lunedì 12 gennaio 2009

Bertolt Brecht: A mia madre - Meiner Mutter




[A mia madre]


Quando non ci fu più, la misero nella terra.
Sopra di lei crescono i fiori, celiano le farfalle…
Lei era leggera, premeva la terra appena.
Quanto dolore ci volle per farla così leggera!




[Meiner Mutter]


Als sie nun aus war, ließ man in Erde sie
Blumen wachsen, Falter gaukeln darüber hin...
Sie, die Leichte, drückte die Erde kaum
Wieviel Schmerz brauchte es, bis sie so leicht ward!



[trad. it. di E. Castellani]

giovedì 8 gennaio 2009

Partigiani e deportati come le truppe di Salò (di Gemma Contin)

Un progetto di legge, numero 1360, e un colpo di mano che metterà il Parlamento di fronte alla scelta di equiparare i partigiani che combatterono contro il fascismo e il nazismo, contro la guerra praticata da Benito Mussolini a fianco di Adolf Hitler, per la liberazione dell’Italia da un’infame dittatura interna ed esterna, con i miliziani della Repubblica di Salò, le truppe irriducibili che volevano continuare a tenere il Paese a ferro e fuoco, quelli che consegnarono migliaia di ragazzi italiani nelle mani dei rastrellatori tedeschi e gli ebrei del ghetto di Roma, di Venezia, di Torino, di Milano, nelle mani dei loro torturatori e di chi li avrebbe avviati ai lager e ai forni crematori.
Il progetto di legge - firmato in sostanza da parlamentari del "Popolo delle libertà" come Nicola Cristaldi, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, o dal vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, noti eredi del Fuan, del Movimento sociale italiano e di Alleanza nazionale, ma anche da qualche esponente (che poi ha ritirato la firma) del Partito democratico di dubbia memoria storica come Paolo Corsini, ex sindaco di Brescia, che pure ha scritto il libro Da Salò a Piazza della Loggia ed è stato presidente del suo gruppo in Commissione Stragi - è in discussione ora, al rientro dalle vacanze natalizie, al primo punto dei lavori in corso alla Commissione Difesa della Camera dei deputati, il cui presidente Edmondo Cirielli (sì, proprio lui, anch’egli proveniente dai vertici irpini di An, nonché dall’alta formazione militare dell’Accademia della Nunziatella) ne è anche il relatore. Tanto per dire quale rilievo e importanza venga attribuito a una tale proposta dal centrodestra, più precisamente dall’"ala nera" del centrodestra, suscitando peraltro molti dubbi e distinguo, espressi in Commissione, tra le file della Lega.
Si tratta infatti di un nuovo capitolo di quel processo di omologazione (tutti ugualmente buoni oggi, tutti ugualmente cattivi ieri, o tutti eroi posti sullo stesso altarino), di ricostruzione di una verginità ideologica e di "revisionismo storico", ovvero di riscrittura della realtà storica per come quelli di noi che hanno un po’ più di sessant’anni hanno vissuto e ricordano assai bene e con molto dolore, cui hanno contribuito non poco le prese di posizione, in nome di una presunta "memoria condivisa" e declamata "riconciliazione nazionale", molti rappresentanti "al di sopra di ogni sospetto" del centrosinistra, come l’ex presidente della Camera Luciano Violante ...

[leggi l'articolo completo in Bellaciao]
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NB: L'immagine della resa fascista
è tratta da
Carnia libera

domenica 21 dicembre 2008

Bologna culla del fascismo - II. 21 novembre 1920

Bologna culla del fascismo
II.
21 novembre 1920:
l'assalto a Palazzo d'Accursio
da: Luigi Fabbri, La controrivoluzione preventiva



