Arci e Cir contro l'operazione avviata dalle polizie europee.
"Un'enorme retata razzista", "Ai superstiti dei naufragi mancava solo
questo"
Roma - 13 ottobe 2014 - É partita oggi e andrà avanti fino al 26
ottobre l'operazione “Mos Maiourum" (letteralmente: costume degli
antenati). Diciottomila agenti di polizia stanno cercando migranti irregolari in tutta Europa per raccogliere, questo lo scopo ufficiale, informazioni utili a combattere i trafficanti di uomini.
Intanto, però, molte associazioni che lavorano accanto a migranti e profughi puntano il dito contro l'operazione. Secondo l'Arci, ad esempio, avrebbe “persecutorio e razzista''. ''Dieci giorni dopo la commemorazione del drammatico naufragio al largo di Lampedusa del 2013, e' stata lanciata una vera e propria 'caccia ai migranti' coordinata dal Ministero dell'Interno Italiano con il sostegno di Frontex ed Europol''.
L'Arci parla di ''enorme retata su scala Europea'' e chiede maggiore trasparenza. ''Oltre al fatto, grave, che il Parlamento Europeo non sembra essere stato avvertito di questo progetto, - si aggiunge - pongono problemi sia la mancanza di chiarezza delle basi legali di questi controlli sia la realizzazione di tutta l'operazione. Nessuna informazione e' stata data su come saranno utilizzati i dati raccolti con gli interrogatori e se sono previste operazioni di rimpatri congiunti''.
“A superstiti dei naufragi mancava proprio questo” commenta invece il Consiglio Italiano per i Rifugiati. “Non solo non possono arrivare in un modo normale e sicuro in Europa, non solo devono pagare trafficanti e rischiare la vita per richiedere asilo in questo continente, non solo una volta e finalmente arrivati sulle coste di in uno dei paesi della sponda nord del Mediterraneo non possono raggiungere in modo regolare il paese di destinazione, dove una rete familiare e di sostegno li aspetta, no, adesso devono anche nascondersi per fuggire dall' apparato poliziesco che oggi si è messo a caccia di loro”.
Intanto, però, molte associazioni che lavorano accanto a migranti e profughi puntano il dito contro l'operazione. Secondo l'Arci, ad esempio, avrebbe “persecutorio e razzista''. ''Dieci giorni dopo la commemorazione del drammatico naufragio al largo di Lampedusa del 2013, e' stata lanciata una vera e propria 'caccia ai migranti' coordinata dal Ministero dell'Interno Italiano con il sostegno di Frontex ed Europol''.
L'Arci parla di ''enorme retata su scala Europea'' e chiede maggiore trasparenza. ''Oltre al fatto, grave, che il Parlamento Europeo non sembra essere stato avvertito di questo progetto, - si aggiunge - pongono problemi sia la mancanza di chiarezza delle basi legali di questi controlli sia la realizzazione di tutta l'operazione. Nessuna informazione e' stata data su come saranno utilizzati i dati raccolti con gli interrogatori e se sono previste operazioni di rimpatri congiunti''.
“A superstiti dei naufragi mancava proprio questo” commenta invece il Consiglio Italiano per i Rifugiati. “Non solo non possono arrivare in un modo normale e sicuro in Europa, non solo devono pagare trafficanti e rischiare la vita per richiedere asilo in questo continente, non solo una volta e finalmente arrivati sulle coste di in uno dei paesi della sponda nord del Mediterraneo non possono raggiungere in modo regolare il paese di destinazione, dove una rete familiare e di sostegno li aspetta, no, adesso devono anche nascondersi per fuggire dall' apparato poliziesco che oggi si è messo a caccia di loro”.
“Purtroppo- scrive il direttore del Cir Christopher Hein - non resta
che una chiave di lettura: una parte della politica europea, quella che
comanda gli apparati di sicurezza, intende dare un segnale molto preciso di contrasto
alle dichiarazioni fatte 10 giorni fa a Lampedusa anche dal Presidente
del Parlamento Europeo, Martin Shultz e dalla Presidente della Camera
dei Deputati, Laura Boldrini sulla necessità di aprire canali umanitari
di accesso dei rifugiati in Europa, di promuovere una maggiore
solidarietà tra gli Stati Membri e di continuare l'opera di salvataggio
in mare nell'ambito di o analogamente a Mare Nostrum",
“Sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo, - aggiunge Hein - si sta giocando una lotta politica sui futuri orientamenti dell'Unione e dei singoli Stati Membri rispetto a temi chiave quali la protezione internazionale, il diritto d'asilo e il rispetto dei diritti umani''.e maschili. La speranza è che la rivoluzione arrivi anche nel mondo del lavoro.
“Sulla pelle dei rifugiati e dei richiedenti asilo, - aggiunge Hein - si sta giocando una lotta politica sui futuri orientamenti dell'Unione e dei singoli Stati Membri rispetto a temi chiave quali la protezione internazionale, il diritto d'asilo e il rispetto dei diritti umani''.e maschili. La speranza è che la rivoluzione arrivi anche nel mondo del lavoro.
__________________
vedi inoltre: Marginalia
Nessun commento:
Posta un commento