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martedì 5 giugno 2012

indimenticabile Carla

Se ne è andata questa sera Carla Verbano, madre di Valerio, ucciso davanti ai suoi occhi dai fascisti del Nar il 22 febbraio del 1980.

«Se ne è andata questa sera Carla Verbano. Ci ha lasciato dopo aver lottato a lungo e con tenacia contro un male che da anni la tormentava. Per noi Carla non è stata solo la madre di un compagno assassinato, Valerio, l'esempio di una donna e di una madre che fino all'ultimo ha lottato per avere verità e giustizia sull'omicidio del figlio, ma anche un'amica e una figura importante per le nostre vite e per le nostre battaglie. Una compagna e una amica che abbiamo avuto vicino nei momenti difficili così come in quelli più felici». Così una nota di un gruppo di militanti.
In questo modo è arrivata la notizia alle agenzie.
Carla da 32 anni lottava per avere giustizia. In fondo soltanto sapere chi e perché aveva ucciso Valerio, in casa, dopo aver legato e imbavagliato lei e il padre, in uno degli agguati più infami condotti dai fascisti in quegli anni.
Ultraottantenne, gestiva ben due profili Facebook in cui continuava a intrattenere rapporti con compagni e amici di Valerio, nonché con altre migliaia di compagni e ragazzi che ne avevano soltanto letto la storia, anni dopo.
Le inchieste della magistratura, dopo l'uccisione del giudice Mario Amato, unico incaricato di dare la caccia ai Nar, solo e senza scorta, non sono mai state condotte con particolare impegno. Anzi, ci è sempre sembrato l'opposto. Fin dalla sparizione di molte prove, in alcuni casi per ordine di altri magistrati (come la distruzione del passamontagna perduto nella colluttazione da uno degli assassini). Negli ultimi due anni - anche in seguito a libri che hanno ripercorso con più o meno profondità la dinamica dell'omicidio e la mappa dei fascisti attivi a Roma in quegli anni - era sembrato che qualcosa si fosse mosso. Un'indagine del Dna sugli occhiali perduti da "capo" del commando aveva dato esito positivo. Ma poi tutto è tornato sotto silenzio, in quel "porto delle nebbie" che è sempre stata la Procura di Roma.
Addio Carla, non ci potremo mai dimenticare il tuo sguardo. E la tua decisione.

venerdì 11 maggio 2012

M : Marcia [per la Vita]


E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
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M
Marcia
[per la Vita]




Domenica a Roma i pro-life tornano in piazza contro l’aborto, per una manifestazione che riunisce i cattolici oltranzisti e la destra radicale. Insieme a Militia Christi e Forza Nuova ci sarà anche la senatrice del Partito Democratico Maria Pia Garavaglia, che questa mattina ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione in Senato ...

venerdì 17 febbraio 2012

Squadrismo simbolico a orologeria


Ancora una volta (e, come al solito, nottetempo...) il vandalismo fascista, in preda a una sorta di coazione a ripetere, ha perpetrato un ennesimo sfregio alla memoria della Resistenza. Durante la notte scorsa, a Bologna, la corona d'alloro deposta dall'ANPI e dal Quartiere Navile che decorava la lapide in ricordo di due partigiani uccisi dai fascisti: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli  è stata ridotta in pezzi.




Come già altre volte, questo copione si ripete in occasione di palesi insuccessi fascisti. Non a caso ora avviene a pochi giorni dalla contestata manifestazione flop sulle foibe, inscenata da uno sparuto gruppo di Forza Nuova...

[foto: incidenze ]

giovedì 26 gennaio 2012

O : Omaggio

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
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O


Omaggio


«Provo un po’ di amarezza perché sono vivo… Sarebbe stata una felicità che l’avessero intitolata a me. Comunque meglio Carmelo che altri». Giorgio Albertazzi commenta così, con ironia, la decisione di CasaPound Italia di ribattezzarsi solo per ieri [24 gen.] CasaBene, in omaggio [sic] a Carmelo Bene, attore «anticonformista»
...
 «Carmelo avrebbe preso bene questa intitolazione, credo – dice Albertazzi -. Sarebbe stato sciocco il contrario. Solo Carmelo ed io sapevamo dire poesia in Italia, ormai non c’è più nessuno».



