Martedì
26 gennaio la prima visita ufficiale di Matteo Salvini a Trieste è
stata contestata dall’assemblea cittadina «Trieste
Antifascista-Antirazzista» portando in piazza non solo il rifiuto delle
politiche razziste e xenofobe, ma anche di quelle omofobe e sessiste che
da sempre hanno nella Lega Nord una delle forze politiche promotrici.
Una contestazione a volto scoperto, di critica e di controinformazione
sociale, contro cui le forze dell’ordine non hanno trovato di meglio
che passare subito alle «democratiche» manganellate…
Quello che segue è l’intervento tenuto in Piazza Unità dallo storico Claudio Venza il 27 gennaio 2016.
Intervento di Claudio Venza:
La
Giornata della Memoria è molto importante perché offre occasioni
pubbliche per formare una coscienza storica solida e attenta.
In
questa Piazza, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò le leggi
razziali, un evento triste ma importante. Su questo fatto, sulle radici e
le conseguenze di questi provvedimenti razzisti è tornato disponibile
il libro «Il razzismo fascista» che contiene documenti e riflessioni storiche.
L
a
Giornata della Memoria ha una valenza particolare se la usiamo per
considerare le responsabilità di molti cittadini italiani che, per
motivi abbietti, collaborarono con la macchina della repressione
offrendo nomi e indirizzi per la schedatura degli ebrei, elenchi assai
utili per la deportazione senza ritorno. Sul collaborazionismo si sono
sviluppate, negli ultimi anni, molte ricerche storiche di grande valore
come il libro «I carnefici italiani» uscito pochi mesi fa.
La
logica feroce e inesorabile dello sterminio degli ebrei, dei rom, dei
disabili, e di altre categorie di persone considerate alla stregua di
sottouomini, era quella di conquistare la eterna vittoria della razza
pura formata solo da individui di superiore qualità. GliUntermenschen, i sottouomini in tedesco, furono destinatari del programma nazista che considerava esseri umani solo i Menschen, cioè gli ariani, che avevano il diritto di spazzare via gli esseri inferiori.
Oggi
condanniamo il razzismo di ieri in forma pubblica e diffusa, ma non
dobbiamo dimenticarci che esiste un razzismo attuale, forte e in via di
ulteriore affermazione. Esso è rappresentato da quelle forze politiche e
mediatiche che discriminano e criminalizzano costantemente gli
immigrati e che vorrebbero semplicemente la loro eliminazione. E questo
atteggiamento rievoca i tratti implacabili del nazismo.
La
Lega Nord, e altre formazioni di destra, stanno soffiando sul fuoco
della discriminazione e della repressione per far riprendere le fiamme
del razzismo con tutte le conseguenze relative. Una riflessione sulla
imposizione istituzionale, di circa 70 anni fa, delle norme razziste dei
nazisti, e dei loro stretti collaboratori fascisti, deve farci capire
quanto l’ignoranza e l’indifferenza, il pregiudizio e la paura diffuse
nella società di allora avessero aiutato i gestori di questo programma
di assassinii premeditati e legalizzati.
Anche
oggi la passività di fronte alle pretese dei razzisti di casa nostra
porta in sostanza alla complicità con i crimini che si intravedono e che
assomigliano terribilmente a quelli che oggi, 27 gennaio, pubblicamente
ricordiamo e condanniamo. Ma accadono anche altre cose preoccupanti:
chi protesta contro il razzismo viene aggredito, malmenato e ferito. Lo
scopo della violenza poliziesca, che si è scatenata a poche centinaia di
metri da questa piazza nella giornata di ieri, è proprio quello di
scoraggiare la presa di posizione antirazzista e di costringere
all’indifferenza mentre riemergono gli atroci fantasmi del passato. Di
un passato che, troppo facilmente, si era creduto sepolto per sempre.
I
manganelli usati, senza il minimo pretesto, dai poliziotti contro i
manifestanti avevano proprio questo esplicito obbiettivo: non disturbare
le celebrazioni razziste. Guardare dall’altra parte di fronte alle
provocazioni razziste significherebbe diventare complici dei crimini
prossimi venturi.
La
lezione storica che possiamo, e dobbiamo, ricavare dalla Giornata della
Memoria è quella di attivarsi, sempre e dovunque, per neutralizzare la
peste razzista. È questo un compito che fonde la coscienza storica e un
attivo impegno civile che ha un alto significato morale, prima ancora
che politico.Lega Nord, Matteo Salvini, Trieste.