sabato 21 aprile 2012

Seminario: "Hegel et Nietzsche dans l’Histoire de la folie"

 
Università degli Studi di Bologna


Nel quadro del corso di Filosofia della Storia

( Laurea Magistrale - Erasmus Mundus )

del prof. Manlio Iofrida




il dott. Rudy M. Leonelli

terrà un seminario dal titolo:

Hegel et Nietzsche

dans lHistoire de la folie




 
Il seminario avrà luogo il 23 e 24 Aprile 2012
in Aula E, via Zamboni, n.34, dalle ore 13,30 alle ore 15.

venerdì 20 aprile 2012

N : Nessun [giudizio ideologico]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
.
N
Nessun
[giudizio ideologico]


 Romanzo di una strage.

Mastandrea: nel mio Calabresi nessun giudizio ideologico ...”

 

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approfondimenti:
La strage della verità

giovedì 19 aprile 2012

La verità esiste, ma non è in questo film


Con le nuove condizioni attualmente predominanti nella società schiacciata sotto il tallone di ferro dello spettacolo, notiamo ad esempio che un assassinio politico  è visto in una luce diversa; in un certo modo smorzata. Ci sono molti più dementi di prima dappertutto, ma ciò che è infinitamente più comodo è che se ne può parlare in modo demenziale. E tali spiegazioni mediali non sono imposte da un qualsiasi terrore regnante. Al contrario, è l'esistenza pacifica di tali spiegazioni che deve suscitare il terrore.

Guy Debord, Commentari sulla Società dello spettacolo, XXV


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mercoledì 21 marzo 2012

La mia vita con gli Zingari, di Paul Polanski - Libreria delle Moline, BO 23/3

Venerdì 23 marzo
ore 18,30

Libreria delle Moline
Via delle Moline, 3/A
Bologna
tel.: 051 23 20 53

Paul Polansky 
presenta

LA MIA VITA CON GLI ZINGARI
Origini e memorie degli Zingari d'Europa 
(traduzione di Valentina Confido, edizioni Datanews 2011) 
 
Ne parla con l'autore
Pina Piccolo


mercoledì 7 marzo 2012

"Le mani si puliscono, i piedi se la squagliano..." (sul profondo Nord)

Cochi e Renato
Nebbia in Valpadana



Cosa c'è nella nebbia in Valpadana,
ci son cose che a dirle non ci credi,
non ci credi nemmeno se le vedi,
a parte il fatto che non le vedi.
Che cos'è questa nebbia in Valpadana,
è un fenomeno dell'umidità,
se rimani intrappolato dentro
si incasina la mentalità.
Istituti di Credito,
banchieri che si impiccano,
le mani si puliscono,
i piedi se la squagliano,

sabato 25 febbraio 2012

Salviamo la Grecia dai suoi salvatori: un appello agli intellettuali europei

Alain Badiou, Jean-Christophe Bailly, Étienne Balibar, Claire Denis, Jean-Luc Nancy, Jacques Ranciere, Avital Ronell. Salviamo la Grecia dai suoi salvatori: Un appello agli intellettuali europei. la Repubblica.it. February 22, 2012.

Traduzione in Italiano di Vicky Skoumbi, Dimitris Vergetis, Michel Surya
rispettivamente redattrice e direttore della rivista Aletheia di Atene e direttore della rivista Lignes, Parigi.




