mercoledì 23 settembre 2009

T : tenerezza [rif. i ragazzi di ...]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
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T
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Tenerezza

[rif: i ragazzi di...]


«A metà della via ... c'è un presidio di ragazzi di Forza nuova. Fanno tenerezza questi fascistelli che incorporano un triste clichè di provincia, le testoline rasate e gli sguardi finto truci, non fanno paura. Anzi, invece provocano in me della tenerezza. Ognuno a quell'età trova una scusa per liberare i suoi istinti bestiali ...»

A. Ferracuti, ,“Ronde anomale”, il manifesto, 22 settembre 2009

martedì 22 settembre 2009

Tre giorni dedicati a Ivan Della Mea: Internazionale del canto sociale II (BO, 25-27 settembre '09)



L'HARD CORO DE’ MARCHI/SCUOLA POPOLARE DI MUSICA IVAN ILLICH
in collaborazione con
ASS. PRIMO MORONI e
CIRCOLO ANARCHICO CAMILLO BERNERI
presentano:
Internazionale del canto sociale
II edizione
Tre giorni dedicati a Ivan Della Mea


Venerdì 25, ore 20,00
C/O Scuola di musica popolare Ivan Illic - via Giuriolo 7 , Bologna

Proiezione de
"I DISCHI DEL SOLE" documentario di Luca Pastore (2004)
a seguire musica e parole per ricordare Ivan Della Mea con:
PAOLO CIARCHI (musicista)
STEFANO ARRIGHETTI (presidente dell'istituto E. de Martino),
CLAUDIO CORMIO (musicista/videomaker)
CANZONIERE BRESCIANO e altri.


Sabato 26 dalle 18 in poi
C/O Scuola di musica popolare Ivan Illic - Bologna
“LA PICCOLA RAGIONE D’ALLEGRIA”
grande festa conviviale nel parco con i cori:
SI BÉMOLE ET 14 DEMIS
LA BARRICADE
COULOR DE MAI (Marsiglia)
CORO DOMINGUERO "QUE NOS QUITEN LO CANTAO"
LE VOCI DI MEZZO
CANZONIERE BRESCIANO
CORO DI MICENE
LE CENCE ALLEGRE
CANTATORRI DI CASELLINA
HARD CORO DE’ MARCHI


DOM 27 dalle 15,00
C/O La Casona - Ponticelli di Malalbergo
“IL CANTO DEL LAVORO”
con:
CORO DEI MINATORI DEL MONTE AMIATA
MONDINE DI BENTIVOGLIO
MONDINE DI PORPORANA
LEGA DELLA CULTURA DI PIADENA



Info: segreteria scuola di musica popolare Ivan Illich
051.357753 (dalle 17,30 alle 20,30) • info@spmii.it


_______________________________Post correlati:
Ivan Della Mea
L'Internazionale di Franco Fortini

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lunedì 14 settembre 2009

Udine: David Irving not saluting but drowning - una conferenza "al chiuso" circondata da proteste


Osteggiata fin dal suo annuncio da decise proteste [vedi qui, qui e qui] , la progettata conferenza del negazionista David Irving, promossa ufficialmente dall'associazione di destra "“Utinum et patria” e ... dal Fronte veneto skinead [vedi: Antifascisti/e friulani/e e Studenti e Studentesse Antifascisti/e)], era stata organizzata secondo una sapiente miscela di pubblicità/ "risevatezza", esibizione/segrezza , con l'adozione di una formula il cui la comunicazione della data prevista (12 settembre) veniva compensata dal top secret sul luogo e l'ora dell'iniziativa.

Ma, alla prova dei fatti, il marchingegno si è rivelato un boomerang: la segretezza, mantenuta fino all'ultimo momento, sulla località dell'esibizione di Irving, invece di impedire la contestazione, ne ha generate due: un presidio a Udine e uno a Tolmezzo!

"Alla fine - riferisce infoAction - la conferenza si è svolta praticamente di nascosto e per pochi intimi".


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[immagine da Dublin Opinion]

lunedì 7 settembre 2009

Mussolini, per ipotesi: «Incidere nella toponomastica». Piazzale Loreto: « una occasione irripetibile», forse impossibile


anche i morti
non saranno al si
curo dal nemico,
se egli vince.

