mercoledì 24 luglio 2013

incontro: A partire da “Classe” di Andrea Cavalletti, 27 luglio - Magione (Perugia)

nel quadro  del

Magione (Perugia)



 Sabato 27 luglio

h. 15:30-19:00


 A partire da un libro:

http://www.italica.rai.it/immagini/libri/cavalletti_classe/copertina.jpg

 “Classe” di Andrea Cavalletti
 (Bollati Boringhieri 2009)


Coordina: Andrea Brazzoduro   



Dialogano:
              Andrea CavallettiChristian De Vito
              Rudy Leonelli e   Franco Milanesi

venerdì 12 luglio 2013

Nono SIMposio estivo di storia della conflittualità sociale 25-28 luglio 2013, Magione (Perugia)


SIMposio di storia della conflittualità sociale 13

Progetto Storie in movimento (Sim) & "Zapruder. Storie in movimento. Rivista di storia della conflittualità sociale"

organizzano
il Nono SIMposio estivo di storia della conflittualità sociale
25-28 luglio 2013
Hotel “Il lago da una nuvola”
Monte del Lago, Magione (Perugia)



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Presentazione
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Il SIMposio nasce all’interno dell’associazione Storie in movimento come occasione di confronto e discussione che si affianca alla rivista «Zapruder». Esperienza originale in un panorama sempre più asfittico, il SIMposio è pensato come un laboratorio che mira a rimettere in comunicazione luoghi e soggetti diversi attraverso cui si articola la produzione del sapere storico. Liberare e far circolare i saperi in uno spazio di discussione critica comune e orizzontale: questa è la nostra scommessa politica.
Il SIMposio è immaginato in modo pluridimensionale. Durante quattro giornate affronteremo diversi snodi storiografici in una rara occasione di confronto interdisciplinare dove però l’elaborazione collettiva del sapere non è mai disgiunta dalla sua dimensione politica ma anche ludica: ci riuniremo infatti in un ambiente ideale, circondati dalla natura e con a disposizione una struttura ricettiva solitamente destinata allo svago. In questo senso, il SIMposio è un’opportunità per incontrarsi, discutere e divertirsi.
Il SIMposio di quest’anno si apre con un dialogo di respiro internazionale giocato sulla tensione fra “trasformazione” e “rivoluzione” che attraversa la pratica teorica dei movimenti femministi e lgbtqi. La sera sarà invece il momento del “sogno e combattimento” con la musica di Marco Rovelli. Nella giornata di venerdì ci concentreremo sul Novecento in due diversi dialoghi: la mattina sul tema dell’immaginario e delle immagini che ne costituiscono il tessuto, mentre il pomeriggio tematizzeremo un confronto fra nazionalismi europei. La mattina del sabato sarà dedicata alla prima edizione di un laboratorio annuale sulle fonti che inizia quest’anno con una riflessione sull’uso delle interviste nella ricerca etnografica. Il sabato si chiude con un dialogo che esplora il concetto della “classe” a partire da un recente libro di Andrea Cavalletti. La domenica, come ogni anno, ci saluteremo con un’assemblea fra tutte le persone che hanno preso parte a questa edizione del SIMposio.

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Programma
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Giovedì 25 luglio
13.30-15:00 Arrivo, registrazione e sistemazione dei/delle partecipanti
15:00-15:30 Saluti e presentazione dei lavori del SIMposio
15:30-19.00 Primo dialogo Transformations without revolution? Come femminismi e movimenti lgbtqi hanno cambiato il mondo
Introducono: Elena Petricola e Vincenza Perilli
Dialogano: Valeria Ribeiro Corossacz, Elisabetta Donini, Cesare Di Feliceantonio, Sara Garbagnoli e Pia Covre
20:00-24:00 Cena e recital musicale “Inattitudine di sogno e di combattimento” di Marco Rovelli

Venerdì 26 luglio
08:00-09:30 Colazione
09:30-13:00 Secondo dialogo Immagini/Immaginario. Per un’iconologia del presente
Introduce: Vanessa Roghi
Dialogano: Damiano Garofalo, Luca Peretti, Giorgio Vasta e Marco Rovelli
13:30-14:30 Pranzo
15:30-19:00 Terzo dialogo Nazionalismo e rivoluzione nel XX secolo. Autodeterminazione nazionale e conflitti sociali tra passato e futuro
Coordina: Paolo Perri
Dialogano: Fabio de Leonardis, Francesca Zantedeschi, Francesco Sedda, Andrea Geniola, Adriano Cirulli e Marco Laurenzano
20:00-23:30 Cena

