lunedì 2 novembre 2015

[BO] Verso un 8 novembre di festa e resistenza popolare




A Bologna si susseguono assemblee, presidi e iniziative per preparare una larga accoglienza popolare al ducetto Matteo Salvini e alla sua Marcia su Bologna che sempre più risulta una miserabile ammucchiata di leader scaduti dell’estrema destra, di partiti e partitini neofascisti, fascioleghisti, neroazzurri.

Lunedì 26 ottobre a XM24, via Fioravanti 24, alle ore 19.00, vi è stata un’assemblea per preparare la critical mass comunicattiva BICIbatteRUSPA del 6 novembre.

Mercoledì 28 ottobre, in via Zamboni 38, alle ore 20.30, si è tenuta un’assemblea cittadina per fare il punto sull’organizzazione dell’8 novembre come giornata di riscossa e di autodifesa popolare.

Un appello firmato da «Anarchiche/anarchici» invita a contrastare localmente, su tutti i territori, la Lega Nord e i neofascisti con l’azione diretta proprio nei giorni della loro Marcia su Bologna.

Qui intanto è uscito anche il resoconto della riunione del 23 ottobre della rete «Bologna non si lega».

In sintesi…

Domenica 1 novembre alla Bolognina vi sarà una giornata antirazzista e antifascista in Piazza dell’Unità promossa da XM24.

Venerdì 6 novembre vi sarà la critical mass antirazzista ad alto impatto liberatorio.

Sabato 7 novembre


Via del Pratello sarà impavesata di «zecche rosse» per dichiarare che è una strada contagiata dall’antirazzismo e dall’antifascismo.

Alle 10.30, vi sarà un presidio davanti alla Prefettura per denunciare il razzismo strisciante delle istituzioni bolognesi, della Questura e dell’Ufficio Immigrazione.

A Porta Lame, alle ore 11, si terrà una commemorazione della battaglia di Porta Lame del 7 novembre 1944 per dire che l’antifascismo non è una vuota icona da custodire, ma una pratica quotidiana di trasformazione dell’esistente.

In Via dello Scalo 21, dalle ore 14, la Rete dei Comunisti invita a un’assemblea pubblica per organizzare al meglio la contestazione.

In Piazza San Francesco, dalle ore 18, vi sarà un presidio antifascista e antileghista.

 

Domenica 8 novembre


Per la giornata dell’8 novembre si è scelta una strategia plurale per dare il massimo disturbo alla propaganda razzista e autoritaria del ducetto leghista.

Domenica mattina l’ANPI effettuerà un presidio in Piazza Nettuno per difendere il Sacrario dei Partigiani dalle camicie verdi-brune.

Contemporaneamente, la rete «Bologna non si lega» sarà in Piazza XX Settembre dalle ore 10.

E il coordinamento «Difendere Bologna dall’invasione leghista» sarà sul Ponte di Stalingrado dalle ore 10 per difendere Bologna partendo dall’alto e costruire una grande giornata di lotta!

È probabile che altri concentramenti, punti di aggregazione e azioni a sorpresa rallegrino una delle domeniche più grigie e inquinanti degli ultimi mesi.








venerdì 30 ottobre 2015

[Roma] CasaPound tifa Marino

Davvero i neofascisti non sanno più cosa inventare per farsi pubblicità
Negli ultimi anni sono state tantissime le appropriazioni furfantesche e manipolatorie di CasaPound: da  Ezra Pound a Capitan Harlock, il pirata libertario creato dalla mano di Lejii Matsumoto, fino ad anarchici, rivoluzionari e antifascisti come Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè, Luciano Bianciardi, il Che, Karl Marx

Dal confronto si può ben capire quanto i neofascisti di CasaPound siano oggi all’ultima spiaggia.

«Si è messo contro i poteri forti. Oggi, solo oggi, tifiamo per Ignazio Marino. Noi abbiamo sempre contestato Marino ma oggi siamo con lui. Si è messo contro i poteri forti, la sua pazzia in questo frangente è positiva».

Pare infatti che, dinanzi alla prospettiva delle dimissioni, il sindaco Marino abbia gridato «Boia chi molla!» e sia subito scoccata la scintilla…

                                                                                                                                       by staffetta

lunedì 26 ottobre 2015

Mussolini alla Coop di Reggio Emilia


Calendari di Mussolini alla Coop, bufera a Reggio EmiliaHa sollevato qualche rumore il calendario commemorativo con frasi e immagini di Mussolini in vendita nei supermercati Coop della provincia di Reggio Emilia,

Tuttavia, in un tempo di crescente fascistizzazione degli assetti istituzionali, come meravigliarsi se la propaganda revisionista e neofascista cerca di proporsi come cultura di massa?

Adesso l’ANPI e 'Istituto storico della Resistenza stanno pensando di organizzare, a Reggio Emilia, un convegno sui temi legati all’apologia del fascismo come reato previsto dalla legge 645/52 per «chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del Fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».

Non hanno ancora capito che la «legalità» vale solo contro chi si oppone allo sfruttamento, alla miseria, al razzismo, al sessismo, all’omofobia.

Lo diceva già Anatole France che «la legalità è quella cosa che in modo imparziale proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane».
Più che un convegno sarebbe bastato un bel boicotttaggio.

                                                                               by    sfaffetta

sabato 24 ottobre 2015

“Danger” sul manganello, ecco chi hanno mandato a sgomberare l’ex Telecom [foto+video]


Ecco l’adesivo che un funzionario della polizia ha voluto applicare sul suo bastone di servizio. Le immagini si riferiscono sia all’intervento in via Fioravanti che a quello contro gli occupanti di villa Aldini, lo scorso giugno.

