, 9 gennaio 2014
Ieri sera su Rai Uno è andato in onda uno scempio, di cui la Rai
dovrebbe chiedere scusa, e i politici o chiunque approvi sul servizio
pubblico operazioni di questo tipo dovrebbe chiedere il conto. Insegno
storia da cinque anni nei licei, e tutto il lavoro che io, come
centinaia di migliaia di insegnanti di liceo e università, faccio per
cercare di raccontare, far conoscere, semplificare, provare a
condividere e indagare insieme, gli anni Settanta viene smerdato da una
roba coma la trilogia-fiction intitolata “Anni spezzati”. Uno dei
prodotti peggiori realizzati in Italia negli ultimi anni: un film non
solo pessimo da un punto visto artistico e anche tecnico, ma risibile da
quello documentario e storico. Un prodotto nocivo, venefico,
viscidamente diseducativo.
Chi l’ha scritto, Graziano Diana (anche regista) con due autori alle
prime armi – Stefano Marcocci e Domenico Tomassetti – ha evidentemente
ritenuto opportuno prescindere da qualunque serietà di documentazione
storica, appoggiandosi a riduzioni da sussidiario copiato male – non
dico Wikipedia (che in molti casi è fatta molto meglio). Nei titoli
d’apertura non dichiara nemmeno un nome di un consulente storico, nei
titoli di coda ne cita tre, nessuno dei quali storico di professione
(Adalberto Baldoni, Sandro Provvisionato e Luciano Garibaldi – la cui
bibliografia è pubblicata da piccolissimi editori in odore di
post-fascismo tipo Nuove Idee o Ares). Nelle interviste Diana dice che
ha ascoltato le voci dei parenti delle vittime della violenza politica
anni ’70: non so chi abbia ascoltato né come l’abbia fatto, ma quello
che ne ha tratto sono degli sloganucci stereotipati che farebbero
passare un bignami per un saggio storico complesso. Nelle interviste
Diana dice di aver voluto raccontare quella storia dalla parte di chi,
le istituzioni incarnate nelle forze dell’ordine, cercava il dialogo tra
rossi e neri: non so che libri abbia letto sulle forze dell’ordine e le
istituzioni italiane di quegli anni, non so su quali testi si sia
formato la sua idea sugli apparati dello Stato, i politici, i partiti, i
vari movimenti, ma se l’avesse scritta Cossiga nel sonno o Claudio
Cecchetto, per dire, questa fiction, ci avrebbe messo più complessità.
L’idea di Alessandro Jacchia di raccontare attraverso lo sguardo di
un poliziotto romano (la sua voce off!) le vicende complicate che girano
intorno a Piazza Fontana, l’autunno del ’69, e la vicenda di Calabresi e
Pinelli non è nemmeno revisionista: non è un’idea. È la suggestione di
poter prendere la poesia di Pasolini su Valle Giulia, ricavarne
un’interpretazione puerile, e pensare di applicarla, a mo’ di pomata,
agli eventi di quegli anni: come se fosse una scelta narrativa, fino a
realizzare una specie di spottone con toni da soap-opera, colletti
larghi, sguardi fissi in camera ...
mercoledì 13 novembre 2013
L'anima e il muro, di Sante Notarnicola - BO domenica 17 nov. h 21 incontro alla Feltrinelli via dei Mille 12
Sante Notarnicola, operaio, comunista, rapinatore di banche,
carcerato, scrittore, poeta, ha attraversato il 900 da ribelle e con l’antologia L'anima e il muro (Odradek) ci consegna la sua autobiografia in versi.
L’autore ne parla con Valerio Evangelisti e Giorgio Forni.