Sabato 27 luglio
08:00-09.30 Colazione
09:30-13:00 Laboratorio sulle fonti Etnografia
Coordina: Sabrina Marchetti
Dialogano: Silvia Cristofori, Paolo De Leo e Andrea Priori
13:30-14:30 Pranzo
15:30-19:00 A partire da un libro “Classe” di Andrea Cavalletti (Boringhieri 2009)
Coordina: Andrea Brazzoduro
Dialogano: Andrea Cavalletti, Christian De Vito, Rudy Leonelli e Franco Milanesi
20:00-24.00 Grigliata (non solo carne) e a seguire festa di chiusura con musica

Domenica 28 luglio
08:00-10.30 Colazione
10:30-13:00
Assemblea finale Idee e proposte per il prossimo SIMposio
Coordina: Eros Francescangeli
Dialogano: i/le partecipanti alla nona edizione del SIMposio
13:30-14:30 Pranzo e, a seguire, partenza dei/delle partecipanti

Partecipano inoltre ai dialoghi: Stefano Agnoletto, Francesco Altamura, Luigi Ambrosi, Sandro Bellassai, Margherita Becchetti, Fabrizio Billi, Angelo Bitti, Luca Bufarale, Gino Candreva, Roberto Carocci, Salvatore Cingari, Mario Coglitore, Francesco Corsi, Emanuela Costantini, Ippolita Degli Oddi, Elena De Marchi, Beppe De Sario, Monica Di Barbora, Steven Forti, Damiano Garofalo, Paola Ghione, Chiara Giorgi, Federico Goddi, Ilaria La Fata, Antonio Lenzi, Antonella Lovecchio, Marilisa Malizia, Lidia Martin, Mauro Morbidelli, Cristina Palmieri, Chiara Pavone, Santo Peli, Cristiana Pipitone, Paolo Raspadori, Luisa Renzo, Ferruccio Ricciardi, Ilenia Rossini, Marco Scavino, Laura Schettini, Ivan Severi, Giulia Strippoli, Andrea Tappi e Andrea Ventura.




per info su: Costi  e modalità d’iscrizione, leggi tutto su Storie in movimento

domenica 16 giugno 2013

Repetita iuvant


Étienne Balibar:

L’aspect le plus «foucaldien» de l’œuvre de Marx

L’aspetto più  «foucaultiano» dell’opera di Marx

trad. dal francese  di Rudy M. Leonelli

 

C'è ... certo conversione locale della violenza in forme sociali più «avanzate» dello sfruttamento – più «civilizzate», ed eventualmente più «produttive». Ma ciò avviene di fatto al prezzo del suo spostamento o della sua delocalizzazione. D’altra parte, è su questo soggetto che Marx propone un'analisi delle lotte di classe come un rapporto di forza evolutivo che possiamo retrospettivamente considerare come l’aspetto più «foucaultiano» della  sua opera [*]: il «potere» in effetti non vi figura come un termine univoco, riferito ad un'istanza che verrebbe dall’esterno a costringere il processo sociale, ma piuttosto come il rapporto stesso, vale a dire dire il risultato complesso e instabile del conflitto che si dispiega nel tempo tra disciplina e resistenza, tecniche di sfruttamento della forza  lavoro  umana (che Marx chiama «metodi di estrazione del pluslavoro»  [Mehrwert (fr. surtravail)] che sono anche, in un certo senso, delle «tecniche di governo», e lotte individuali o collettive che incarnano una forma di libertà sin dalle loro manifestazioni  più elementari (e non soltanto preparano  una liberazione «finale») ... 
 
da: E. Balibar, Violence et civilité. Welleck Library Lectures et autres essais de philosophie politique, Paris, Galilée 2010, p. 133,  «Deuxième conférence. Une violence “inconvertible”? Essai de topique». 


