martedì 30 aprile 2013

Il rogo dei libri


Bertolt Brecht



Il  rogo dei libri

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi

i libri di contenuto malefico e per ogni dove

furono i buoi costretti a trascinare

ai roghi carri di libri, un poeta scoprì

– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l'elenco

studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi

libri erano stati dimenticati. Corse

al suo scrittoio, alato d'ira,e scrisse ai potenti una lettera.

Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!

Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse

la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi

mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:

bruciatemi!

domenica 28 aprile 2013

La "banda Collotti", un libro di Claudia Cernigoi







 La  “Banda Collotti”.

Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia 

 ed.   Kappa Vu, Udine, 2013



“Ho cominciato a scrivere questo libro più di dieci anni fa, pensando all’inizio di farne un breve dossier, come quelli che pubblico per la Nuova Alabarda. Avevo iniziato riordinando un po’ di documenti storici e di testimonianze e poi, andando avanti, mi sono accorta che mentre scrivevo la storia del corpo di repressione avevo iniziato a ricostruire anche una parte della storia della Resistenza di queste terre, e così ho proseguito raccogliendo altri documenti, ma soprattutto testimonianze di persone che avevano vissuto quei momenti e me ne hanno resa partecipe. Così ne è uscito un libro piuttosto corposo, ricerca che per me ha significato non solo conoscere fatti storici ma anche entrare in contatto con tante persone che avevano lottato e sofferto per la libertà, ed alla fine ne sono uscita più ricca interiormente. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno aiutata e che sono ricordati all’inizio del libro, e mando un pensiero particolare agli ex prigionieri che hanno accettato di visitare la sede di via Cologna, dove erano stati detenuti e torturati, per ricostruire con noi, che “viviamo tranquilli nelle nostre tiepide case” quei tempi terribili che non abbiamo vissuto, noi che grazie al sacrificio di persone come loro oggi possiamo vivere liberamente”.
                                                             
 
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 fonte: G. Aragno

 Thanks: Marginalia

genealogia:  La  Nuova Alabarda

sabato 27 aprile 2013

... non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine.



Giudicare è il mestiere di molta gente, e non è un buon mestiere, ma è anche l'uso che molti fanno della scrittura. Meglio essere uno spazzino che un giudice. Più uno si è ingannato nella vita, e più dà lezioni; non c'è che uno stalinista per dare lezioni di antistalinismo ed enunciare le “nuove regole”. Esiste una razza di giudici, e la storia del pensiero si confonde con quella del tribunale della Ragion pura, o della Fede pura. È per questo che la gente parla così facilmente in nome e al posto di altri, ed è per questo che ama tanto le domande, ed è tanto capace di porle e di rispondervi … La giustizia, la giustezza, sono cattive idee. Bisognerebbe opporvi la formula di Godard: non un'immagine giusta, ma giusto un'immagine. È la stessa cosa in filosofia, come in un film o una canzone: non delle idee giuste ma giusto delle idee. Giusto delle idee significa l'incontro, il divenire, il furto e le nozze, questo spazio intermedio fra due solitudini.



                                                                  Gilles Deluze   


in  G. Deleuze e C. Parnet, Dialogues, Flammairon, Paris 1977,

tr. it. Conversazioni, a c. d. G. Comolli, Feltrinelli, Milano 1980

venerdì 26 aprile 2013

La Resistenza (s) piegata



ROMA - 25 aprile 2013:
 La Resistenza insegna che «nei momenti cruciali»
 servono «coraggio, fermezza e
... senso di unità»






Lo ha spiegato Giorgio Napolitano dopo la visita al museo della Liberazione [da il Messaggero, 26 aprile 2013]



... ehm ehm:






lunedì 22 aprile 2013

Cirenaica : le vie dell'oblio?

Martedì 23 aprile 2013, con il titolo de Le vie della Resistenza, si terrà a Bologna un incontro organizzato dall'Anpi San Vitale in collaborazione con l' associazione Cirenaica e al quale parteciperanno, tra gli/le altri/e, il presidente della sezione San Vitale dell'Anpi e il figlio e la figlia dell'antifascista Rino Pancaldi. L'iniziativa si colloca all'interno delle celebrazioni per "Cirenaica centenaria", ovvero il centenario della scoperta - avvenuta nel 1913 durante la costruzione di nuovi caseggiati da parte dell'Ente Autonomo Case Popolari nell'area di quella che oggi è detta "Cirenaica", rione del Quartiere San Vitale di Bologna - di alcune tombe appartenenti alla civiltà villanoviana. Ma il 1913 è anche il centenario di ben altro avvenimento: è infatti nell'aprile del 1913 che il consiglio comunale bolognese si riunisce su richiesta dello Iacp affinché siano dati dei nomi alle nuove vie del rione e decide infine di attribuire a queste "nomi ricordanti i luoghi illustrati dal nostro esercito e dalla nostra flotta nella recente guerra" (Ascbo, delib. cons. del 9 aprile 1913). La guerra alla quale si fa riferimento è l'invasione coloniale della Libia che, cominciata dal governo Giolitti nel 1911, non si distingue in quanto a ferocia dalla successiva invasione coloniale fascista voluta da Mussolini negli anni 30. Basti pensare solo all'eccidio di Sciara Sciat dove, secondo Angelo Del Boca - uno dei maggiori storici del colonialismo italiano in Libia - furono uccise almeno 4000 persone (uomini, donne, bambini/e) e quasi altrettante deportate verso le carceri italiane (cfr. A. Del Boca, A un passo dalla forca, Baldini&Castoldi Dalai, 2007). E sono luoghi e avvenimenti di questa guerra ad essere scelti come nomi per le vie del nuovo rione: via Tripoli, via Bengasi, via Libia, via Derna, via Due Palme, via Homs ... (cfr. G. Gabrielli, Bologna e le sue colonie, in L'Africa in giardino, Grafiche Zanini, 1998). Solo nel 1949 le vie di quella che è oramai chiamata "Cirenaica" vengono rinominate con nomi di partigiani, anche e soprattutto  per la forte volontà dell'Anpi che già l'anno prima - con un atto di grande valore simbolico - aveva apposto nell'allora via Bengasi (poi Bentivogli) una targa per ricordare i nomi di trentatré "caduti per la nostra libertà"...

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giovedì 4 aprile 2013

Non si nasce donna - Quaderni Viola n. 5


Percorsi, testi e contesti
 del femminismo materialista in Francia



a cura di Sara Garbagnoli e Vincenza Perilli

« Sesso, razza e sessualità sono evidenze socialmente radicate e ben fondate e, per questo, tanto efficacemente e inerzialmente riprodotte come fossero invarianti sociali, dati di natura. Lo studiare i modi con cui i rapporti sociali diventano talmente solidi da sembrare naturali permette di iscriverle nella storia, aprendo, in tal modo, uno spazio di possibilità perché le cose possano essere altrimenti. »

 vedi inoltre: Marginalia