Questa scelta antologica di poesie scritte durante un trentennio diventa l’occasione per una particolare scansione della storia d’Italia, perché questi versi oscillano, lenti o vorticosi, tra l’anima e il muro di tante prigioni. Corredato di un ampio saggio introduttivo e di note che ne inquadrano la mole di rimandi alla cronaca e alla cultura di quegli anni che l’autore riversa sulla pagina, L’anima e il muro, duellanti senza pace, ne raccoglie i momenti principali. Sante Notarnicola ha attraversato il Novecento italiano da ribelle: operaio, bandito, carcerato. I tre tempi della sua vicenda biografica sono scanditi dalla poesia, una vera e propria autobiografia in versi, contemporanea a quella generazione che ingaggiò una guerra senza esclusione di colpi con lo Stato lunga circa un ventennio. In disaccordo con la linea attendista del Pci negli anni Cinquanta, rompe con il Partito e seguendo un progetto di guerriglia diviene rapinatore con la famigerata Banda Cavallero. Arrestato nel 1967 e condannato all’ergastolo, prosegue e insieme inizia la sua vera attività politica. Da allora, la Storia d’Italia s’incaricherà di fargli visita nelle varie patrie galere del suo lungo soggiorno. Notarnicola la accoglierà a suo modo: animando il movimento per i diritti dei detenuti sul finire degli anni Sessanta; conoscendo e confrontandosi con lo stato maggiore della lotta armata, dalle Br ai Nap a Prima Linea, tentando l’evasione e sperimentando sulla pelle il regime di articolo 90 nelle carceri speciali. Dopo vent’anni, otto mesi e un giorno si riaffaccerà alla vita esterna fino alla lenta estinzione della pena. Poesie di lotta e inni rivoluzionari, gridi muti di rabbia e squarci di lirismo nati in un contesto, come la carcerazione politica, dove la speranza della libertà è una quotidiana collettiva eucarestia o non è.
Sante Notarnicola (Castellaneta 1938), «operaio, comunista, rapinatore di banche, carcerato, scrittore, poeta». Nel 1972 ha pubblicato con Feltrinelli la sua semibiografia L’evasione impossibile (ristampata da Odradek a partire dal 1997). È autore di tre raccolte poetiche: Con quest’anima inquieta (Senza Galere, 1979), La nostalgia e la memoria (Giuseppe Maj, 1986) e l’ibrido Materiale interessante (Edizioni della Battaglia, 1997). Alcuni suoi versi compaiono nel volume collettivo Mutenye. Un luogo dello spirito (Odradek, 2001).
giovedì 7 novembre 2013
Banalizzare e sminuire. Elementi della martellante campagna revisionista di Mr. Berlusconi
L'ennesima boutade di Mister B : "I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso"
ha suscitato il ricercato clamore, seguito da una rettifica pro forma a mo' di autoassoluzione del provocatore di Arcore.
Ora - e questa volta si levano numerose voci di condanna - che si erano sinora abitualmente attenute ad una prudente e "diplomatica" fin de non recevoir.
E, ancora oggi, non mancano reti TV e giornali che, per servilismo, o per opportunismo, o pavidità, si dilettano nell'arte dell'eufemismo, definendo "benevolmente" le violente provocazioni Berlusconi, come semplici "gaffes" o "sfoghi".
Da diversi anni, questo blog ha segnalato alcune tessere ([inequivocabili] del puzzle montato dal solito Mr. B.
Nella convinzione che
chi non ha memoria non ha futuro,
incidenze rinvia per memoria il breve elenco dei post che ha pubblicato nel corso del tempo sul "caso":
ha suscitato il ricercato clamore, seguito da una rettifica pro forma a mo' di autoassoluzione del provocatore di Arcore.
Ora - e questa volta si levano numerose voci di condanna - che si erano sinora abitualmente attenute ad una prudente e "diplomatica" fin de non recevoir.
E, ancora oggi, non mancano reti TV e giornali che, per servilismo, o per opportunismo, o pavidità, si dilettano nell'arte dell'eufemismo, definendo "benevolmente" le violente provocazioni Berlusconi, come semplici "gaffes" o "sfoghi".
Da diversi anni, questo blog ha segnalato alcune tessere ([inequivocabili] del puzzle montato dal solito Mr. B.
Nella convinzione che
chi non ha memoria non ha futuro,
incidenze rinvia per memoria il breve elenco dei post che ha pubblicato nel corso del tempo sul "caso":
humor nero: "La sapete quella del campo di concentramento?"
Humor nero: MinCulPop del Terzo millennio
humor nero: la grande scelta finale...
Consuete facezie di Berlusconi su lager, sterminio, fascismo, etc.
domenica 15 settembre 2013
estate 2013: CaPa in vacanza presso gli industriali [ricordando Heartfield]
Quei vacanzieri di Casa Pound… Nelle ville di Portofino con gli industriali
da: Osservatorio democratico sulle nuove destre - 03/09/2013
Gli “antagonisti” di Casa Pound Milano se la sono spassata questa estate dalle parti di Portofino, festeggiando alla grande in una mega villa, alla fine di luglio, ospiti di Massimiliano Lucchini, della omonima dinastia di industriali e banchieri. Vuoi vedere che da lì arriva anche qualche soldo? Il nostro è ovviamente solo un sospetto.Della partita facevano parte l'industriale Lorenzo Castello detto "il Cileno" (già vice presidente di Destra per Milano), l'industriale Moreno Pracemi di Roccabruna (uno dei titolari della Trezzi Tubi Spa di Vimodrone), Giacomo Trezzi, il responsabile nazionale dei "motociclisti" di Casa Pound (candidato alle ultime elezioni politiche al Senato, come Francone Pascucci) e Luca Repentaglia, il suo vice. Con loro anche Marco Clemente, il vero capo di Casa Pound in Lombardia, e Marchino Arioli, il segretario regionale. Eccoli quasi tutti ritratti in una bella fotografia per celebrare l’evento. Quando si dice far vita da “rivoluzionari”!