Nel momento in cui un giovane greco su due è disoccupato, 25.000 persone senza tetto vagano per le strade di Atene, il 30 per cento della popolazione è ormai sotto la soglia della povertà, migliaia di famiglie sono costrette a dare in affidamento i bambini perché non crepino di fame e di freddo e i nuovi poveri e i rifugiati si contendono l’immondizia nelle discariche pubbliche, i "salvatori" della Grecia, col pretesto che i Greci "non fanno abbastanza sforzi", impongono un nuovo piano di aiuti che raddoppia la dose letale già somministrata. Un piano che abolisce il diritto del lavoro e riduce i poveri alla miseria estrema, facendo contemporaneamente scomparire dal quadro le classi medie.
L’obiettivo non è il "salvataggio"della Grecia: su questo punto tutti gli economisti degni di questo nome concordano. Si tratta di guadagnare tempo per salvare i creditori, portando nel frattempo il Paese a un fallimento differito.Si tratta soprattutto di fare della Grecia il laboratorio di un cambiamento sociale che in un secondo momento verrà generalizzato a tutta l’Europa. Il modello sperimentato sulla pelle dei Greci è quello di una società senza servizi pubblici, in cui le scuole, gli ospedali e i dispensari cadono in rovina, la salute diventa privilegio dei ricchi e la parte più vulnerabile della popolazione è destinata a un’eliminazione programmata, mentre coloro che ancora lavorano sono condannati a forme estreme di impoverimento e di precarizzazione.
Ma perché questa offensiva neoliberista possa andare a segno, bisogna instaurare un regime che metta fra parentesi i diritti democratici più elementari. Su ingiunzione dei salvatori, vediamo quindi insediarsi in Europa dei governi di tecnocrati in spregio della sovranità popolare. Si tratta di una svolta nei regimi parlamentari, dove si vedono i "rappresentanti del popolo" dare carta bianca agli esperti e ai banchieri, abdicando dal loro supposto potere decisionale. Una sorta di colpo di stato parlamentare, che fa anche ricorso a un arsenale repressivo amplificato di fronte alle proteste popolari. Così, dal momento che i parlamentari avranno ratificato la Convenzione imposta dalla Troika (Ue, Bce, Fmi), diametralmente opposta al mandato che avevano ricevuto, un potere privo di legittimità democratica avrà ipotecato l’avvenire del Paese per 30 o 40 anni.
Parallelamente, l’Unione europea si appresta a istituire un conto bloccato dove verrà direttamente versato l’aiuto alla Grecia, perché venga impiegato unicamente al servizio del debito. Le entrate del Paese dovranno essere "in priorità assoluta" devolute al rimborso dei creditori e, se necessario, versate direttamente su questo conto gestito dalla Ue. La Convenzione stipula che ogni nuova obbligazione emessa in questo quadro sarà regolata dal diritto anglosassone, che implica garanzie materiali, mentre le vertenze verranno giudicate dai tribunali del Lussemburgo, avendo la Grecia rinunciato anticipatamente a qualsiasi diritto di ricorso contro sequestri e pignoramenti decisi dai creditori. Per completare il quadro, le privatizzazioni vengono affidate a una cassa gestita dalla Troika, dove saranno depositati i titoli di proprietà dei beni pubblici.. In altri termini, si tratta di un saccheggio generalizzato, caratteristica propria del capitalismo finanziario che si dà qui una bella consacrazione istituzionale.

venerdì 17 febbraio 2012

Squadrismo simbolico a orologeria


Ancora una volta (e, come al solito, nottetempo...) il vandalismo fascista, in preda a una sorta di coazione a ripetere, ha perpetrato un ennesimo sfregio alla memoria della Resistenza. Durante la notte scorsa, a Bologna, la corona d'alloro deposta dall'ANPI e dal Quartiere Navile che decorava la lapide in ricordo di due partigiani uccisi dai fascisti: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli  è stata ridotta in pezzi.




Come già altre volte, questo copione si ripete in occasione di palesi insuccessi fascisti. Non a caso ora avviene a pochi giorni dalla contestata manifestazione flop sulle foibe, inscenata da uno sparuto gruppo di Forza Nuova...

[foto: incidenze ]

mercoledì 8 febbraio 2012

R : Roma in giù [da]


E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a


 
R

Roma in giù [da]



 ''La caduta della neve non è un fatto così epocale. Da Roma in giù manca la volontà e la voglia di lavorare'': così l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio al telefono con Klaus Condicio, per il programma in onda su You Tube. Poi aggiunge: "Nei popoli del sud manca senso civico, dovrebbero venire a scuola a nord per impararne un po'. Basta lamentarsi''


domenica 29 gennaio 2012

P: Posto [resta al suo]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a


P
Posto [resta al suo]