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[*]  Foucault stesso l'ha riconosciuto. Vedi in particolare il suo riferimento al «Libro II del Capitale» in  «Les mailles du pouvoir» [1981], Dits et écrits, Gallimard, 1994, t. IV, p.186-187). Questo «lapsus calami» di Foucault è sfortunatamente perpetuato da molti dei  de suoi commentatori: si tratta in realtà del tomo II dell’edizione di Marx  correntemente utilizzatoall'epoca in Francia (Le Capital in 8 volumi, Éditions Sociales, 1960), dunque verosimilmente del capitolo del Libro I su «la manifattura», che  è anche una delle fonti essenziali in Sorvegliare e  et punire. Questo errore  è stato rettificato e spiegato da Rudy M. Leonelli in «Fonti marxiane in Foucault», in  «Altreragioni», n° 9, 1999.

sabato 15 giugno 2013

Sandro Mezzadra su P. Macherey, Il soggetto produttivo. Da Foucault a Marx




 Il soggetto produttivo.
 Da Foucault a Marx
 di Pierre Macherey
ed. ombre corte

Sandro Mezzadra
Quella potenza umana ridotta a merce
da: il manifesto,13 giugno 2013

Per organizzare il lavoro si producono «norme», che regolano comportamenti, ma anche limiti e resistenze
«Marx per me non esiste», dichiarò Michel Foucault in un dialogo del 1976 con la redazione della rivista Hérodote. E aggiungeva: «voglio dire questa specie d'entità che s'è costruita attorno a un nome proprio, e che si riferisce ora a un certo individuo, ora alla totalità di quel che ha scritto, ora a un immenso processo storico che deriva da lui». C'è qui una chiave per intendere il rapporto intrattenuto da Foucault con Marx, tema che continua a essere al centro di molti studi e dibattiti (si veda ad esempio il bel libro curato da Rudy Leonelli, Foucault-Marx. Paralleli e paradossi, Bulzoni, 2010): la radicale distanza di Foucault dal marxismo, inteso come compatto edificio dogmatico, si accompagnava in lui alla diffidenza nei confronti di ogni tentativo di «accademicizzare» Marx, di ridurlo a un «autore» come un altro. Quest'ultima è un'operazione certo legittima, continuava Foucault nell'intervista del 1976, ma equivale a «misconoscere la rottura che lo stesso Marx ha prodotto». Quella rottura nel cui solco Foucault ha continuato per molti versi a pensare - non senza produrre ulteriori rotture, che lo hanno spesso condotto lontano da Marx.

venerdì 14 giugno 2013

La radicalità, la funzione dell’intellettuale (M. Foucault)



 ... credo che qui si debba far intervenire il problema della funzione dell’intellettuale. È assolutamente vero che mi rifiuto – quando scrivo un libro – di prendere una posizione profetica, cioè quella di dire alla gente: ecco quello che dovete fare, e anche: questo è bene e questo non lo è. Io dico loro: mi sembra, grosso modo, che siano andate le cose, ma le descrivo in modo tale che le vie di attacco possibili siano delineate. Ma con questo non forzo, non costringo nessuno ad attaccare. Poi, è una questione che mi riguarda personalmente, se voglio, a proposito delle prigioni, degli asili psichiatrici, di questo o di quello, fare un certo numero di azioni; ma dico che l’azione politica appartiene ad un tipo d’intervento del tutto diverso da questi interventi scritti e libreschi, è un problema di gruppi, d’impegno personale e fisico; non si è pronunciata qualche parola, no, la radicalità è fisica, la radicalità è dell’esistenza.
Michel Foucault 
 


da: “Precisazioni sul potere. Risposta ad alcuni critici”
Intervista a cura di Pasquale Pasquino, effettuata Parigi nel febbraio 1978.in aut aut, n. 167-168, settembre-dicembre 1978.


giovedì 13 giugno 2013

L'anarchia selvaggia, di Pierre Clastres - presentazione 17/6, BO


http://nogods-nomasters.com/prestashop/268-large_default/a-sociedade-contra-o-estado-pierre-clastres.jpgNel discorso comune e in quello accademico, con poche eccezioni, viene continuamente rimarcata la convinzione che una società di liber* ed eguali sia sempre più inattuabile o addirittura impossibile. L'utopia, che precisamente significa “qualcosa che non ha luogo” e non “qualcosa di irrealizzabile”, è sepolta sotto i cumuli di macerie dell'etnocentrismo.