* * *
incidenze si limita a rievocare un folgorante fotomontaggio dada
di John Heartfield, [16 ottobre 1932]
mercoledì 11 settembre 2013
La TV cilena del giorno 11 settembre 1973
Caricato in data 10/lug/2011
Por una sociedad libre y sin
violencia ni delincuencia ,sin cadenas de drogadiccion ni
alcoholismo,contra la ignorancia y la mediocridad.
Tengo un sueño ;que es ver a la gente por las calles disfrutando con su familia, en un mundo de oportunidades e igualdad para todos ,valores y principios que Dios nos regala para vivir bajo sus consejos....."recordar es un acto de justicia" ..........(el ladron no puede robar la luz de la luna en la ventana) gracias por visitar...chelo gonzalez
Tengo un sueño ;que es ver a la gente por las calles disfrutando con su familia, en un mundo de oportunidades e igualdad para todos ,valores y principios que Dios nos regala para vivir bajo sus consejos....."recordar es un acto de justicia" ..........(el ladron no puede robar la luz de la luna en la ventana) gracias por visitar...chelo gonzalez
giovedì 5 settembre 2013
Un giorno DI FEROCE TRISTEZZA: L'11 settembre '73 di Luis Sepulveda
intervista di Filippo Fiorini - Santiago del Cile
il manifesto 2013.09.05
40 anni fa, lo
scrittore era nelle forze di sicurezza socialiste che difesero Santiago
dal golpe di Pinochet. «Quel giorno la mia gioventù finì violentemente. E
da allora il Cile non è più uscito dalla dittatura»
Quarant'anni fa iniziò la dittatura
militare in Cile. Possiamo dire che oggi tutto quello che prese il
potere in quel momento è stato superato, o ci sono ancora dei resti del
sistema nei posti di comando del paese e della società civile?Nessuno
che conosca la storia può sostenere che tutto ciò sia stato superato. A
partire dall'11 settembre '73 in Cile è stata installata una feroce
dittatura che ha eliminato qualsiasi tradizione democratica. Per quanto
imperfetta, la democrazia cilena aveva pur sempre distinto il paese come
un esempio in tutto il continente americano. Inoltre, è stato imposto
un modello economico ben preciso. Il Cile è stato il primo luogo in cui
sono state messe in pratica le politiche neo-liberali teorizzate da
Friedman e dalla Scuola di Chicago. Un esperimento che per poter
funzionare aveva bisogno di una nazione governata da un despota, senza
alcuna opposizione, senza partiti politici, senza sindacati, senza
organizzazioni sociali e con un sistema dei media completamente
asservito alla dittatura e al suo programma economico. Uno stato si
governa attraverso l'ordinamento dettato dalla propria Costituzione e
oggi, a quarant'anni di distanza dal golpe, il Cile ha ancora la stessa
Costituzione che approvò la dittatura. Una carta che ha permesso
l'esistenza non solo di una tirannia politica, ma anche di una tirannia
economica, che emargina la maggioranza delle persone, che privatizza la
sanità e l'educazione, che regala le risorse nazionali all'avidità delle
multinazionali e lo fa impunemente, al di sopra di qualsiasi meccanismo
di controllo statale, sia sul bilancio delle risorse, che sul bilancio
fiscale. Ogni paese cambia, perché il mondo è in movimento, ma in Cile
il movimento è stato circolare, ritornando inevitabilmente alla legalità
imposta dalla dittatura.