venerdì 13 maggio 2011

Alè! magno! Regalie nere nel terzo millennio

rassegna:

Alemanno si compra Casapound  > Giornalettismo
 

Alemanno regala i soldi a CasaPound > Liberazione


una provocazione gravissima”   > Circolo Prc “Renato Cristoffoli”

●  Inflazione di fascismo:12 milioni di euro per un Pound  > ilsimplicissimus


Nuova aggressione fascista. Alemanno vuole acquisire Casapound > Radio Città Aperta

Svelato l'arcano > militant


Casapound: loro fanno i fighetti in centro, e i romani gli pagano la casa > Radio Città Aperta

Un apologo sul neonazismo > Staffetta

venerdì 25 marzo 2011

L: Lontana [forse]

E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a

L
lontana [forse]

 «... è insensato, "a prescindere", presidiare la libreria Mondadori per la presentazione del libro "Nessun dolore - Una storia di CasaPound" ...
 Abbiamo letto tutte le pagine di "Nessun dolore" il libro del fondatore di CasaPound pubblicato da Rizzoli per cercare tra le pieghe quei contenuti "fascisti" che fanno andare il sangue alla testa dei ragazzi dei centri sociali ...
 Un'ideologia la loro forse lontana da quel fascismo che gli viene rimproverato (e di cui si dicono seguaci)»

Tano Gullo "Che follia...", per  la Repubblica Palermo, 23 marzo 2011

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approfodimenti:

martedì 8 marzo 2011

Liberazione: il Settantasette di Valerio Verbano, tornano le carte perdute


Personale e politico di un sedicenne dell’Autonomia. Ecco cosa c’è nel “dossier”

Giorgio Ferri e Nicola Macò, per Liberazione, 8 marzo 2011




Ci sono i voti del semestre appena concluso, l’orario delle lezioni, il testo della canzone di De André, Il bombarolo, e poi in stampatello sul frontespizio: «Portare l’attacco al cuore dello Stato», con una falce e martello e un mitra sovrapposti e sotto la sigla Ccr, collettivo comunista rivoluzionario quarta zona, composto dagli studenti del liceo scientifico Archimede. E’ la copia fotostatica dell’agenda rossa 1977, edita dalla Savelli, appartenente a Valerio Verbano, allora studente appena sedicenne, riemersa da un buio lungo 31 anni. Ai lati dei fogli la firma di Rina Zapelli, nome da ragazza di Carla Verbano, madre di Valerio, apposta al momento del sequestro la sera del 20 aprile 1979.
L’inchiesta sui fascisti
Tra le pagine che abbiamo potuto consultare, poco meno della metà dei 379 fogli che sembrano comporre quanto resta del “dossier Verbano”, ci sono anche 41 fogli di una rubrica nei quali sono riportati circa 900 nomi di attivisti di estrema destra corredati da indirizzi e in alcuni casi con numero di telefono. Redatti tutti con la grafia di Verbano. Altri 16 fogli, trascritti da più mani, riportano appunti, minute di schede, appartenenza politica, piantine e altre informazioni, come alcuni luoghi di ritrovo dell’estrema destra. Carla Verbano vi ha già riconosciuto quella di un amico di Valerio deceduto nel frattempo. Un accurato lavoro di mappatura delle diverse realtà del neofascismo romano dove lucide intuizioni e scoperte anzitempo si sommano anche ad imprecisioni e approssimazioni notevoli. Alcune schede collimano solo in parte con quelle riportate nel recente libro di Valerio Lazzaretti, Valerio Verbano, ucciso da chi, come e perché, Odradek 2011. Questa circostanza conferma quanto ricordato nei giorni scorsi da Carla Verbano sulla esistenza di più versioni del dossier, «realizzato da Valerio insieme ad altri sei o sette amici».

venerdì 25 febbraio 2011

Lo stronzio del terzo millennio



CasaPound
annuncia un convegno sul ritorno all'atomo e il nucleare italiano.


Rifiutiamo l'ennesimo ritorno dello stronzio!



