Oggi
niente sembra più ovvio del credere che tutto è informazione, perché la
vita stessa sarebbe al fondo comunicazione di informazioni. É così che
si giustifica l’altra credenza attualmente imperante che sia finalmente
giunta l’epoca di una “società della conoscenza”. Anche grazie alla
diffusione di internet si suppone infatti che tutto il sapere
globalmente esistente sia disponibile come molteplicità di informazioni
fruibili e scambiabili in “tempo reale”, offrendo opportunità senza
precedenti di cambiamento e sviluppo in ogni tipo di relazioni
intersoggettive.
I
presupposti biologici di questa credenza sono improntati a una visione
più neo-darwinista che classicamente darwinista. L’”egoismo” supposto
essere motore dell’evoluzione, infatti, non è tanto quello
dell’individuo vivente, quanto quello del “gene” (secondo la formula che
titola il noto libro di Dawkins). Ciò significa ritenere che i destini
del genere umano non dipendono da personaggi eccellenti, ma da comunità
di individui dotati di patrimoni genetici vincenti. Ma ciò significa
anche ammettere che ogni individuo con tali qualità possa trovarsi in
condizioni ambientali avverse, che gli impediscono di valorizzarsi come
meriterebbe, con un conseguente danno per tutto il genere umano.
Di
qui viene la necessità di una bio-politica volta, non solo a premiare i
meritevoli, ma anche ad aiutare quelli che non riescono a farsi valere
come tali, in quanto svantaggiati da un contesto avverso. In tal senso,
il mezzo più indicato pare essere il mercato in quanto regime di scambio
per eccellenza e quindi anche di comunicazione di informazioni tra
contesti diversi. Tra gli ultimi rimedi per estendere al massimo le
possibilità di inclusione dei meritevoli sfortunati resta poi la
filantropia di cui la maggioranza degli individui e delle comunità
vincenti si dimostrano particolarmente generosi. Estensione ovunque
possibile del mercato, della comunicazione e della filantropia sono in
effetti tra le cifre più distintive di tutta quella parte maggioritaria
della “Comunità internazionale” che segue il modello della “più grande
democrazia del mondo”: ove “grande” è sinonimo di massima qualità,
giustificata oggi soprattutto dal fatto di essere anche patria della
società della conoscenza ...
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