23 ottobre 2015 - 12:45

Danger - ex Telecom (foto Zic)Un adesivo con la scritta “danger”, cioè “pericolo”, vicino all’impugnatura: eccolo il manganello personalizzato di uno dei poliziotti che martedì ha partecipato allo sgombero dell’ex Telecom, lo stabile di via Fioravanti dove a dicembre del 2014 avevano trovato casa quasi 300 persone tra le quali un centinaio di minori.E non si tratta di un agente del reparto mobile tra i tanti, bensì del funzionario in borghese che durante la giornata ha comandato i cordoni schierati in strada contro il presidio radunatosi in solidarietà con gli occupanti. Per due volte proprio questi cordoni sono intervenuti contro i manifestanti, anche se- per esplicita ammissione- il “pericolo” stava evidentemente dall’altra parte.
Il manganello personalizzato lo avevamo già segnalato nell’editoriale pubblicato all’indomani dello sgombero: oggi diffondiamo le immagini che testimoniano quanto scritto e sottolineiamo che non si tratta di un caso isolato. Il video in questa pagina, il frame che ne è stato ricavato per il dettaglio in cima all’articolo e la prima delle foto  pubblicate qui sotto (materiale inviatoci da lettori) risalgono infatti alla giornata dell’ex Telecom ma la seconda immagine, invece, è stata scattata durante lo sgombero di un’altra occupazione abitativa, quella di villa Adelante, avvenuto a giugno (anche in quell’occasione, per la cronaca, i manifestanti furono manganellati). Quello di esaltare un oggetto pensato per la violenza e lanciare messaggi provocatori nel bel mezzo di situazioni già molto tese, evidentemente, non è il vezzo di un giorno ma un’abitudine bella e buona. E sono questi, ricordiamolo, i poliziotti che il giorno dopo dello sgombero dell’ex Telecom la Procura ha voluto pubblicamente lodare, esprimendo “apprezzamento per la professionalità” dimostrata.
A tal proposito, dopo lo sgombero Social Log e gli occupanti hanno sollevato il tema dell’atteggiamento violento tenuto dalle forze dell’ordine all’interno dell’ex Telecom. Tema che non sembra interessare molto al sindaco Virginio Merola, che ieri sull’argomento ha detto: “Noi ci siamo occupati della parte dei servizi sociali, se ci sono iniziative in questo senso (le azioni legali annunciate dall’avvocato degli occupanti, NdR) saranno verificate direttamente dalla magistratura e noi collaboreremo”. Il Comune ha ricevuto informazioni su questo punto da parte delle famiglie? “No, non era nostro compito raccogliere testimonianze. Ci sono la magistratura e la Polizia”.
  Il video:





  &Le foto:
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lunedì 12 ottobre 2015

Atlantide deborda e colora la città

Nonostante la pioggia, corteo partecipato e azione comunicativa alla sede del quartiere. Si apprende che il gip, prima dello sgombero, aveva negato la richiesta di sequestro della Procura. Anche Làbas rischia: social street difendono l’ex caserma.

10 ottobre 2015 - 19:58

Corteo Atlantide - © Michele LapiniNonostante la pioggia, grande manifestazione oggi a Bologna dopo lo sgombero di Atlantide effettuato ieri per volere del sindaco Virgineo Merola. Anzi: " Virgineo Murala" com’è stato ribattezzato anche durante il corteo di oggi, visto il muro di mattoni che è stato innalzato sull’ingresso del cassero di porta Santo Stefano al termine dello sgombero. Proprio da porta Santo Stefano è partita la manifestazione che, al grido di “Atlantide ovunque!”, oggi ha riempito le strade della città: dal sound system si è parlato di 2.000 partecipanti. Un corteo allegro e colorato, a cui hanno preso parte anche molti bambini, che come prima tappa ha fatto visita alla sede del quartiere Santo Stefano: sull’ingresso sono state attacchinate pagine con le esternazioni su Facebook della presidente Ilaria Giorgetti, di centrodestra, in prima fila nell’invocare lo sgombero e poi nell’esultare per l’intervento di Vigili urbani e polizia. Alcune attiviste, in stile “Ghosbuster”, hanno anche “disinfestato” la sede del quartiere. Azioni comunicative che sono continuate per tutta la manifestazione, con ripetuti attacchinaggi della scritta “Atlantide” lungo il percorso.
“Come farfalle saremo ovunque e vi renderemo la campagna elettorale difficile”, è la promessa che parte dal corteo, di fronte ad “una città che sta murando tutti gli spazi e le soggettività”. Prese di posizione intervallate da numerose canzoni (anche di lotta) reinterpretate in chiave Lgbtq, nello stile della Corale Atlantidea. La manifestazione si è conclusa in piazza San Francesco, con gli interventi finali e la lettura delle tantissime solidarietà che da Bologna e da tutta Italia sono state espresse per condannare lo sgombero.
Intanto, oltre al danno, per le Atlantide c’è anche la beffa: come da informazioni circolate durante la manifestazione, infatti, sembra che qualche giorno prima dello sgombero il giudice avesse respinto la richiesta di sequestro del cassero fatta dalla Procura. Una beffa, si fa per dire vista la gravità di quanto è successo, che politicamente aumenta le responsabilità del sindaco e del Comune nell’azione di sgombero. Dopo aver inviato l’ultimatum ai collettivi per costringerli a lasciare il cassero, Vi aveva negato che ci fossero una relazione con le iniziative dei magistrati: “Della Procura non so nulla, ma bisogna sgomberare”. Poi, pochi giorni dopo, il sindaco si era puntualmente smentito da solo: lo sgombero va fatto perchè “non mi faccio denunciare” per Atlantide.
In piazza con Atlantide c’erano anche gli attivisti di Làbas, altro spazio costretto a resistere alle minacce di sgombero. Il collettivo prende parola sul fatto che le social street di via.