... credo che qui si debba far
intervenire il problema della funzione dell’intellettuale. È
assolutamente vero che mi rifiuto – quando scrivo un libro – di
prendere una posizione profetica, cioè quella di dire alla gente:
ecco quello che dovete fare, e anche: questo è bene e questo non lo
è. Io dico loro: mi sembra, grosso modo, che siano andate le cose,
ma le descrivo in modo tale che le vie di attacco possibili siano
delineate. Ma con questo non forzo, non costringo nessuno ad
attaccare. Poi, è una questione che mi riguarda personalmente, se
voglio, a proposito delle prigioni, degli asili psichiatrici, di
questo o di quello, fare un certo numero di azioni; ma dico che
l’azione politica appartiene ad un tipo d’intervento del tutto
diverso da questi interventi scritti e libreschi, è un problema di
gruppi, d’impegno personale e fisico; non si è pronunciata qualche
parola, no, la radicalità è fisica, la radicalità è
dell’esistenza.
Michel Foucault
da: “Precisazioni sul potere. Risposta ad alcuni critici”
Intervista a cura di Pasquale
Pasquino, effettuata Parigi nel febbraio 1978.in aut aut, n. 167-168,
settembre-dicembre 1978.
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