L'idea che un gruppo umano possa vivere e convivere in assenza di istituzioni di potere appare generalmente come qualcosa di inattuale, addirittura innaturale. Ed è qui che la ricerca antropologica agisce come meccanismo di disvelamento delle credenze e dei pregiudizi. Perché il potere, inteso nella sua forma di comando/oppressione e obbedienza, non è innato nell'umanità.

Pierre Clastres, antropologo eclettico e figlio intellettuale di Claude Levi-Strauss, ci racconta di comunità che vivono in una “favola”, la cui morale piomba vigorosa e differente: i personaggi non sono il braccio dello Stato, le catene delle istituzioni, il tintinnio delle monete, ma semplici individui privi di cravatta e muniti di un concetto dell'esistente diametralmente opposto a quello della società capitalista.

La loro vita non prevede alcun Dio, Stato, servi o padroni, né l'indigenza antropomorfizzata, ma solo un benessere reale e morale partorito dal rifiuto del dominio economico e politico.


Affinché la diversità non sia vittima di stereotipi e venga incorporata all'interno di una prospettiva sociale versatile,

il Collettivo Autorganizzato Volya presenta il libro 
L'anarchia selvaggia – Le società senza Stato, senza fede, senza legge, senza re, edito da Eleuthera.


Di recentissima uscita, consiste in una raccolta di alcuni studi di Pierre Clastres che verranno presentati da Valerio Romitelli (Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà, Unibo) e Rudy Leonelli (Dipartimento di Filosofia, Unibo), con la partecipazione
di
 Nicola Turrini, Marco Tabacchini, Elia Verzegnassi,
 che hanno presentato il libro alla Biblioteca Domaschi - spazio     culturale anarchico di Verona.

      
      Lunedì 17 giugno, ore 17,00
     Facoltà di Scienze Politiche
      Strada Maggiore 45, Bologna




Collettivo autorganizzato Volya

 

sabato 8 giugno 2013

Mort d'un antifa [Libération, 7 juin 2013]

http://md0.libe.com/api/libe/v2/paperpage/193591/?size=x500&format=jpg

 

Portrait :

 Déjà leader lycéen et anarchiste à Brest, il était arrivé à Sciences-Po Paris en septembre, avait rejoint les antifascistes et s’était engagé contre l’homophobie.

 

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  leggi inoltre:


giovedì 6 giugno 2013

in memoria di Clément Méric, ucciso dai fascisti

 

Le mercredi 5 juin 2013, en sortant d'un magasin de vêtements, près de la gare Saint-Lazare, Clément Méric, jeune syndicaliste âgé de 18 ans et militant antifasciste a été battu à mort par des membres de l'extrême droite radicale. Venu de Brest pour ses études à Sciences Po, il a été victime du contexte de violences d'extrême droite qui s'est développé ces derniers mois. Il est décédé des suites de ses blessures, dans la nuit, à l'hôpital de la Pitié-Salpêtrière. Toutes nos pensées vont à sa famille et à ses proches auxquels nous exprimons toute notre solidarité.
Ses ami-e-s et camarades.


  *     *     *




Mercoledì 5 giugno 2013, uscendo da un negozio di abbigliamento, nei pressi della gare Saint-Lazare, Clément Méric, sindacalista diciottenne e attivista antifascista è stato picchiato a morte dai membri dell'estrema destra radicale. Venuto a Brest per i suoi studi a Scienze politiche, è stato vittima del contesto di estrema violenza di destra intensificatosi negli ultimi mesi. È morto per le ferite, nella notte, presso l'ospedale Pitié-Salpêtrière. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari ai quali esprimiamo la nostra solidarietà.


I suoi amic* e compagn*. 




Action Antifasciste Paris-Banlieue

da: Action Antifasciste Paris-Banlieue
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vedi anche:  «L’orrore fascista torna a uccidere a Parigi»
 

martedì 4 giugno 2013

"Il sangue politico"- BO, 4 giugno: presentazione del libro di N. Orlandi Posti





Presentazione del libro "IL SANGUE POLITICO"
di Nicoletta Orlandi Posti 
Editori Riuniti

Incontro con l'autrice
Con la partecipazione di Paola Faraca

Vino& stuzzicherie a cura di Drogheria 53



martedì 4 giugno, ore 18
Casa Rude via Pietralata 83/A, Bologna (traversa di via del Pratello)
 
 

Gli anarchici della Baracca, un caso che li riassume tutti

Questa è la storia di Gianni Aricò, di Angelo Casile, di Annelise Borth, di Franco Scordo e di Luigi Lo Celso che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente stradale sull'autostrada del Sole, nei pressi di Ferentino, la notte tra il 26 e il 27 settembre 1970. Erano partiti dalla Calabria per portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana, un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia, un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità. Li hanno fermati.
 