Questo post è frutto di una profonda meditazione di Incidenze e Marginalia

lunedì 14 febbraio 2011

Finezze: il terzo pollo

Ma oggi non è possibile trascurare il fatto che l'uso intensivo dello spettacolo ha, come c'era da aspettarsi, reso ideologica la maggioranza dei contemporanei, per quanto solo a tratti e a sbalzi. La mancanza di logica, ossia la perdita della possibilità di riconoscere immediatamente ciò che è importante e ciò che è secondario o non pertinente; ciò che è incompatibile o che al contrario potrebbe essere complementare; tutto ciò che una data conseguenza implica e ciò che, nello stesso momento vieta; tale conseguenza è stata iniettata a dosi massicce nella popolazione dagli anestesisti-rianimatori dello spettacolo.
 Guy Debord, Commentaires, XI

"Né destra né sinistra"

“Senza distinzione tra Nord e Sud, tra destra e sinistra”. Parola di Gianfranco Fini  

 e, logicamente, chiarisce (?!?) :

 
Crediamo a una destra più moderna ed europea



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Finezze tratte da: LA STEFANI

domenica 9 gennaio 2011

sabato 18 dicembre 2010

B : bel [sabato]


E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a
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B
bel

[sabato]



"Siamo tutti danneggiati. Per cosa e per chi manifestano? Se ne vadano a casa". Dura reazione dei rappresentanti dei commercianti e i cittadini di corso Buenos Aires, presenti oggi in piazza Aspromonte per l'incontro nella sede storica di Forza Nuova, contro il presidio di protesta organizzato da sindacati e antifascisti in Porta Venezia. Secondo i commercianti, il presidio antifascista, indetto contro l'iniziale scelta di Forza Nuova di inaugurare la nuova sede di corso Buenos Aires, poi revocata dal Comune, e' una manifestazione "ingiustificata" dal momento che Forza Nuova, "dimostrando grande senso civico", ha deciso di disdire l'iniziativa e promuovere un incontro nella vecchia sede per evitare altre polemiche. L'accusa rivolta alle associazioni promotrici del presidio e' che la loro presenza, con conseguente presidio di polizia, ha allontanato i clienti dai negozi del corso. "Rovinano il nostro lavoro - ha spiegato Paolo Uguccioni, presidente del Comitato Cittadini di Corso Buenos Aires-Venezia - i sindacati vadano a fare le loro trattative per i lavoratori, non vengano a rovinare un bel sabato in cui le famiglie dovrebbero venire a fare gli acquisti di Natale".

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fonte:

Forza
Nuova, commercianti Buenos Aires: "Danneggiati da presidio sindacati" ,
il Giornale
, sabato18/12/2010
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mercoledì 1 dicembre 2010

Mario Monicelli ... l'immagine che balena una volta per tutte ...


La tradizione degli oppressi ci insegna che lo «stato di emergenza » in cui viviamo è la regola. Dobbiamo giungere a un concetto di storia che corrisponda a questo fatto. Avremo allora di fronte, come nostro compito, la creazione del vero stato di emergenza .… Lo stupore che le cose che viviamo sono «ancora» possibili nel ventesimo secolo è tutt’altro che filosofico. Non è l’inizio di alcuna conoscenza, se non di quella che l’idea di storia da cui proviene non sta più in piedi.


Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, § 8




Mario Monicelli
1973:
VOGLIAMO I COLONNELLI
Cronaca di un colpo di Stato






sabato 6 novembre 2010

"Giovinezza" : per chi ha ancora un po' di memoria storica

Vittorio Emiliani
Quando Toscanini non eseguì Giovinezza

A CHI ha proposto di far cantare Giovinezza a Sanremo si dovrebbe ricordare che il rifiuto di eseguirla prima delle opere opposto dal grande Arturo Toscanini fu la ragione fondamentale del suo esilio in America. Mussolini stesso lo convocò e gli chiese di eseguirla alla Scala alla prima di Turandot di Puccini il 25 aprile 1926, ma il maestro oppose un muto diniego fissando per tutto l' incontro il soffitto. Per questo rifiuto venne aggredito e malmenato a Bologna in prossimità del Teatro Comunale nel 1931 e decise che non avrebbe più diretto in Italia finché ci fosse stato il fascismo. Né diresse più a Bayreuth dopo l' avvento di Hitler, né a Salisburgo dopo l' annessione dell' Austria alla Germania nazista. Per poterlo avere sul podio in Europa gli crearono il festival di Lucerna, ma chi si mosse in auto da Milano - ricordava Camilla Cederna - venne segnalato e schedato alla frontiera. Insomma, non è questione di canzonette. Almeno per chi ha ancora un po' di memoria storica.

da: la Repubblica 5 novembre 2010



Leoncarlo Settimelli
La storia:Toscanini si era rifiutato di eseguire «Giovinezza»
al Teatro comunale.
Qualcuno lo colpì e Leo Longanesi commentò
Bologna 1931.

