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lunedì 10 febbraio 2014

locandine marxicce di Casapound? No grazie! Preferiamo John Heartfield



 CaPa marxoide?

 NO GRAZIE! 






Alla barba posticcia di Marx esibita da Casapound
opponiamo la verità storica illustrata dal genio di
  John Heartfield:

sabato 11 gennaio 2014

“Gli anni spezzati”, una monnezza chiamata fiction

                                   di , 9 gennaio 2014 

Ieri sera su Rai Uno è andato in onda uno scempio, di cui la Rai dovrebbe chiedere scusa, e i politici o chiunque approvi sul servizio pubblico operazioni di questo tipo dovrebbe chiedere il conto. Insegno storia da cinque anni nei licei, e tutto il lavoro che io, come centinaia di migliaia di insegnanti di liceo e università, faccio per cercare di raccontare, far conoscere, semplificare, provare a condividere e indagare insieme, gli anni Settanta viene smerdato da una roba coma la trilogia-fiction intitolata “Anni spezzati”. Uno dei prodotti peggiori realizzati in Italia negli ultimi anni: un film non solo pessimo da un punto visto artistico e anche tecnico, ma risibile da quello documentario e storico. Un prodotto nocivo, venefico, viscidamente diseducativo.
Chi l’ha scritto, Graziano Diana (anche regista) con due autori alle prime armi – Stefano Marcocci e Domenico Tomassetti – ha evidentemente ritenuto opportuno prescindere da qualunque serietà di documentazione storica, appoggiandosi a riduzioni da sussidiario copiato male – non dico Wikipedia (che in molti casi è fatta molto meglio). Nei titoli d’apertura non dichiara nemmeno un nome di un consulente storico, nei titoli di coda ne cita tre, nessuno dei quali storico di professione (Adalberto Baldoni, Sandro Provvisionato e Luciano Garibaldi – la cui bibliografia è pubblicata da piccolissimi editori in odore di post-fascismo tipo Nuove Idee o Ares). Nelle interviste Diana dice che ha ascoltato le voci dei parenti delle vittime della violenza politica anni ’70: non so chi abbia ascoltato né come l’abbia fatto, ma quello che ne ha tratto sono degli sloganucci stereotipati che farebbero passare un bignami per un saggio storico complesso. Nelle interviste Diana dice di aver voluto raccontare quella storia dalla parte di chi, le istituzioni incarnate nelle forze dell’ordine, cercava il dialogo tra rossi e neri: non so che libri abbia letto sulle forze dell’ordine e le istituzioni italiane di quegli anni, non so su quali testi si sia formato la sua idea sugli apparati dello Stato, i politici, i partiti, i vari movimenti, ma se l’avesse scritta Cossiga nel sonno o Claudio Cecchetto, per dire, questa fiction, ci avrebbe messo più complessità.
L’idea di Alessandro Jacchia di raccontare attraverso lo sguardo di un poliziotto romano (la sua voce off!) le vicende complicate che girano intorno a Piazza Fontana, l’autunno del ’69, e la vicenda di Calabresi e Pinelli non è nemmeno revisionista: non è un’idea. È la suggestione di poter prendere la poesia di Pasolini su Valle Giulia, ricavarne un’interpretazione puerile, e pensare di applicarla, a mo’ di pomata, agli eventi di quegli anni: come se fosse una scelta narrativa, fino a realizzare una specie di spottone con toni da soap-opera, colletti larghi, sguardi fissi in camera ...

                                                                       Leggi tutto su «minima&moralia»


 vedi inoltre: L’ultimo depistaggio

sabato 3 novembre 2012

Fino Rauti


 Camera oscura





(ASCA) - Roma, Il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa dell'on. Pino Rauti, ''uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della Destra italiana. Parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura, Rauti ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della società che appartengono alla storia politica del nostro Paese. Ai familiari esprimo i sentimenti della più intensa vicinanza mia personale e della Camera dei deputati''. E' quanto si legge in un comunicato.