I media cileni e diverse personalità pubbliche nazionali hanno usato frequentemente nelle ultime settimane la parola «perdono». Crede che le vittime della dittatura di Pinochet siano pronte a perdonare? La società è arrivata a una riconciliazione?Il perdono è una categoria morale, si perdona o meno solamente dopo che il colpevole ha chiesto scusa. In Cile sono stati commessi crimini di stato, in nome dello stato, uno stato che però non ha mai chiesto scusa a nessuno, tanto meno alle sue vittime. Neanche chi fu direttamente responsabile, ovvero i militari e i civili che misero in piedi la dittatura, ha mai chiesto scusa a chicchessia. Stiamo parlando di più di 3mila desaparecidos e i loro famigliari, delle centinaia di migliaia di persone torturate, delle migliaia che furono obbligate all'esilio, dei milioni che rimasero esclusi dal sistema quando il disegno economico della dittatura ha liquidato l'industria nazionale e quando il «libero mercato» ha sostituito tutto il sistema produttivo con le merci importate. Per nulla di tutto questo si è mai chiesto scusa. La società cilena non si è riconciliata perché solo una società malata potrebbe riappacificarsi con coloro che eliminarono un modo di essere, di vivere e avere un progetto di vita.
I media cileni e diverse personalità pubbliche nazionali hanno usato frequentemente nelle ultime settimane la parola «perdono». Crede che le vittime della dittatura di Pinochet siano pronte a perdonare? La società è arrivata a una riconciliazione?Il perdono è una categoria morale, si perdona o meno solamente dopo che il colpevole ha chiesto scusa. In Cile sono stati commessi crimini di stato, in nome dello stato, uno stato che però non ha mai chiesto scusa a nessuno, tanto meno alle sue vittime. Neanche chi fu direttamente responsabile, ovvero i militari e i civili che misero in piedi la dittatura, ha mai chiesto scusa a chicchessia. Stiamo parlando di più di 3mila desaparecidos e i loro famigliari, delle centinaia di migliaia di persone torturate, delle migliaia che furono obbligate all'esilio, dei milioni che rimasero esclusi dal sistema quando il disegno economico della dittatura ha liquidato l'industria nazionale e quando il «libero mercato» ha sostituito tutto il sistema produttivo con le merci importate. Per nulla di tutto questo si è mai chiesto scusa. La società cilena non si è riconciliata perché solo una società malata potrebbe riappacificarsi con coloro che eliminarono un modo di essere, di vivere e avere un progetto di vita.
sabato 10 agosto 2013
La vigliaccheria del fascismo assassino non può "sbarazzarsi" della memoria di Valerio Verbano
vedi, tra le numerose prese di posizione: baruda, giornalettismo, infoaut
post correlati:
"sono la Mamma di Valerio Verbano, ucciso a Roma il 22 febbraio 1980". Un messaggio
Carla Verbano: Sia folgorante la fine - Presentazione, BO 16 giugno
Piazza, bella piazza: Per tornare a vivere Piazza S.Stefano - BO 29 giugno 2011
indimenticabile Carla
... questa ferita che non guarisce mai
Casa Verbano chiusa da una Regione ridotta da far pietà, ma priva di pietas
"Immagini sfocate. Sia folgorante la fine" - Lettura scenica, 22/5 BO
mercoledì 24 luglio 2013
incontro: A partire da “Classe” di Andrea Cavalletti, 27 luglio - Magione (Perugia)
nel quadro del
Magione (Perugia)
Sabato 27 luglio
h. 15:30-19:00
Coordina: Andrea Brazzoduro
Dialogano:
Andrea Cavalletti, Christian De Vito,
Rudy Leonelli e Franco Milanesi
martedì 4 giugno 2013
"Il sangue politico"- BO, 4 giugno: presentazione del libro di N. Orlandi Posti
Presentazione del libro "IL SANGUE POLITICO"
di Nicoletta Orlandi Posti
Editori Riuniti
Incontro con l'autrice
Con la partecipazione di Paola Faraca
Vino& stuzzicherie a cura di Drogheria 53
martedì 4 giugno, ore 18
Casa Rude via Pietralata 83/A, Bologna (traversa di via del Pratello)
Gli anarchici della Baracca, un caso che li riassume tutti
Questa è la storia di Gianni
Aricò, di Angelo Casile, di Annelise Borth, di Franco Scordo e di Luigi
Lo Celso che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente
stradale sull'autostrada del Sole, nei pressi di Ferentino, la notte
tra il 26 e il 27 settembre 1970. Erano partiti dalla Calabria per
portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana,
un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo
dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme
si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della
storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da
piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il
golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la
tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici
che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa
è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia,
un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però
estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue
di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono
vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità.
Li hanno fermati.
Prefazione di Erri De Luca
mercoledì 29 maggio 2013
Omaggio a Franca Rame
Franca Rame
(18 luglio 1929 – 29 maggio 2013)
Omaggio a Franca Rame - poesia Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria - All I Know musica voce e testo di Mara Micciché
[Caricato in data 28/ott/2011]
[Caricato in data 28/ott/2011]
"Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."
Franca Rame
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