«Non
col burro ma con i cannoni». Questa massima politica recentemente
rispolverata dal professor Panebianco ha una sua storia istruttiva, e
anzi distruttiva, che merita una postilla a disdoro di tutti quei
politicanti e cattedratici che in questi giorni hanno difeso la libertà,
per un loro pari, di
citare Mussolini senza che voli neanche una mosca. Altrimenti, al minimo ronzio, è «terrorismo» e anzi
«dittatura fascista».
Mussolini
gridò quella frase nel 1939 per sancire l’entrata in guerra dell’Italia
al fianco di Hitler. Ma, si sa, Mussolini era un babbeo privo di un
minimo di originalità e aveva copiato il
bel motto da Hermann Göring, il numero 2 del Terzo Reich. Ma anche Göring non faceva che ripetere uno
slogan coniato nell’ottobre 1936 da Rudolf Hess, il numero 3 del Terzo Reich («cannoni anziché burro!»), come risulta da
qui e anche da
qui nel passo relativo alla nota 25.
Insomma,
la massima guerrafondaia passa dal nazista Hess al nazista Göring, poi
dal nazista Göring al fascista Mussolini e infine giunge, ancora
seminuova, sotto la sapiente penna del professor Panebianco.
Nel 1938 Bertolt Brecht scrisse una satira tagliente di quello slogan della propaganda nazista, dal titolo Kanonen nötiger als Butter (I cannoni sono più necessari del burro),
una poesia che adesso finirebbe probabilmente all’Indice e anzi sul
rogo, e l’autore ne ricaverebbe per lo meno un foglio di via, due
manganellate e gli improperi dem(enti) di Andrea De Maria:
I cannoni sono più necessari del burro
1.
Il detto celebre del generale Göring
«I cannoni sono più importanti del burro»
è giusto nella misura in cui il governo
ha tanto più bisogno di cannoni quanto meno è il burro di cui dispone
perché ha tanto meno burro
quanto più nemici ha.
2.
Ma per il resto si dovrebbe dire che cannoni sullo stomaco vuoto
non sono cosa da qualsiasi popolo.
Inghiottire solo gas
non deve calmare la sete
e senza mutande di lana
forse il soldato è coraggioso soltanto d’estate.
3.
Quando alle artiglierie finiscono le munizioni agli ufficiali in prima linea è facile
che capitino fori nella nuca.
Forse il podestà Valter Giovannini dovrebbe aprire un fasci… colo su questo Bertolt Brecht per «lesa maestà» e «istigazione all’interruzione di pubblico servizio».
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