Rauti: Fini, testimone degli ideali della nazione

mercoledì 8 febbraio 2012

R : Roma in giù [da]


E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a


 
R

Roma in giù [da]



 ''La caduta della neve non è un fatto così epocale. Da Roma in giù manca la volontà e la voglia di lavorare'': così l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio al telefono con Klaus Condicio, per il programma in onda su You Tube. Poi aggiunge: "Nei popoli del sud manca senso civico, dovrebbero venire a scuola a nord per impararne un po'. Basta lamentarsi''


domenica 29 gennaio 2012

P: Posto [resta al suo]

E n c i c l o p e d i a
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P
Posto [resta al suo]




ABBATEGGIO. Fa parte della maggioranza di centrosinistra, ma questo non le ha impedito di aderire al movimento di estrema destra Forza Nuova. E' la scelta fatta da Natascia De Sanctis, 25 anni, vice presidente del consiglio comunale, che figura nel direttivo della neonata sezione di Abbateggio del movimento, che conta una quindicna di iscritti, con presidente Mauro D'Atri e vice Walter Zaminga.  La sua adesione a Forza Nuova ha generato dubbi e perplessità su possibili riflessi nell'amministrazione e in consiglio comunale. La De Sanctis è stata eletta, riportando il maggior numero di preferenze, nella lista civica di centrosinistra capeggiata dal sindaco Antonio Di Marco, attuale segretario provinciale aggiunto del Pd e consigliere provinciale.  In paese si è subito pensato a possibili dissapori fra la De Sanctis, il sindaco e gli altri amministratori, ipotesi però presto smentite dai diretti interessati. Non ci sono contrasti: Natascia De Sanctis resta al suo posto di vice presidente del consiglio e continua ad amministrare in armonia con il sindaco Antonio Di Marco.  «Mi sono candidata in una lista civica», spiega la consigliera, «senza avere una appartenenza politica. Oggi ho aderito al movimento nato ad Abbateggio come scelta del tutto personale, il che non mi impedisce di assolvere al ruolo che mi è stato affidato dagli elettori. Con sindaco ed amministrazione continua a regnare l'armonia».  La conferma arriva anche dal sindaco Antonio Di Marco: «Non ci sono stati mai contrasti finora con nessun membro della maggioranza per loro presunte appartenenze o scelte politiche, tanto meno con la vice presidente del consiglio comunale. La nostra è una formazione civica, formatasi per amministrare il paese in sintonia di intenti, atmosfera che non si mai incrinata» ...

giovedì 26 gennaio 2012

O : Omaggio

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O


Omaggio


«Provo un po’ di amarezza perché sono vivo… Sarebbe stata una felicità che l’avessero intitolata a me. Comunque meglio Carmelo che altri». Giorgio Albertazzi commenta così, con ironia, la decisione di CasaPound Italia di ribattezzarsi solo per ieri [24 gen.] CasaBene, in omaggio [sic] a Carmelo Bene, attore «anticonformista»
...
 «Carmelo avrebbe preso bene questa intitolazione, credo – dice Albertazzi -. Sarebbe stato sciocco il contrario. Solo Carmelo ed io sapevamo dire poesia in Italia, ormai non c’è più nessuno».



sabato 28 maggio 2011

P : Penso [sinceramente]



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P
Penso *

[sinceramente]



  
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* Cogito padano

lunedì 16 maggio 2011

E : Elegante [uomo]

 

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E
Elegante
 [uomo]

MILANO - «Sei una comunista di m...». Milly Moratti è stata insultata mentre stava salendo le scale nella scuola di via Spiga, nel pieno centro di Milano, sede del suo seggio elettorale. Candidata con una lista che sostiene Giuliano Pisapia, Milly Moratti è stata insultata da un uomo di mezza età, elegante, che s'è allontanato prima di essere identificato ...

[fonte: la Repubblica, 16 maggio 2011]

martedì 3 maggio 2011

F : Futuro [parole del]

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F
Futuro
[parole del]
 


”A me ... stupisce che su due questioni cruciali della crisi della civiltà occidentale, il lavoro e la coppia pace-guerra, questo Pontefice si sia pronunciato con le parole del futuro”.
Fausto Bertinotti 


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fonte: inforossa
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vedi inoltre:

venerdì 8 aprile 2011

V : Verità [bocca della]

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V

Verità

  [bocca della]

 

« I MIGRANTI? Fora de ball!