ABBATEGGIO. Fa parte della maggioranza di centrosinistra, ma questo non le ha impedito di aderire al movimento di estrema destra Forza Nuova. E' la scelta fatta da Natascia De Sanctis, 25 anni, vice presidente del consiglio comunale, che figura nel direttivo della neonata sezione di Abbateggio del movimento, che conta una quindicna di iscritti, con presidente Mauro D'Atri e vice Walter Zaminga.  La sua adesione a Forza Nuova ha generato dubbi e perplessità su possibili riflessi nell'amministrazione e in consiglio comunale. La De Sanctis è stata eletta, riportando il maggior numero di preferenze, nella lista civica di centrosinistra capeggiata dal sindaco Antonio Di Marco, attuale segretario provinciale aggiunto del Pd e consigliere provinciale.  In paese si è subito pensato a possibili dissapori fra la De Sanctis, il sindaco e gli altri amministratori, ipotesi però presto smentite dai diretti interessati. Non ci sono contrasti: Natascia De Sanctis resta al suo posto di vice presidente del consiglio e continua ad amministrare in armonia con il sindaco Antonio Di Marco.  «Mi sono candidata in una lista civica», spiega la consigliera, «senza avere una appartenenza politica. Oggi ho aderito al movimento nato ad Abbateggio come scelta del tutto personale, il che non mi impedisce di assolvere al ruolo che mi è stato affidato dagli elettori. Con sindaco ed amministrazione continua a regnare l'armonia».  La conferma arriva anche dal sindaco Antonio Di Marco: «Non ci sono stati mai contrasti finora con nessun membro della maggioranza per loro presunte appartenenze o scelte politiche, tanto meno con la vice presidente del consiglio comunale. La nostra è una formazione civica, formatasi per amministrare il paese in sintonia di intenti, atmosfera che non si mai incrinata» ...

venerdì 27 gennaio 2012

Salomè Bene: «CasaPound non usi mai più il nome di papà»


Salomè, 19 anni, e la madre Raffaella Baracchi danno mandato ai loro legali. E diffidano l'associazione di estrema destra: giù le mani dal genio pugliese
 
 Non bastava la figlia di Pound, che li ha portati in tribunale per riprendersi il nome del padre. Quelli di Casapound cercavano una trovata per uscire dall’angolo. E hanno finito per mettersi contro anche la figlia di Carmelo Bene.

A Salomè Bene, dall’alto del suo nome e dei suoi diciannove anni, la trovata di intitolare l’occupazione di via Napoleone III all’attore di cui porta il nome, appunto, sia pure per un giorno, non è piaciuta per niente. Perciò, ieri mattina, insieme alla madre aveva diffidato CasaPound «dall’utilizzare il nome, l’immagine e le opere del Maestro Bene, invitandola a desistere da ogni iniziativa intrapresa o da intraprendere ed a rimuovere ogni elemento che associ il Maestro all'attività della Associazione». Ma siccome quelli di Casapound hanno rispedito la «diffida» al mittente, spiegando che Raffaella Baracchi, «avendolo denunciato in vita» non può «improvvisarsi depositaria della sua memoria», ha deciso che toccava a lei replicare. «Sono poco gentili a dire che mia madre non ha titolo per parlare, quelle sono vecchie storie, difficile inquadrare mio padre e i suoi rapporti d’amore in qualche schema, e loro sono gli ultimi che ne possono parlare. Io comunque sono la figlia, mi chiamo Bene e non ho piacere che quelli di Casapound utilizzino il nome di mio padre e il mio...», risponde, pacata e piccata, affidando all’Unità.
 
«No, non faccio l’attrice, studio Giurisprudenza però nella vita mai dire mai», si schermisce Salome. «Mio padre lo ricordo come una bambina di dieci anni. E ricordo come dopo la sua morte insulti che invece una bambina di dieci anni non meriterebbe: era mio padre, il fatto che non vivessimo insieme non vuol dire che io non gli voglia un bene dell’anima». L’opera ha imparato a conoscerla da grande: «A parte la Salomè, a cui, per forza, sono legata fin dalla nascita». Da lui, però, oltre ai diritti d’autore e di immagine, ha ereditato un «amore fortissimo» per Dante.

giovedì 26 gennaio 2012

O : Omaggio

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
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O


Omaggio


«Provo un po’ di amarezza perché sono vivo… Sarebbe stata una felicità che l’avessero intitolata a me. Comunque meglio Carmelo che altri». Giorgio Albertazzi commenta così, con ironia, la decisione di CasaPound Italia di ribattezzarsi solo per ieri [24 gen.] CasaBene, in omaggio [sic] a Carmelo Bene, attore «anticonformista»
...
 «Carmelo avrebbe preso bene questa intitolazione, credo – dice Albertazzi -. Sarebbe stato sciocco il contrario. Solo Carmelo ed io sapevamo dire poesia in Italia, ormai non c’è più nessuno».



giovedì 12 gennaio 2012

Riccardo Bonavita, Spettri dell'altro (recensione di Giorgio Forni)

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Riccardo Bonavita
Spettri dellaltro. 
Letteratura e razzismo nellItalia contemporanea,
a cura di Giuliana Benvenuti e Michele Nani
Bologna, il Mulino/Ricerca, 2010, 227 pp.