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I fatti del 21 novembre a Bologna precipitarono questo processo di reazione.
Che qualcosa di grave si preparasse lo si sentiva nell’aria. Già durante i comizi elettorali si capiva che l’intransigenza formale ed elettorale dei socialisti a tendenza estremista avrebbe vinto, ma inutilmente. Il programma annunciato a Bologna era stravagante e impossibile, dato l’ambiente e l’atmosfera già mutati in tutta Italia; era un vero castello sulla sabbia. Inoltre la borghesia bolognese, non più timorosa dei socialisti e degli operai, non credeva più. Da più d’un mese non si facevano scioperi, e qualcuno tentato era apparso stentato e senza effetto. Durante la campagna elettorale un oratore radicale (poi divenuto fascista) mi assicurano che abbia in un comizio senza ambagi dichiarato, che se i bolscevichi avessero conquistato il comune, non si sarebbe permesso alla loro amministrazione di funzionare.
Dopo l’esito delle elezioni, che avevan dato una strabocchevole maggioranza ai socialisti estremi, questi erano assai preoccupati per la cerimonia dell’insediamento. Rinunciarvi, rinunciare all’esposizione della loro rossa bandiera, al loro comizio di vittoria oggi sembrerebbe facile; allora sarebbe parsa vigliaccheria, e sarebbe stata agli occhi di tutti la prima rinuncia al pomposo programma nel cui nome s’era vinto. Ma proprio questo volevano i fascisti: cacciare dalle piazze la folla operaia, far abbassare in segno di resa la bandiera rossa. Come uscirne?
Alcuni socialisti, che allora tenevano il mestolo in mano, scesero a indecorosi patteggiamento con la questura, e forse promisero p di ciò che i loro seguaci avrebbero mantenuto; ma parve alla vigilia del 21 novembre, giorno convenuto per l’insediamento, che le cose potessero passar lisce, quando fu noto in questura e affisso alle cantonate un manifestino a macchina, in cui i fascisti annunciavano battaglia per l’indomani, avvertendo le donne e i ragazzi di star lontani dal centro e dalle vie principali. I socialisti ormai non potevan più ritirarsi decentemente; è naturale che i più bollenti (e furon purtroppo anche i più scriteriati, stando almeno ai risultati) pensassero ad improvvisare una qualche difesa contro gli annunciati ed eventuali assalti. Ormai solo un miracolo poteva evitare la tragedia. Il miracolo non avvenne; al contrario!
















domenica 14 dicembre 2008

NON UN PASSO INDIETRO!




domani,
le grandi "democrazie"
potrebbero riporre
con tutta naturalezza
l'antifascismo
nel magazzino degli attrezzi usati.
Già fin d'ora,
questa parola magica,
che ha fatto
insorgere i lavoratori
contro l'hitlerismo,
viene considerata con sospetto
e avversata
non appena
serve a riaggregare tra loro
gli avversari del sistema capitalistico.

Daniel Guérin, 1945 [*]
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NON UN PASSO INDIETRO!



« La violenza dei pubblici poteri e la violenza fascista non hanno mai allentato la loro stretta. Se ieri era la Strategia della Tensione, oggi è una Strategia della Paura ad alimentarle. Paura che la retorica securitaria scatena verso chiunque appaia diverso, perché “straniero”, per la sua identità di genere e/o orientamento sessuale, per una maglietta sbagliata, per il suo modo di vestirsi o di tenere i capelli. E “dalla strategia della tensione alla strategia della paura”, raccogliendo una proposta della Rete Antifascista Metropolitana di Roma, è stato il filo conduttore di iniziative diffuse in varie città italiane il 12 dicembre 2007. A Bologna un corteo comunicativo ha attraversato i quartieri Barca e S. Viola, dove i movimenti operai, antagonisti e libertari bolognesi mancavano da decenni. Quest’anno [abbiamo ritenuto] più che mai urgente e necessaria una presenza di piazza antirazzista, antisessista e antifascista nell’anniversario della strage di Piazza Fontana ».
 