Diciamocelo con sincerità: quanti di noi, magari con parole più acconce, non la pensiamo come quell'irrefrenabile Umberto Bossi che, come un'estemporanea "bocca della verità", non manca mai al momento giusto di esprimere la sua opinione con brusca franchezza? ... »
 

Arrigo Petacco,
"Il Valzer dell'ipocrisia",
il Resto del Carlino, 6 aprile 2011

venerdì 25 marzo 2011

L: Lontana [forse]

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L
lontana [forse]

 «... è insensato, "a prescindere", presidiare la libreria Mondadori per la presentazione del libro "Nessun dolore - Una storia di CasaPound" ...
 Abbiamo letto tutte le pagine di "Nessun dolore" il libro del fondatore di CasaPound pubblicato da Rizzoli per cercare tra le pieghe quei contenuti "fascisti" che fanno andare il sangue alla testa dei ragazzi dei centri sociali ...
 Un'ideologia la loro forse lontana da quel fascismo che gli viene rimproverato (e di cui si dicono seguaci)»

Tano Gullo "Che follia...", per  la Repubblica Palermo, 23 marzo 2011

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approfodimenti:

lunedì 14 febbraio 2011

Finezze: il terzo pollo

Ma oggi non è possibile trascurare il fatto che l'uso intensivo dello spettacolo ha, come c'era da aspettarsi, reso ideologica la maggioranza dei contemporanei, per quanto solo a tratti e a sbalzi. La mancanza di logica, ossia la perdita della possibilità di riconoscere immediatamente ciò che è importante e ciò che è secondario o non pertinente; ciò che è incompatibile o che al contrario potrebbe essere complementare; tutto ciò che una data conseguenza implica e ciò che, nello stesso momento vieta; tale conseguenza è stata iniettata a dosi massicce nella popolazione dagli anestesisti-rianimatori dello spettacolo.
 Guy Debord, Commentaires, XI

"Né destra né sinistra"

“Senza distinzione tra Nord e Sud, tra destra e sinistra”. Parola di Gianfranco Fini  

 e, logicamente, chiarisce (?!?) :

 
Crediamo a una destra più moderna ed europea



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Finezze tratte da: LA STEFANI

giovedì 13 gennaio 2011

A : Africana [troppo]

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A
Africana [troppo]


Il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, lancia l’allarme: Milano è troppo “africana”, in tre giorni ci sono tre cortei di africani, come fossimo il Maghreb.

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fonte: blitz quotidiano

sabato 18 dicembre 2010

B : bel [sabato]


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B
bel

[sabato]



"Siamo tutti danneggiati. Per cosa e per chi manifestano? Se ne vadano a casa". Dura reazione dei rappresentanti dei commercianti e i cittadini di corso Buenos Aires, presenti oggi in piazza Aspromonte per l'incontro nella sede storica di Forza Nuova, contro il presidio di protesta organizzato da sindacati e antifascisti in Porta Venezia. Secondo i commercianti, il presidio antifascista, indetto contro l'iniziale scelta di Forza Nuova di inaugurare la nuova sede di corso Buenos Aires, poi revocata dal Comune, e' una manifestazione "ingiustificata" dal momento che Forza Nuova, "dimostrando grande senso civico", ha deciso di disdire l'iniziativa e promuovere un incontro nella vecchia sede per evitare altre polemiche. L'accusa rivolta alle associazioni promotrici del presidio e' che la loro presenza, con conseguente presidio di polizia, ha allontanato i clienti dai negozi del corso. "Rovinano il nostro lavoro - ha spiegato Paolo Uguccioni, presidente del Comitato Cittadini di Corso Buenos Aires-Venezia - i sindacati vadano a fare le loro trattative per i lavoratori, non vengano a rovinare un bel sabato in cui le famiglie dovrebbero venire a fare gli acquisti di Natale".

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fonte:

Forza
Nuova, commercianti Buenos Aires: "Danneggiati da presidio sindacati" ,
il Giornale
, sabato18/12/2010
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venerdì 19 novembre 2010

humor nero: «Fliegen macht frei» (ovvero Aeroclub di Treviso sottozero)



TREVISO. «Una scelta di pessimo gusto» recita il rabbino capo della comunità ebraica di Venezia. «Siamo in piena inciviltà dell'immagine» aggiunge il presidente dell'Istresco. «E la solerte Procura trevigiana dov'è?» si chiede il presidente dell'Associazione partigiani. La protesta dell'Aeroclub di Treviso, che ha fatto realizzare sopra una cancellata dell'aeroporto Canova la scritta uguale nei caratteri e nella forma a quella che accoglieva i prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz («Il volo rende liberi», in tedesco, al posto del famigerato slogan coniato dai nazisti «Il lavoro rende liberi») suscita un'ondata di reazioni...


continua a leggere in: la tribuna di Treviso
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sabato 8 maggio 2010

D: [va] da sé, dunque ...