*     *     *

  Giorgio Forni, in “Lettere italiane”, LXIII, 2011, n. 1, pp. 163-168
 
Nel febbraio del 1992 alcune centinaia di studenti dell’Università di Bologna occupavano pacificamente l’aula in cui avrebbe dovuto parlare lo storico Ernst Nolte per protesta contro la tesi semplificante della “guerra civile europea” che equiparava nazifascismo e bolscevismo relativizzando lo sterminio ebraico e minimizzando i tratti specifici del razzismo di stato del Novecento. Quella giornata, che allora ebbe una risonanza addirittura europea, fu un piccolo evento di vita universitaria, ma alcuni fra coloro che vi presero parte con più entusiasmo vi sentirono forse un impegno ulteriore di approfondimento critico e di memoria civile. Vero è che, a uno sguardo retrospettivo, quell’atto di dissenso giovanile segna l’avvio di una pluralità di ricerche e di iniziative che hanno attraversato la cultura bolognese e italiana per quasi vent’anni: nel novembre del 1994 esordiva la mostra La menzogna della razza: documenti e immagini del razzismo e dellantisemitismo fascista, realizzata con il patrocinio dell’Istituto regionale per i Beni Culturali diretto da Ezio Raimondi; seguirono poi le attività del “Seminario permanente per la storia del razzismo italiano” coordinate da Alberto Burgio; gli studi di Rudy M. Leonelli sul revisionismo storico e sulla genealogia foucaultiana della “guerra delle razze” (ora nuovamente dibattuta negli atti del convegno Foucault-Marx. Paralleli e paradossi, a cura di R.M. Leonelli, Roma, Bulzoni, 2010); il volume collettaneo Nel nome della razza. Il razzismo nella storia dItalia 1870-1945 (Bologna, il Mulino, 2000); fino ad arrivare, per esempio, alla mostra recente Lestraneo tra noi: la figura dello zingaro nellimmaginario italiano, allestita da Mauro Raspanti nel 2008. Ed è una volontà di indagare criticamente gli angoli oscuri del nostro passato cui potrebbe ascriversi, ma forse con meno limpidezza di pensiero, anche un romanzo come Asce di guerra di Wu Ming. In breve, una filologia filosofica applicata alla storia, ai detriti del rimosso, alle ombre inquietanti della nostra identità collettiva.
Non a caso in quella mattinata del 1992, con un frusciare di gentilezza sorridente, Riccardo Bonavita distribuiva un volantino in cui campeggiava un aforisma delle Tesi di filosofia della storia di Walter Benjamin, su cui in quegli anni aveva ragionato a lezione pure il Raimondi: “In ogni epoca bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che è in procinto di sopraffarla. [...] Anche i morti non saranno al sicuro dal nemico, se egli vince. E questo nemico non ha smesso di vincere”. E di lì a poco il Bonavita avrebbe messo alla prova quel concetto alto di tradizione con i suoi studi sul primo Ottocento, sul Leopardi del Discorso giovanile e poi dei Paralipomeni, sulla poesia di Franco Fortini: dal “Proteggete i miei padri” della Cassandra foscoliana dei Sepolcri al classicismo anticonformista e ironico del Leopardi fino agli ultimi versi del Fortini di Composita solvantur uscito proprio nel 1994: “Non per l’onore degli antichi dèi, / né per il nostro ma difendeteci. / [...] / Rivolgo col bastone le foglie dei viali. / Quei due ragazzi mesti scalciano una bottiglia. / Proteggete le nostre verità”. Nell’operazione poetica e intellettuale del Fortini il giovane Bonavita aveva trovato insieme un tramando di memoria e un’utopia critica, quella della Poesia delle rose: “Chi siamo stati / sapremo e senza dolore”. Così oggi, leggendo la raccolta postuma di saggi intitolata Spettri dellaltro. Letteratura e razzismo nellItalia contemporanea, viene da dire che nella sua generazione di universitari bolognesi il Bonavita fu colui che sentì con più passione e più rigore l’esigenza di coniugare l’impegno civile della coscienza critica con gli strumenti dell’analisi letteraria e filologica, anche e soprattutto esplorando i margini lividi e feroci della storia culturale del Novecento.