Prefazione di Erri De Luca


mercoledì 29 maggio 2013

Omaggio a Franca Rame

Franca Rame
(18 luglio 1929  –  29 maggio 2013)


Omaggio a Franca Rame - poesia Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria - All I Know musica voce e testo di Mara Micciché
 
[Caricato in data 28/ott/2011]

                                                                                  

 "Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."

                                                                        Franca Rame

lunedì 27 maggio 2013

I «Quaderni» al microscopio






L’opera di Gramsci all’esame dell’Istituto per il restauro

Al centro dell’indagine la questione della numerazione dei volumi e le incongruenze rilevate dagli storici


di Eleonora Lattanzi, l'Unità, 27.05.2013


 Il 13 maggio 2013 l’Istituto per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario (Icprcpal) ha concluso le analisi svolte sui manoscritti di 4 dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. Le indagini, riguardanti i quaderni 12 (XXIX), D 13 (XXXI) e 29 (XXI), erano state richieste dalla Fondazione Istituto Gramsci nel luglio 2012 allo scopo di chiarire le incongruenze presenti nella numerazione data ai Quaderni dalla cognata Tatiana Schucht.
   In seguito alla morte del dirigente comunista nell’aprile del 1937, Tatiana, prima di inviare i quaderni a Mosca, li numerò apponendovi delle etichette. Non tutti i quaderni risultano però etichettati, mentre su alcuni furono applicate etichette di fattura diversa. Inoltre, sulla copertina di 3 quaderni, dal XXIX al XXXI, le etichette attualmente visibili furono sovrapposte da Tatiana a etichette applicate da lei stessa.
   Anche in ragione di queste incongruenze, nel volume I due carceri di Gramsci (Donzelli 2011), il prof. Lo Piparo ha avanzato dei dubbi circa la reale consistenza del lascito gramsciano, ipotizzando l’esistenza di un ulteriore quaderno oltre ai 33 conosciuti, occultato dopo la consegna a Togliatti, avvenuta nell’aprile 1945, forse a causa di un suo contenuto «scomodo». Nel giugno 2012 egli quindi propose dalle pagine del Corriere della sera l’istituzione di una commissione di studiosi finalizzata ad analizzare i manoscritti e la documentazione relativa alla trasmissione dei Quaderni.
    La proposta venne accolta da dalla Fondazione Istituto Gramsci che chiamò a far parte del gruppo di lavoro Luciano Canfora, Giuseppe Cospito, Gianni Francioni, Fabio Frosini, Franco Lo Piparo e Giuseppe Vacca. In una prima riunione furono esposti i termini della questione e vennero fornite ai membri del gruppo di lavoro alcune lettere delle sorelle Schucht; ad essa fece seguito una seconda riunione, svoltasi il 20 settembre 2012, nella quale furono esaminati gli originali dei Quaderni.
   Nel corso degli incontri e in un nuovo volume (L’enigma del quaderno, Donzelli, 2013), il prof. Lo Piparo ha avanzato l’ipotesi che la presenza di doppie etichette su alcuni quaderni fosse dovuta all’intenzione di Tatiana di «lasciare traccia» del quaderno mancante. A tal proposito, ha sostenuto che «le etichette in chiaro usate da Tatiana si fermano a XXXI. Sotto l’etichetta XXIX si legge l’etichetta XXXII»; pertanto, ha aggiunto: «non mi stupirei se sotto l’etichetta in chiaro XXX ci fosse l’etichetta XXXIIII e, coperta dall’etichetta XXXI trovassimo l’etichetta XXXIV» (pag. 124).

sabato 25 maggio 2013

Dei predicatori di morte [Von den Predigern des Todes]


 Vi sono predicatori di morte: e la terra è piena di gente cui bisogna predicare di abbandonare la vita.

Piena è la terra di superflui, corrotta la vita dai troppi.