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D

[va] da sé, dunque ...





«Sono fascisti, fascisti sociali che credono nella Carta di Verona. Sono fascisti del nuovo millennio, come Gianfranco Fini definiva se stesso una ventina di anni fa. Va da sé che se devono menar le mani le menano. Ultimamente è successo spesso, anche se a Napoli il 1° maggio è stato uno di loro a rischiare la vita. Menano dunque. Ma sempre controvoglia. Il dettaglio è tutt’altro che secondario».

Lanfranco Pace:
"Ecco perché ho firmato l'appello in favore dei fascisti solari di CasaPound"
da Il Foglio, 7 maggio 2010

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L'immagine è tratta da: Indymedia Italia

giovedì 24 settembre 2009

Ascanio Celestini - Lanciano il sasso e mostrano la mano



Lo squallido "attacco murale" orchestrato a Viterbo da Casapound contro la presentazione dello spettacolo di Ascanio Celestini, Il razzismo è una brutta storia - che l'autore-interprete ha messo a disposizione della campagna nazionale contro il razzismo promossa dall'Arci -, meriterebbe molte considerazioni.
Ma, nell'urgenza, preferisco limitarmi a qualche osservazione (temporalmente) "a caldo", e a mente fredda.

Nella notte prima dello spettacolo - riferisce Carta - "Casapound ha strappato tutti i manifesti della prima e ha imbrattato i muri della città con insulti contro l’Arci e Ascanio Celestini". La prosa murale [scritte nere, quasi tutte firmate CPI (Casapound Italia ) o CPVT (Casapound Viterbo)] toccano l'apice della volgarità e della demagogia), con "perle" di questo genere: "Celestini fa li sordi sull'immigrato", "Ascanio Celestini bamboccio", "Tutto esaurito per la prima di un fallito", "Celestini boia", e via imbrattando...

Tanta e tale rozzezza dei neri writers notturni, non è che l'elemento più eclatante di un'operazione mirata, che non è, e non va, ridotta a mero episodio locale : mettere in scena (anche grazie allo "scalpore" suscitato delle offese), l'esistenza di una "contro-campagna" nazionale - organizzata e avallata dal "centro" (i volantini affissi a Viterbo di Casapound, a firma e con l'indirizzo della centrale romana), il cui nucleo "teorico" è il ribaltamento dell'imputazione di "razzismo" su chi difende i diritti degli immigrati. E' il classico procedimento di ritorsione, da tempo collaudato nei laboratori della Nouvelle droite. E, nella palude del paradigma bipartisan,imperante da anni in Italia, la presentazione di due "pareri" speculari tesa a suscitare un'improbabile impressione di equivalenza tra un parere pro e uno contro l'immigrazione, che si pretendono entrambi antirazzisti, potrebbe servire a estendere le tenebre di questa lunga notte in cui tutte le vacche sono nere.

Ma torniamo ad Ascanio Celestini: penso che quel che i fascisti odiano e vorrebbero boicottare (oltre, ovviamente, alla campagna contro il razzismo) è la straordinaria lucidità di questo regista-interprete, capace di diagnosticare con precisione, e spesso con anticipazione, i pericoli e i conflitti del presente.

Al punto che, una provocazione come quella di Viterbo, in cui fascisti del terzo millennio lanciano il sasso e rivendicano, mostrano la mano, non può sorprendere Celestini e chi conosce e apprezza il suo lavoro che, al riguardo, ha fatto anticipatamente chiarezza.


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co-incidenze: ANPI Barona
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mercoledì 23 settembre 2009

T : tenerezza [rif. i ragazzi di ...]

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T
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Tenerezza

[rif: i ragazzi di...]