Schiaffo fascista a «un uomo schifoso, un rudere...»


Immaginiamoci Bologna, nel 1931, anno nono dell'era fascista. Il Teatro Comunale ha in programma un concerto diretto dal grande Arturo Toscanini, forse il più grande direttore d'orchestra del Novecento, carattere forte, scontroso, noto per il dominio ferreo dell'orchestra. La città si è preparata all'evento. Abiti da sera e divise fasciste, nero su nero, e belle dame, gente dell'alta borghesia e aristocratici. Perbacco, stasera c'è quello lì, quello che ci dà lustro all’estero, che non ha nascosto simpatie per il regime, almeno all'inizio. E stasera dirigerà la musica di Giuseppe Martucci, che a Bologna ha dato lustro e al quale il Podestà vuole rendere un grande omaggio. Bene, è tutto pronto, automobili e qualche carrozza hanno scaricato un pubblico scelto, che se ne intende. Naturalmente la serata si aprirà con la Marcia reale («Viva il Re-viva il Re-viva il Re- le trombe eroiche squillano» si cantava anche in coro) e con Giovinezza, con la quale si aprono tutte le trasmissioni radio e tutti gli eventi pubblici: «Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza» suonano le parole scritte da Salvator Gotta su una musica che il maestro Blanc aveva scritto per un’operetta che parlava di studenti. Poi Gotta aveva cambiato tutto e si incominciava con «Salve o popolo d'eroi» per finire a «Dell'Italia nei confini/son rifatti gli italiani/li ha rifatti Mussolini/ per la guerra di domani…». Evidentemente per Toscanini è troppo e fa sapere che non dirigerà quei brani. Apriti cielo! Grande trambusto e una mano che si protende a schiaffeggiare il maestro che se ne torna in albergo, seguito da grida e insulti. Chi lo ha schiaffeggiato? Una cronaca vuole che sia stato Leo Longanesi, l'inventore del motto «Mussolini ha sempre ragione». Che su Libro e moschetto dello stesso anno, sfogherà il suo livore scrivendo in prosa futurista che «il maestro celebre, dopo la sua morte sarà come tutti gli uomini destinato a marcire», «uomo schifoso… un rudere che molta gente, di dentro e di fuori, avrebbe voluto divenisse il deposito escrementizio di tutte le loro acidose e putrefacenti ire isteriche… gli osservo sulla guancia le impronte (ora metaforiche) dello schiaffo bolognese che lo fa degno del mio compassionevole sguardo e… gli sputo negli occhi». Toscanini risultò sgradito al regime quanto a lui risultò sgradito Mussolini e tutto il carnevale fascista. Se ne andò a dirigere per il mondo e in America e non tornò che a Liberazione avvenuta. L'11 maggio del 1946 dirigerà nuovamente alla Scala. Nel 1943 aveva diretto a New York l'Inno delle nazioni in cui aveva incluso anche l'Internazionale. Lo identificò come l'inno di tutti quelli che, a cominciare dall’Urss, avevano contribuito alla sconfitta del nazismo e del fascismo.
da: l'Unità, 17 gennaio 2007

