Ecco qual è il «degrado» alla Stazione di Bologna. Non è quello inventato da Bignami, Bergonzoni & C. Vi sono persone che non possono viaggiare,
nonostante abbiano un regolare biglietto, nonostante ci sia una meta da
raggiungere e qualcuno che li aspetta. Ogni giorno la polizia ne tira
giù qualcuno dai treni in transito, oppure blocca chi è in partenza
impedendo di salire sui vagoni. Sono migranti e profughi a cui la
«legge» impedisce di viaggiare. Una «legge» discriminatoria e degradante
a cui sinistra e destra hanno contribuito egualmente, fianco a fianco.
Se oggi il fascismo fosse costituito solo
da esigue minoranze squadriste, il problema potrebbe porsi in termini
di autodifesa militante. Ma oggi non è più così. Vi è una stretta
normativa e autoritaria che viene da zone differenti e magari
contrapposte dello Stato e della politica istituzionale. Vi è un
disciplinamento aggressivo dei comportamenti che non riguarda soltanto
l’attivismo politico, ma l’intera società. Il modo migliore
per contrastarlo è quello che spiazza, quello che è fuori dagli schemi.
Occorre essere là dove non ci aspettano. Resistere con intelligenza è
possibile e opportuno.