«A metà della via ... c'è un presidio di ragazzi di Forza nuova. Fanno tenerezza questi fascistelli che incorporano un triste clichè di provincia, le testoline rasate e gli sguardi finto truci, non fanno paura. Anzi, invece provocano in me della tenerezza. Ognuno a quell'età trova una scusa per liberare i suoi istinti bestiali ...»

A. Ferracuti, ,“Ronde anomale”, il manifesto, 22 settembre 2009

lunedì 29 giugno 2009

I guanti di Maroni (di Luca Lenzini)


1. Nel 1781 il capitano Luke Collingwood, al comando della nave negriera Zong, ordinò di gettare a mare, al largo dei Caraibi, 132 africani vivi e incatenati ai loro ceppi. Motivo della decisione: la nave era fuori rotta, a corto di cibo e d’acqua, e il suo carico umano – più precisamente, la merce – sempre più avariato, sarebbe perito prima di giungere a destinazione, ragion per cui l’assicurazione non avrebbe pagato lo spettante ai padroni della nave. Ad essere pagata era infatti solo la quota per le “perdite in mare”1. Ciò che portò alla ribalta il caso fu il processo che seguì, a Londra, rifiutandosi appunto l’assicurazione di pagare le “perdite” dello Zong.
Dell’episodio esist
ono resoconti e documenti di archivio; ad esso si riferiscono saggi assai rilevanti nella storia dell’abolizione della schiavitù (1838 in Inghilterra). Ma la storia dello Zong è nota anche perché ispirò a Turner uno dei suoi quadri più famosi, Slavers Throwing. Overboard the Dead and Dying – Typhoon Coming On, comunemente conosciuto come The Slave Ship, esposto per la prima volta a Londra nel 1840, nel pieno della campagna abolizionista (allora la tratta degli schiavi era ancora fiorente negli Stati Uniti e negli imperi coloniali portoghese e spagnolo). Probabilmente, secondo Simon Schama, oltre che dalla storia dello Zong, all’epoca riproposta in racconti e pamphlets, Turner fu influenzato anche da cronache più recenti, come quelle relative all’African Squadron, la flottiglia della marina britannica impiegata per la caccia alle navi negriere: «si era saputo» - scrive Schama - «che, incalzati dalle navi britanniche, gli schiavisti, sia per guadagnare velocità e sfuggire all’inseguimento, sia per sbarazzarsi delle prove che, se raggiunti, li avrebbero incriminati, gettavano a mare il loro carico di schiavi»2. Al quadro di Turner dedicò una pagina celebre John Ruskin, che nel primo volume dei Modern Painters lo definisce «la più nobile opera» del pittore inglese, ed anzi «la più nobile marina mai dipinta da un pittore»3. Ruskin puntò tuttavia l’attenzione sulla tecnica con cui Turner riusciva a rendere, mirabilmente, gli effetti di luce e movimento della scena rappresentata, ed erano perciò soprattutto il mare e la natura, non la tragica fine degli schiavi, al centro del suo commento: alla nave negriera ed alla sua truce storia a Modern Painters dedica solo una breve nota a piè di pagina
2. Qualche anno fa, una fotografia che per un po’ di tempo suscitò qualche scandalo ritraeva la spiaggia di Lampedusa, a mezzavia tra Africa e Italia: vi si vedevano alcuni villeggianti intenti ad abbronzarsi e, un po’ discosto, il cadavere di un “migrante”…

Leggi l'articolo completo in L'ospite ingrato


mercoledì 6 maggio 2009

C : clandestini [distorsione (lessicale)]

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C

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Clandestini

distorsione (lessicale)


... uno slogan che ha colpito: «Insetti clandestini? Ferma l’invasione». La sinistra più estrema fa volare parole grosse, mobilitandosi contro quelli che definisce «slogan razzisti». Ma anche altri sono rimasti sbigottiti. Però per l’azienda emiliana che ha lanciato la campagna di marketing sugli insetticidi le immagini fugano ogni dubbio: «Si parla solo della zanzara tigre e di altre cinque specie, tutte raffigurate. E l’unica parola capace di descrivere tutte queste specie era proprio “clandestini”, cioè insetti nascosti. Solo una distorsione lessicale fa coincidere questa parola con gli immigrati». [da: il Giornale.it]

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Oltre i "dubbi" fugati o fugaci
e le fughe di gas
vedi:


Ammiccamenti razzisti al muro






[foto da Marginalia]