Possano costoro con gli allettamenti della “vita eterna” essere tolti da questa vita!  …



Friedrich Nietzsche

 Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen
trad it. Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, a c. di G. Colli e M. Montinari, Adelphi Edizioni

giovedì 23 maggio 2013

Étienne Balibar: Lezione gramsciana 2013, Bologna 23 maggio h. 17 (reminder)

Europa, nazioni:

 il popolo mancante e la crisi di legittimità


Lezione Gramsciana 2013 Lezione gramsciana 2013 
giovedì 23 maggio
ore 17.00
Sala convegni
Fondazione Gramsci via Mentana 2
Bologna

Lezione di
Étienne Balibar
 Discussants
Nadia Urbinati, Columbia University
Sandro Mezzadra, Università di Bologna


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more info: qui
 

mercoledì 22 maggio 2013

Les clichés selon Alain Badiou, philosophe



pubblicato in data 24 aprile 2012   
 

«Il y a un cliché tenace qui m'insupporte , c'est que l'amour est quelque chose de magnifique à ses débuts, puis qu'une lassitude s'installe pour terminer enfin par une aigre séparation. »

Alain Badiou



Philosophe majeur de la scène intellectuelle française contemporaine, Alain Badiou a publié bon nombre d'essais, aussi bien consacrés à des questions ontologiques que politiques comme « La Théorie du sujet » ou encore « L' Etre et l'événement ».

La pensée politique de cet ancien militant maoïste s'inscrit dans un engagement à gauche, comme en témoignent plusieurs ouvrages pamphlétaires comme « De quoi Sarkozy est il le nom ? » et différentes réflexions autour de la réhabilitation du communisme dans des titres comme « L' Hypothèse communiste », paru en 2009. Ces prises de position radicales suscitent régulièrement la polémique et lui valent de recevoir de nombreuses critiques.

Intellectuel controversé, Alain Badiou n'en demeure pas moins un philosophe reconnu, écouté avec attention sur la scène internationale. Son dernier ouvrage « Le Réveil de l'Histoire ? » analyse les derniers mouvements de révolte dans le monde, d'Egypte en Syrie, d'Espagne en Angleterre dans lequel il salue « ce retour de la pensée et de l'action des politiques émancipatrices directement articulées à l'action et à l'organisation des masses populaires ».

Ce film est une production de l'agence Let's Pix pour le compte de l'Atelier Recherche et Développement de France Télévisions

sabato 18 maggio 2013

L'insostenibile leggerezza del piombo del Carlino

"Forza Nuova e antifascisti schierati in corteo: la città ripiomba negli anni '70"

 

Viale Silvani bloccato per decine di minuti in entrambe le direzioni da carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa. E tra gli opposti gruppi sfila anche la Mille Miglia
da il Resto del Carlino, 18 maggio 2013



Bologna, 18 maggio 2013 - Non hanno fatto in tempo ad arrivare in via Saffi a Bologna, che gli esponenti di Forza Nuova, si sono ritrovati, a circa trecento metri, quelli di Bologna Antifascista. Su viale Silvani, bloccata in entrambe le direzioni da carabinieri e polizia in tenuta antisommossa per qualche decina di minuti, una quarantina di giovani di Bologna Antifascista ha acceso fumogeni colorati e lanciando slogan come “Siamo tutti antifascisti”.
Una ventina di attivisti di Forza Nuova ha allestito un banchetto a pochi metri da Porta San Felice, dove è stato organizzato il presidio contro Rom e abusivi inizialmente annunciato davanti all’ospedale Maggiore, ma spostato dopo il divieto della Questura. Nella stessa zona è stata dirottata anche la contromanifestazione di Bologna Antifascista (una cinquantina di persone, compresi esponenti di centri sociali cittadini), che le forze dell’ordine hanno tenuto a distanza, in via dello Scalo.
 

Tenuti lontano dagli esponenti di Forza Nuova da una decina di mezzi della forze dell’ordine e da cordoni di carabinieri e polizia i giovani dei gruppo antifascisti si sono diretti poi verso porta Lame, quindi dal lato opposto rispetto a quelli di Forza Nuova che, in numero molto minore, sono rimasti fermi all’imbocco di via dello Scalo. Anche qui non mancava un presidio della polizia in tenuta antisommossa. La polizia municipale, nel frattempo, ha deviato il traffico su via Saffi da un lato e su via Zanardi dall’altro.


constatiamo l'anacronismo del Carlino :
nato pompiere, finisce incendiario...

