Blindata la casa di Carla e Valerio Verbano.
Il fascismo della Regione Lazio
Gli avvoltoi che prosperano nella città di Roma hanno aspettato solo alcuni mesi per volare su una preda ambita. Via Monte Bianco 114, c’è un appartamento nel quartiere di Montesacro che per alcune generazioni di militanti del movimento ha un valore particolare. In quell’appartamento, il 22 febbraio del 1980 veniva ammazzato da killer neofascisti, Valerio Verbano, 19 anni, giovane e conosciuto compagno. Ancora ignoti restano gli assassini, le stesse modalità dell’omicidio (un'esecuzione con i genitori legati nella stanza attigua) generarono raccapriccio, anche se i giornali della stampa borghese ebbero il coraggio e l’indegnità di titolare “ucciso un autonomo”.
La storia di Valerio non è andata
dimenticata, grazie all’impegno di tanti compagni e compagne e grazie
soprattutto alla testardaggine di Carla, sua madre che ha voluto fino
all’ultimo tentare di sapere nomi e ragioni della morte di suo figlio.
Carla se ne è andata da poco, stroncata da un male a cui aveva resistito
caparbiamente. L’appartamento doveva divenire la sede di una
associazione dedicata alla memoria e in tal senso erano state inviate
esplicite richieste alla Regione, ente proprietario. Ma mentre la
Regione cadeva, travolta da un marciume incredibile, c’era qualche
solerte funzionario che si preoccupava di “risanare i bilanci”
requisendo l’appartamento.
È giunta ieri mattina una
squadra di operai che ha blindato la porta con degli infissi laterali di
ferro (ma non l'hanno sradicata e non hanno alzato nessun muro esterno
così come si era temuto in un primo momento) ma ha buttato sul
pianerottolo il divano sul quale Valerio si accasciò e morì dopo esser
stato colpito. Un divano che è rimasto in questi 32 anni nello stesso
posto. I compagni e le compagne della zona lo hanno recuperato e messo al sicuro.
Un altro colpo duro, dopo la morte di Carla che credeva nella
necessità di portare avanti anche questo luogo. Sarebbe troppo facile
parlare solo dei rigurgiti fascistoidi che riempiono le istituzioni. Il
loro fascismo, mai rimosso, forse non considera neanche importante
riaprire certe ferite ma considera fondamentale appropriarsi dei beni
collettivi, fare cassa su coloro che non sono in condizione di
difendersi, distruggere l’idea stessa di bene comune. E un bene comune
deve tornare ad essere la casa di Carla e Valerio.
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