Walter Benjamin





Ho letto con fastidio, ma senza sorpresa, le agenzie di domenica 6 settembre, che riferivano:
 

«penso che sia una occasione irripetibile per modificare la denominazione di Piazzale Loreto a Milano in Piazza dell'Unità d'Italia'. Alessandra Mussolini, deputata del Pdl, «suggerisce di dare il nome di Piazza Unità d'Italia a Piazzale Loreto a Milano. La proposta è stata avanzata a seguito dell'ipotesi del cambio della denominazione di Piazza Venezia a Roma. "Se per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia si è deciso di incidere nella toponomastica" - afferma ».

L' «ipotesi di Mussolini » (junior) non brilla per originalità: di fatto non è altro che la riedizione, riadattata , in occasione delle celebrazioni dell'unità d'Italia, di una «idea » lanciata senza esito, nella tarda primavera del 2005 da Stefano Zecchi , assessore
alla Cultura di Milano, il quale  aveva proposto di cambiare il nome di Piazzale Loreto in Piazza della Concordia:

giovedì 3 settembre 2009

Egidio Monferdin, il sorriso tenace della rivolta di classe


Il primo settembre Egidio Monferdin ci ha lasciati. È morto a Bologna, circondato dall’amore di Monica e dall’affetto di molte compagne e di molti compagni. Era nato in Istria nel 1946. Poco dopo la sua nascita, la sua famiglia si ritrovò esule in campo profughi nei pressi di Cremona. E a Cremona frequentò l’alta e informale scuola politica di Danilo Montaldi, dal cui metodo di lavoro imparò la straordinaria arte di ascoltare quelle che allora si chiamavano le classi subalterne.


Iscritto alla facoltà di medicina a Padova, si mise in contatto con Potere operaio, di cui divenne militante. Dopo la crisi di Potere operai, verso la metà degli anni ’70 fu attivo nell’Assemblea autonoma di Porto Marghera e nel giornale operaio «Lavoro Zero». Intanto, a Mestre, dedicava molto del suo tempo al centro di sostegno per adolescenti mentalmente disturbati, nonostante il magro salario. Erano gli anni in cui più si concedeva un po’ di tempo per le immersioni in apnea, sovente spinte al limite della temerarietà, nel suo mare Adriatico.


Arrestato il 21 dicembre 1979 nell’ambito dell’inchiesta 7 aprile, ha trascorso più di 7 anni in varie carceri della Penisola, pagando di persona la rivolta politica di una generazione e di una classe: in prigione però economizza l’investimento nella propria difesa legale per cercare di aiutare i comuni nella loro pratiche legali e nel loro desiderio di leggere e di apprendere.


Stabilitosi a Bologna verso la metà degli anni ’90, Egidio vive la nuova e ricca stagione che inizia con la campagna No-Ocse e la «Libera Università Contropiani». Attraversa per intero il momento tumultuoso che si inaugura a Genova nel 2001 impegnandosi nel Bologna Social Forum e nello spazio pubblico di XM24 e, fino a oggi, nella militanza nel Coordinamento Migranti Bologna. Lavora però anche allo sviluppo della tipografia interna al carcere della Dozza: un progetto che parla di libertà e si chiama «Il profumo delle parole». In questo decennio Egidio mostra, ancora una volta, una chiara intelligenza dei cambiamenti e delle occasioni che il movimento offre, ma anche una notevole tensione critica verso i limiti che maturano. È stato fino in fondo convinto della novità politica rappresentata dai migranti in Italia e in Europa. Centinaia di migranti l’hanno conosciuto nelle assemblee e nelle riunioni, l’hanno ascoltato, hanno discusso con lui, hanno condiviso con lui il lavoro di organizzazione di un movimento autonomo dei migranti.


Riservato e composto, Egidio Monferdin possedeva una calma suprema nelle situazioni difficili. Forse era questa la dote che molti gli invidiavano e che gli ha permesso di affrontare, sullo sfondo di un sorriso, brevi attimi fulminanti e lunghe riunioni complicate. Questo oggi ci resta di Egidio. Questo già ci manca di lui: la capacità di esserci sempre e al presente, senza nostalgie e senza retorica.


L’appuntamento per dare l’ultimo saluto a Egidio è oggi alle 12,30 alla camera mortuaria dell’ospedale Malpighi (via Pizzardi 1) e alle 14,45 davanti all’entrata principale del Cimitero della Certosa di Bologna.


Ferruccio Gambino

e Maurizio Bergamaschi

in il manifesto, 3 settembre 2009


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[immagine da: Coordinamento migranti Bologna]

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