venerdì 6 agosto 2010

Carlo Lucarelli: La verità su Ventura


La verità su Ventura


Lasciamo stare i morti, ma qu
alche puntualizzazione forse va fatta comunque. Quasi tutti i giornali - compreso questo - nel dare la notizia della morte di Giovanni Ventura, uno dei protagonisti di alcuni dei cosiddetti “misteri italiani” a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, hanno riassunto la vicenda più o meno con le stesse parole: venne condannato e poi assolto per la strage di piazza Fontana a Milano e ritenuto responsabile per una serie di attentati. Negli articoli, poi, seguivano notizie più complete, ma sotto il titolo, più o meno, ho quasi sempre letto questo.
Assolto.
Ecco, non è che non sia vero, e non voglio neanche fare il maestrino pedante, ma c’è qualcosa di più. Giovanni Ventura è stato sì definitivamente assolto, nel 1987, assieme a Franco Freda, per la strage di Piazza Fontana. Ma la sentenza che ha chiuso più avanti, nel 2005, un altro filone del processo ha riconosciuto come sufficentemente provate le loro responsabilità nella strage. Solo che, essendo già stati assolti nell’altro processo non possono più essere processati per quel reato. Dire che Giovanni Ventura è stato assolto è un po’ come dire che è stato assolto Andreotti: è vero ma le cose sono un po’ più complesse. E infamanti.
Questo, ripeto, non per pedanteria o per particolare odio verso il fu signor Ventura, ma per ribattere che nei processi ai fattacci del nostro recente passato ci sono un sacco di fatti accertati, di dinamiche acclarate e di meccanismi rivelati che vanno oltre il semplice dispositivo della sentenza: assolto o condannato.
C’è un sacco di verità, in quei processi. Sintetizzarla nel breve spazio del riassunto sotto un titolo non è facile, è vero, ma non per questo possiamo trascurarla.


Carlo Lucarelli, l'Unità, 6 agosto 2010
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vedi anche:
il manifesto, Militant , Staffetta I e II

martedì 20 luglio 2010

Humor nero: rimasticature fasciste e coloniali nelle notti bolognesi



«Pancetta nera» e «CocoCamerata».

Le notti di Carella a P.ta San Vitale

[da Staffetta]





Mentre via San Vitale è chiusa per i lavori del Civis, apre alla Porta il «ristorante» di Daniele Carella: cene «antidegrado» sul marciapiede per sdoganare la cultura di estrema destra con titoli ammiccanti quali «CocoCamerata» o «Pancetta nera». Quest’ultimo titolo sembra richiamarsi al fumetto d’epoca fascista Le avventure di Pancetta Nera, un ragazzino africano al seguito dell’esercito italico in Etiopia.

Svanito il sogno romano dell’Impero, perdute le baionette, si passa alle alacri forchette antidegrado. Il manipolo d’arditi elegge a desco il suolo stesso dell’amata Patria vilipesa. Armati sol di posate e bavagli littori, i coraggiosi affronteranno a morsi crescentine, coppa e salamino. Molti rutti, molto onore! Un mascarpone? Guai però a chiamarlo dessert. Solo felsinee parole salutino il ritorno dei biassanot. Caffè? Me ne frego!

«Ci è piaciuta l’idea di stare sul marciapiede a mangiare riappropriandoci della città e abbiamo deciso di continuare», spiega Mirko Cinti, ufficiale di Polizia giudiziaria di Castel Maggiore. «Siamo tutti persone di destra e non ci manca l’ironia – sottolinea Carella – ma il nostro intento è soltanto quello di occupare il territorio in modo positivo, con iniziative spartane, perché se ci siamo noi non vengono delinquenti, vandali e incivili».

Nella novella Sparta non manca l’ironia. Infatti l’ex consigliere comunale berlusconiano Carella dichiara serafico: «Un’iniziativa apartitica, nonostante sia partita da persone attive in politica». Speriamo solo che questa brava gente non voglia rinnovare a Bologna l’epica conquista di Addis Abeba.

sabato 8 maggio 2010

D: [va] da sé, dunque ...


E n c i c l o p e d i a
d e l l a
n e o l i n g u a

D

[va] da sé, dunque ...





«Sono fascisti, fascisti sociali che credono nella Carta di Verona. Sono fascisti del nuovo millennio, come Gianfranco Fini definiva se stesso una ventina di anni fa. Va da sé che se devono menar le mani le menano. Ultimamente è successo spesso, anche se a Napoli il 1° maggio è stato uno di loro a rischiare la vita. Menano dunque. Ma sempre controvoglia. Il dettaglio è tutt’altro che secondario».

Lanfranco Pace:
"Ecco perché ho firmato l'appello in favore dei fascisti solari di CasaPound"
da Il Foglio, 7 maggio 2010

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L'immagine è tratta da: Indymedia Italia