Bologna 5 luglio 2008:
Corteo dei/delle migranti e antirazzisti/e contro il pacchetto sicurezza e la legge Bossi-Fini
Corteo dei/delle migranti e antirazzisti/e contro il pacchetto sicurezza e la legge Bossi-Fini
Tutti noi migranti subiamo il razzismo crescente legittimato dalle campagne contro i clandestini e i rom, tutti conosciamo controlli di polizia ormai quotidiani. È una situazione che viviamo da anni, ma decreto e il disegno di legge del governo la peggiorano, e confermano pienamente l’impianto della legge Bossi-Fini.
Quei provvedimenti indicano noi migranti, tutti noi migranti, come potenziali nemici e criminali. In questo modo vogliono ridurci al silenzio prima di tutto nei posti di lavoro, per azzerare le lotte e le rivendicazioni costruite in questi anni, per renderci disponibili ad accettare anche il peggiore sfruttamento. Per questo rilanciamo la parola d’ordine dello sciopero del lavoro migrante, per colpire il meccanismo fondamentale della Bossi-Fini: il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Noi sappiamo che questi provvedimenti riguardano anche le lavoratrici e i lavoratori italiani: il governo si rivolge a loro quando indica noi migranti come nemici. Il governo risponde con la paura alle richieste di sicurezza, ma la paura non cambierà nulla. Le lavoratrici e i lavoratori italiani continueranno a non arrivare a fine mese e fare lavori precari e insicuri, mentre centinaia di migliaia di lavoratori 'regolarmente' in nero chiamati clandestini, continueranno a lavorare privi di ogni sicurezza e diritto mandando avanti una parte consistente dell'economia di questo paese.
Dopo la MayDay del 1 maggio è aperta la strada per una lotta comune a partire dal protagonismo dei migranti: si può reagire e sconfiggere la paura e la solitudine di una condizione migrante, operaia e precaria che è il vero obiettivo di queste leggi.
Per questo i migranti hanno deciso di continuare la mobilitazione e dopo un percorso di assemblee di convocare una grande manifestazione sabato 5 luglio. Facciamo appello a tutti/e per sostenere questa manifestazione, mobilitarsi, partecipare: perché oggi una manifestazione dei migranti è una manifestazione per tutti/e.
Quei provvedimenti indicano noi migranti, tutti noi migranti, come potenziali nemici e criminali. In questo modo vogliono ridurci al silenzio prima di tutto nei posti di lavoro, per azzerare le lotte e le rivendicazioni costruite in questi anni, per renderci disponibili ad accettare anche il peggiore sfruttamento. Per questo rilanciamo la parola d’ordine dello sciopero del lavoro migrante, per colpire il meccanismo fondamentale della Bossi-Fini: il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Noi sappiamo che questi provvedimenti riguardano anche le lavoratrici e i lavoratori italiani: il governo si rivolge a loro quando indica noi migranti come nemici. Il governo risponde con la paura alle richieste di sicurezza, ma la paura non cambierà nulla. Le lavoratrici e i lavoratori italiani continueranno a non arrivare a fine mese e fare lavori precari e insicuri, mentre centinaia di migliaia di lavoratori 'regolarmente' in nero chiamati clandestini, continueranno a lavorare privi di ogni sicurezza e diritto mandando avanti una parte consistente dell'economia di questo paese.
Dopo la MayDay del 1 maggio è aperta la strada per una lotta comune a partire dal protagonismo dei migranti: si può reagire e sconfiggere la paura e la solitudine di una condizione migrante, operaia e precaria che è il vero obiettivo di queste leggi.
Per questo i migranti hanno deciso di continuare la mobilitazione e dopo un percorso di assemblee di convocare una grande manifestazione sabato 5 luglio. Facciamo appello a tutti/e per sostenere questa manifestazione, mobilitarsi, partecipare: perché oggi una manifestazione dei migranti è una manifestazione per tutti/e.
- Contro il razzismo
- Per rifiutare il reato e l’aggravante di immigrazione clandestina
- Per il diritto d’asilo
- Per rompere il legame tra permesso di soggiorno e lavoro
- Per stabilire una regolarizzazione permanente slegata dal lavoro e dal salario e chiudere tutti i CPT
COORDINAMENTO MIGRANTI BOLOGNA E PROVINCIA, Ass. senegalese JUBBO Sant'Agata Bolognese; Ass. senegalese KOCC BARMA Calderara di Reno; Ass. Sopra i Ponti Bologna; Ass. Press Afric Bologna; Ass. culturale Radici Peruviane Bologna; Ass. sportiva marocchina HILAL Baricella; Ass. Integrazione Vera Bologna; Ass. della Costa d'Avorio Bologna; Comunità Pakistana di Bologna; Ass. senegalese di Bologna Cheikh Anta Diop; United Asian Workers Association Bologna; Lavoratori marocchini di Molinella; Associazione Fratellanza Pakistana di Portomaggiore; A.I.AB Associazione degli Immigrati non comunitari dell'Appennino Bolognese.
Aderiscono: Xm24; Laboratorio Crash!, Vag61; C.s. Tpo; Lazzaretto Autogestito; Livello 57; Circolo Anarchico C. Berneri; Usi - Ait, Lavoratrici e Lavoratori Anarchici; Confederazione Cobas Bologna; Cobas Scuola – Bologna; Asia Rdb-Cub; Collettivo Figlie Femmine; Comitato Palestina Bologna; Harambe; Spazio Sociale Studentesco; Assemblea Antifascista Permanente; Circolo Iqbal Masih; Lista Reno; Disarmiamoli Bologna; QueeRingBo; Confederazione Unitaria di Base Bologna; Sinistra Critica Bologna; Ass. Città Migrante Reggio Emilia; Collettivo Amazora Bologna; Associazione “il Bene Comune”; Circolo “Che Guevara” PRC Castel San Pietro; “Laboratorio femminista Kebedech Seyoun”; Associazione 3 Febbraio; Socialismo Rivoluzionario; Associazione SOKOS; Partito Comunista dei Lavoratori Bologna; Associazione medica N.A.Di.R.; Rete 28 aprile; Ass. Un Ponte Per Bologna; Rete delle Donne di Bologna.
Meeting point in piazza XX Settembre (di fronte all'autostazione di Bologna, inizio via Indipendenza), a partire dalle ore 15:30.
Corteo lungo via Indipendenza, via Ugo Bassi, Prefettura, ritorno in via Ugo Bassi, via Rizzoli
Conclusione in piazza Re Enzo
NON E' IL MOMENTO DI AVERE PAURA
PRENDIAMOCI UNA BOCCATA DI LIBERTÀ
PRENDIAMOCI UNA BOCCATA DI LIBERTÀ