Zingari ad Auschwitz: Razza impura

                       

    
riprendo il video di Maura Crudeli
nel giorno del

presidio antifascista e antirazzista  
Bologna18/5 : ore 12

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per info e aggiornamenti vedi: staffetta

                                                       

sabato 4 maggio 2013

Pierre Macherey: L’utopie ou l’attention au détail



Entretien avec Pierre Macherey      
       par Pascal Sévérac , le 6 juillet 2012       
       



L’utopie ou l’attention au détail di laviedesidees




L’utopie n’est pas faite pour être réalisée, mais pour éduquer notre regard. En critiquant ses dérives, les contre-utopistes ont fait œuvre salutaire, mais ils nous ont aussi détournés de ce qui fait son intérêt premier : une plus grande attention à notre quotidien. C’est pour cela que l’utopie, aujourd’hui, nous manque.



martedì 30 aprile 2013

Il rogo dei libri


Bertolt Brecht



Il  rogo dei libri

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi

i libri di contenuto malefico e per ogni dove

furono i buoi costretti a trascinare

ai roghi carri di libri, un poeta scoprì

– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l'elenco

studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi

libri erano stati dimenticati. Corse

al suo scrittoio, alato d'ira,e scrisse ai potenti una lettera.

Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!

Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse

la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi

mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:

bruciatemi!

domenica 28 aprile 2013

La "banda Collotti", un libro di Claudia Cernigoi







 La  “Banda Collotti”.

Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia 

 ed.   Kappa Vu, Udine, 2013



“Ho cominciato a scrivere questo libro più di dieci anni fa, pensando all’inizio di farne un breve dossier, come quelli che pubblico per la Nuova Alabarda. Avevo iniziato riordinando un po’ di documenti storici e di testimonianze e poi, andando avanti, mi sono accorta che mentre scrivevo la storia del corpo di repressione avevo iniziato a ricostruire anche una parte della storia della Resistenza di queste terre, e così ho proseguito raccogliendo altri documenti, ma soprattutto testimonianze di persone che avevano vissuto quei momenti e me ne hanno resa partecipe. Così ne è uscito un libro piuttosto corposo, ricerca che per me ha significato non solo conoscere fatti storici ma anche entrare in contatto con tante persone che avevano lottato e sofferto per la libertà, ed alla fine ne sono uscita più ricca interiormente. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno aiutata e che sono ricordati all’inizio del libro, e mando un pensiero particolare agli ex prigionieri che hanno accettato di visitare la sede di via Cologna, dove erano stati detenuti e torturati, per ricostruire con noi, che “viviamo tranquilli nelle nostre tiepide case” quei tempi terribili che non abbiamo vissuto, noi che grazie al sacrificio di persone come loro oggi possiamo vivere liberamente”.
                                                             
 
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 fonte: G. Aragno

 Thanks: Marginalia

genealogia:  La  Nuova Alabarda

sabato 27 aprile 2013

... non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine.



Giudicare è il mestiere di molta gente, e non è un buon mestiere, ma è anche l'uso che molti fanno della scrittura. Meglio essere uno spazzino che un giudice. Più uno si è ingannato nella vita, e più dà lezioni; non c'è che uno stalinista per dare lezioni di antistalinismo ed enunciare le “nuove regole”. Esiste una razza di giudici, e la storia del pensiero si confonde con quella del tribunale della Ragion pura, o della Fede pura. È per questo che la gente parla così facilmente in nome e al posto di altri, ed è per questo che ama tanto le domande, ed è tanto capace di porle e di rispondervi … La giustizia, la giustezza, sono cattive idee. Bisognerebbe opporvi la formula di Godard: non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine. È la stessa cosa in filosofia, come in un film o una canzone: non delle idee giuste ma giusto delle idee. Giusto delle idee significa l'incontro, il divenire, il furto e le nozze, questo spazio intermedio fra due solitudini.



                                                                  Gilles Deluze   


in  G. Deleuze e C. Parnet, Dialogues, Flammairon, Paris 1977,

tr. it. Conversazioni, a c. d. G. Comolli, Feltrinelli, Milano 1980