Amazora di femministe e lesbiche
ANPI Pianoro
Antagonismo Gay
Archivio Storico "Marco Pezzi"
Assemblea Antifascista Permanente
Assemblea Permanente noGelmini Scienze Politiche
Associazione Politica e Classe di Bologna
Atlantide
Ciclofficina AmpioRaggio
Circolo anarchico Camillo Berneri
Circolo Arci Iqbal Masih
Collettivo Mujeres Libres - Bologna
Confederazione Cobas Bologna
CUB - Bologna
Facciamo Breccia - Bologna
Fuoricampo Lesbian Group
Giovani Sinistra Critica
Laboratorio femminista Kebedech Seyoum
LAI - Lesbiche Antifasciste in Italia
Lazzaretto autogestito
Lista Reno per il rilancio dello stato sociale
QueeRevolution
Rete dei Comunisti
Vag61
Xm24
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L'immagine (in alto) di partigiani e partigiane è tratta da ivangel

La fotografia della testa del corteo con striscione è tratta da Marginalia

venerdì 5 dicembre 2008

Invito a non oltraggiare Bologna, medaglia d'oro della Resistenza: una lettera aperta

Poco fa,
ho spedito
via email
una lettera
ai gestori
dell'Osteria
il Moretto (Bologna).
Dato
che si tratta
di una questione
pubblica, la pubblico integralmente qui di seguito:


Ho appreso con sconcerto e disappunto che l'Osteria il Moretto intenderebbe ospitare la presentazione di un libro sul terrorista fascista Concutelli (come se non bastasse, il 13 dicembre cioè a ridosso dell'anniversario della strage di Piazza Fontana, ricordate?).

La riprovevole serata è organizzata dai fascisti dichiarati di Casapound (e del cosiddetto "Blocco studentesco"), dei quali si è molto parlato nei media in particolare in relazione all'aggressione contro giovani manifestanti "no Gelmini" a Piazza Navona, consumata con bastoni travestiti da aste di bandiere tricolore e con colpi di cinture.
Sono letteralmente trasalito, stupito, incredulo amareggiato, indignato. Sono stato per anni frequentatore di quell'Osteria, piacevole, aperta, e che sentivo un po' come un posto in cui trovavo persone interessanti, intelligenti e a dir poco di idee progressiste e di stili di vita che non contemplavano il disprezzo per gli immigrati, il razzismo più o meno velato, etc.
Pur vivendo a Bologna, non ho avuto occasione, da tempo, di recarmi in quello che ritenevo un ambiente fondamentalmente salubre, dove una serata del tipo "Io, l'uomo nero" (a me questo titolo non fa né paura né ridere, mi fa semplicemente schifo) sarebbe stata inconcepibile, inimmaginabile.
Non so se la gestione sia cambiata, ma vi garantisco, chiunque siano i gestori, che nel caso si realizzi quel riprovevole "evento", mi adopererò in ogni modo lecito, pacifico, e non illegale, invitando tutte le persone che RISPETTANO UNA CITTÀ MEDAGLIA D'ORO DELLA RESISTENZA a disertare l'Osteria.
Vi prego di capire la serietà e la gravità di quella sciagurata iniziativa e di recedere (nel caso la notizia della squallida serata che sarebbe in programma al Moretto fosse fondata, ma stento ancora a crederci) dal realizzarla e di comunicare pubblicamente il vostro ritiro o ripensamento o come volete chiamarlo.


Ringraziandovi per l'attenzione,

Rudy Leonelli
Bologna


AGGIORNAMENTO: ho appreso oggi 6/12 con piacere che i gestori dell'osteria Il Moretto, resisi conto del carattere di un'iniziativa che avevano accettato sulla base di informazioni evidentemente incomplete, hanno annullato la serata di presentazione del libro sul terrorista nero Concutelli.
Ringrazio i gestori per la sensibilità dimostrata in questo increscioso incidente, estraneo per quanto ne so alla più che rispettabile storia del locale. Ed al suo stile.