domenica 17 maggio 2009

Jenny Marx a Karl Marx - agosto 1844



Jenny Marx a Karl Marx

a Parigi


Treviri, tra l’11 e il 18 agosto 1844

Non scrivere con troppa stizza e troppa ira. Tu sai quanto più effetto abbiano avuto gli altri tuoi saggi. Scrivi con lucidità ed eleganza oppure con ironia e levità. Ti prego, cuore mio, lascia scorrere la penna sulla carta, anche se talvolta dovesse inciampare e zoppicare e con lei una frase… I tuoi pensieri stanno tuttavia ben diritti come granatieri della vecchia guardia, altrettanto nobili e prodi, e come essi potrebbero dire elle meurt mais elle ne se rend pas [muore ma non si arrende]. Che importanza ha se l’uniforme qualche volta è lenta e non è allacciata tanto rigidamente. Come è gradevole nei soldati francesi l’aspetto disinvolto e leggero. Paragonali ai nostri prussiani. Non ti fanno paura? Allarga la cintura e togliti la cravatta e lo sciaccò; lascia correr i particìpi e colloca le parole come aggrada loro stesse. Un simile esercito non deve poi marciare in perfetto ordine. Ma le tue truppe si apprestano alla battaglia? La fortuna sia col condottiero, col mio nero signore.


Da: Karl e Jenny Marx, Lettere d’amore e d’amicizia,
Roma, Savelli, 1979, p. 78-79,

traduzioni dal tedesco di A. Barbanelli
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martedì 12 maggio 2009

Ricordando Giuseppe Pinelli

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Edgar Lee Masters:
Carl Hamblin



The press of the Spoon River «Clarion» was wrecked,
And I was tarred and feathered,
For publishing this on the day the Anarchists

were hanged in Chicago:



«I saw a beautiful woman with bandaged eyes
Standing on the steps of a marble temple.
Great multitudes passed in front of her,
Lifting their faces to her imploringly.
In her left hand she held a sword.
She was brandishing the sword,
Sometimes striking a child, again a laborer,
Again a slinking woman, again a lunatic.
In her right hand she held a scale;
Into the scale pieces of gold were tossed
By those who dodged the strokes of the sword.
A man in a black gown read from a manuscript:
"She is no respecter of persons."
Then a youth wearing a red cap
Leaped to her side and snatched away the bandage.
And lo, the lashes had been eaten away
From the oozy eye-lids;
The eye-balls were seared with a milky mucus;
The madness of a dying soul
Was written on her face -
But the multitude saw why she wore the bandage.»
 
Edgar Lee Masters (1868–1950), Spoon River Anthology






trad it. Fernanda Pivano, Antologia di Spoon River,

Einaudi, Torino, 1943,1947, 1971, 1993 … 
 
La macchina del «Clarion» di Spoon River venne distrutta,
e io incatramato e impiumato,
per aver pubblicato questo, il giorno che gli Anarchici

furono impiccati a Chicago:


«Io vidi una donna bellissima, con gli occhi bendati
ritta sui gradini di un tempio marmoreo.
Una gran folla le passava dinanzi,
alzando al suo volto il volto implorante.
Nella sinistra impugnava una spada.
Brandiva questa spada,
colpendo ora un bimbo, ora un operaio,
ora una donna che tentava ritrarsi, ora un folle.
Nella destra teneva una bilancia;
nella bilancia venivano gettate monete d’oro
da coloro che schivavano i colpi di spada.
Un uomo in toga nera lesse da un manoscritto: 
“Non guarda in faccia a nessuno”.
Poi un giovane col berretto rosso
balzò al suo fianco e le strappò la benda.
Ed ecco, le ciglia eran tutte corrose
sulle palpebre marce;
le pupille bruciate da un muco latteo;
la follia di un'anima morente
le era scritta sul volto.

Ma la folla vide perché portava la benda.»


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lunedì 11 maggio 2009

"in un mondo di luci sentirsi nessuno" (Luigi Tenco)


Luigi Tenco
Ciao amore ciao
1967



La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c'è il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.

mercoledì 6 maggio 2009

C : clandestini [distorsione (lessicale)]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a

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C

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Clandestini

distorsione (lessicale)


... uno slogan che ha colpito: «Insetti clandestini? Ferma l’invasione». La sinistra più estrema fa volare parole grosse, mobilitandosi contro quelli che definisce «slogan razzisti». Ma anche altri sono rimasti sbigottiti. Però per l’azienda emiliana che ha lanciato la campagna di marketing sugli insetticidi le immagini fugano ogni dubbio: «Si parla solo della zanzara tigre e di altre cinque specie, tutte raffigurate. E l’unica parola capace di descrivere tutte queste specie era proprio “clandestini”, cioè insetti nascosti. Solo una distorsione lessicale fa coincidere questa parola con gli immigrati». [da: il Giornale.it]

* * *

Oltre i "dubbi" fugati o fugaci
e le fughe di gas
vedi:


Ammiccamenti razzisti al muro






[foto da Marginalia]