L’idea che ci si fa
della lotta di classe può indurre in errore. Non si tratta, in essa,
di una prova di forza in cui si decida la questione di chi vince e
chi perde, né di uno scontro al cui termine al vincitore andrà bene
e allo sconfitto male. Pensare così
significa dare ai fatti un travestimento romantico. Perché la
borghesia, sia che vinca o che soccomba nella lotta, è comunque
condannata a perire dalle sue interne contraddizioni che le
riusciranno fatali nel corso del suo sviluppo. La questione è
soltanto se essa perirà per mano propria o per mano del
proletariato. Durata o fine di un’evoluzione culturale tre volte
millenaria saranno decise dalla risposta a questo punto. La storia
nulla sa dell’infinito di bassa lega simboleggiato dai due
gladiatori eternamente in lotta. Solo per scadenze fa i suoi calcoli
il vero politico. E la liquidazione della borghesia non si sarà
compiuta ad un punto quasi esattamente calcolabile (lo segnalano
inflazione e guerra chimica) tutto sarà perduto. Prima che la
scintilla raggiunga la dinamite, la miccia va tagliata. Intervento,
rischio e rapidità del politico sono una questione di tecnica, non di
cavalleria.
“Segnalatore
d’incendio” da: Walter Benjamin, Gesammelte
Schriften,
Suhrkamp,
Frankfurt a. M. 1972 trad.
it. in Walter
Benjamin, Strada
a senso unico. Scritti 1926-1927, a c. d. Giorgio Agamben, Einaudi, Torino 1983.
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